I Capitan Fracassa messi a capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro non finiscono mai di smentirsi e l’improvviso ed improvvido avvio del progetto pomposamente denominato “Sistema gestione del personale Oracle Fusion HCL” è solo l’ultimo esempio della loro presunzione pari solo alla loro incompetenza.
La logica del “facciamolo partire, poi si vedrà”, con cui questi supposti dirigenti hanno scaricato sui loro sottoposti territoriali e sull’ignaro personale il fatto compiuto, aspettandosi che le cose si risolvano da sole, dimostra solo la loro pochezza e incapacità a rivestire un ruolo.
Ferme restando ed assunte tutte le criticità che dal primo ottobre da tutta Italia sono state rilevate, vi è comunque un dato di fatto inconfutabile che rende questo avvio nulla più dell’impiego di morbidi rotoli di carta a più veli.
Il senso di questa “modernizzazione” è chiaro. Dato che l’Ispettorato è affetto da una cronica carenza di personale amministrativo, i cui ultimi ingressi risalgono al millennio passato, carenza che ogni giorno si aggrava con lo “stillicidio” dei pensionamenti (e figuriamoci se viene approvata quota 100!), con la scusa di portare nel futuro un ufficio i cui ispettori sono ancora costretti ad usare la carta carbone, si è pensato bene di liberarsi della necessità di qualcuno, scaricando sugli altri il relativo lavoro.
La cosa potrà essere pure legittima, ma chiamiamola con il suo nome.
Però questi Capitan Fracassa, in assenza dell’oste, non sanno fare i conti e pretendono di fare le nozze senza neanche una manciata di fichi secchi.
Infatti nel contratto con cui i dipendenti sono stati assunti e sono passati alle dipendenze dell’Ispettorato non è stato né previsto e né richiesto che il dipendente fosse munito a proprie spese, presso la propria abitazione, di computer, palmare o smartphone (per chi è in grado di usarlo come uno degli altri strumenti) e che la sua abitazione, ovvero la sua normale dimora, fosse servita da una rete WiFi o da un altro mezzo di collegamento ad Internet equivalente.
Questo significa che l’amministrazione non ha titolo per richiedere ai dipendenti nulla che comporti l’impiego di strumenti che non ha messo loro a disposizione.
Da questo punto di vista questo “Sistema gestione del personale Oracle Fusion HCL” potrà essere messo effettivamente in esercizio solo dopo che l’amministrazione avrà provveduto – a proprie spese – a fornire tutto il personale degli strumenti informatici ed avrà garantito – sempre a proprie spese – che l’abitazione di ogni singolo dipendente sia fornita di idoneo collegamento alla rete.
Da ultimo c’è la questione del badge virtuale per il servizio esterno degli ispettori.
Premesso come siano ancora in tanti gli ispettori la cui dotazione informatica continua a non essere idonea al collegamento alla rete all’esterno dell’ufficio e come anche per loro l’amministrazione non ha garantito la connessione dalla relativa abitazione, l’introduzione di questo badge, preannunciato al tavolo sindacale in cui le organizzazioni sindacali, che si sono rese complici dell’ultimo contratto a perdere, hanno preteso la nostra esclusione, e passato nella solita colpevole acquiescenza delle stesse, contraddice la stessa presa d’atto contenuta nella circolare dove testualmente recita: “L’attività di vigilanza tuttavia non si riduce evidentemente agli accessi ispettivi ma, oltre ai tempi necessari per raggiungere luoghi sempre diversi, è in gran parte dedicata alla audizione di persone e alla verifica dei documenti, allo studio della pratica e alla redazione di tutti gli atti necessari.”.
A questo proposito come USB dobbiamo ricordare come, in sede di discussione sull’introduzione del nuovo orario di lavoro per il personale ispettivo, gli stessi dirigenti presenti, nelle persone di Papa e Parisi, convennero con l’USB sulla irrilevanza della rintracciabilità oraria dell’attività ispettiva, rigettando a tale proposito le perplessità avanzate in quella sede da parte di qualche organizzazione sindacale(!).
Le ragioni per le quali il lavoro degli ispettori, se valutato sulla base della qualità, non può essere computato in meri termini temporali sono e restano valide. A meno che non si voglia continuare a spingere gli ispettori ad una “produttività” fondata sulla quantità a scapito della qualità.
Certo, per andare a rompere le scatole al fruttivendolo egiziano nella specialissima vigilanza etnica non c’è bisogno né di studiare, di approfondire questioni e di scavare in documentazioni e circostanze. Basta prendere qualche lezione di cattivismo dal ministro degli Interni!
L’unica cosa con cui bisognerebbe dare una risposta a questi signori sarebbe il limitarsi agli adempimenti formali, pigiando il “log in” la mattina, andando a spasso dove previsto nella giornata e pigiando il “log out” al termine della giornata, senza produrre alcun obiettivo. Se è così che si vuole valutare l’attività ispettiva, questo è quello che l’amministrazione dovrebbe raccogliere.
Del resto, la “qualità” dell’attività, che peraltro continua ad essere pesata come numero di patate raccolte, è ben riconosciuta solo ai dirigenti. Al personale cui è richiesto il conseguimento degli obiettivi, questa qualità è riconosciuta solo dopo anni di ritardo e con una mancia (il Fua) ridicola ed offensiva.
Questo è ciò che dovrebbe essere fatto.
Ma a differenza della dirigenza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, sono tanti, i migliori, gli ispettori ed il personale che crede nella funzione ispettiva e nel ruolo che dovrebbe svolgere questa agenzia a difesa dei lavoratori tutti.
Per cui è fondamentale battersi perché l’ispettore del lavoro non venga ridotto al livello – con tutto il rispetto nei confronti di questi lavoratori - dei tecnici dell’Enel o della Telecom, monitorati e controllati in ogni momento della giornata da chi non è in grado neanche di supporre tempi e natura del lavoro in essere.
Per intanto occorre pretendere quantomeno che la prestazione dell’ispettore del lavoro non sia misurata in maniera diversa da come vengono misurate le prestazioni degli accertatori INPS, degli Ispettori INAIL e dei Carabinieri del NIL.
E questo è veramente il minimo sindacale.
USB/P.I. Coordinamento Nazionale Ministero Lavoro – INL - ANPAL