Due settimane fa, durante l'Assemblea Straordinaria della Croce Rossa Italiana riunita a Solferino, è stata approvata una mozione nella quale "si esprime profonda preoccupazione per l'impatto che tale riordino produrrà tra il personale Dipendente, sia esso civile che militare".
Mai lettura fu più nauseabonda!
Ci scusiamo anticipatamente con quei Soci che, in assoluta buonafede, hanno votato una mozione partorita da un gruppuscolo di ipocriti opportunisti che tentano, ora, di farci credere che hanno a cuore le sorti dei Lavoratori della C.R.I.
Nessuno, e nemmeno l'approvazione di mirabolanti mozioni, potrà farci recedere dal nostro pensiero; non crediamo a ravvedimenti dell'ultima ora, se non dettati da meri calcoli opportunistici.
Abbiamo scolpito nella memoria i festeggiamenti e i canti a squarciagola per i corridoi di Via Toscana a seguito dell'approvazione del primo Decreto che avrebbe sancito il licenziamento di almeno il 40% dei Lavoratori!
Non ci lasciamo condizionare da chi ha avuto a disposizione ben cinque anni per mettere a punto un Decreto di riordino che mettesse al sicuro i livelli occupazionali di tutti i Dipendenti della C.R.I.; quelli che oggi mostrano un rigurgito di coscienza (assolutamente falso!) hanno scientemente progettato e condiviso ben due Decreti, dove l'unico vero obiettivo era quello di annientare l'Ente Pubblico, i suoi Lavoratori e tutti coloro che all'interno dell'Associazione si opponevano a tale progetto.
Se ci tenevano così tanto, perché non si sono mossi per tempo? Perché non hanno bloccato (o anche solo minacciato di bloccare) tutte quelle procedure interne previste dal Decreto 178/2012 (nomina del presidente, approvazione dello Statuto, etc.), per sollecitare le Istituzioni in favore di maggiori garanzie occupazionali o per apportare modifiche allo stesso Decreto?
Semplice, perché non era quello che volevano (e che vogliono); perché allora questo finto cambiamento di rotta?
È presto detto; pur riaffermando il valore e la necessità di questo Decreto (e quindi della morte dell'Ente Pubblico), questi quattro signori, che si credono tanto dei furbacchioni, si sono resi conto che la "Nuova Associazione", rischia di rimanere zoppa ancor prima di nascere, per il semplice fatto che la stragrande maggioranza dei Dipendenti Pubblici non opterà per rimanere nella Nuova C.R.I.
Questo potrebbe creare un blocco amministrativo e operativo che porterebbe al collasso la Nuova
struttura; e allora cosa hanno pensato?
Con l'approvazione di questo emendamento si cerca, attraverso frasi ad effetto e false promesse, di aprire una squallida "campagna acquisti" tra quei Dipendenti emotivamente più deboli, anagraficamente e contributivamente più giovani e che, timorosi e incerti sul proprio futuro lavorativo, rischiano di lasciarsi incantare da queste perfide sirene accettando un contratto senza nessuna garanzia, al minimo salariale e con la minaccia costante di un facile licenziamento.
Non solo; non vorremmo essere facili profeti ma alla fine di una fase certa di “tutoraggio” rivolto agli associati, a cui i colleghi che decidessero di transitare nella “Nuova Associazione” saranno soggetti, rischiano di lasciare il posto proprio a quei Soci a cui hanno “insegnato il mestiere”.
D’altronde che un numero sempre più crescente di Soci abbia deciso di saltare il fosso e sia divenuto
(attraverso l’utilizzo di svariate Agenzie Interinali e/o di Servizi) un Lavoratore della o per la C.R.I., non è più un segreto per nessuno (Roma insegna).
Crediamo, a questo punto, che ogni Lavoratore della “Vecchia C.R.I.” abbia il diritto di fare la propria
scelta con scienza e coscienza; il nostro dovere è quello di metterli in guardia contro questi
affabulatori e venditori di fumo che, fin dal primo giorno, hanno guardato ai loro interessi e a quelli di una ristretta cerchia di commensali.
E a proposito di interessi, anche i Lavoratori ne avrebbero di legittimi (in particolar modo economici) ma, guarda caso, non trovano mai la strada per una soluzione positiva (come invece accade per i padroni delle ferriere).
Facciamo riferimento a quanto sta accadendo in merito al fantomatico Accordo per l’utilizzo delle risorse
accessorie del Fondo 2012; i continui, ingiustificati e faziosi rinvii messi in pratica dalla delegazione di parte pubblica stanno creando sconcerto e rabbia nei Lavoratori.
Il comportamento, per così dire “scorretto”, dell’Amministrazione della C.R.I. deriva dalla determinazione con cui si stanno sottraendo sempre maggiori risorse economiche ai Lavoratori; questa colpevole e ingiustificata sottrazione di risorse (soprattutto dal Fondo Unico di Ente) è avvenuta in maniera sistematica dal momento che gli stessi Lavoratori (soprattutto quelli a tempo indeterminato) venivano, e vengono, utilizzati nei servizi in convenzione.
Infatti, su indicazione perentoria della Direzione Generale i Comitati territoriali si fanno rimborsare i costi dei Dipendenti, dai partner con cui stipulano convenzioni e, sempre su indicazione della Direzione Generale, questi rimborsi dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) tornare nelle disponibilità del Comitato Centrale che le ha anticipate.
Queste risorse sono state restituite o sono rimaste nelle disponibilità dei Comitati territoriali? Se i Comitati non li avessero restituite, quale è stato il loro utilizzo?
In verità questo nostro dubbio non dovrebbe sussistere affatto in quanto, se diamo lettura ai “mirabolanti”
Conti Consuntivi Consolidati (quelli dal 2008 al 2011) approvati in “pompa magna” ed enfatizzati dal
commissario/presidente, le risorse derivanti da questi rimborsi compaiono puntualmente nei Bilanci, tornando, quindi, nelle disponibilità del Centrale.
Non sappiamo se tutti sono a conoscenza dell’entità di tali rimborsi; noi ci siamo permessi di fare una
semplice operazione matematica e il risultato che ne è scaturito è a dir poco sorprendente: 59.063.714,55 €!!
Gran parte di questo denaro, nel momento stesso in cui è tornato nelle disponibilità del Comitato
Centrale sotto forma di rimborso, sarebbe dovuto legittimamente confluire (ovviamente in maniera
proporzionale agli anni di riferimento dei Bilanci), nel Fondo Unico di Ente a disposizione dei Lavoratori.
Volete sapere in tutti questi anni quanti Euro sono stai reintegrati nel Fondo Unico di Ente? Nemmeno un centesimo!!
Dove sono andati a finire questi soldi? Chi li ha utilizzati e come? Qualcuno si è reso conto di
“maneggiare” soldi dei Lavoratori?
A tutte queste domande noi non sappiamo dare delle risposte certe; per fare questo, abbiamo sollecitato l’intervento di soggetti terzi che sicuramente lo faranno per tutti noi.
Come se non bastasse, l’Amministrazione della C.R.I., per frapporre ulteriori ostacoli alle giuste pretese economiche dei Lavoratori, ha ingaggiato uno stuolo di “Signorine Rottermaier” che, bramose di fama e di gloria, giocano a fare le dure con i soldi dei Dipendenti.
Questi Dirigenti, ligi alle regole e al padrone, quando si tratta di operare nel senso dei Lavoratori (quelli veri), diventano intransigenti, sfuggevoli, attendisti e fanno di tutto per non scontentare chi gli ha permesso di entrare nel “Paese della cuccagna” dove si arriva, si massacra il Lavoratore e poi, magari, si va via tranquilli con qualche bel premio di produzione in tasca (per loro ci sono sempre).
Noi siamo arcistufi di questa squallida situazione; per questo abbiamo messo in piedi questa 1ª
Manifestazione Nazionale per pretendere delle risposte.
Abbiamo scelto, come interlocutore, il Ministero della Salute al quale andremo a riferire di come stanno effettivamente le cose in C.R.I.; di come si è arrivati alla nascita di ben due Decreti, all’approvazione dei Bilanci pregressi, della mancanza di risorse economiche per i Lavoratori, portando all’attenzione del Ministro documenti e denunce.
Ma soprattutto quello che più ci preme è sapere dalla viva voce del Ministro Lorenzin quali sono le sue considerazioni (e quelle del Governo di cui fa parte) in merito al famigerato Decreto 178/2012 e quali soluzioni si stanno studiando per garantire gli attuali livelli occupazionali.
Ottenute queste risposte, faremo le opportune valutazioni con i Lavoratori che saranno presenti al presidio di Lungotevere Ripa fissando, insieme, ogni altra utile azione a salvaguardia di tutti i Lavoratori della C.R.I.
Se le risposte saranno insoddisfacenti, elusive e non adeguate ai nostri obiettivi, come già anticipato nella nota con cui si è indetto lo stato di agitazione, riproporremo un’ulteriore Manifestazione a Settembre, ancora più incisiva.
È inutile dire che per ottenere tutto questo, diventa dirimente la presenza di gran parte di quei Lavoratori presenti in C.R.I. (precari, di ruolo, militari).
Facciamo un invito formale anche a tutti quei Soci che non si riconoscono in questi Vertici e che hanno veramente a cuore le sorti dell’Associazione, dell’Ente Pubblico e dei suoi Dipendenti impegnandoci, sin d’ora, a renderli partecipi dell’incontro con il Ministro.
Comprendiamo lo stato di prostrazione, delusione e rassegnazione di molti nostri colleghi, ma questo non ci impedisce di continuare a mettere loro a disposizione tutti quegli strumenti che consentano di rendere pubblica tutta la preoccupazione per un futuro assai incerto.
Noi non siamo a caccia (a dispetto di come blatera qualcuno), né di consensi né di visibilità; abbiamo la necessità e la volontà di condividere una soluzione concreta che tuteli il futuro occupazionale dei Dipendenti dell’ancora Ente Pubblico della C.R.I.; per ottenere questo abbiamo assoluto bisogno della compartecipazione del più alto numero di Lavoratori che devono prendere coscienza dell’importanza della loro presenza.
Vi chiediamo di dedicare poche ore del vostro prezioso tempo in funzione di una risoluzione della vertenza; non vi chiediamo nulla di più e nulla di meno…..noi continuiamo a credere in voi!