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Pubblico impiego

La P.A. nella morsa del governo Renzi: mobilità, esuberi, licenziamenti e taglio selvaggio ai servizi. USB scrive a deputati e senatori, mailbombing sul Parlamento dai lavoratori: non convertite il DL 90!

Nazionale,

Con il disegno di legge presentato venerdì scorso, il governo Renzi completa il pacchetto di misure con cui vuole assestare il colpo definitivo alla macchina pubblica. Nel pacchetto c'è anche il decreto n. 90/2014, già in Parlamento per la conversione in legge entro agosto.

 

Anche nel suo semestre di presidenza dell'Unione Europea, il governo resta allineato ai diktat internazionali e colpisce duramente i lavoratori e i cittadini con la chiara volontà di sacrificare in nome del pareggio di bilancio i servizi pubblici e il welfare solidale e universale.

 

Il ministro Maria Anna Madia rincara la dose, dichiarando che per i 3,5 milioni di lavoratori pubblici non ci sarà nessun rinnovo economico dei contratti finché non finirà la crisi economica. Siamo dunque a una scadenza ben più lontana del 2020, poiché gli ultimi dati descrivono un Paese al collasso: disoccupazione al 13%, con punte del 45% fra i giovani, consumi tornati al livello del 2004, crollo del potere d'acquisto delle retribuzioni e perdurante stagnazione economica.

 

USB risponde che la crisi economica non finirà finché non si metteranno i temi del lavoro, dell'occupazione, del reddito, dei diritti sociali e dei servizi pubblici per tutti, al centro di una politica economica che guardi ai reali e urgenti bisogni delle persone e non ai bilanci.

 

Nel silenzio tombale e complice di Cigl, Cisl e Uil, la USB sta conducendo in tutto il Paese con i lavoratori, una campagna di mobilitazione per fermare lo scempio della Pubblica Amministrazione e del welfare. In queste ore stiamo recapitando a ciascun parlamentare la richiesta di non convertire in legge il decreto n.90/2014 e migliaia di lavoratrici e lavoratori stanno intasando le mail dei Parlamentari con un appello dagli stessi contenuti.

 

Ci attende un autunno di altri tagli, con una spending review da 17 miliardi e una pesantissima manovra correttiva sui conti pubblici, sempre meno eludibile.

 

Nel Paese reale c'è una domanda fortissima di diritti, lavoro, reddito e servizi che il governo Renzi non vuole ascoltare. A noi il compito e l'opportunità di far sentire forte, sempre più forte l'urlo di chi non si arrende: quest'anno la mobilitazione e il conflitto non andranno in ferie!

 

QUI L'APPELLO da inviare ai Parlamentari.