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Braccianti

L’agricoltura italiana finanziata dalla UE con i soldi dei contribuenti, è sporca del sangue dei braccianti

Nazionale,

Si stanno tragicamente ripetendo gli incidenti di lavoratori agricoli che muoiono mentre sono alla guida dei trattori. Non interessa se questi incidenti capitano ai padroni o ai dipendenti, quello che vogliamo denunciare è la mancanza di sicurezza sul lavoro nelle attività legate all’agricoltura.

Non bastano i lavoratori deceduti per sfruttamento, come Paola Clemente e Giuseppina Spagnoletti, braccianti italiane morte nei campi delle primizie made in Italy. A loro si aggiunge il lungo numero di lavoratori migranti morti per sfruttamento, per mano degli stessi datori di lavoro, per la mancanza di dispositivi di sicurezza o in itinere per motivi legati alla insicurezza stradale.

Non possiamo non ricordare Soumaila Sacko, attivista sindacale USB, assassinato perché aveva osato raccogliere qualche lamiera per aiutare un collega a costruirsi una baracca.

Ricordiamo i morti per gli incendi avvenuti negli insediamenti informali, perchè la maggioranza dei produttori dell’agricoltura italiana si rifiuta di garantire le minime norme del contratto nazionale,  che prevedono alloggio, vitto, trasporti, sicurezza sul lavoro, rispetto di orari e paghe.

Niente di tutto questo. L’agricoltura italiana, settore di punta delle nostre esportazioni, è sporca di sangue di tutte le categorie dei lavoratori agricoli. E questo scempio è il frutto della mancanza del rispetto delle minime condizioni contrattuali previste dalla normativa sul lavoro in Italia.

A fronte di questa drammatica situazione, l’unico emendamento positivo inserito nella nuova PAC, (che ricordiamo vale il 30% dei finanziamenti europei verso l’Italia), che prevede come condizione minima il rispetto delle norme contrattuali e di sicurezza per beneficiare dei ricchi contributi, (l’emendamento sulla Condizionalità sociale), rischia di essere bloccato da una serie di governi europei che si oppongono fermamente.

Sappiamo che il Ministero dell’Agricoltura italiano si è espresso favorevolmente a questo emendamento, ma se non si attua da parte dei paesi favorevoli una forte pressione sulla Commissione per ribadire l’importanza della Condizionalità sociale, il tutto rischia di rimanere lettera morta.

L’Unione Sindacale di Base chiede al Ministro dell’Agricoltura Patuanelli, e al Ministro del Lavoro Orlando di recepire subito, come posizione autonoma del governo italiano, l’obbligo per tutte le aziende agricole che ricevono finanziamenti europei superiori ai 100.000 €, del totale rispetto dei lavoratori agricoli. Chiediamo quindi:

  1. l’assunzione diretta dei lavoratori, senza intermediazioni;
  2. la preventiva comunicazione della forza lavoro impiegata e il contratto applicato;
  3. il rispetto di ogni norma sulla sicurezza del lavoro;
  4. il rispetto del numero delle giornate di lavoro in busta paga.

Inutile dire che senza un evidente rafforzamento dei controlli da parte dell’Ispettorato del lavoro, fino ad oggi totalmente insufficienti, non si riuscirà a eliminare lo scempio dello sfruttamento in agricoltura. Nel 2019 le ispezioni sono scese del 9%, mentre le irregolarità sui controlli fatti sono aumentati del 14%,

L’irregolarità contrattuale, il mancato rispetto delle norme di sicurezza, lo sfruttamento generalizzato è la cruda realtà della produzione agricola italiana. La Condizionalità sociale potrebbe essere un primo passo per la riduzione dello sfruttamento, il governo italiano la attui indipendentemente dalla commissione europea. 

Coordinamento lavoro agricolo USB