La scrivente Organizzazione Sindacale riceve sempre più spesso segnalazioni da parte di dipendenti della Giustizia, in servizio presso gli Uffici Giudiziari, di vere e proprie incursioni di personale esterno all’Amministrazione che opera nelle Cancellerie in nome e per conto di ordini professionali. Ciò avviene in virtù di protocolli sottoscritti tra gli ordini professionali ed i capi degli uffici.
Ne sono esempio per tutti: il Tribunale di Velletri dove staziona, nella cancelleria delle esecuzioni immobiliari e fallimentare, personale pagato dall’ordine dei notai; il Giudice di Pace di Roma dove all’ufficio copie che rilascia le sentenze, troviamo personale pagato dall’ordine degli avvocati, che ha installato, per giunta, oltre che fornito PC, scanner e programmi per il data entry a proprie spese; Cancellerie delle Esecuzioni Immobiliari di svariati Tribunali che contano personale facente capo all’ABI e alla società Aste Immobiliari.
E’ superfluo sottolineare che evidenti ragioni di opportunità, basti pensare al conflitto d’interessi, dovrebbero impedire ai capi degli Uffici questo tipo di operazione.
Pur comprendendo le motivazioni che spingono gli ordini professionali, l’ABI e i capi degli uffici a sottoscrivere tali accordi, questa O.S. non può assolutamente condividerli. Le ragioni sono svariate:
Primo tra tutti che la politica di contenimento della spesa pubblica che investe sempre di più il settore della Pubblica Amministrazione non può giustificare né tanto meno aggirare le gravi carenze di personale, permettendo la immissione, del tutto arbitraria, di personale preso in prestito.
In secondo luogo i pubblici dipendenti sono tenuti alla riservatezza dei dati in loro possesso e ad essi pervenuti in ragione del loro ufficio. Pertanto la privacy di coloro che si rivolgono alla Giustizia potrebbe essere violata in barba a tutte le raccomandazioni del Garante visto che tale obbligo di riservatezza non incombe, sicuramente, sul personale estraneo all’Amministrazione..
In terzo luogo problemi legati alla custodia del fascicolo demandata dal codice al Cancelliere pertanto qualora ne andasse smarrito qualcuno la responsabilità sia disciplinare che penale ricadrebbe esclusivamente sul personale interno, giammai su quello esterno.
In quarto luogo motivi legati alla sicurezza e salubrità nei posti di lavoro di cui alla L. 626/94 impediscono a personale esterno all’Amministrazione di prestare qualsivoglia attività nei locali degli uffici giudiziari, perché qualora dovesse succedere un incidente o quant’altro l’Amministrazione come giustificherebbe e risolverebbe il problema?
La RdB-CUB P.I. è consapevole che questa iniziativa si aggiunge ai tanti tasselli che nel corso degli ultimi anni stanno contribuendo alla destrutturazione, allo smantellamento della Pubblica amministrazione per consegnarla, poi, definitivamente nelle mani dei privati. Ma questa O.S. non vuole e non può permetterlo.
Il servizio Giustizia è pubblico e tale deve rimanere; non può essere lasciato alla mercè dell’ultimo o ultima arrivata; deve rispondere a criteri di serietà, qualità professionali e responsabilità soggettive che non possono essere assunti da personale estraneo all’Amministrazione.
Pertanto questa O.S. sollecita un immediato intervento affinchè cessi questa pratica illegittima e la cui diffusione oltre che svilire il ruolo di coloro che dovrebbero tenere alto l’interesse dello Stato mette in seria difficoltà i vertici dell’Amministrazione.