Il 14 giugno scorso, il MEF che controlla ITA al 100%, e la compagnia stessa, attraverso i loro legali rappresentanti, hanno redatto una nota che i consulenti hanno depositato presso alcuni giudici, relativamente al mega-contenzioso portato avanti da migliaia di dipendenti Alitalia per contestare il mancata applicazione delle previsioni di legge nella cessione del ramo Aviation.
La nota riporta con chiarezza che l’intesa appena raggiunta tra Lufthansa e il MEF si fonda su due presupposti essenziali e imprescindibili:
1) non intervenga una pronuncia da parte della commissione UE di segno opposto rispetto quella già assunta sulla “discontinuità” tra Alitalia e ITA;
2) non intervengano giudizi che riconoscano ai dipendenti Alitalia i diritti previsti, in particolare quelli illustrati nell’art. 2112 e finora negati da ITA.
In particolare il secondo punto è di una gravità stupefacente che getta un’ulteriore luce sinistra su un’operazione nata male e portata avanti peggio. Traducendo in parole povere, un ministero tra i più importanti dello Stato italiano accetta senza batter ciglio condizioni di un gruppo privato, per giunta straniero, che interessano i diritti di legge dei propri cittadini. Se ciò non bastasse, lo stesso ministero gioca il ruolo del cane da guardia, inviando alla magistratura un vero e proprio avvertimento, molto pesante in modo da “metterli in guardia” rispetto l’eventuale ma malaugurato rispetto della legge ove dovessero mai sentenziare in modo opposto a quanto raccomandato.
Al di là della gravità dello scandalo, l’unico interrogativo che va chiarito è se tutto il Governo sia d’accordo con questa posizione o se questa appartenga solo a una parte di esso. Per questo procederemo a inviare questa nota a tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione e alle segreterie dei principali partiti, chiedendo se davvero questo sia il meglio che questo Paese possa fare per proteggere il proprio mercato aereo.
Dal canto suo, al momento Lufthansa non ha sottoscritto questa nota; sarebbe singolare che dopo aver ottenuto una compagnia tagliata su misura per i suoi gusti, pretenda pure di dettare ulteriori condizioni. In questo scenario, è ancora più grave che sia del tutto assente qualsiasi volontà da parte del MEF e di ITA di affrontare nel merito le criticità sollevate da più di 1000 dipendenti Alitalia per trovare le soluzioni necessarie a ricomporre la situazione, cosa che pure non sarebbe così impossibile da individuare. A loro avviso l’unica soluzione è i lavoratori accettino integralmente la propria esclusione dalle assunzioni e la rinuncia a rivendicare i propri diritti. Questa non è un’opzione!
È il momento che qualcuno batta un colpo su una vicenda molto grave: non è accettabile che un’intera classe politica, dopo aver sacrificato l’industria nazionale e migliaia di posti di lavoro sull’altare di equilibri fasulli, pianificati in Europa, arrivi addirittura a mettersi al servizio d’interessi ben lontani da quelli del nostro Paese.
USB non intende accettare questa logica umiliante così come respinge il tentativo di mettere i lavoratori uno contro l’altro, una strategia che non ha mai portato a niente di buono per le categorie. Noi non molliamo, c’è chi crede testardamente nella verità dei fatti e delle cose, e se la difesa del diritto e del corpo delle leggi è affidata ai singoli lavoratori tenaci, USB e tutti gli avvocati schierati non si tireranno certo indietro in questa battaglia.
USB Lavoro Privato - Trasporto Aereo
Fiumicino, 12 luglio 2023