Le mascherine sono una costante della Fase due, data la diffusione aerea del Coronavirus. Se, queste, devono essere indossate da tutti, tanto che vengono distribuite al costo calmierato di 50 centesimi, i lavoratori, costantemente esposti al contagio, non possono essere considerati come semplici cittadini. Nei luoghi di lavoro, le mascherine sono un Dispositivo di sicurezza, non un banale abbellimento, né tantomeno l'ennesimo sistema per le aziende di fare profitto. Tanto che vengono stampate in tessuto, senza alcuna attenzione al materiale o ai filtri, l'importante è che il marchio e lo slogan dell'azienda siano ben visibili.
Il datore di lavoro deve fornire mascherine adeguate al “rischio alto” a cui sono sottoposti i lavoratori del commercio, che operano per tutto il turno a contatto diretto con il pubblico e con possibili soggetti positivi. Le mascherine devono essere Ffp2 o Ffp3, senza valvola e non le classiche chirurgiche, queste ultime infatti, non avendo una buona aderenza al volto, forniscono una protezione per chi le indossa pari, ad appena, il 20%.
Le prime, invece, forniscono una protezione totale, 'in entrata e uscita' fino al 92% (mix di parametri di "tenuta", aderenza al volto, e potere filtrante).
A questo si aggiunge come le mascherine, anche quelle a norma, provocando una resistenza al normale flusso respiratorio, sono spesso causa di affaticamento, riduzione di lucidità, emicrania, rossore agli occhi e irritazioni cutanee.
Pertanto, sono necessarie pause aggiuntive e frequenti, rispetto a quelle abituali, i 10 minuti ogni sei ore previsti dai contratti sono totalmente insufficienti. Vanno ridotti, senza alcun onere sui salari, orario di lavoro e intensità della prestazione.
Usb, come fatto fino ad ora, è disponibile al confronto con le singole aziende. Lo scopo, speriamo comune, è tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Usb Commercio