Il tavolo odierno al Ministero dello Sviluppo Economico su JSW Steel Piombino è stato surreale se non drammatico. L'azienda presenta nei fatti un piano industriale privo di garanzie, che nella sostanza ha solo la funzione di "pretendere" l'accelerazione dei tempi sulla firma di un addendum al contratto a lungo termine con RFI, addendum che nella sostanza vuole riposizionare gli impegni dell'azienda con la scusa della situazione in Ucraina.
Ogni momento è buono per JSW Steel per pretendere di più, per condizionare la discussione a suo favore. Dopo due anni e mezzo il risultato è che oggi si vorrebbe discutere di altri 12 mesi per un piano di fattibilità (ma siamo matti?), del business plan in una timeline a respiro lunghissimo (36 mesi se non di più), in cui ovviamente non si parla di alcuna garanzia della totalità dei lavoratori, anzi.
Ma l'azienda è la solita azienda e di questo non ci stupiamo. La connotazione drammatica dei fatti però sta nella rappresentazione dell'iniziativa del Governo, iniziativa nulla davanti alla volontà dell'azienda. Giorgetti da mesi non interviene ai tavoli. Non c'è nessuno che si assuma la responsabilità di un intervento politico in grado di riaffermare un contesto di politiche industriali con precisi paletti, nel quale esistano vincoli per l'azienda.
USB ritiene grave il metodo con cui JSW Steel e il Governo stanno affrontando questo tavolo, cui chiediamo una svolta sia nel merito che nei contenuti. La nostra contrarietà dovrà trovarci pronti alla discussione coi lavoratori, per decidere al più presto un percorso di mobilitazione che preveda il coinvolgimento di tutti, anche delle istituzioni e degli enti locali che al tavolo di oggi hanno manifestato altrettanta insofferenza.
Perché è lampante come per l'ennesima volta sia stata messa al centro l'azienda e non la necessità di rispondere al territorio, alle politiche industriali ed al modello di sviluppo economico per i settori strategici da dare a questo Paese.
USB Lavoro Privato - Industria