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LATEX

Milano,

…non parliamo di sado/maso o bondage, ma di una ordinaria e banale mancanza di uno strumento di lavoro:

I GUANTI IN LATTICE

oohh, signori…mica mezzi da centinaia di migliaia di euro!...(che pure mancano…)

parliamo di scatolette di cartone con dentro 100 paia di cosine con 5 dita, che costeranno meno di 5 euro al dettaglio, che però tanto servono a chi è costretto ad operare quotidianamente tra rogne igienico/sanitarie. Attività simili ad altre categorie, come il personale delle autolettighe con cui ci troviamo a contatto tutti i giorni. Ed infatti a questi ultimi, qualche collega ha chiesto in “prestito” una confezione. 

E il bello, o il brutto a seconda di come si guardi la cosa, è che i colleghi del 118 sapevano di questa “momentanea” carenza e ce li hanno dati volentieri! Solidarietà tra lavoratori!

Carenza che dura da un paio di mesi, e fino ad ora rimostranze e lettere del personale a diretti responsabili e comando, sono servite a nulla.

 

Quindi nel frattempo i lavoratori, nel senso letterale della parola, cioè quelli che coi guanti ci lavorano, non quelli che tengono il culo bostikato sulla sedia e dovrebbero dirigere, si arrangiano con la solita creatività.

Creatività ed a volte rassegnazione che pervade anche altri settori, se è vero che nella sede di via Sardegna i lavoratori (sempre quelli che lavorano…) si sono autotassati di qualche di euro, per comprare del cemento e fare delle piccole opere murarie; dopo che solo pochi mesi prima, per la ristrutturazione della sede, ne sono stati spesi centinaia di migliaia!...

Se poi andiamo nel settore automezzi e in particolare quello autoscale, apriti cielo!

Metà delle scale sono musei semoventi, cioè roba dai 30 ai 40 anni che però ci si ostina ad usare.

I fermi macchina (in questi mesi sono stati fino a 7/8 alla volta) si ripartiscono per: problemi a telaio e motore per la categoria “matusalemme”, mentre si riscontrano problemi alle delicate (delicate?...) parti elettriche per i mezzi sezione “ero giovane una volta…”.

Se vanno nelle officine ritornano peggio di prima e i VVF i rottami poi se li portano in giro, mica li buttano nella pressa per farne quadrotti di lamiera o li svendono dopo un tot di anni, come fanno inglesi o tedeschi, tanto per stare in europa.

Noi no! Mica siamo pirla… noi ci riempiamo di una marea di prefetti strapagati, che ormai non sanno più dove metterli e li pigiano anche nei cassetti delle scrivanie …qualche superdirigente fenomeno (anch’esso ben pagato e agli ordini dei prefetti), per sentirci dire che non ci sono soldi e che bisogna tirare la cinghia.

 

…poi però andiamo in giro con dei cessi a 6 ruote!

 

Però tranqui…adesso qualche scienziato, che per un paio di anni a Roma non ha avuto niente da fare e al posto di dargli dei fogli da colorare con i pastelli a cera, ha messo a punto un bella revisione del “dispositivo del soccorso del CNVVF”, ed è arrivato alla conclusione che ci compreranno delle belle piattaforme, mezzi dall’utilità tutta da dimostrare, che però costano 1/4 delle autoscale!

Oplà, ecco risolto un problema!