Il puerile “non sapevo” ha colpito ancora. Ma ancora una volta non ha convinto. E non ha convinto il candido abito bianco (acquistato per l’occasione) che doveva restituire ai cittadini del Lazio un’immagine di purezza immacolata.
Ma il peggio doveva ancora venire. Grida vendetta la paventata restituzione di 400 mila Euro offerta dal consigliere Fiorito a parziale discolpa: una somma che un dipendente regionale (dirigenti esclusi) impiega tra i 10 e i 15 anni a guadagnare (a seconda del livello).
Proprio per questo è apparso più ridicolo “il senso di Renata per la legge”, quando ha affermato che ignorava quale fosse il sistema di distribuzione delle ingenti risorse economiche ai gruppi consiliari (compreso il suo). Il bilancio della regione Lazio infatti, unico per tutti i cittadini, compresi Consiglieri e Assessori, dopo essere stato tecnicamente predisposto dal Dipartimento Programmazione Economica e Sociale, viene approvato dalla Giunta presieduta dal Presidente della Regione e, nel caso specifico dell’assegnazione di denaro ai “politicanti”, nessuno si è mai opposto, anzi col tempo l’assegnazione di denaro è sempre aumentata. In Consiglio, in particolare, è l’Ufficio di Presidenza (coadiuvato dal Segretario Generale del Consiglio) che si occupa della ripartizione del denaro e dispone le modalità di controllo di tale spesa. Nessuno si è mai opposto a tale sistema.
Ci permettiamo di osservare che il serafico Fiorito è stato probabilmente tradito dallo stesso sistema di cui è parte e per questo ha tirato dentro tutti.
L’opposizione del resto pur offrendo – tardivamente – le proprie dimissioni (annunciate soltanto), ma senza rinunciare alle copiose prebende, conferma platealmente che questo è il sistema.
Non scandalizzi solo l’entità delle risorse, ma il fatto che nessuno interpreta più l’attività politica come missione di vita, quanto piuttosto come mezzo per arricchirsi.
Gli stessi personaggi nutriti a ostriche e champagne (pagati con le nostre tasse trattenute alla fonte) si sono prodigati ad adempiere alle prescrizioni imposte dal vigile Ministero dell’Economia.
Ministero che al pari di come non vede i grandi evasori (nel senso che nemmeno li conosce), e assume invece grande rigore (attraverso Equitalia) nei confronti dei contribuenti rei di modesti ritardi o di piccole infrazioni, si è accorto della “pagliuzza” della produttività collettiva attribuita ai dipendenti regionali, ma non si è interessato dell’improprio utilizzo dei fondi destinati ai consiglieri regionali.
Questo è il vero disastro etico, politico e anche sindacale che ciascuno dovrebbe vedere.
La politica si è fatta leggi su misura per disporre di una sorta di piena discrezionalità in proprio favore e non curare l’interesse generale.
Così è accaduto quando lamentavamo le irregolarità nei concorsi (ad iniziare dai concorsi per la dirigenza) o scrivevamo dei meccanismi clientelari della perequazione e dell’assegnazione delle AP e PO: e tutti hanno taciuto.
Tutti quelli che ora – per decenza – dovrebbero lasciare la politica e tornare al loro precedente lavoro (sempre che ne abbiano uno), anziché prodigarsi per avere un posto in Parlamento.
Invece, a destra come a sinistra, si perpetuano i soliti giochini per evitare che alla Regione Lazio si vada a votare entro Febbraio (come da Statuto) costringendo Pd e PdL a staccare anzitempo la spina al governo Monti.
DIFENDIAMO I NOSTRI SALARI
TUTTI CON USB AL NO MONTI DAY IL 27 OTTOBRE 2012