Nei giorni scorsi la stampa ha riportato le dichiarazioni della Ministra Lamorgese intervenuta a redarguire le dichiarazioni del Prefetto di Milano, Renato Saccone, che aveva annunciato il blocco degli sfratti fino al 15 gennaio 2022, sospensione necessaria per permettere alle forze dell’ordine di aumentare i controlli sul Green Pass (almeno in questo caso indirettamente questo si sarebbe dimostrato uno strumento utile ai chi si trova in difficoltà, anche grazie alla pandemia).
Queste dichiarazioni rivelano il vero volto del governo Draghi sul tema abitativo, in linea con gli altri provvedimenti “europeisti” di privatizzazione (vedi l’acqua):
- nessun finanziamento della politica pubblica della casa (neanche approfittando del PNRR nel quale non si impegna neanche un centesimo per nuove case popolari);
- esecuzione degli sfratti di chi è colpito dalla crisi dell’abitare grazie ad una politica dei canoni divenuta insostenibile per i più, alla politica di dismissioni degli alloggi a prezzo di mercato degli enti e fondi previdenziali e assicurativi, pubblici e privati, che coinvolge ampi settori di inquilini che non sono in condizioni economiche per acquistare le case o di pagare canoni più alti del mercato, molti sono anziani e precari;
- nessuna soluzione abitativa alternativa a chi vive l’emergenza casa
Sostanzialmente stiamo vedendo che anche le amministrazioni locali (Regioni e Comuni) si stanno sempre di più adeguando a questa linea (già sposata dal decreto Renzi/Lupi con il piano casa dl 2014 recepito prontamente da molte regioni, tra cui il Lazio di Zingaretti): non intervengono più a tutela dei settori sociali in crisi, non danno alternative a chi subisce sfratti e pignoramenti (spesso sono le prefetture, come succede a Roma, a dettare il calendario dell’emergenza casa con gli sgomberi), portano avanti il processo di privatizzazione dei pochi alloggi pubblici (con la messa all’asta delle case come sta facendo l’Ater di Roma e dentro i caseggiati pubblici nascono B&B), introducono il pagamento dei canoni in base alla L. 431/98 (la norma che regola i canoni del mercato privato e che non si può applicare – lo dice all’art. 1 la stessa legge - all’edilizia pubblica), privatizzano la gestione condominiale (anche dove è solo l’ente a essere unico proprietario come nel caso dell’Ater di Perugia) con il risultato che tra affitto e condominio si pagano canoni più alti del mercato e gli alloggi si liberano e rimangono vuoti).
La larga compagine di governo, le forze politiche che sostengono queste amministrazioni locali, i sindacati che firmano gli accordi territoriali di aumento dei canoni e che plaudono alla cancellazione dell’edilizia pubblica, sono i veri responsabili della politica di impoverimento di ampi settori sociali ai quali viene riservato un futuro fatto di sfratti, come anticipato – appunto - dalla Ministra Lamorgese.
Difronte a questa situazione non serve l’indignazione, è necessario rilanciare la lotta per il diritto alla casa nel nostro paese, opporsi alle esecuzioni senza alternative degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti; rilanciare la battaglia per l’approvazione di un piano decennale straordinario di edilizia pubblica senza consumo di suolo e per un nuovo strumento di finanziamento della politica pubblica per l’abitare; approvare una nuova legge sui canoni, per un affitto equo, cancellando la legge 431/98.
ASIA-USB