QUESTIONE DI FEELING (CHE NON C’E’)
LAVORO DA REMOTO: LA SFIDUCIA PREVENTIVA DIVENTA BOICOTTAGGIO
(7/24) Nei giorni scorsi l’Inps ha consegnato ai sindacati aziendali una nuova bozza di Linee Guida per il Lavoro a Distanza, che dovrebbe andare in discussione lunedì 19 febbraio, giorno della settimana peraltro non previsto (but “I don't care if Monday's blue”) per le trattative sindacali, secondo gli accordi informali presi.
Il documento è complesso e ne rimandiamo l’analisi complessiva ad un successivo comunicato. Va però detto subito che è inaccettabile la riproposizione dei controlli automatici, tramite notifiche con risposta obbligatoria, del “rispetto degli obblighi in materia di orario di lavoro”. Proprio in questi giorni i controlli “casuali e a campione” in corso di sperimentazione in alcune sedi stanno confermando la loro natura inutilmente vessatoria, assillando i lavoratori anche a distanza di soli dieci minuti l’uno dall’altro e molte volte nel corso di una sola ora lavorativa. L’Amministrazione continua a sostenere che lo imponga il contratto nazionale, confondendosi forse con la necessità – questa sì prevista dal CCNL - di rispettare l’orario di lavoro (facilmente assolvibile con la timbratura da remoto). Ripetere sempre le stesse cose è faticoso, anche se cerchiamo di farlo con il filtro dell’ironia. Lasciamo quindi che sia “la carta a cantare” e riportiamo il testo incriminato del CCNL Funzioni Centrali 2019-21.
“… ove sussistono i requisiti tecnologici che consentano la continua operatività ed il costante accesso alle procedure di lavoro ed ai sistemi informativi oltreché affidabili controlli automatizzati sul rispetto degli obblighi derivanti dalle disposizioni in materia di orario di lavoro…”
Gli obblighi sono, evidentemente, quelli relativi al rispetto dell’orario di inizio, fine ed eventuali sospensioni dell’attività lavorativa (pausa pranzo o permessi) da accertare con timbrature, come avviene in molte altre amministrazioni pubbliche. O la nostra dirigenza “è visionaria e vede quello che non c’è” o, più probabilmente, siamo di fronte ad un ingiustificato pregiudizio e ad una sfiducia preconcetta nei confronti dei lavoratori dell’Inps, a dispetto dei tanti riconoscimenti alla loro serietà e professionalità più volte sbandierati. In un precedente comunicato avevamo parlato di sfiducia preventiva da remoto, preconizzando uno scenario fanta-apocalittico in cui sciami di zanzare meccaniche guastavano la festa a plotoni di divanisti in ozio sotto palme virtuali. Nella realtà da ridere c’è ben poco. Sarebbero semmai i lavoratori dell’Inps a dover essere poco fiduciosi verso i vertici dell’Istituto: esemplare in questo senso è la vicenda dei saldi contrattuali previsti a febbraio per i dirigenti ma non per i lavoratori delle aree, il cui contratto è stato sottoscritto prima. Per non parlare delle graduatorie che non arrivano mai.
Il proseguire su questa strada nella gestione del lavoro da remoto sconsiglierà i lavoratori dall’aderirvi, nonostante le necessità legate per molti alla salute e alla lunga distanza dal posto di lavoro. Di fatto, un sabotaggio e un probabile affossamento di cui non si comprende il perché.