Non si è ancora spenta l’eco del primo memorabile congresso nazionale USB di Montesilvano a Pescara, al quale hanno partecipato 417 delegati provenienti da ogni parte del territorio nazionale, esponenti sia del lavoro pubblico che privato ed autorevoli invitati delle reti e delle associazioni che condividono il percorso intrapreso, già da alcuni anni a livello confederale, dalla nostra organizzazione. Il saluto del presidente del Forum Sindacale Mondiale, la testimonianza incisiva dei delegati internazionali ed il lavoro solerte delle commissioni nel pomeriggio.
Un nodo alla gola ti prende quando i lavoratori dell’ILVA e le infermiere del San Raffaele ci ringraziano per la cassa di resistenza attivata circa sei mesi or sono.
E la chiarezza degli interventi, l’autorevolezza dei convenuti, la determinazione delle donne nell’attivare questo non facile percorso di trasformazione in atto, al fine di produrre con i loro straordinari resoconti una “nuova cultura” di massa.
Ed i tanti giovani, italiani e immigrati, che solo a guardarli ti si allarga il cuore, impegnati a gettare insieme le basi del futuro sindacato meticcio metropolitano Ebbene, alla luce di quanto è stato sommariamente descritto, di quanto è stato vissuto nella convention, ma soprattutto nell’ottica del fattivo raggiungimento degli obiettivi, in cosa si concretizza nel super INPS questo rovesciare il tavolo?
Anzi tutto, nel respingere le convocazioni a tappeto appositamente diramate in questi giorni dalla sede regionale e, a seguire, dalle singole direzioni inerenti la squallida informativa sull’adeguamento (già deciso a priori) della pausa mensa.
ROVESCIARE il TAVOLO significa occuparsi invece di problemi che attanagliano il personale, come il taglio operato dal collegio dei sindaci di 94 milioni di euro.
ROVESCIARE il TAVOLO significa battersi fattivamente, giorno dopo giorno, per l’area unica, anziché incentivare il mercato delle nuove posizioni organizzative.
ROVESCIARE il TAVOLO significa avere il coraggio di esporsi nel denunciare per tempo la presenza di amianto in DG (vedi), anziché limitarsi a discuterne oggi.
ROVESCIARE il TAVOLO significa riconoscere le cause del proprio malessere ed iniziare a combatterlo, rigettando definitivamente parametri fasulli come il 124.
ROVESCIARE il TAVOLO significa chiamare le cose con il proprio nome, quando si nasconde lo smantellamento dell’Istituto con una presunta riorganizzazione.
ROVESCIARE il TAVOLO significa rispedire al mittente le bieche sperimentazioni senza riscontro avviate, una dopo l’altra, su lavoratori chiamati a fare da cavia.
ROVESCIARE il TAVOLO significa far comprendere all’utenza che siamo insieme sulla stessa barca e che purtroppo si stanno tagliando i servizi alla collettività. ROVESCIARE il TAVOLO significa esigere dignità e sicurezza sui luoghi di lavoro respingendo ogni ipotesi di ulteriore taglio perpetrato sulla pelle dei dipendenti. Insomma ROVESCIARE il TAVOLO significa soprattutto oggi mettersi in gioco e, consapevoli del destino comune, difendere a spada tratta il welfare rinunciando magari a qualcosa in favore della comunità, con l’impegno continuo e costante. Perché lentamente muore (oppure suo malgrado è già scomparso e vegeta) chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza inseguendo un sogno e chi non si permette, almeno una volta, nella vita di fuggire i consigli sensati di quanti invece fanno solo i loro interessi.
Coordinamento Regionale USB INPS Lazio