Lavoratori,
E’ paradossale che in un posto di lavoro situato nella città degli antichi romani, maestri precursori nel governare l’acqua, in pieno terzo millennio si debba soffrire la sete.
E’ quanto accade a “La Pisana”, ovvero la Direzione Regionale VV.F. Lazio. Il problema in estate si acuisce, ma durante l’ultima, particolarmente.
Partendo dal mistero dell’acqua calda marrone maleodorante che sgorga in tutta libertà da docce e rubinetti, i lavoratori possono “scegliere” se bere da questi, dove tutti provvedono anche alla propria igiene, e accettare qualche rischio sanitario, oppure pagare di tasca propria presso il distributore automatico, sostenendo costi assurdi visti i prezzi e la natura della “merce” in questione.
La pena maggiore si è vista quando per motivi vari all’esplodere del caldo il distributore è rimasto vuoto, con più di trentacinque gradi impossibile dissetarsi, altro che circolari sull’idratazione minima e integratori minerali. Viste le “brutte” qualcuno ha cominciato a provvedere in proprio da casa come nei più disorganizzati cantieri.
Fin dai tempi della deportazione del 2012 questa O.S. ha evidenziato nei verbali il problema e ogni volta l’amministrazione si è impegnata, quale Istituzione dello Stato, a risolverlo. Fatto sta che, prescindendo dagli stili manageriali che si sono succeduti nel tempo, ad oggi non ha ancora speso quei pochi euro necessari all’acquisto di “beverini” a norma di legge. Tra le altre cose esiste persino la predisposizione degli impianti (pagata ovviamente), per tale scopo.
Certo anche una sonnolenza più o meno collettiva affranca l’inazione, ma ricordiamo che è illegittimo trasferire chi reclama il rispetto della legge.
Ironia della Storia, si profila all’orizzonte una nuova deportazione dei lavoratori, forse l’amministrazione ci ha preso gusto; ma questa è un’altra storia.
il Coordinamento regionale USB VVF Lazio