Cara Democrazia
(ritorna a casa che non è tardi)
Martedì 6 novembre, in Direzione regionale Toscana Inps, si è svolto un incontro sindacale a cui non è stata convocata la delegazione USB.
Chi ha seguito le vicende sindacali nazionali sa già bene cosa c’è dietro. A febbraio 2018 è stato siglato un pessimo contratto nazionale del comparto Funzioni Centrali, che USB ha deciso di non sottoscrivere, non trovando in esso nessun elemento positivo. L’articolo 7 del contratto contiene una norma liberticida (commi 3 e 4) secondo la quale alla contrattazione integrativa sono ammesse le sole sigle sindacali firmatarie del contratto stesso. Chi non è d’accordo deve quindi sottoscrivere comunque o rinunciare al suo diritto di rappresentanza e anche al diritto “di tribuna”. E’ come se in parlamento l’opposizione dovesse sottoscrivere il programma di governo della maggioranza per avere riconosciuti i propri seggi. In un comunicato di USB nazionale si è opportunamente parlato di fascismo sindacale che piace anche alla sinistra. O meglio, alla sinistra presunta tale che delle regole democratiche si ricorda solo quando vengono a proprio vantaggio. Esemplare il caso della vertenza portata avanti con successo qualche anno fa dalla Fiom Cgil in FIAT contro la propria esclusione dalla rappresentanza per mancata firma del contratto. La CGIL oggi è in prima fila, in cattiva compagnia e in contraddizione stridente a chiedere l’esclusione di USB.
E’ vero che la norma antidemocratica è sempre stata presente nei contratti di pubblico impiego in precedenza firmati anche da USB. In quelle circostanze si era deciso di apporre una firma “tecnica” con nota a verbale per garantire la rappresentanza ai tavoli di trattativa. Il CCNL 2016-18 è però davvero indigeribile e abbiamo quindi deciso di non firmare e di aprire una campagna per la democrazia sindacale, che stiamo portando avanti con l’informazione e la denuncia a tutti i livelli, con una raccolta di firme per l’abolizione dei commi 3 e 4 dell’articolo 7 e con un ricorso giudiziario che verrà discusso tra qualche mese.
In Inps, dopo mesi di persistente e inamovibile chiusura degli altri sindacati alla presenza di USB al tavolo sindacale nazionale, abbiamo deciso di non presentarci più agli incontri ai quali non siamo convocati, “lasciandoli lavorare”. I risultati si sono visti subito, ad esempio con il pessimo bando “di recupero” per i passaggi economici che l’amministrazione ha predisposto quasi unilateralmente. L’integrativo 2018 è ancora in alto mare e siamo quasi a fine anno.
Una direttiva stringente del Capo del Personale impone adesso alla dirigenza, a tutti i livelli, di non convocare le delegazioni USB. E così anche il direttore regionale per la Toscana è stato costretto ad adeguarsi. Crediamo che lo abbia fatto malvolentieri, sia per lo spirito democratico che gli riconosciamo, sia per la consapevolezza che USB Inps rappresenta quasi un quarto dei lavoratori della regione.
La nostra azione sindacale andrà comunque avanti con il contatto diretto con i colleghi, con la tutela sindacale e con i comunicati, con le assemblee e e le iniziative di lotta. Con l’amministrazione ci rapporteremo direttamente, abbiamo già inviato una richiesta di incontro regionale e vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
Nelle province toscane la situazione delle relazioni sindacali è articolata, con qualche direttore che sfida la direttiva centrale e convoca USB, qualcuno che fa i tavoli separati e qualcuno che la esclude. Deve essere comunque chiaro a tutti che è impensabile non confrontarsi con il secondo sindacato in INPS a livello nazionale e terzo per pochi voti in regione.
Sostieni USB nella sua battaglia per la democrazia sindacali aderendo alle sue iniziative e con l’iscrizione. Oggi più che mai, USB è il sindacato che serve.
“Siamo i ragazzi del coro, le casalinghe sempre d’accordo
e la classe operaia nemmeno me la ricordo…
… sono giorni duri, sono giorni bugiardi
cara Democrazia, ritorna a casa che non è tardi”
Ivano Fossati - Cara Democrazia (2006)
Firenze, 8 novembre 2018
USB Inps Toscana