Una giovane madre, originaria della Costa d’Avorio, ricoverata al Fatebenefratelli di Napoli per partorire, il 5 Marzo scorso, è stata condotta in questura, separata dal suo bambino per 10 giorni, perché i suoi documenti ( risultati peraltro autentici) non convincevano i poliziotti chiamati da un operatore sanitario.
Il suo permesso di soggiorno è scaduto nell’attesa che la sua domanda per l’asilo politica venga accolta formalmente: è fuggita dal suo paese dove il marito è stato assassinato sulla porta di casa.
La barbarie che questo Governo sta spandendo nel nostro paese ha raggiunto limiti invalicabili!
Non sono bastate le proteste dell’Ordine de Medici, che rifiutano giustamente di diventare spie, non bastano le proteste delle associazioni sindacali, delle forze sociali e politiche a far arretrare il Governo, le cui direttive di fatto autorizzano la polizia a comportamenti chiaramente illegali.
Questa vicenda veramente raccapricciante fa il paio con i naufragi che in questi giorni hanno disseminato di cadaveri il tratto di mare tra la Libia e l’Italia: centinaia di disperati che dai paesi più lontani cercavano di raggiungere un paese dove speravano in un futuro migliore; scappano da fame, guerre, repressioni politiche, ma se non muoiono in mare finiscono nei centri di identificazione da dove vengono deportati di nuovo in Libia.
E intanto episodi di razzismo sempre più pesanti si verificano in particolare nelle periferie delle nostre città.
La crisi economica colpisce soprattutto i settori popolari e allora niente di più facile per il Governo Berlusconi che indirizzare verso i migranti la rabbia, il disagio per i licenziamenti, l’emarginazione e l’impoverimento provocati dai poteri economici e finanziari.
Creare ad arte insicurezza, paura verso i migranti per continuare a fare profitti sulla pelle di tutti i lavoratori, italiani e non.
Cosa c’entra la denuncia dei pazienti immigrati con la sicurezza, cosa c’entra il divieto di scrivere i propri figli all’anagrafe se non si ha il permesso di soggiorno con la sicurezza, cosa c’entrano gli ostacoli sempre maggiori ai ricongiungimenti familiari? Proprio nulla!
La sicurezza si raggiunge eliminando l’esclusione sociale in cui versano oltre 500.000 immigrati irregolari per le leggi, ma regolarissimi per il mercato del lavoro che vuole braccia in nero e persone disperate pronte a subire qualsiasi ricatto.
Non servono i pacchetti sicurezza, che anzi contribuiranno ad aumentare la criminalità, serve riconoscere a queste persone diritti e dignità propri di ogni essere umani.
Serve l’unità di tutti i lavoratori per individuare i veri responsabili della crisi.