“Al nuovo irrigidimento della struttura commissariale rispondiamo generalizzando la lotta”, annuncia Claudio Argentini, della Segreteria Nazionale USI RdB Ricerca. “Da stamani i cancelli della sede ISPRA di via Casalotti 300, dove da 38 giorni prosegue l’occupazione pacifica del tetto da parte dei precari che già da dopodomani rischiano il licenziamento, sono stati chiusi ai giornalisti e probabilmente rimarranno sbarrati anche alle personalità politiche di entrambi gli schieramenti”.
Prosegue Argentini: “Questa decisione potrebbe essere propedeutica allo sgombero dei lavoratori. Ebbene, questo ci rafforza nella decisione di generalizzare la lotta e stamani formalizzeremo le procedure per arrivare allo sciopero della Ricerca Pubblica. La vertenza ISPRA deve vedere il sostegno di tutti i lavoratori degli Enti e la generalizzazione della lotta ha come obbiettivi sia l’ottenimento di una soluzione immediata per i lavoratori dell’ISPRA sia quello di bloccare lo smantellamento non solo di ISPRA ma anche dell’ENEA, dell’ISFOL e degli altri enti in riordino”.
Aggiunge Argentini: “Il silenzio del Ministro Prestigiacomo determina da parte nostra la richiesta forte di intervento da parte del Governo, che non può permettere che un singolo dicastero determini, in un periodo di crisi, ulteriori licenziamenti. Lo sciopero sarà un appuntamento importante ma non unico. La Federazione RdB sta infatti preparando un’assemblea cittadina proprio su ISPRA che veda il contributo di forze politiche e istituzionali e che faccia capire al Governo che i precari ISPRA non sono soli ma fanno parte di un tessuto che reagisce duramente contro il tentativo di emarginarli, contro i licenziamenti ed i tagli alla cosa pubblica. Questi lavoratori vogliono posti di lavoro, non ammortizzatori, vogliono essere utili alla collettività recuperando dignità e diritti. Contro chi anche con mezzucci di basso livello tenta di isolarli, risponderemo portando la città e la Ricerca Pubblica all’ISPRA”, conclude Argentini.
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