Il teatrino dell’assurdo, di cui parlavamo in un precedente comunicato, chiude per ferie.
È stata infatti rimandata a settembre la discussione sul nuovo orario di lavoro nelle Direzioni provinciali di Roma.
L’ultima riunione, avvenuta il 31 luglio nella Direzione provinciale II, ha confermato l’assoluta indisponibilità dell’Amministrazione a sottoscrivere un accordo il più possibile condiviso e la sostanziale complicità delle altre sigle sindacali, che continuano ad invocare un improbabile rispetto dell’accordo sindacale nazionale sottoscritto a gennaio (che certamente non tutela i lavoratori ma, come al solito lascia mano libera all'amministrazione in materia di orario di apertura degli sportelli).
Vorremmo far presente una questione che sembra essere sfuggita al Gatto e alla Volpe: aumentare a dismisura l’orario di sportello degli uffici territoriali, significa aumentare due volte i carichi di lavoro degli uffici territoriali. Una prima volta, perché aumentare le ore destinate al front-office significa ridurre quelle destinate al back-office e questo vuol dire svolgere un identico carico di lavoro in meno ore, e una seconda volta perché si riceve più pubblico che inevitabilmente darà luogo ad aumenti di lavorazioni in back-office.
Ora, appellarsi all’interpretazione di un accordo con motivazioni quantomeno ondivaghe, (una volta si dice che quanto scritto sull’accordo nazionale “il volume dei carichi di lavoro da smaltire nel back office viene opportunamente bilanciato dall’Agenzia secondo un piano oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali” significa che i carichi di lavoro del back-office verranno ridotti e un’altra volta si dice che quanto scritto sull’accordo nazionale rivela che i carichi di lavoro verranno spostati sugli uffici territoriali non destinatari del nuovo accordo) vuol dire affrontare il problema con molta faciloneria e trascuratezza.
Così come valutiamo quantomeno poco accorto il non vincolare, in modo certo e ricorrente, al nuovo orario di apertura degli sportelli il compenso dei 10 euro, lasciando a successivi accordi il finanziamento dell’indennità.
Come sempre siamo disposti a discutere sui problemi che assillano gli uffici territoriali con proposte che non siano quelle di chiuderli o di mettere la polvere sotto i tappeti, ma che affrontino, nel rispetto dei diritti, la realtà di chi fornisce quotidianamente un servizio alla collettività.
A settembre, parallelamente alla riapertura delle trattative, l'USB continuerà la raccolta delle firme (già avviata in questi mesi) tra i lavoratori per impedire la manomissione dell'orario di lavoro.