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SFRATTI COMUNICATI

#iostoconjabiri: nella città dell'Expo l'emergenza abitativa non è scomparsa

Milano,

A Milano, la città di Expo, la città che per questi 6 mesi sarà la vetrina del modello  neoliberista, l’emergenza abitativa continua a dilagare e non possono cercare di  nasconderla sotto il tappeto di false promesse e false soluzioni.

Sono sempre di più le persone che non riescono più a sostenere un affitto commerciale,  che in questa si città si aggira sui 800-1000 Euro al mese. Troppi, calcolando che un reddito  medio non supera i 1200 Euro mensili.

E’ il modello che non funziona e che perversamente genera migliaia di persone senza casa e migliaia di alloggi vuoti, garantendo profitti per pochi e miseria per molti.E’ il modello che vede la casa, non come un diritto di ogni persona, ma come un ennesimo meccanismo di speculazione, nel piccolo e nel grande : si continua a costruire nonostante ci siano più di 80mila case private sfitte e 10mila case popolari vuote; si continua a vedere come soluzione per chi una casa non ce l’ha o la perde, gli enti emergenziali, come le comunità e gli alberghi ( con costi che se investiti correttamente potrebbero risolvere definitivamente i problemi).

Il patrimonio pubblico viene gestito da anni in forma clientelare e mafiosa, e quando si potrebbe cambiare rotta, perchè si smantella un sistema come quello dell’Aler, la soluzione delle istituzioni è vendere le case popolari. Si trovano false soluzioni come la costruzione di ” alloggi sociali ” attraverso l’housing sociale che però vedono assegnazione extra-bando ad affitti da 500-600 euro al mese, quando ci sono ancora più di 23mila famiglie in lista d’attesa. Si bloccano le assegnazione in deroga per emergenza, quando gli sfratti aumentano, alimentando così i meccanismi di comunità e alloggi temporanei.

Non si riesce a vedere con lungimiranza una possibile soluzione, perchè non la si vuole vedere. Perchè questo modello genera profitto, molto profitto, attraverso la gestione del patrimonio pubblico, la vendita delle case popolari, la costruzione di altri alloggi, gli appalti di gestione dell’emergenza, gli stanziamenti di fondi ……. tutto questo viene preferito a soluzioni vere e concrete che da anni chi lotta per il diritto all’abitare urla e agisce : autorecupero degli alloggi vuoti, requisizione degli alloggi privati sfitti, autorecupero di aree non abitabili ma in disuso ( come caserme e altre strutture abbandonate), blocco degli sfratti e passaggio da casa a casa, sanatoria per chi ha occupato per necessità.In questi anni abbiamo costruito una rete di solidarietà che ha bloccato sfratti, si è ripreso spazi vuoti dandogli vita e dando soluzioni reali a chi viveva un’emergenza.

Continueremo a farlo, perchè crediamo che un altro mondo sia possibile, ed intendiamo costruirlo.

Domani è previsto lo sfratto di Jabiri  sarà la 4 uscita dell’ ufficiale giudiziario in via Rogoredo 113, una delle tante famiglie che soffre la crisi che non riesce ad arrivare a fine mese, un’altro di quelli sfrattati incolpevoli.Jabiri lavora saltuariamente al mercato e suo figlio di 21 anni è uno dei tanti ragazzi che cerca lavoro e non lo trova, fa parte di quel 44% di giovani disoccupati.

Hanno provato a presentare la domanda di emergenza abitativa,in deroga alla graduatoria ERP per gravi condizioni di disagio abitativo e mancanza di redditto  ma come tante altre domande giace in un cassetto abbandonata dall’ inerzia delle istituzioni. Ci sono oltre 10 000 case popolari vuote e lastrate, piani di vendita per migliaia di alloggi ma “non c’ è posto” per chi rimane in mezzo alla strada a causa di uno sfratto.

Domani saremo in via Rogoredo 113, nonostante le promesse dell’ ufficiale giudiziario di un possibile rinvio dello sfratto per non permettere in ogni caso che l’ ennesima famiglia rimanga in mezzo alla strada nell’ inerzia e silenzio delle istituzioni, questa famiglia insieme a tante altre ha deciso di resistere in un meccanismo di mutuo soccorso organizzando presidi antisfratto iniziative e costruzione di alternative rispetto alla crisi e alla solitudine che produce.

Inoltre ci prepariamo già a settimana prossima, quando è previsto lo sfratto con la forza pubblica di Mustafa, in via Monte Palombino.

 

Comitato Abitanti San Siro – Asia Milano

 

A Milano, la città di Expo, la città che per questi 6 mesi sarà la vetrina del modello  neoliberista, l’emergenza abitativa continua a dilagare e non possono cercare di  nasconderla sotto il tappeto di false promesse e false soluzioni.

Sono sempre di più le persone che non riescono più a sostenere un affitto commerciale,  che in questa si città si aggira sui 800-1000 Euro al mese. Troppi, calcolando che un reddito  medio non supera i 1200 Euro mensili.

E’ il modello che non funziona e che perversamente genera migliaia di persone senza casa e migliaia di alloggi vuoti, garantendo profitti per pochi e miseria per molti.E’ il modello che vede la casa, non come un diritto di ogni persona, ma come un ennesimo meccanismo di speculazione, nel piccolo e nel grande : si continua a costruire nonostante ci siano più di 80mila case private sfitte e 10mila case popolari vuote; si continua a vedere come soluzione per chi una casa non ce l’ha o la perde, gli enti emergenziali, come le comunità e gli alberghi ( con costi che se investiti correttamente potrebbero risolvere definitivamente i problemi).

Il patrimonio pubblico viene gestito da anni in forma clientelare e mafiosa, e quando si potrebbe cambiare rotta, perchè si smantella un sistema come quello dell’Aler, la soluzione delle istituzioni è vendere le case popolari. Si trovano false soluzioni come la costruzione di ” alloggi sociali ” attraverso l’housing sociale che però vedono assegnazione extra-bando ad affitti da 500-600 euro al mese, quando ci sono ancora più di 23mila famiglie in lista d’attesa. Si bloccano le assegnazione in deroga per emergenza, quando gli sfratti aumentano, alimentando così i meccanismi di comunità e alloggi temporanei.

Non si riesce a vedere con lungimiranza una possibile soluzione, perchè non la si vuole vedere. Perchè questo modello genera profitto, molto profitto, attraverso la gestione del patrimonio pubblico, la vendita delle case popolari, la costruzione di altri alloggi, gli appalti di gestione dell’emergenza, gli stanziamenti di fondi ……. tutto questo viene preferito a soluzioni vere e concrete che da anni chi lotta per il diritto all’abitare urla e agisce : autorecupero degli alloggi vuoti, requisizione degli alloggi privati sfitti, autorecupero di aree non abitabili ma in disuso ( come caserme e altre strutture abbandonate), blocco degli sfratti e passaggio da casa a casa, sanatoria per chi ha occupato per necessità.In questi anni abbiamo costruito una rete di solidarietà che ha bloccato sfratti, si è ripreso spazi vuoti dandogli vita e dando soluzioni reali a chi viveva un’emergenza.

Continueremo a farlo, perchè crediamo che un altro mondo sia possibile, ed intendiamo costruirlo.

Domani è previsto lo sfratto di Jabiri  sarà la 4 uscita dell’ ufficiale giudiziario in via Rogoredo 113, una delle tante famiglie che soffre la crisi che non riesce ad arrivare a fine mese, un’altro di quelli sfrattati incolpevoli.Jabiri lavora saltuariamente al mercato e suo figlio di 21 anni è uno dei tanti ragazzi che cerca lavoro e non lo trova, fa parte di quel 44% di giovani disoccupati.

Hanno provato a presentare la domanda di emergenza abitativa,in deroga alla graduatoria ERP per gravi condizioni di disagio abitativo e mancanza di redditto  ma come tante altre domande giace in un cassetto abbandonata dall’ inerzia delle istituzioni. Ci sono oltre 10 000 case popolari vuote e lastrate, piani di vendita per migliaia di alloggi ma “non c’ è posto” per chi rimane in mezzo alla strada a causa di uno sfratto.

Domani saremo in via Rogoredo 113, nonostante le promesse dell’ ufficiale giudiziario di un possibile rinvio dello sfratto per non permettere in ogni caso che l’ ennesima famiglia rimanga in mezzo alla strada nell’ inerzia e silenzio delle istituzioni, questa famiglia insieme a tante altre ha deciso di resistere in un meccanismo di mutuo soccorso organizzando presidi antisfratto iniziative e costruzione di alternative rispetto alla crisi e alla solitudine che produce.

Inoltre ci prepariamo già a settimana prossima, quando è previsto lo sfratto con la forza pubblica di Mustafa, in via Monte Palombino.

 

Comitato Abitanti San Siro – Asia Milano

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A Milano, la città di Expo, la città che per questi 6 mesi sarà la vetrina del modello  neoliberista, l’emergenza abitativa continua a dilagare e non possono cercare di  nasconderla sotto il tappeto di false promesse e false soluzioni.

Sono sempre di più le persone che non riescono più a sostenere un affitto commerciale,  che in questa si città si aggira sui 800-1000 Euro al mese. Troppi, calcolando che un reddito  medio non supera i 1200 Euro mensili.

E’ il modello che non funziona e che perversamente genera migliaia di persone senza casa e migliaia di alloggi vuoti, garantendo profitti per pochi e miseria per molti.E’ il modello che vede la casa, non come un diritto di ogni persona, ma come un ennesimo meccanismo di speculazione, nel piccolo e nel grande : si continua a costruire nonostante ci siano più di 80mila case private sfitte e 10mila case popolari vuote; si continua a vedere come soluzione per chi una casa non ce l’ha o la perde, gli enti emergenziali, come le comunità e gli alberghi ( con costi che se investiti correttamente potrebbero risolvere definitivamente i problemi).

Il patrimonio pubblico viene gestito da anni in forma clientelare e mafiosa, e quando si potrebbe cambiare rotta, perchè si smantella un sistema come quello dell’Aler, la soluzione delle istituzioni è vendere le case popolari. Si trovano false soluzioni come la costruzione di ” alloggi sociali ” attraverso l’housing sociale che però vedono assegnazione extra-bando ad affitti da 500-600 euro al mese, quando ci sono ancora più di 23mila famiglie in lista d’attesa. Si bloccano le assegnazione in deroga per emergenza, quando gli sfratti aumentano, alimentando così i meccanismi di comunità e alloggi temporanei.

Non si riesce a vedere con lungimiranza una possibile soluzione, perchè non la si vuole vedere. Perchè questo modello genera profitto, molto profitto, attraverso la gestione del patrimonio pubblico, la vendita delle case popolari, la costruzione di altri alloggi, gli appalti di gestione dell’emergenza, gli stanziamenti di fondi ……. tutto questo viene preferito a soluzioni vere e concrete che da anni chi lotta per il diritto all’abitare urla e agisce : autorecupero degli alloggi vuoti, requisizione degli alloggi privati sfitti, autorecupero di aree non abitabili ma in disuso ( come caserme e altre strutture abbandonate), blocco degli sfratti e passaggio da casa a casa, sanatoria per chi ha occupato per necessità.In questi anni abbiamo costruito una rete di solidarietà che ha bloccato sfratti, si è ripreso spazi vuoti dandogli vita e dando soluzioni reali a chi viveva un’emergenza.

Continueremo a farlo, perchè crediamo che un altro mondo sia possibile, ed intendiamo costruirlo.

Domani è previsto lo sfratto di Jabiri  sarà la 4 uscita dell’ ufficiale giudiziario in via Rogoredo 113, una delle tante famiglie che soffre la crisi che non riesce ad arrivare a fine mese, un’altro di quelli sfrattati incolpevoli.Jabiri lavora saltuariamente al mercato e suo figlio di 21 anni è uno dei tanti ragazzi che cerca lavoro e non lo trova, fa parte di quel 44% di giovani disoccupati.

Hanno provato a presentare la domanda di emergenza abitativa,in deroga alla graduatoria ERP per gravi condizioni di disagio abitativo e mancanza di redditto  ma come tante altre domande giace in un cassetto abbandonata dall’ inerzia delle istituzioni. Ci sono oltre 10 000 case popolari vuote e lastrate, piani di vendita per migliaia di alloggi ma “non c’ è posto” per chi rimane in mezzo alla strada a causa di uno sfratto.

Domani saremo in via Rogoredo 113, nonostante le promesse dell’ ufficiale giudiziario di un possibile rinvio dello sfratto per non permettere in ogni caso che l’ ennesima famiglia rimanga in mezzo alla strada nell’ inerzia e silenzio delle istituzioni, questa famiglia insieme a tante altre ha deciso di resistere in un meccanismo di mutuo soccorso organizzando presidi antisfratto iniziative e costruzione di alternative rispetto alla crisi e alla solitudine che produce.

Inoltre ci prepariamo già a settimana prossima, quando è previsto lo sfratto con la forza pubblica di Mustafa, in via Monte Palombino.

 

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