L'integrativo che i lavoratori e le lavoratrici Piaggio si apprestano a votare poteva essere l'occasione giusta per inserire la vertenza dei precari e delle precarie storiche ma azienda e sindacati confederali hanno deciso di abbandonarli al loro destino.
Al di là di quello che viene detto, in questi giorni, nell'accordo non c'è niente di certo e scritto rispetto al loro rientro in fabbrica. A dimostrazione di ciò recentemente sono stati assunti decine di lavoratori a termine.
Come USB, insieme alle precarie, abbiamo tentato tutte le strade possibili da oltre un anno, chiedendo confronti con l'azienda privilegiando il dialogo rivolgendosi alle istituzioni e al Prefetto. La Piaggio continua nella sua volontà di discriminare in maniera pesante queste lavoratrici.
Stiamo infatti parlando di lavoratrici licenziate sostanzialmente perché donne.
La discriminazione di genere nel nostro paese purtroppo non è una novità. Il divario salariale medio, tra uomo e donna, è di circa 3000 euro l'anno. A tutto ciò si aggiungono gli innumerevoli ricatti che migliaia di donne lavoratrici subiscono a causa del loro "status", della loro "colpa" di avere dei figli o una famiglia.
La multinazionale ha lasciato a casa decine di lavoratrici precarie dopo anni e anni di lavoro e sacrifici. Licenziate perché troppo "vecchie", licenziate perché dopo anni di catena di montaggio iniziano ad avere qualche "problema". Licenziate perché, a differenza dei nuovi operai assunti al loro posto, hanno dei figli e una famiglia.
Non siamo più disposti a credere alle menzogne della Piaggio che continua a scaricare la responsabilità sul Decreto Dignità. Gli strumenti normativi per permettere il rientro in fabbrica ci sarebbero. Soprattutto per una multinazionale che ha dichiarato a novembre 46 milioni di euro di utile.
Non scenderemo fino a quando non sarà trovata una soluzione. Invitiamo tutti i Sindaci della Valdera e le istituzioni a venire qui di fronte al Palazzo Blu a sostenere la vertenza dei lavoratori precari.
USB Piaggio