Che l'Amministrazione Difesa fosse interessata a mettere fine a tutte le velleità di civilizzazione e, finalmente legittimata, a mettere in riga il personale civile, l’avevamo capito già da molto tempo.
Che ci fosse qualcuno (leggi: diverse sigle sindacali!) non contrario ad un sistema di misurazione e valutazione della performance individuale in applicazione del decreto legislativo 150/2009 detto Brunetta, anche questo l’avevamo capito e oggi appare molto più evidente che in passato.
Che il sistema di valutazione fosse difficilmente applicabile per complessità organizzativa, per funzioni eterogenee tra aree di competenza e per la presenza di due componenti lavorative (civile e militare), noi l’avevamo capito e affermato in tutte le occasioni.
Che il “sistema Brunetta” fosse uno strumento politico di propaganda, dannoso per la Pubblica Amministrazione e punitivo per i pubblici dipendenti, la USB/RdB lo ha sempre affermato e contrastato con i fatti, a differenza di tutte le altre sigle sindacali (tutte!!) che, chi approvando, chi traccheggiando, chi defilando e chi contrattando, dimostrano in verità approvazione e pieno assoggettamento alla volontà politica e militare.
Adesso però, anche l’Amministrazione Difesa e i suoi interlocutori privilegiati si sono accorti che il sistema di misurazione e valutazione della performance individuale del personale civile è di difficile applicazione se non attraverso aggiustamenti, eccezioni o esclusioni che lo renderebbero “sperimentale” senza effetti giuridici ed economici.
Questo è il risultato dell’incontro a Gabinetto Difesa che, attraverso le parole del Presidente dell’OIV (Organismo Indipendente di Valutazione) ammiraglio Gramellini, rende giustizia del nostro convincimento e rimanda l’emanazione dello schema di direttiva dopo l’incontro con il CEVIT (Commissione per la valutazione, trasparenza e integrità delle pubbliche amministrazioni) a metà di dicembre e il seguente incontro con le OO.SS. Nazionali.
La RdB Difesa ha ribadito la netta contrarietà al decreto legislativo 150/2009 e all’applicazione del sistema di valutazione del personale che, al contrario dell’effetto desiderato dal legislatore di una migliore organizzazione ed efficienza del lavoro, comporterebbe un’inevitabile degenerazione dei già precari equilibri relazionali tra dirigenza e dipendenti, sia civili che militari, a danno della funzionalità e produttività degli enti.