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Lombardia CONFEDERALE PUBBLICO IMPIEGO LAVORO PRIVATO ASIA

LE NOSTRE IDEE PER UNA LOMBARDIA SOLIDALE, EQUA E PUBBLICA

Milano,

Presentata la piattaforma regionale di USB Lombardia

Sabato 22 giugno presso la Casa della Cultura a Milano si è tenuta la presentazione della piattaforma sindacale di USB Lombardia. La piattaforma, uno strumento di lavoro aperto ai contributi dei delegati e funzionale alla riorganizzazione del lavoro confederale e dei comparti, è frutto del dell’analisi e della progettazione della confederazione regionale. Vuole essere un punto di partenza per coordinare il lavoro di USB in Lombardia in modo rispondente alla visione dell’USB, basata sull’affiancamento dell’azione sindacale classica nei luoghi di lavoro, ad un lavoro che miri alla riconquista dei diritti sociali sottratti ai ceti popolari tramite il progressivo indebolimento del welfare, la privatizzazione dei servizi pubblici, la mercificazione dei sevizi che garantiscono i diritti fondamentali alla casa, all’istruzione, alla salute; un’azione che dovrà realizzarsi anche attraverso la difesa di quei “nuovi” lavoratori sfruttati con contratti e “non-contratti” che non ricadono nella forma subordinata classica.

Articolata per temi, la piattaforma tocca quelle che appaiono le questioni centrali per la regione e la città di Milano e per ognuna si pone obiettivi su cui articolare la lotta sindacale: la sicurezza sul lavoro, la precarietà nel privato e nella pubblica amministrazione, la sanità, il problema della casa, i trasporti, la logistica, la trasformazione del commercio, con la GDO e il commercio on line.

Nella relazione introduttiva, a cura dell’esecutivo confederale regionale, sono state messe in luce proprio queste questioni cardine, che sono evidentemente tra loro strettamente correlate: gli appalti sono legati alle problematiche dei diritti e delle retribuzioni nella logistica, ma anche alle esternalizzazioni nella sanità e nel pubblico impiego in generale. Il diritto alla salute mette insieme la questione della condizione di lavoro nei presidi sanitari, il problema della chiusura delle strutture sanitarie considerate “non sufficientemente produttive”, le liste d’attesa nelle strutture pubbliche, la spinta sulle assicurazioni private, la recente riforma per la cura e l’assistenza dei malati cronici, che ha inserito la possibilità per i pazienti di affidarsi ad un “ente gestore”, che con ogni probabilità sarà un privato, che dovrebbe organizzare e garantire l’assistenza sulla base di un budget prestabilito dalla regione a seconda della patologia; in particolare, sulla salute, si è posta l’attenzione alle malattie da inquinamento e a quelle lavoro-correlate, per fare due tra gli esempi più significativi.

È stato inoltre sottolineato come sia essenziale collegare tutte queste problematiche al ruolo di una regione come la Lombardia e di una città come Milano, proiettate verso il Nord Europa, come parti della catena del valore della produzione tedesca, ma anche luoghi di immigrazione dal resto del paese e dal Sud. In questo senso, non è possibile non toccare il tema dell’autonomia differenziata, sbandierata come affrancamento dal “fardello” del Sud Italia, in realtà funzionale ad accentuare ancora di più la privatizzazione dei servizi essenziali e dei diritti sociali di base, oltreché esasperata violazione dei principi costituzionali di unità nazionale e redistribuzione.

Regione ricca, la Lombardia, città apparentemente vivibile, Milano, dove tutto funziona, a patto però di avere redditi di tutto rispetto (dai 3000 euro in su) e di sposare una logica di vita aziendalista e produttivista. Milano e la Lombardia, la cui classe dirigente ritiene di potersi ritagliare un posto essenziale in quella parte di Unione Europea che mira a diventare finalmente un polo imperialista di portata mondiale, costruendo una economia competitiva ed inclusiva, che è il miraggio delle politiche europee da Lisbona 2000, ma che mai si è nemmeno intravista. Secondo noi la Lombardia rischia invece di diventare il Sud del Nord Europa, sacrificando, nel frattempo, diritti, equità, benessere diffuso e unità nazionale.

USB vuole invece una Lombardia solidale, equa e pubblica.

Alla presentazione sono intervenuti l’architetto Sergio Brenna, docente del Politecnico di Milano, esperto di urbanistica e di uso/sfruttamento del territorio, Paola Palmieri dell’esecutivo confederale nazionale, che ha sottolineato l’importanza del ruolo politico di un sindacato come USB, che pratica il conflitto e cerca di riconquistare diritti e spazi democratici, Roberto Montanari del settore Logistica, e Giovanni Carosotti, dell’Appello per la Scuola Pubblica.

Nel complesso gli interventi hanno evidenziato l’importanza del ruolo politico di un sindacato come USB, che pratica il conflitto sui luoghi di lavoro ed è costantemente impegnato per riconquistare diritti e spazi democratici. In questo senso la battaglia per la democrazia sindacale, ma anche quella importantissima per il salario minimo, che vede USB opposta non solo ai padroni e alle classi dirigenti, ma anche ai sindacati complici, sono azioni fondamentali nell’operato complessivo dell’Organizzazione che mira a riequilibrare le disparità e le disuguaglianze.

A partire da questa piattaforma e dalle nostre idee per una Lombardia solidale, equa e pubblica riparte l’azione sindacale conflittuale di USB Lombardia e la nostra richiesta alle istituzioni di ascoltare e interloquire coi lavoratori e i cittadini su quelli che sono i loro reali bisogni essenziali.