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A.S.I.A Emilia Romagna

ISTRUTTORIA PUBBLICA SU PIANIFICAZIONE URBANISTICA, CON RIFERIMENTO ALL'AREA STADIO COMUNALE E PRATI DI CAPRARA. INTERVENTO DI USB BOLOGNA.

Bologna,

Analizzando il tema in discussione è inevitabile fare una riflessione sugli spazi urbani, su come vengono gestiti, che funzioni e che interessi ricoprono per l'amministrazione e che funzioni dovrebbero ricoprire invece per i cittadini.

Partiamo proprio dall'intervento previsto per la zona "Prati di Caprara" in questo caso, si tratta di una vera e propria distruzione di una grande risorsa verde, risorsa che dovrebbe rappresentare (come suggerito anche dal prof. Cervellati) "un polmone verde" per questa città che si colloca all'interno di un’area geografica tra le più inquinate d'Europa, la pianura padana.

Ci chiediamo perché da un lato dare vita a un pesante processo di cementificazione e dall'altro tenere intere aree cittadine sfitte, in stato di abbandono e conseguente degrado.

Mancano le case? Siamo d'accordo, anzi sono anni che ci battiamo per questo, ma non pensiamo che sia necessario costruirle proprio ai Prati.

Passeggiando semplicemente per i quartieri che viviamo, troviamo intere zone già precedentemente edificate dismesse, interi palazzi sia di proprietà privata che pubblica sfitti e le cosiddette grandi opere (Trilogia Navile rappresenta solo una di queste) in disuso.

Non riteniamo necessario costruire nuovi palazzi, dando magari appalti ai soliti privati per portare avanti i propri interessi ma necessario mettere a disposizione e riqualificare tutto quello sfitto pubblico (e se serve anche privato) che vediamo quotidianamente nei nostri quartieri.

Leggendo il POC si può apprendere che di tutti gli alloggi che sono previsti, solo una minima parte sarà dedicata all'edilizia sociale.

Questo termine spesso nasconde un connubio tra concessioni pubbliche (terreni edificabili, incentivi fiscali...) e intervento privato, dunque con un fine di guadagno. A questo termine noi abbiamo sempre preferito quello di edilizia residenziale pubblica, che ha scritto un pezzo di storia virtuosa nelle riforme sociali in Italia e che i recenti governi tentano di cancellare. Basta leggere il desto della delibera ERP del 2016 per rendersene conto.

Ha dell'assurdo proporre l'edilizia sociale quando Acer mura regolarmente gli appartamenti, sarebbe il caso di recuperare e riqualificare gli innumerevoli appartamenti sfitti Acer, le case popolari, piuttosto che venderle all'asta o murarle.

Per noi, di conseguenza, un Piano Operativo Comunale, dovrebbe partire proprio da questo, proporre una riqualificazione della città in base ai bisogni dei cittadini e non in base a quelli degli interessi privati. Si tratta di ragionare e costruire un modello di città.

Dovremmo chiederci cosa manca, quali sono i servizi di cui abbiamo bisogno, cosa migliorerebbe effettivamente la qualità delle nostre vite.

Prendiamo in considerazione un quartiere particolarmente ricco di Edilizia Residenziale Pubblica, il quartiere Barca: i tanti piccoli esercizi commerciali che si trovano o trovavano lungo il "treno" simboli di sostentamento, vita di quartiere e luoghi di socialità e aggregazione sono costretti a chiudere, complice sicuramente la grande distribuzione che toglie sempre più spazi agli esercizi piccoli ma anche i costi degli affitti che continuano ad aumentare.

Riqualificare i quartieri significa anche questo: ridare vita e possibilità di sopravvivenza a queste attività che tra le altre cose svolgono anche un’importante funzione sociale.

Leggendo il POC, ma anche riportandoci alla mente le politiche attuate dall'amministrazione negli ultimi anni, ci sembra chiaro che il nostro modo di intendere la città non coincide minimamente con quello del Comune di Bologna.

Da un lato una visione che si basa esclusivamente sugli interessi privati (pensiamo a Fico per esempio, ma anche le tante esternalizzazioni, dai trasporti agli enti pubblici) e dall'altra il piano di non sostenere ulteriore consumo di territorio ma recuperare ciò che già è stato costruito, ristrutturare i tanti palazzi pubblici fatiscenti, dare una funzione ai tanti spazi vuoti in base alle necessità di chi vive i quartieri, un massiccio piano di assunzioni pubbliche e l'aumentare della qualità di vita degli abitanti tramite politiche che rispecchino veramente gli interessi delle fasce popolari, dei lavoratori, dei cittadini.

Questo cosa significa? Significa:

Rompere il modello portato avanti da troppo tempo, sia a livello nazionale che locale, con cui la cosiddetta "cosa pubblica" viene appaltata all'interesse privato, la cosa pubblica non deve ne rappresentare un investimento redditizio per le aziende private e nemmeno essere gestita da queste.

Quando facciamo riferimento al lavoro pubblico, intendiamo tutto quello che coincide realmente con i lavori e i servizi dei e per i cittadini, troppo spesso esternalizzati o in via di privatizzazione (sanità, scuola, trasporti - nello specifico sul piano locale si può citare l'aeroporto di Bologna, l'edilizia residenziale pubblica ma anche la Fiera)

Siamo convinti che sia fondamentale che questi lavori con utilità pubblica vengano svolti da dipendenti pubblici - qualcuno potrebbe dire, giustamente che i dipendenti pubblici sono pochi, è vero: la soluzione però non è privatizzare e smantellare ma introdurre un massiccio piano di assunzioni pubbliche.

L'unico modo per contrastare il degrado e l'abbandono dei territori è che la riqualificazione di essi sia effettuata tramite lavoro pubblico, con forme di controllo che coinvolgano la cittadinanza per garantire trasparenza nello svolgimento del lavoro e nell'utilizzo dei fondi, che da un lato non consente ai privati di trarre profitto e portare avanti speculazione, e dall’altro lato è anche una misura di contrasto alla disoccupazione poiché permette di assumere un bacino di lavoratori che oggi si trovano senza lavoro, così come i troppi precari che hanno un percorso di studio nell'urbanistica, architettura e pianificazione edilizia.

Concludiamo dicendo che, per noi l'unico modo di ripensare gli spazi e riqualificare la città è quello di invertire la rotta: l'amministrazione non deve rappresentare gli interessi privati o sostenere i progetti di speculazione ma tornare a rappresentare e dare voce ai bisogni reali dei cittadini, i tasselli fondamentali sono sicuramente la casa e il lavoro in chiave pubblica.