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L'Arsenale Militare di Pavia chiede al Ministro di intervenire: "La partita è truccata"!! - Rassegna stampa -

Pavia,

Il giorno, 1° dicembre ’08, si è svolta l’ attesa riunione, per discutere in concreto, motivi, piani strategici, aspetti economici e produttivi dell’ Ente, che lo S.M.E. intende chiudere definitivamente.

Credevamo di arrivare ad un tavolo di discussione tecnico industriale, al fine di porre ogni aspetto di valutazione alla merce di un dibattito sulle dinamiche di riorganizzazione di questo Ente, per tanto, ci siamo attivati nell’intenzione concreta di dare un nostro fattivo contributo, non tanto volto al contenimento dei costi, quanto alla necessità di perseguire e realizzare utili fini istituzionali, certi che la sommatoria delle proposte, potessero ottimizzare ed implementare la struttura nei compiti e negli obbiettivi dell’Amministrazione Difesa.

Ma al di la, di cifre, di numeri e anche di apprezzabili azioni svolte, si è percepito e consumato in breve, la sola ed unica volontà, di un sinistro disegno ascritto di destrutturazione totale.

 

Per questo motivo codesta OO.SS., convinta delle ragioni esposte, non può restare indifferente a quanto autoritariamente precluso e unilateralmente deciso dai vertici Politici e Militari in merito a Pavia.

Hanno dichiarato che la messa in efficienza di questo Ente non è sostenibile, perché stimata, non sappiamo su quale base, in 3.500.000 euro.

In realtà da più di 10 anni, 7/8 reparti di ex Lavorazioni, vengono mantenuti attivi e inefficienti dalla dirigenza, con il solo svantaggio di sprecare risorse ed energie.

Hanno dichiarato che la struttura ha un costo di solo mantenimento, che oscilla da 1.000.000 – 1.200.000 euro.

Anche in questo, e sempre da più di 10 anni, oltre ai sopra-citati reparti, esistono aree e magazzini vuoti ed abbandonati, praticamente inutilizzati, a fronte di molte Amministrazioni anche locali, che spendono tanti soldi pubblici solo per usi di custodia, rimessaggio, immagazzinamento.

Hanno dichiarato che mancherebbero circa 60 figure professionali, indispensabili per una accettabile condizione di buona organizzazione del lavoro.

Quando tutti sanno benissimo, che abbiamo nell’ organico laureati e diplomati, impiegati nelle aree (A1 e A2) cioè ausiliari o poco più, da anni preclusi o quasi da ogni sacrosanto percorso di riqualificazione.

 

Hanno dichiarato che si produce poco, elencando dati, dicono inconfutabili.

Quando tutti sanno benissimo, che Pavia ha sempre operato con fondi risicati o nulli, "citiamo a solo scopo di esempio il 2007", come anno maggiormente finanziato a tale scopo, con l’esorbitante cifra stanziata dal Ministero di: 60.000 euro

Qualcuno però ha pensando bene vista la mole di lavoro assegnata, di finanziare solo per l’ anno 2008, per esternalizzare le lavorazioni giacenti a Pavia, una cifra di: 700.000 euro ( da fonte Ministeriale )

 

Questa apparente banale cifra di spesa per le lavorazioni, Pavia non l’ha mai goduta, nemmeno sommando tutti gli ultimi 10 anni di tentata ripresa delle attività.

 

MORALE

 

Hanno dichiarato tanto e solo allo scopo di nascondere i veri interessi di una Amministrazione dello Stato, sempre più intenzionata a smantellare ogni residuo industriale militare e/o altro Servizio, che non sia, l’ Esercito professionista.

 

"ORA", E CI PIACEREBBE FOSSE IL PANORAMA POLITICO ISTITUZIONALE INTERO

domandasse i perché; di quanto dichiarato e messo in campo, i perchè di tanta autorità e determinazione, i perché delle incuranti soluzioni ponderatamente proposte, "ed in fine il perché", anche loro non siano tra quelli, "come i 230 dipendenti civili di Pavia" a subire trasferimenti, re-impieghi ecc. ecc., ma al contrario, continueranno indisturbati la propria folgorante carriera, immuni da responsabilità sopratutto loro.

 

Questi,

che non si pongono neppure in una fase così carica di contenuti sociali, di discutere, condividere, accogliere legittime richieste di dialogo dalle Istituzioni locali e da politici pavesi a vario titolo, per valutare congiuntamente opportuni indirizzi alternativi alla totale dismissione.

 

Questi,

che godono anche il privilegio di aver assolto al meglio i propri compiti ,

senza preoccupazioni e senza aver mai attuato il ben che minimo tentativo di reinternalizzare le lavorazioni, ed esercitare quel processo di economicità utile all’ Ente pavese, ciò coerente agli indirizzi perseguiti da ogni governo sull’efficentamento della Pubblica Amministrazione.

 

Questi,

che dopo lunghi anni di responsabilità tutta loro, trovano come unico atto, risolutore, indolore, conveniente e sbrigativo, il reimpiego del personale civile presso enti della Difesa, frettolosamente redatto, addirittura fuori provincia e regione.

 

Questi,

che autorizzati da un sistema consolidato, esercitano la solita routine di mercificazione, concessa anche da OO. SS., ormai figlie di indolenza e presunzione, che si gongolano di meriti nel cogestire il solito re-impiego nei migliori posti messi in palio dalla lotteria.

 

A questi, non possiamo e non vogliamo chiedere nulla, ci hanno amaramente deluso.

La nostra sola convinzione, è rivolta alla necessità di incontrare presupposte logiche di tutela occupazionale da un lato, sviluppo e aspettative di prestigio del nostro Territorio dall’ altro, così da porre, come più volte ventilato, una sana rivisitazione di una realtà ancora utile ed aderente alle varie aspettative di Servizio Pubblico sia del Territorio che in favore del Paese.

 

Inoltre, prima di concludere questo nostro appello, ci permettiamo di puntualizzare, in brevi parte, significativi dati in tema di razionalizzazione della spesa pubblica che vede questo Ministero in controtendenza ad altri, con aumenti di stanziamenti invece che tagli, "se così fosse" allora è certamente assodato che li spendono male per la propria inefficienza e inettitudine. ( il Sole 24 Ore)

 

Ricordiamo ( da fonte organi militari ) che esistono 40 mila marescialli in esuberi, che però a differenza di insegnanti e collaboratori scolastici, non possono essere tagliati.

Ricordiamo ( da fonte organi militari ) caso unico nella pubblica amministrazione, i comandanti 97 mila circa, sono più dei comandati 85 mila.

Ricordiamo ( da fonte organi militari ) la concessione già introdotta dalla scorsa legislatura, (sempre caso unico nella P.A. ) di utilizzare per scopi di attività militare, il ricavato delle vendite di caserme ecc. ecc., cioè un uso corporativo e feudale di beni pubblici che sono di tutti.

Per questo e per molto altro ancora, non possiamo che appellarci alle massime Autorità Politiche ed Istituzionali del Paese a tutti i livelli, nella speranza che questo atto si concluda con le giuste premesse di ascolto e dialogo mai compiutamente concesse in questi anni.

 

Per i 230 dipendenti civili, uniche vittime sacrificali dell’ evento in atto,

chiediamo disperatamente a tutti gli organi in indirizzo, un necessario e corale impegno di interferenza verso il Ministro On. Ignazio La Russa, al fine di porre la diretta e personale disponibilità per un riesame congiunto, prima di attuare le imminenti e definitive procedure di Dismissione dell’ Ente di Pavia, conseguente reimpiego nei termini posti dal Ministero.

 

Questa OO.SS. crede fermamente che:

avere Forze Armate efficienti , funzionali e impegnate a realizzare quanto previsto dalla Costituzione o dalla carta delle Nazioni Unite, è un obbiettivo assolutamente importante, che non si realizza regalando soldi alla casta militare, a scapito di tanti anonimi dipendenti civili già troppo penalizzati.

 

Se le Nazioni Unite hanno ricordato più volte in questi anni, che mai come oggi, dovrebbe prevalere l’ obbiettivo di svuotare gli Arsenali e riempire i granai.

La politica e tutti i suoi attori dovrebbero porne le basi, e renderne comunque ferma idea che oggi, impresa o industria, pubblica o privata, non è più soltanto una organizzazione solo per produrre, ma è un’ istituzione che oltre a prodotti e servizi, deve promuovere valori "vision" e quindi uno stile con cui rapportarsi con, ( Imprese, Istituzioni, carattere del territorio e suoi abitanti ).

 

Pavia 30/01/2009

 

 

MARTEDI’ 10 febbraio 2009 dalle 10.00 alle 15.00

 PRESIDIO DI SOLIDARIETA’

Stabilimento Genio Militare Via Indipendenza 42 - Portineria Principale -

Tutti i lavoratori, delegati, organizzazioni sindacali e politiche, istituzioni e cittadini, sono invitati alla manifestazione in solidarietà dei lavoratori dello stabilimento di Pavia.