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La Controriforma Fornero dati alla mano si dimostra per quella che era e sarà se non la si abolisce: mancati rinnovi, turn-over dei precari e precarizzazione degli stabili

Nazionale,

Una recente indagine della Fondazione studi Consulenti del lavoro mette in luce, a un mese dalla sua approvazione, gli effetti della controriforma fornero e le tendenze delle parti datoriali in relazione ai contratti precari: licenziare i precari o renderli sempre più precari, incentivando solo il turn over dei precari e delle varie forme di precariato.

Basta leggere quanto emerso nei giorni scorsi sulla stampa per capire quanto abbiamo avuto ragione a contrastare in piazza l'approvazione di una riforma che le altre oo.ss. non hanno veramente ostacolato, tenendo bassi i toni della protesta e alte le trattative parlamentari per lavorare su piccole modifiche a una legge che minava dalle fondamenta sia le prospettive di stabilità dei precari che il mantenimento dei diritti degli stabili e che non andava assolutamente accettata in cambio di un "piatto di lenticchie".

La lotta contro questa controriforma, portata in piazza dal sindacalismo di base con forti momenti di mobilitazione e protesta e con scioperi generali, non può evidentemente arrestarsi e ora tocca riprenderla con forza: tocca ai precari per impedire i mancati rinnovi e per non farsi ricacciare nell'anonimato della disoccupazione, tocca ai disoccupati, per difendere il diritto a un lavoro stabile e dignitoso, tocca a tutti quelli che alla fine degli ammortizzatori sociali rischiano di dover accettare flessibilità in entrata e in uscita o lavoro nero.

Tocca a tutti respingere al mittente questa "mela avvelenata" organizzandosi con il sindacalismo di base che non concerta sui diritti e sul futuro dei lavoratori e che si batte perchè i costi della crisi vengano pagati senza false mediazioni solo da chi questa crisi l'ha creata: banche, finanzieri e imprenditori a cui le varie caste politiche e sindacali  continuano a dare in pasto intere fette di diritti, reddito e futuro dei ceti popolari e dei lavoratori.

Bisogna rompere con la falsa opposizione e la concertazione al ribasso dei sindacati concertativi e compiacenti, bisogna riprendere in mano il proprio futuro e chiedere con forza e determinazione il diritto a un lavoro stabile e dignitoso e a un reddito garantito.