Le riforme sono “illegittime” lo dicono i Tribunali, il Consiglio di Stato respinge il ricorso del Ministero che fa finta di nulla e nel frattempo il Ministro dell'Economia scopre che il “grande” problema del Sud è la scuola e annuncia un “piano di investimenti”. Non c'è nessuna “riforma epocale” della scuola ma la sua sistematica distruzione per rendere più facile la sua svendita ai privati.
Le opposizioni si agitano ma nessuno mette in discussione i provvedimenti, fatti dai loro passati Governi, che hanno portato la scuola statale ad essere già privata: autonomia scolastica, ingresso delle Fondazioni private e gli Istituti Tecnici Superiori già trasformati in Fondazioni, sponsorizzazioni, aumento dei contributi non più volontari che le famiglie devono per l'iscrizione dei figli e il pagamento anche dei servizi minimi che la scuola non riesce più a garantire.
Tutto il processo di privatizzazione si regge sul continuo attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti statali con il blocco dei contratti, degli scatti anzianità, l'innalzamento dell'età pensionabile e il più grande licenziamento di massa che sta portando decine di migliaia di lavoratori alla disoccupazione.
Le false risposte date ai precari con il decreto “Trita- precari” o gli accordi con le regioni servono ad aumentare i ricatti per i lavoratori e lasciare che si continuino a sperperare le risorse pubbliche con finti progetti e regalie ai dirigenti.
La scuola si sta mobilitando e l'RdB/USB invita tutti i lavoratori ad organizzarsi e respingere le false promesse di Governo e dei loro fedeli sindacati collaborazionisti.
Invitiamo i lavoratori a prendere parte ai presidi, alle manifestazioni, a solidarizzare con le mobilitazioni degli studenti e dei genitori, per alzare la voce e l'attenzione su cosa realmente sta succedendo nella scuola..
Il 15 ottobre in tutte le regioni ci saranno presidi e cortei in concomitanza con lo sciopero indetto dal sindacalismo di base, nelle giornate a seguire l'RdB/USB intensificherà la costruzione delle vertenze nei confronti delle Regioni che si stanno rendendo complici del massacro della scuola.