Con il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 Il Governo Renzi ha voluto smembrare il Corpo Forestale dello Stato, una riforma fatta in fretta che non ha tenuto in alcun conto dei problemi tecnici logistici e del soccorso. Inutile dire che oggi la nostra amministrazione è impreparata ad accogliere i “forestali”, non è pronta a dare risposta da subito alle nuove competenze.
I freddi dati sono questi: circa 400 uomini tra cui funzionari e dirigenti, tutti con formazione DOS (direttore operazioni spegnimento), passeranno al Corpo Nazionale, 12 elicotteri AB 412 e 4 elicotteri erickson, un numero imprecisato di mezzi terrestri, vecchiotti e malmessi, una decina di sedi di servizio.
I Vigili del Fuoco avranno le funzioni di lotta attiva contro gli incendi boschivi, il riferimento è la legge 353 del 2000 (art. 7 comma 3), dal primo gennaio saranno i Vigili del Fuoco ad avere il coordinamento delle operazioni di spegnimento attivo, avvalendosi delle squadre regionali AIB, anche volontarie, dei mezzi aerei e terrestri a disposizione. L’attribuzione delle nuove competenze deve essere accompagnato dal trasferimento di risorse, non solo umane strumentali e logistiche come previsto dalla legge 124 del 2015, ma soprattutto da risorse finanziarie che permettano la continuità e la piena efficacia dei servizi di soccorso nell’ambito boschivo. Le nuove competenze riguardano non solo l’estinzione degli incendi boschivi e relativa bonifica, ma anche la ricognizione, sorveglianza e allarme, funzioni assolutamente nuove per noi “pompieri. La legge 353 demanda alle regioni il coordinamento delle operazioni di spegnimento avvalendosi di mezzi aerei e terrestri, le regioni a loro volta demandavano tale funzione alla forestale, tramite le COAB (centri operativi antincendio boschivi) e le SOUP (sale operative unificate permanenti) nei periodi di maggior pericolo di incendi boschivi. Quindi oggi dovremo gestire queste centri operativi e sale operative. Le risorse al momento non ci sono. Queste sono reperibili solo tramite convenzioni che richiedono tempi diversi, se tutto va bene vengono annualmente stipulate verso maggio. Quindi la domanda giunge spontanea: cosa facciamo dal primo gennaio? L’idea potrebbe essere fare una lettera di intenti in ogni regione ed istituire servizi in straordinario sulla fiducia che poi la convenzione rispetti gli impegni presi! Ci sarà l’urgenza e qui paghiamo un ritardo pazzesco come amministrazione di fare in fretta e furia decine e decine di DOS in ogni regione, nonostante all’orizzonte non si vedano corsi programmati. Per ora si confida nell’utilizzo dei 400 forestali che arriveranno, sicuramente insufficienti, considerando poi che per accordi preesistenti, dovrebbero rimanere presso le proprie provincie di ultima destinazione. Curioso sarà capire quale formazione impartire agli ex forestali ora neo Vigili del Fuoco, l’amministrazione gli darà qualche manualetto di istruzioni rapide o gli chiederà di leggere la 217! Meglio forse un investitura dall’alto stile cavalieri della tavola rotonda!
L’idea pare sia quella di creare all’interno del dipartimento un’area ad hoc, incendi boschivi, con i
relativi dirigenti di riferimento, speriamo che non diventi l’occasione ghiotta di creare nuove poltrone prefettizie e dirigenziali! La Madia voleva risparmiare, ma l’ignoranza dei meccanismi del soccorso e la presunzione di capire oltre le proprie possibilità ci ha consegnato una bella patata bollente, che oggi come ieri, ci riferiamo alla flotta aerea della protezione civile, ci metterà in una condizione di difficoltà e di maggiori costi da sostenere, riducendo le già esigue risorse destinate al soccorso tecnico urgente “ordinario”.
In generale aver ambiti di azione, che comunque sono sempre iscrivibili all’interno dei nostri compiti istituzionali, non è negativo in se, ma corre l’obbligo di riconoscerci le nuove competenze, lo ripetiamo, attraverso il concreto stanziamento di uomini, mezzi e risorse economiche, tutti elementi che oggi scarseggiano nel Corpo Nazionale.