Da Fanelli ad Aversa l’Aoup è sempre sulla stessa strada. La commistione fra pubblico e privato genera comportamenti tanto inaccettabili quanto intrinsecamente corruttivi. Diritto alla salute e logica del profitto privato dell’intra moenia non stanno insieme. Il ruolo delle case farmaceutiche mai arginato.
Ancora una volta Parma l’Azienda Ospedaliera Universitaria è sotto i riflettori della corruzione. Soldi presi per favorire case farmaceutiche; favoreggiamenti con carriere garantite a ricercatori con modalità che sostanzialmente non rispettano correttamente le procedure istituzionali. Scelte concorsuali che nascono in centri di potere baronale che non offrono garanzie di risultati coerenti con l’interesse pubblico.
A fronte del comportamento di questi professionisti inquisiti la reazione di sdegno e la voglia di “mandarli tutti a casa” che emerge dai lavoratori e delle lavoratrici della sanità, nonché dei cittadini è frutto di una indignazione sacrosanta. Tutto questo genera un malessere profondo fra tutti quei lavoratori della sanità che ogni giorno svolgono i loro compiti con onestà e abnegazione.
Diciamo che c’è corruzione crescente nella Sanità perché ciò sta nella logica “aziendale”, cioè mettere a disposizione strutture sanitarie pubbliche - pagate con i soldi dei lavoratori e dei cittadini- perché Primari, cioè dipendenti pubblici, li usino per il tornaconto personale. Questo non è tollerabile. Stesso discorso vale per interi padiglioni ospedalieri offerti e gestiti da Società per azioni o Cooperative.
I tagli dei Governi alla Sanità continuano a favorire senza sosta l’invadenza delle ditte Farmaceutiche nella Sanità pubblica e ancora una volta si “marca”, con la finalità del profitto privato, un’istituzione che si dovrebbe occupare esclusivamente del diritto alla salute.
Due, ad esempio, sono i settori in cui svolgono il loro ruolo deleterio le case farmaceutiche:
a) I finanziamenti dei Dipartimenti sotto forma di sostegno economico non disinteressato a convegni o conferenze cui non raramente si chiede in concambio la “valorizzazione” di questo o quel farmaco e pertanto il sostegno all’inserimento nei prontuari della Sanità Pubblica.
b) il coinvolgimento dei dipartimenti sanitari nel settore della ricerca farmaceutica di aziende private (che ovviamente operano a scopo di lucro) ma anche alla sperimentazione di farmaci.
Ancora una volta la mancanza di finanziamenti alla ricerca getta i Dipartimenti (non sempre innocenti) nelle braccia delle Aziende Private e ciò determina una torsione delle finalità della ricerca sanitaria verso il profitto privato e non certo dell’interesse pubblico.
Tutta la sbandierata efficienza del processo di Aziendalizzazione della Sanità Pubblica, oggi nella novella versione dell’obiettivo dell’efficientamento, crolla di fronte ai continui scandali a Parma come altrove in Italia. Dietro a scuse ridicole e tolleranze non scusabili c’è la verità del controllo zero su finanziamenti, su prestazione professionali private, sulle gestioni private di strutture pubbliche.
Governi che considerano il diritto alla salute (diritto universale) un costo incompatibile con il Bilancio dello Stato e aziende private che bramano per gestire sempre più ampi settori del sistema sanitario, sono due facce della stessa medaglia,
quella che punta alla distruzione della Sanita Pubblica!
Rivendichiamo la ripubblicizzazione dei servizi nell’interesse dei lavoratori e cittadini!
Nazionalizzazione, qui ed ora, dei servizi, del welfare, delle autostrade, delle aziende strategiche!
USB Confederazione di Parma