Da diversi anni (2007-2013) la SEA scarica sulle spalle del lavoro (Mobilità ed esternalizzazioni) e dei lavoratori (CIG, riduzione degli stipendi e dei diritti acquisiti) la crisi del settore aeroportuale lombardo, dovuta principalmente alla mancanza di piani nazionali che impongano regole certe e alla proliferazione selvaggia degli aeroporti.
I soliti sindacati, fatta eccezione per quelli di base, in cambio di piccoli favori che li aiutano a sopravvivere , si sono sottomessi alla logica dell’attuale Management, che intanto accumula profitti politici e personali. Il recente accordo sulla Cassa Integrazione (sottoscritto il 4 novembre) è la conferma dell’incapacità propositiva e della subordinazione di queste compagini sindacali: si aiuta ad “imbellettare” SEA per renderla più appetibile alle finanze private (e sarebbe interessante analizzare quali sono i gruppi economici che compongono F2i e i loro agganci politici), si aiuta a “fare cassa” sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini che pagano le tasse, con questi ulteriori esiti:
# CIGS per SEA Handling 200 unità lavorative
# CIGS per SEA s.p.a. 200 unità lavorative
# MOBILITA’ 250 unità lavorative su tutto il gruppo SEA.
Uscire dalla “Crisi”, che altri interessi e speculazioni hanno creato per accrescere i loro profitti privati, è un carico riservato solo ai lavoratori. Tutto questo, però, non riguarda alcuni DIRIGENTI, ai quali SEA paga persino l’affitto di casa in aggiunta a vari benefit ed ai quali, per ultimo, assegna nuove auto aziendali (che oscillano da 50 a 60 mila euro).
Si attuano avvicendamenti organizzativi e si preparano nuove promozioni, mentre si riservano turni di favore solo per alcuni lavoratori, graditi anche sul piano sindacale.
Assistiamo a questi fatti proprio all’indomani della firma dell’ultimo accordo; la società interessata, guarda caso, è proprio quella di Handling, che SEA dichiara in forte perdita. Quella società che corre il pericolo di uscire dal perimetro di gruppo, che va ripianata a costo di enormi sacrifici per i lavoratori tutti e che potrebbe essere la prima a cadere quando entreranno i Privati.
La crisi del nostro settore è paragonabile ad una guerra di sopravvivenza e, come accade nelle guerre, quelli che sono in trincea tutti i giorni (i lavoratori) rischiano di lasciarci la pelle, mentre quelli che praticano la “borsa nera” (collaborazionisti, imboscati ed affaristi) si arricchiscono.