Assemblea Presidio davanti all’INT il 15/11 ore 9-13, in preparazione dello Sciopero Generale del 2 dicembre, per fermare i licenziamenti e le riduzioni di personale con il blocco del turn over.
- Fermare le politiche clientelari che creano favoritismi e situazioni di conflitto tra i lavoratori.
- Sostenere la politica sindacale contro le stabilizzazioni fatte contro le Linee Guida Regionali che porteranno i lavoratori a ricorrere al Pretore.
- Stop alle spese inutili, nel nostro caso significa stop alla Cittadella della Salute.
- Contrastare i privati, nel nostro caso significa stop allo strangolamento degli organici che riducono l’attivita’ dell’INT deteriorandone i servizi.
- Il Ministero ha promesso 5,4 milioni di finanziamento che non sono mai arrivati I nostri ricercatori dovranno trasferirsi a Nerviano. Fermiamo tutto.
Dopo 3 sconclusionate manovre economiche in meno di 4 mesi e tutte le previsioni più o meno ottimistiche la crescita non c'è e non si vedono iniziative per favorirla. Aumenta il debito e arriva una nuova lettera , che prevede misure finanziarie ulteriormente restrittive che si aggiungono a quelle già in essere. La lettera inviata dal Commissario Olli Rehn a Tremonti il 5 novembre 2011: è la conferma della fine della sovranità italiana, così come noi USB da mesi denunciamo.
L'Europa della politica delle banche e dei poteri finanziari vuole imporre, anche al nostro Paese, un modello economico-finanziario che mette al primo posto le compatibilità di bilancio dell’area dell’Euro, con la totale negazione del sistema di spesa orientato al Welfare e ad una crescita ordinata.
Le ulteriori misure "anti-crisi" richieste sono:
· l’abolizione della pensione di anzianità;
· la privatizzazione dei servizi;
· la vendita delle aziende strategiche;
· la mobilità, la cassa integrazione ed il licenziamento per i pubblici dipendenti;
· il pareggio di bilancio in Costituzione;
· applicazione della riforma Brunetta.
Il licenziamento facile dei dipendenti pubblici è la necessaria premessa per tagliare altri rami della Pubblica Amministrazione e mettere nelle mani degli amici privati della politica, quel poco di servizio pubblico sopravvissuto.
L'inflazione avanza e, per effetto dei blocchi e delle mutilazioni dei contratti di lavoro, produce una crescente perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni.
Nel nostro paese, invece di reagire in modo concreto e determinato, rimettendo in discussione i principi stessi del meccanismo capitalistico-finanziario che ci sta portando alla rovina, molti danno credito alle pretese insensate del Fondo Monetario Internazionale avanzate per tramite della BCE.
La fine del Governo Berlusconi non garantisce automaticamente ai lavoratori pubblici un destino diverso da quello già disegnato. Il summit del G20 tenutosi nei giorni scorsi ha ribadito la fine dello stato sociale, la forte contrazione dei diritti e la riduzione dei salari e delle garanzie, la crescita delle tariffe dei servizi pubblici e nessun sollievo alla pressione fiscale sui meccanismi produttivi e ridistribuitivi del reddito da lavoro.
Per questo è necessario continuare l’opposizione sindacale e sociale alla politica annunciata, per chiedere un radicale cambio di rotta
Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono ormai talmente terrorizzati dalla lotta per la sopravvivenza che e accettano di tutto e di più, perfino leggi che ne restringono le prerogative e preludono di fatto alla loro fine.
Pochi dicono però alcune cose basilari per la comprensione dell'attuale crisi:
1)I mercati, cioè chi fa e continua a fare profitti sulla pelle di milioni di persone ridotte alla fame, non cercano la stabilità dei governi e delle borse. Al contrario è proprio dalla instabilità, da loro creata e alimentata direttamente ed indirettamente, che traggono i maggiori profitti.
2)Non è attraverso misure restrittive della spesa tendenti a “tranquillizzare” i mercati, come insistono i piu’, che si risolve una crisi che è sistemica, cioè interna allo stesso sistema capitalistico.
3)Le misure restrittive che si stanno imponendo in tutta Europa, a cominciare da Grecia, Italia e Spagna, non fanno altro che peggiorare la situazione, renderla ancora più recessiva e autoritaria con grave rischio per la democrazia.
4) A fermare la speculazione basta l’annuncio di una politica che favorisca la crescita della produttivita’ e alla distribuzione del reddito in una prospettiva credibile.
Occorrono provvedimenti diversi che incidano in modo efficace sul sistema economico e lo modifichino in termini radicali ed innovativi.
Non vogliamo che a pagare il debito siano i piu’ deboli. Non vogliamo nuove tasse bruciate dalla corruzione e che non finiscono nemmeno in riduzione del debito.
Le ricchezze prodotte dal lavoro devono essere ridistribuite equamente. Noi vogliamo che sia rivisto il meccanismo del prelievo fiscale che smetta di favorire i redditi piu’ alti a sfavore di quelli piu’ bassi.
Chi lavora sia messo in condizione di vivere in modo dignitoso e avere voce nella contrattazione sindacale con le imprese. I sindacati non devono scomparire.
Noi vogliamo che il lavoro pubblico sia tutelato e i servizi pubblici potenziati e riqualificati.
Per questo, continuiamo a lottare ed a mobilitarci: per questo il 2 dicembre prossimo invitiamo i lavoratori e le lavoratrici al terzo sciopero generale .
Per rivendicare
L’istituzione di una patrimoniale sui grandi patrimoni, una seria caccia all’evasione fiscale delle persone fisiche e delle imprese, taglio alla guerra e ai miliardi spesi in armamenti, stop alle opere pubbliche inutili,cancellazione dei privilegi della casta dei politici. In cambio vogliamo una politica programmatica strutturale di riduzione delle tasse sui meccanismi produttivi e sul lavoro dipendente
Con i soldi recuperati da spese inutili corruzione ed evasione , rivendichiamo
1. Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro con consistenti aumenti salariali
2. la fine del blocco delle assunzioni per garantire il funzionamento dei servizi pubblici,con la stabilizzazione dei precari
Investimenti per potenziare i servizi pubblici e mettere in sicurezza il territori