Per il Corriere della Sera i colpevoli erano sempre e solo loro: gli occupanti delle case Aler, povera gente senza reddito o con redditi da fame, gli inquilini che non potevano pagare affitti e bollette di luce e gas perché licenziati, in cassa integrazione o mobilità. E i ragazzi, quelli con i dreadlock e i piercing, che li difendevano. Adesso la verità è venuta a galla. Lo dicono le conclusioni della commissione d’inchiesta sull’Aler, la famigerata società che aveva e ancora oggi per gran parte ha in mano l’amministrazione del patrimonio delle case popolari di Milano. Una gestione finanziaria dissennata, speculazioni edilizie disastrose, manutenzione degli immobili inesistente, manager e consulenti super pagati, costruzione di società di comodo e soprattutto nessun controllo gestionale da parte della Regione. Anzi, il controllo c’era, ma era un controllo politico teso a mettere ai vertici solo uomini di sua fiducia a maneggiare soldi e prebende. La Regione sapeva cosa stava succedendo in Aler ma non ha fatto nulla per evitare il disastro. Risultato: 500 milioni di euro di perdite più un altro miliardo e 200 milioni di perdita di valore delle case a causa del loro degrado. Soldi che, ancora una volta, peseranno sulle tasche dei cittadini milanesi. Amministratori pubblici, in primo piano l’allora governatore della Regione Formigoni e dirigenti dell’Aler oggettivamente colpevoli non pagheranno nulla. Pagheranno ancora loro: i senza casa e gli inquilini morosi incolpevoli. E le case resteranno sfitte. E ci saranno ancora occupazioni, sgomberi, scontri con la polizia. E centinaia di appartamenti vuoti e non assegnati, edifici degradati e non restaurati, buchi di bilancio, manager super pagati. E articoli di giornale forcaioli. Come quello di oggi, sempre del Corriere, che lancia l’allarme perché su un muro del Giambellino è apparso un cartello con la scritta Sos sgomberi e relativo numero di cellulare. Ancora e sempre il problema casa sembra essere solo di ordine pubblico. Ma l’allarme è un altro e sempre lo stesso: la mancanza di case popolari. Altrimenti per tanti, invece di un diritto, continuerà a restare un sogno.
Aderente
alla FSM