Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB
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26 aprile 2009 - Ansa
CRISI: PASSERA, CONTRO SFIDUCIA SERVE PATTO FRA GENERAZIONI
(ANSA) - TORINO, 26 APR - ''Contro la grande sfiducia, dovuta alla crisi e allo sfilacciarsi della coesione sociale, serve un progetto condiviso. Bisogna puntare a un patto fra le generazioni che permetta di superare le divisioni''. Lo ha affermato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, rispondendo alle domande degli studenti dell'associazione Acmos, durante un incontro della Biennala Democrazia, in corso a Torino. Davanti alla sede della banca torinese hanno manifestato alcuni lavoratori della Cub e il movimento 'Non grattiamo il cielo di Torino' che si oppone alla costruzione del grattacielo che dovra' ospitare tutti gli uffici del gruppo. ''La societa' e' divisa - ha detto Passera - tra chi e' nel mondo del lavoro, chi e' uscito e i giovani che non sono ancora entrati. Questi ultimi rischiano di pagare per tutti. Non devono accettarlo, devono avere la forza di ribellarsi''. L'amministratore delegato ha risposto a domande a tutto campo, sul sistema bancario, sul lavoro, sull'istruzione e ha sottolineato l'esigenza di puntare ''su merito e selezione''. A proposito del ricambio generazionale ai vertici dei grandi gruppi, Passera ha sottolineato che ''fa parte delle responsabilita' dei manager sviluppare le capacita' e far crescere nuovi leader favorendo i piu' bravi, che non necessariamente sono giovani. Bisogna premiare chi e' davvero capace, a prescindere dall'eta'''. Passera ha parlato anche della crisi, ''Il sistema bancario italiano - ha osservato - sta reggendo meglio che in altri Paesi, ma per questo la nostra responsabilita' aumenta. Dobbiamo avere piu' coraggio nel fare credito, ma oggi c'e' pochissima domanda di credito. La politica deve intervenire e premiare le imprese che investono''.
26 aprile 2009 - Il Messaggero Veneto
Liberazione, tante assenze nel centro-destra
Dieci sindaci, nessun parlamentare. Il presidente della Provincia ha delegato un assessore 25 APRILE Un cittadino: «Abbiamo cantato "Bella ciao" ma siamo stati guardati come merce rara» Volantinaggio prima e dopo la cerimonia «Nessun revisionismo cambierà la storia»
Pordenone - Un 25 aprile che «non nega la Resistenza e non nega la verità storica», quello celebrato ieri mattina davanti al monumento ai Caduti di Pordenone. Una cerimonia che ha registrato l’assenza di esponenti leghisti, di An e dei tre parlamentari, la presenza di alcuni esponenti di centro-destra, l’intervento di manifestanti «contro vecchi e nuovi fascismi» e un fuori programma: un "Bella ciao" intonato da alcuni cittadini. Assente il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani (An-Pdl), che ha delegato per il discorso ufficiale l’assessore Antonio Consorti (Fi-Pdl).Presidio del "Comitato 25 aprile", di Iniziativa libertaria, collettivo studentesco Aut, Rc, Rdb-Cub e Cobas scuola con volantinaggio e striscioni: "La persecuzione degli antifascisti continua oggi come allora, resistiamo", "Contro vecchi e nuovi fascismi", "Non pagheremo la vostra crisi", "Repubblichini come i partigiani? Mai" sono stati alcuni dei cartelli esposti dai manifestanti che non hanno comunque interferito con la cerimonia ufficiale e successivamente hanno proseguito la manifestazione all’ex caserma Martelli e al Deposito Giordani.
Assente il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, per non lasciare spazio a strumentalizzazioni e polemiche, assenti i tre parlamentari, assenti volti noti di Alleanza nazionale e Lega nord. C’erano, invece, i consiglieri regionali Paolo Santin, Franco Dal Mas e Antonio Pedicini (Fi), Piero Colussi (Cittadini) e Alessandro Corazza (Idv), l’assessore regionale Elio De Anna, il sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, ancora il capogruppo azzurro in Provincia, Nicola Zille, i consiglieri comunali Pietro Tropeano e Giuseppe Verdichizzi, il segretario provinciale del Pd, Francesca Papais, il vicesindaco cittadino Renzo Mazzer e l’assessore Giulia Bevilacqua, nonché una decina di sindaci con fascia tricolore e altrettanti gonfaloni, nonché il vicecomandante del 31° Fighet wing della Base di Aviano, colonnello Michael Gantt.
Per la Provincia è intervenuto l’assessore Antonio Consorti: «I lutti della seconda guerra mondiale hanno anche costituito il punto di arrivo di un’epoca e l’inizio di una nuova era, spartiacque tra dittatura e democrazia». Quindi l’invito «rivolto soprattutto a coloro che non hanno vissuto quegli accadimenti in prima persona, a ripensare i nostri comportamenti alla luce dei valori che la ricorrenza del 25 aprile porta con se». Nessun revisionismo, ha sottolineato il consigliere nazionale dell’Anpi, Sigfrido Cescut: «Non possiamo permettere ad alcun revisionismo di cambiare la storia. Chi oggi si sente dalla parte dei partigiani non ha nulla da spartire con chi torturava, incendiava e saccheggiava. Piaccia o no, i partigiani diedero un contributo decisivo». Ha quindi auspicato che le ex casermette di via Montereale – dove avvenivano le torture prima delle fucilazioni – diventino «un luogo da valorizzare». Ha chiuso lo storico e scrittore Ernesto Brunetta: «Il 25 aprile ha garantito la libertà anche a coloro che in quel momento alla libertà s’opponevano».
Mentre il corteo s’avviava a rendere omaggio anche al cippo della medaglia d’oro Franco Martelli e alla lapide della medaglia d’oro Terzo Drusin, alcuni cittadini hanno intonato "Bella ciao": «L’abbiamo intonato assieme a un reduce e a pochi altri – spiega Fabrizio Pascotto –, la gente s’è voltata, ci ha guardiati e siamo stati fotografati come "merce rara"».
26 aprile 2009 - Il Mattino
Benevento. Una nuova piazza per Giacomo Matteotti...
Benevento - Una nuova piazza per Giacomo Matteotti. Questa l’idea dell’assessore ai lavori pubblici del comune di Benevento Aldo Damiano, che, in occasione dell’anniversario della Liberazione, partecipa a Benevento alla manifestazione nell’omonima piazza, meglio nota in città come Piazza Santa Sofia. «Una ipotesi la mia - spiega - della quale avevo già parlato nei giorni scorsi e che ha suscitato una serie di reazioni da chi vi ha voluto vedere la volontà di un ridimensionamento della figura di Matteotti. Ma non è così - prosegue Damiano - perchè l’intenzione mia e del comune, è esattamente opposta: noi vogliamo, infatti, che la figura di Matteotti, non solo non venga dimentica, ma con l’intitolazione di una nuova piazza venga, al contrario, rivalutata e meglio omaggiata e resa nota anche alle nuove generazioni, che non sempre la conoscono. «Anche quest'anno - ricorda Depistaggio - siamo scesi in piazza per ricordare il valore della Resistenza e dell'antifascismo in un clima caratterizzato da forti attacchi all'ordinamento democratico. Lo abbiamo fatto in Piazza Matteotti per ribadire la necessità di non rimuovere la memoria e di impegnarsi attivamente nella diffusione di una cultura antifascista popolare che possa rappresentare un argine al dilagare del populismo, e della cultura autoritaria. Riattualizzare i valori dell'antifascismo ha significato per noi oggi affermare una cultura fatta di antirazzismo, partecipazione e libertà». Nella mattinata, prima del presidio, alcuni attivisti hanno affisso uno striscione sul palazzo Passarelli in cui si leggeva: «Liberiamoci dalla speculazione». Successivamente un altro striscione veniva esposto nei pressi dell'Ipercoop, dove gli antifascisti hanno svolto anche un volantinaggio. Come è noto presso questa struttura c’è una vertenza portata avanti da alcuni dipendenti per un riduzione di posti di lavoro. In piazza Santa Sofia era presente non solo l’assessore Damiano, ma anche il sindaco Fausto Pepe. Tra coloro che sono intervenuti ci sono stati i discorsi di Pasquale Basile di Rifondazione comunista e Lelio Romano. Entrambi hanno ricordato il significato di questa manifestazione organizzata da Action Benevento, Rifondazione comunista, Csa Depistaggio, Rdb Ambiente.(ma.de.mon.)
26 aprile 2009 - Retesei
SANITA': CHIUDE SERVIZIO PSICHIATRICO, PROTESTA A BENEVENTO
Un lenzuolo bianco fino a piedi dai quali uscirà solo la testa: così sfileranno martedì prossimo, dal terminal dei bus extraurbani di Benevento, i partecipanti alla manifestazione di protesta organizzata "contro la Regione Campania e la Asl di Benevento che hanno deciso di chiudere l'unico servizio psichiatrico di emergenza del Sannio operante 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno situato nell'ospedale Rummo di Benevento". Esso si trova attualmente "in una posizione baricentrica rispetto all'utenza per l'80% proveniente da Benevento, dall'Alto Tammaro e dal Fortore" e viene spostato a Sant'Agata dei Goti, "dove mancano strade e collegamenti pubblici efficienti come quelli che collegano il capoluogo del Sannio con la provincia. Una decisione che aggiungerà nuovi disagi a chi già soffre in silenzio per le gravi conseguenze dei disturbi psichiatrici che secondo i dati dell'OMS colpiscono direttamente o indirettamente 1 persona su 3, sono tra le maggiori cause di sofferenza e disabilità al mondo, più diffusi di malattie come il cancro e l'Aids e nel caso, per esempio, della depressione sono la prima causa di disabilità nei Paesi industrializzati". "Lo spostamento del servizio a 50 o 100 chilometri da dove vivono e lavorano i pazienti, le loro famiglie, gli amici e il personale medico e paramedico che li segue da anni - secondo i promotori della protesta - creerà, dunque, un caos organizzativo nell'intero servizio psichiatrico pubblico sannita". "Motivazione 'formale' della chiusura è la necessità di tagli alla spesa sanitaria. Ma questa non regge nel calcolo costi/benefici, perché non solo non si risparmierà, ma qualunque prezzo pagato per un 'non servizio' alla fine sarà troppo alto", si legge nel comunicato del comitato di protesta cui hanno aderito, fra l'altro, la Caritas, le Acli, I Giuristi Democratici, i sindacati dei dirigenti come la Fesmed Campanile quelli di base Rdb/cub e Fsi. Ecco perché i manifestanti sfileranno indossando un lenzuolo bianco "che ricorda le lenzuola dei letti di contenzione manicomiali, le lenzuola indossate da fantasmi come questi da sfrattare, il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Cristo ai piedi della Croce, le lenzuola penzoloni dai balconi in segno di protesta contro la mafia, a sostegno della legalità; il lenzuolo di un letto dove trovare pace e riposo, grazie alle cure che oggi sconfiggono la malattia mentale".
25 aprile 2009 - Il Resto del Carlino
Bologna. DOPO un anno e mezzo e più di 50 incontri il rinnovo del contratto aziendale dell'Atc è ancora al palo...
Bologna - DOPO un anno e mezzo e più di 50 incontri il rinnovo del contratto aziendale dell'Atc è ancora al palo. E ora si trova davanti ad uno snodo: l'azienda ha fatto sapere che per l'aumento di stipendio ha a disposizione 500mila euro, i sindacati partono da una richiesta di un milione e 100mila. Se una quadra non si trova nell'incontro di giovedì prossimo, è quasi certo che ripartiranno gli scioperi. All'incontro di giovedì le 7 sigle sindacali non arrivano compatte. Rdb e Uil accusano gli altri 5 sindacati di sostenere che, se non si chiude questo contratto, l'unico modo per guadagnare di più è una modifica dei turni di lavoro. Lo scoglio principale è l'aumento, o meglio il rischio di un mini-aumento. Se saltano fuori un milione e 100mila euro, si può arrivare ad un aumento di stipendio annuo di 400 euro (ma lordi); se i soldi sono la metà, tutto si dimezza e i sindacati stimano che nei portafogli dei 1.900 dipendenti Atc arriverebbero solo 20 euro in più al mese. Troppo poco, per i rappresentanti dei dipendenti. Ma l'Atc ha le sue ragioni. Comune e Provincia, un anno e mezzo fa, hanno deciso che non avrebbero più erogato un milione e mezzo per premiare con una tantum l'aumento dei passeggeri trasportati. Dopo un lungo tira e molla, lunedì scorso l'azienda ha annunciato che si farà carico con fondi propri di quel milione e mezzo. Ma così i soldi che le restano per chiudere il contratto diventano solo' 500mila euro. Nel corso della trattativa Atc ha anche proposto di aumentare di 5 minuti il turno di guida: si recupererebbero 15 autisti, ognuno dei quali costa all'anno 40 mila euro. I soldi risparmiati potrebbero premiare' l'aumento del turno. Ma i sindacati hanno detto no'.
25 aprile 2009 - Il Messaggero Veneto
Manifestazioni in città per la Liberazione
Pordenone - 25 aprile. In occasione della festa della Liberazione, oggi a Pordenone si terrà la consueta cerimonia con la deposizione delle corone nell’area antistante al monumento ai caduti in piazzale Ellero dei Mille e nel piazzale Maestri del lavoro al Centro studi. Il programma prevede una prima fase che si terrà in piazzale Ellero con il raduno alle 9.50. Alle 10 la cerimonia dell’alzabandiera e l’onore ai caduti, cui seguiranno gli interventi degli oratori. Alle 10.30 è previsto il trasferimento dei convenuti in corteo nel piazzale Maestri del lavoro al Centro studi. Qui alle 10.45 ci saranno lo schieramento e le deposizione delle corone prima al cippo della medaglia d’oro Franco Martelli e poi alla lapide della medaglia d’oro Terzo Drusin, nell’omonima aula magna.
«Se per qualcuno celebrare il 25 aprile è ormai puro lavoro istituzionale – affermano in una nota Comitato per il 25 aprile, Iniziativa libertaria, collettivo studentesco Aut, Rifondazione comunista, Rdb-Cub, Cobas scuola, Usi/Ait –, per noi è invece momento in cui fare memoria della storia e tenerne vivo il senso. La Liberazione dal nazifascismo è sempre attuale, perché ogni giorno è necessario guardare a quella società per la quale migliaia di partigiani sono morti. Il valore della Resistenza è oggi soffocato: da chi vuole equiparare partigiani e repubblichini per uguagliare la memoria e cancellare il senso della storia, da chi attacca il diritto di sciopero per riproporre le corporazioni di epoca fascista. Il sogno di libertà è oggi calpestato: da chi strumentalizza il corpo della donna per diffondere l’odio verso l’altro di turno del momento, i migranti, da chi costruisce centri di permanenza e si vanta del numero di rimpatri violando nel frattempo diritti umani universali. E anziché migliorare l’istruzione pubblica, ragione di tante lotte, si finanzia quella privata e si pongono a valore ordine e disciplina per non investire in didattica».
«Per questo crediamo sia ancora oggi necessario resistere e ricordare quell’Italia sognata il 25 aprile ’45 – conclude il comunicato –: per trovare la forza per sognare un Paese da continuare a ricostruire. E per questo il 25 aprile saremo in piazza. Dalle 18 ci sarà poi un concerto al Deposito Giordani per concludere musicalmente la giornata».
25 aprile 2009 - La Nazione
Lavoro. L'azienda lascerà a casa a rotazione i dipendenti del reparto macelleria e automatizza tutto
All'Ipercoop arriva la cassa integrazione e tra i sindacati è polemica
Sarzana - ALL'IPERCOOP arrivano la Cigs e l'elettronica. Alla cassa integrazione per ora sono interessati solo gli 8 macellai e le 4 confezionatrici della macelleria per i quali è previsto il ricorso alla Cigs a rotazione fino al 31-12. In pratica ogni dipendente del reparto resterà a casa un mese e mezzo. «E' in corso un processo di riorganizzazione che riguarda tutta la grande distribuzione spiegano all'Ipercoop la carne arriverà quasi tutta già lavorata e i macellai potranno, sul posto, al massimo dividere il pezzo più grande in pezzi più piccoli. Al resto, a trattare il quarto di manzo, ci penserà il fornitore». Meno attività manuale anche in pescheria: «Abbiamo messo il taglia code elettronico conferma l'Ipercoop». E i sindacati? Cgil, Cisl eUil il 22 gennaio 2008 avevano firmato l'intesa che prevedeva per l'Ipercoop la Cigs per 50 lavoratori ma il sindacato di base Rdb/Cub contesta: «Dal 27 aprile Ipercoop procederà a mettere in cassa integrazione i lavoratori e i primi a subirne le conseguenze saranno i dipendenti del reparto macelleria. Noi critichiamo la scelta aziendale e il comportamento passivo dei sindacati confederali al momento della stesura dell'intesa. La direzione non ha voluto trattare con la Rsu evitando la ricerca di soluzioni alternative, prima fra tutte la ricollocazione dei dipendenti in altre mansioni. In questo modo Ipercoop scarica gli oneri della crisi sulla collettività e penalizza i redditi di questi lavoratori». Il sindacato teme che «ci sia un progetto tendente a liberarsi di lavoratori anziani, qualificati e di conseguenza costosi. Da una coop non ce lo aspettavamo. Invitiamo tutti i lavoratori a lottare in difesa del posto di lavoro, perchè temiano che con questa operazione si sia aperta la porta per il ricorso generalizzato alla Cigs».(A.Lup.)
25 aprile 2009 - L'Arena
Mercoledì la firma con i lavoratori delle coop
Verona - Dovrebbe essere firmato mercoledì 29 aprile l’accordo tra Adl Cobas Veneto e Finservice spa. Le trattative aperte giovedì dopo che 40 lavoratori della cooperativa Rm Services di San Giovanni Lupatoto avevano bloccato l’entrata dello stabilimento Mondadori Printing in via Montelungo. La protesta era scattata per il mancato versamento degli stipendi da gennaio, in alcuni casi da dicembre.
La Rm Service che aveva preso in subappalto dalla Finservice spa la gestione logistica legata ai prodotti editoriali ha chiuso i battenti lasciando il posto a un’altra cooperativa l’Hdl che ha assorbito solo due lavoratori. Roberto Andreetto, ad di Finservice spa; Roberto Malesani rappresentante di Adl Cobas Veneto e il capo del personale di Mondadori Printing che da novembre è passata al gruppo Pozzoni, a voce avevano raggiunto l’intesa di consegnare a ciascun lavoratore 1.000 euro.
A questo si è aggiunto l’impegno di Andreetto di garantire il posto di lavoro e di far sì che i lavoratori in carico alla Rm service siano assunti da un’altra cooperativa. Lo stato di agitazione dei lavoratori era già stato formalizzato il 14 aprile in Prefettura nello stesso giorno in cui i lavoratori avevano incrociato le braccia. Per Malesani esistono le premesse per arrivare alla firma di un accordo.(A.Z.)
25 aprile 2009 - La Gazzetta di Modena
Colletta del Cam per pagare l’affitto a chi rischia lo sfratto
Modena - Lo sportello dei diritti del Cam, il Collettivo autogestito modenese, chiede alle istituzioni di rivedere le politiche abitative a favore delle categorie vulnerabili che in questo periodo di crisi soffrono più di chiunque altro la recessione economica. Sono 5 i casi di sfratto, tutti in via Carteria dove ha sede il Cam, che lo sportello dei diritti sta assistendo gratuitamente e volontariamente grazie a sindacalisti autonomi dell’Rdb Cub. La situazione più allarmante al momento è quella di un disoccupato che deve pagare 350 euro per un alloggio d’emergenza, ma non riesce a far fronte alla spesa dell’affitto. All’orizzonte aleggia lo sfratto perché la moglie, una badante, non riesce a sopperire a tutte le spese. Lo sportello dei diritti ha iniziato una raccolta fondi per aiutare la coppia e sulla scorta di questa situazione chiede più ascolto ai servizi sociali e alla politica. «Chiediamo più edilizia popolare puntando sulla riqualificazione dell’esistente, il blocco degli sfratti, il ripensamento del discorso dell’equo canone e la modifica dei criteri per l’assegnazione degli alloggi popolari». Spiegano Maria Tartaglia ed Enrico Semprini.(g.t)
25 aprile 2009 - Il Sannio online
La Liberazione: festa di tutti... ma i distinguo non mancano
Benevento - Molti gli interventi politici in occasione dell’anniversario della Liberazione nazionale.
La carrellata è aperta dal messaggio del presidente dell’amministrazione provinciale, Aniello Cimitile. "Il 25 aprile – scrive Cimitile – rappresenta l’avvio del percorso di costruzione di un Paese libero e moderno. Questa data evoca anche la fine di un lungo periodo di sofferenza per tutta l’umanità, piegata dalla crudeltà di una guerra che, più delle altre, apportò lutti e distruzioni immani, e rese imprescindibile il bisogno della pace, della libertà e della democrazia e, soprattutto, nelle coscienze degli italiani la convinzione etica che mai più dovessero ripetersi il genocidio, la dittatura, la prevaricazione e la violenza razziale. Su questi valori si è fondata la nostra Repubblica, e su questi valori deve continuare la costruzione di uno Stato sempre più democratico, vicino al popolo, autorevole nella sua tutela dell’etica delle Istituzioni. Proprio per tale ragione – aggiunge il presidente della Provincia - il 25 aprile deve essere la festa di tutti gli Italiani".
La Federazione provinciale di Rifondazione comunista ha annunciato per questa mattina un presidio in Piazza Matteotti insieme al centro sociale Depistaggio, all’associazione ‘Action’ e alla organizzazione sindacale RdB Ambiente. "E’ necessario – dichiarano i promotori dell’iniziativa - un segnale da parte delle istituzioni del nostro territorio che riconoscano con la loro presenza il valore dell’antifascismo e della resistenza come le basi fondanti della nostra democrazia. Nella città di Benevento non c’è stata mai una partecipazione ufficiale da parte delle istituzioni al ricordo del 25 Aprile, anzi per 13 anni abbiamo avuto amministratori che si vantavano sulle testate nazionali di ascoltare i discorsi del duce Benito Mussolini in quella giornata di lutto. Oggi sarebbe il caso che il Sindaco, il Presidente della Provincia, gli assessori e i sindacati siano in piazza per ricordare il valore e l’attualità della resistenza".
Di parere chiaramente diverso il coordinatore provinciale di Forza Nuova, Andrea Caporaso: "Per noi il 25 Aprile è una giornata di lutto – afferma Caporaso - perché rappresenta, senza voler entrare nel merito, la guerra civile, il fratricidio, un popolo, quello italiano, costretto a sporcarsi le mani del sangue del proprio fratello, del proprio compatriota. Per questo non vediamo nessun motivo di giubilo, nessuna ragione per festeggiare". "Quest’anno – evidenzia il deputato del Pd, Mario Pepe – celebreremo con gioia il 25 Aprile, perchè tutti i Partiti e tutti gli uomini sono diventati protagonisti della Resistenza e della Liberazione. Finalmente senza pregiudizi ideologici e senza rancori storici – aggiunge Pepe – la Liberazione è veramente l’evento che unisce tutti, dal Nord al Sud del Paese".
Per il vicecoordinatore cittadino del Nuovo Psi, Antonio Vetrone, "il 25 aprile non può che appartenere a tutti, alla destra e alla sinistra, passando per il centro. Perché è proprio grazie alla Libertà, conquistata sessantaquattro anni fa grazie alla lotta partigiana di differente estrazione politica ed all’intervento militare degli Alleati, se la società di oggi può essere vista in tutte le sue sfaccettature cromatiche, attraverso l’accettazione dell’altro e il rispetto delle differenze. Il 25 aprile, quindi, non può non essere inteso, al di là della mera e riduttiva dimensione politico-ideologica, per combattere il "fascismo dell’anima" che ci porta quotidianamente a discriminare, a prevaricare, in maniera a volte pregiudiziale, l’altro da noi".
Per Italia dei Valori "il 25 aprile rappresenta un’eredità da salvaguardare nell’impegno di continuare nella pace questa collaborazione fraterna, al fine di scongiurare, anche nei giorni nostri, qualsiasi minaccia alla democrazia".
25 aprile 2009 - La Sicilia
Modica. Vertenza società Modica Multiservizi...
di GIORGIO BUSCEMA
Modica - Vertenza società Modica Multiservizi: la Cisl e la Fisascat-Cisl contrari alla cassa integrazione. Dicono infatti:"Il continuo girovagare di numeri, proposte e impegni assunti, sembra proprio il gioco ideale da praticare per rendere quanto più torbida l'acqua per meglio pescare, e al tempo stesso sfuggire alle proprie responsabilità, anche politiche oltre che di gestione, scaricando a mare i lavoratori".
Il fatto che l'Amministrazione comunale abbia proposto la cassa integrazione, non si sa se ordinaria o straordinaria, per 31 unità della Modica Multiservizi, per la Cisl e la Fisascat, è solo una novità. "L'incontro avuto martedì scorso con il sindaco e senza il rappresentante della Multiservizi - dicono i due sindacati - è servito, almeno per noi, a richiedere, prima ancora di parlare del problema occupazionale e delle relative garanzie, di conoscere con certezza: il numero dei lavoratori dipendenti, le ore contrattuali espletate, il tipo di contratto applicato, l'età anagrafica, l'anzianità di servizio, le mansioni svolte ed eventualmente anche l'anzianità contributiva. Aggiungendo il fatto che i lavoratori illegittimamente utilizzati a tempo determinato debbono essere assunti a tempo indeterminato."
E ancora: "Perché quando si parla di mobilità, cassa integrazione o contratti di solidarietà, lo si deve fare avendo chiara la situazione attuale ma soprattutto in modo propedeutico per garantire il futuro occupazionale a tutti i lavoratori. Questo per la Cisl e la Fisascat-Cisl è il percorso obbligato, nell'interesse dei Lavoratori. Il percorrere altre strade dà la netta sensazione di tutelare altri interessi. Auguriamo che l'Amministrazione smentisca le notizie apparse sulla stampa e crei le condizioni per un tavolo dove ci siano gli elementi veri e reali per affrontare un problema serio e grave che riguarda i lavoratori e che va discusso con i lavoratori".
Intanto le organizzazioni sindacali Cgil, Uil, Cub Trasporti ed Ugl hanno scritto una lettera al prefetto di Ragusa, Carlo Fanara, per chiedere al rappresentante territoriale del Governo nazionale un incontro per discutere della delicatissima posizione dei lavoratori della Multiservizi. Intanto la protesta dei dipendenti della società continua con la sospensione dei servizi e le assemblee in un'atmosfera che si va sempre più riscaldando.
25 aprile 2009 - Italia Oggi
La convenzione 2009-2011 dell'Agenzia delle entrate è stata presentata ieri ai sindacati
Meno studi e più redditometro
Diminuiranno i controlli sulla congruità. Vola il sintetico
Diminuiscono le verifiche sugli studi di settore mentre triplicano quelle da redditometro. Il 41% delle risorse dell'Agenzia delle entrate sarà impiegato per il contrasto all'evasione/elusione fiscale. Un incremento destinato a crescere di un punto percentuale ogni anno fino al 2011 per arrivare al 43% delle risorse. Questo si tradurrà, secondo i dati forniti ieri ai sindacati rappresentati dei dipendenti dell'agenzia delle entrate dal direttore Attilio Befera e dal direttore vicario, Marco di Capua, in occasione della presentazione della convenzione triennale, in maggiori verifiche e indagini finanziarie. L'obiettivo degli accertamenti con indagini finanziarie è stato infatti ritoccato al rialzo: 7.500, nel 2009, 8.500, nel 2010 e 10 mila nel 2011. Allo stesso modo la campagna speciale di incentivazione degli accertamenti sintetici vede nell'arco di tre anni triplicare gli interventi: 12.500 nel 2009, 20 mila nel 2010 e 35 mila nel 2011. E così alla lotta all'evasione/elusione attraverso i controlli fiscali saranno destinate 17.210.000 ore, confermando che questa voce è al primo posto nella scala valori dell'organizzazione dell'Agenzia delle entrate. Redditometro a tutto campo. Nel documento consegnato ai sindacati e che potrà incassare il via libera ufficiale il prossimo 30 aprile al ministero dell'economia, si sintetizzano gli elementi già annunciati nella circolare n. 13 di indirizzo agli uffici. Grande attenzione quindi ai soggetti di grandi dimensioni sottoposti al tutoraggio. Per questo nuovo istituto sono previsti per il solo 2009, 995 realtà da sottoporre all'analisi particolareggiata. Il dato è da leggersi legato al numero degli accertamenti nei confronti dei grandi contribuenti: 400 nel 2009, 500 nel 2010 e 600 nel 2011. Subiscono una diminuzione gli accertamenti sulle imprese sottoposte a studi di settore. Nella precedente convenzione, infatti per la stessa voce (accertamenti ordinari da studi di settore e degli atti e dichiarazioni soggetti a registrazione) si indicavano ad esempio per il 2009 445 mila controlli mentre ora si parla di 405 mila verifiche. Il dato però si deve leggere insieme al numero delle verifiche (in questo caso in crescita) destinate agli accertamenti di iniziativa d'ufficio nei confronti di soggetti esercenti attività d'impresa, professionisti e a quelli da studi di settore; in questo caso il numero cresce nell'arco di tre anni e di molto. Nella precedente edizione erano state indicate infatti 120 mila verifiche nel 2009, mentre ora ne sono previste 140 mila, nel 2010 160 mila e nel 2011, 170 mila. L'agenzia poi punta a una maggiore collaborazione con Equitalia spa allo scopo di ridurre per quanto possibile al minimo l'intervallo temporale tra il momento dell'accertamento dell'evasione fiscale e quello della riscossione. L'esecuzione del ruolo è indicata in 120 giorni dalla verifica del relativo presupposto. L'obiettivo per il 2009 deve essere pari al 75%. Incentivi al trasferimento e piano di assunzione. Sul fronte assunzioni il piano 2009-2011 prevede che lasceranno l'agenzia delle entrate circa 3.800 unità. Il numero più elevato avverrà nel 2009. Per rimpiazzare i dipendenti a riposo l'agenzia metterà in campo procedure per l'assunzione a tempo indeterminato di circa 1.800 funzionari da destinare alle regioni del centro nord. Sempre nel 2009, entreranno in campo 1.180 funzionari vincitori del concorso 2008. Nel 2009 infine sarà indetto un concorso per il passaggio di duemila unità di personale dalla seconda alla terza area funzioale. L'inserimento dei vincitori avverrà in due tranche di mille unità a partire dal 2010. «Anche se», spiega a ItaliaOggi, Vincenzo Patricelli, responsabile nazionale della Flp per le agenzie fiscali, «non si capisce quando sarà inserita la seconda tranche di assunti». Ieri intanto è arrivato un primo sì sulla questione riorganizzazione. È stato infatti siglato da Uil, Cgil, Cisl e Salfi l'accordo sulle ricadute per il personale dall'attivazione delle direzioni provinciali mentre Flp e Rdb non hanno voluto firmare. Nell'accordo si stabiliscono incentivi economici per i dipendenti dell'Agenzia disposti a trasferirsi. Inoltre è stata garantita la procedura di interpello per il conferimento degli incarichi. «La nostra azione», dichiara Sebastiano Callipo, segretario del Salfi, «continuerà a tutela di tutte le aspettative dei colleghi, puntando quindi a ottenere dall'Agenzia delle entrate ulteriori garanzie delle legali aspettative dei colleghi. Preciso», aggiunge, «che la convenzione è stata solo oggetto di informativa da parte dell'Agenzia». «Non è chiaro quali uffici seguiranno i controlli o i rimborsi e non ci sono garanzie per il personale. Gli spostamenti creeranno comunque problemi anche ai dipendenti», dice Patricelli.
25 aprile 2009 - Il Verona
La protesta. Gli operai della cooperativa aspettano la trattativa dei prossimi giorni
Lavoratori non pagati: Mondadori parte lesa
Verona - Sono andati a riscuotere i loro assegni già ieri mattina, in cinquanta lavoratori delle cooperative che si occupano della logistica e del finissaggio dei libri firmati "Mondadori". Dopo quattro ore di picchetto, davanti ai cancelli della ditta di via Montelungo, hanno ottenuto un anticipo su quei quattro stipendi che da gennaio aspettano. L'accordo era stato raggiunto nella mattinata di giovedì tra Khaled Ben Ammar e Roberto Malesani, del sindacato di base Rdb Cub e il titolare della ditta che ha in carico l’appalto della logistica Mondadori, Roberto Andreetto della Finservice. Ne primi giorni della prossima settimana continuerà la trattativa: l'biettivo è arrivare nel più breve tempo possibile al saldo del pregresso e alla garanzia della continuità del lavoro per questi operai. Ma erano gli stipendi, il principale problema di quei lavoratori. La Mondadori che dal 2000 ha affidato a Finservice Srl, con regolare contratto di appalto, alcuni servizi logistici e finissaggio, ha sempre effettuato puntualmente e con regolarità il pagamento del corrispettivo stabilito con la società di Andreetto. Nella vicenda, pertanto, Mondadori Printing assumerebbe suo malgrado soltanto il ruolo di parte danneggiata, e per questo rivela che si riserverà di tutelare i propri interessi nei modi e nelle sedi opportune.
24 aprile 2009 - Apcom
G8/ Cub: Vertice all'Aquila? Ci saremo comunque
"Scandaloso il cinismo con cui Governo strumentalizza il dramma"
Roma, 24 apr. (Apcom) - I sindacati di base non ci stanno a farsi mettere all'angolo e annunciano che, se anche il Governo spostasse il G8 all'Aquila, loro ci sarebbero comunque. "E' scandaloso - afferma in una nota Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale della Confederazione unitaria di base (Cub) - il cinismo con cui il Governo, a fini elettorali e per far scomparire dalle prime pagine dei giornali gli effetti della devastante crisi economica, sta strumentalizzando i morti e l'emergenza del terremoto in Abruzzo". "Quei morti sotto le macerie di case costruite con la sabbia - aggiunge - sono l'eloquente e tragica dimostrazione di ciò che producono il capitale ed il mercato. Saremo all'Aquila - annuncia - come saremmo andati alla Maddalena: per impedire ai giganti con i piedi d'argilla di far pagare la crisi ai popoli del mondo invece che alle banche e agli speculatori".
Scuola/ Roma,mercoledì sit-in Cub contro 'precarizzazione' settore
Appuntamento sotto la sede dell'Ufficio Scolastico Regionale
Roma, 24 apr. (Apcom) - La Cub Scuola Roma, insieme ai comitati e i movimenti di precari, ha indetto per mercoledì 29 aprile un sit-in davanti all'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, in via Ostiense 131/L, "in difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori della scuola e per il diritto allo studio delle nuove generazioni". A seguito di una rilevazione svolta presso gli istituti scolastici della provincia, la Cub Scuola Roma ritiene che i tagli pianificati dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini "avranno l'effetto immediato di aumentare il carico di lavoro dei docenti e specialmente degli Ata, rendendo la scuola un servizio inefficace ed inefficiente e pregiudicando il diritto allo studio e alla cultura delle nuove generazioni. Tutto questo - si legge in una nota - a fronte dei 4.096 lavoratori esclusi dalla possibilità di prendere servizio sui posti lasciati dai pensionati, gli oltre 13.000 docenti precari ed i circa 7.500 Ata che in questi ultimi anni hanno garantito l'apertura delle scuole del Lazio". "La Cub Scuola Roma, ritenendo che la precarizzazione della Scuola sia un passo sostanziale per la sua completa privatizzazione, rivendica: la difesa della scelta delle famiglie per il tempo pieno nelle scuole elementari, contro il maestro unico; trasparenza nella gestione e nel controllo delle graduatorie e delle disponibilità dei posti; il rinnovo di tutti i contratti a tempo determinato già stipulati nel 2008 per il prossimo anno scolastico per garantire l'effettiva riapertura delle scuole a settembre; la trasformazione di tutti i contratti a tempo determinato fino al 30 giugno in contratti annuali (con le ferie pagate) per tutto il personale; un piano di assunzioni a tempo indeterminato di tutti i precari (circa 21.000) su tutti posti effettivamente disponibili nel Lazio". La Cub Scuola Roma ha inoltre richiesto un incontro in merito alle reali ricadute dei tagli agli organici sui lavoratori del Lazio con il dirigente regionale Sanso.
24 aprile 2009 - Dire
G8. CUB: GOVERNO SCANDALOSO, ALL'AQUILA? CI SAREMO COMUNQUE
(DIRE) Roma, 24 apr. - "E' scandaloso il cinismo con cui il governo, a fini elettorali e per far scomparire dalle prime pagine dei giornali gli effetti della devastante crisi economica, sta strumentalizzando i morti e l'emergenza del terremoto in Abruzzo". Lo afferma Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale CUB. "Quei morti sotto le macerie di case costruite con la sabbia- prosegue Leonardi- sono la eloquente e tragica dimostrazione di cio' che producono il capitale ed il mercato". Comunque "saremo a l'Aquila come saremmo andati alla Maddalena, per impedire ai giganti con i piedi d'argilla di far pagare la crisi ai popoli del mondo invece che alle banche e agli speculatori".
SCUOLA. IL 29 APRILE PRESIDIO CUB DAVANTI UFFICIO REGIONALE
"NO ALLA DEMOLIZIONE DI QUELLA PUBBLICA"
(DIRE) Roma, 24 apr. - La Cub Scuola Roma, insieme ai comitati e i movimenti di precari, ha indetto per mercoledi' 29 aprile, alle 16, un sit-in davanti all'Ufficio scolastico regionale del Lazio, in via Ostiense 131/L, "in difesa dei diritti e della dignita' dei lavoratori della scuola e per il diritto allo studio delle nuove generazioni". A seguito di una rilevazione svolta presso gli istituti scolastici della provincia, la Cub Scuola Roma ritiene "che i tagli decisi dal Governo e pianificati dal ministro Gelmini avranno l'effetto immediato di aumentare il carico di lavoro dei docenti e specialmente degli Ata, rendendo la scuola un servizio inefficace e inefficiente e pregiudicando il diritto allo studio e alla cultura delle nuove generazioni. Tutto questo a fronte dei 4.096 lavoratori esclusi dalla possibilita' di prendere servizio sui posti lasciati dai pensionati, gli oltre 13.000 docenti precari ed i circa 7.500 Ata che in questi ultimi anni hanno garantito l'apertura delle scuole del Lazio". La Cub Scuola Roma -"ritenendo che la precarizzazione sia un passo sostanziale per la completa privatizzazione"- rivendica: "La difesa della scelta delle famiglie per il tempo pieno nelle scuole elementari, contro il maestro unico; trasparenza nella gestione e nel controllo delle graduatorie e delle disponibilita' dei posti; il rinnovo di tutti i contratti a tempo determinato gia' stipulati nel 2008 per il prossimo anno scolastico per garantire l'effettiva riapertura delle scuole a settembre". E ancora: "La trasformazione di tutti i contratti a tempo determinato fino al 30 giugno in contratti annuali (con le ferie pagate) per tutto il personale; un piano di assunzioni a tempo indeterminato di tutti i precari (circa 21.000) su tutti posti effettivamente disponibili nel Lazio". La Cub Scuola Roma ha inoltre richiesto un incontro con il dirigente regionale "in merito alle reali ricadute dei tagli agli organici sui lavoratori del Lazio".
ATC BOLOGNA. IL RISCHIO DEI MINI-AUMENTI BLOCCA IL CONTRATTO
VERTENZA DURA DA 18 MESI; E C'E' PURE UN RICORSO DEI PART-TIME
(DIRE) Bologna, 24 apr. - Dopo un anno e mezzo e piu' di 50 incontri ("non pochi quelli che sono durati piu' di 6-7 ore"), il rinnovo del contratto aziendale dell'Atc di Bologna e' ancora al palo. E ora si trova davanti ad un delicatissimo snodo: l'azienda ha fatto sapere che per l'aumento di stipendio ha a disposizione 500.000 euro, i sindacati partono da una richiesta di un milione e 100.000 euro. Se una quadra non si trova nell'incontro di giovedi' prossimo, e' quasi certo che ripartiranno gli scioperi. In questa situazione, all'incontro di giovedi', le sette sigle sindacali non arrivano compatte. Rdb e Uil accusano gli altri cinque sindacati di sostenere che, se non si chiude questo contratto, l'unico modo per guadagnare di piu' e' una modifica dei turni di lavoro. Lo scoglio principale e' l'aumento, o meglio il rischio di un mini-aumento. Se saltano fuori un milione e 100.000 euro, si puo' arrivare ad un aumento di stipendio annuo di 400 euro (ma lordi); se i soldi sono la meta', tutto si dimezza e i sindacati stimano che nei portafogli dei 1.900 dipendenti Atc arriverebbero solo 20 euro in piu' al mese. Poco, troppo poco, per i rappresentanti dei dipendenti. Ma l'Atc ha le sue ragioni. Comune e Provincia, un anno e mezzo fa, hanno deciso che non avrebbero piu' erogato un milione e mezzo per premiare con una una tantum l'aumento dei passeggeri trasportati. Dopo un lungo tira e molla (che all'inizio di aprile ha visto Rdb e Uil chiedere anche l'intervento della Prefettura), lunedi' scorso l'azienda ha annunciato che si fara' carico con fondi propri di quel milione e mezzo. Solo che cosi' i soldi che le restano per chiudere il contratto diventano "solo" 500.000 euro. "La discussione e' in salita. Noi chiediamo uno sforzo. Siamo partiti da una richiesta di contratto che valeva 3,5 milioni", spiega Maurizio Lunghi (Filt-Cgil). Nel corso della lunga trattativa, Atc ha anche proposto di aumentare di cinque minuti il turno di guida: da 6,25 ore a 6,30: sembra niente ma, si recupererebbero 15 autisti, ognuno dei quali costa all'anno 40.000 euro. I soldi risparmiati potrebbero "premiare" l'aumento del turno. Ma i sindacati hanno respinto la cosa. E si torna al nodo dei 500.000 euro. "Capiamo che c'e' la crisi e che comporta un minor numero di passeggeri, ma non chiediamo la luna. Dovremo cercare di trovarci a meta' strada, altrimenti il prossimo incontro si concludera' con un mancato accordo e non e' da escludere che riprenderemo le iniziative di lotta", avverte Lunghi. Un aumento mensile da 20 euro "e' davvero risibile", aggiunge. Le Rdb se la prendono con Comune e Provincia: tagliando 1,5 milioni hanno ridotto i soldi per il contratto. "E' una risposta che punisce dei lavoratori che fanno bene il loro lavoro, dato che i passeggeri aumentano", dice Gianni Cremonini (Rdb). Il quale e' comunque convinto che ci sia il modo per trovare soldi in piu' per chiudere il contratto in meglio. Ne servono anche, aggiunge Daniele Galletti (Faisa-Cisal) se si vuole evitare che 50 dei 180 dipendenti a part time portino fino in fondo il ricorso gerarchico contro l'Atc per il modo in cui viene applicato il loro regime orario. Se si fa un accordo prima che la cosa si risolva per vie legali si sana la situazione, "ma servono dei soldi in piu'". Tuttavia la trattativa resta un rompicapo. "L'azienda e il suo vertice sono molto arroccati", dice Galletti e Gianluca Neri (Uiltrasporti) aggiunge: "Se dobbiamo fare un accordo per 20 euro in piu' la cosa non ci interessa". La Uil tra l'altro sta portando avanti la sua battaglia legale per denunciare la disapplicazione, negata da Atc, di alcuni istituti contrattuali. La Uil tra l'altro fa sapere di essere pronta a denunciare l'Atc per condotta anti-sindacale se non otterra' i documenti che ha richiesto. Insomma, non solo la cosa e' complicata, ma il clima e' anche parecchio teso. Le Rdb parlano di "condizioni capestro" per definire alcune idee sulla riorganizzazione di turni ed orari. Ad esempio l'ipotesi di non considerare straordinario uno sforamento di un quarto d'ora, come nel caso di chi arriva al capolinea impiegando piu' tempo del previsto a causa del traffico. "Dopo 50 incontri, siamo a un punto fermo", allarga le braccia Giuseppe D'Ambrosio (Sdl). Per questo non si esclude una nuova fase di mobilitazione. Del resto, Uil ed Rdb erano gia' pronte ad azioni di lotta. "Ma non volevamo spaccare il fronte sindacale", assicurano. Invece la divisione s'e' consumata lo stesso: le due sigle accusano le altre cinque (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Faisa-Cisal, Sdl, Ugl) di proporre ai lavoratori, se non si rinnova il contratto, di recuperare quote di stipendio allungando i turni di lavoro; in Atc sarebbe anche circolato un documento (complesso) che prospetta questa opzione.
24 aprile 2009 - Ansa
LAVORO: IBM; TIBONI A CASA MADRE, INVESTIRE IN DIPENDENTI
(ANSA) - MILANO, 24 APR - Dopo le polemiche nate per i bonus vacanza ai manager Ibm e l'annuncio di riduzioni d'organico, il coordinatore nazionale della Confederazione unitaria di base (Cub), Piergiorgio Tiboni scrive alla casa madre statunitense una lettera aperta in cui si chiede, tra l'altro, di «reinvestire negli stipendi dei lavoratori fermi da anni». «Nel pieno della crisi economica mondiale, con 9.600 licenziamenti in Ibm Usa - scrive Tiboni -, il management del dipartimento Gts di Ibm Italia ha riservato per se stesso un consistente bonus mandando i propri componenti in vacanza gratuitamente in un famoso resort, la cui stima dei costi e¨ stata fra i 40.000 e i 150.000 dollari, circa». «Questo spreco di soldi da parte di Ibm Italy Management, oltre che iniquo e oltraggioso nei confronti gli stessi lavoratori, è anche totalmente inaccettabile - prosegue il sindacalista -. Con questa lettera aperta la FlmUniti-CUB chiede ai vertici della casa madre di reinvestire i soldi nelle retribuzioni dei lavoratori Ibm». 'Il sindacato - conclude Tiboni - attenderà una decina di giorni per una risposta a questa lettera, trascorsi i quali continuerà la campagna nazionale coinvolgendo la Ibm Workers International Solidarity (IWIS) e la stampa internazionale«.
24 aprile 2009 - Radio Città Aperta
L’Aquila: rischio amianto per gli sfollati, niente maxiprocesso ai palazzinari. Muore un operaio. Leonardi: ‘Sul G8 scandaloso cinismo del Governo’
di Marco Santopadre
E' stato ascoltato il responsabile della manutenzione della Casa dello Studente di L'Aquila, l'edificio crollato su se stesso causando la morte di ben otto studenti e il ferimento di altri. L'architetto Piero Sebastiani ha negato ogni addebito sottolineando di non avere responsabilità per quanto accaduto e che dopo ogni controllo non si sono evidenziati danni gravi. Numerose erano state le lamentele sullo stato dell'edificio durante lo sciame sismico ma gli studenti che pure chiedevano spiegazioni sulle crepe che ogni volta si aprivano nella struttura venivano rassicurati e invitati a rimanere nei loro appartamenti. Intanto un altro schiaffo alle vittime del terremoto arriva dalla magistratura. Non ci sarà infatti un maxi-processo per i crolli causati dal terremoto. A spiegarlo il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini. «Per ogni palazzo grande che è caduto potremmo fare dei processi separati all'Aquila in maniera più agevole - ha detto - Però è difficile sapere quando. Questo, comunque, accelererà tutto il lavoro». Rossini, annunciando che sono stati fatti ulteriori sequestri, ha detto che «le imputazioni varieranno un poco da caso a caso: se c'è stato semplicemente il crollo, ci sarà semplicemente il reato per il crollo dell'edificio, se invece ci sono morti e responsabilità abbiamo cento volte detto quali sono i capi di imputazione», ha aggiunto Rossini che fin dall'inizio dell'inchiesta ha detto di voler accertare se la natura dei reati è dolosa o colposa.
Amianto nelle macerie a piazza D'Armi. La procedura di triturazione delle macerie vicino a piazza D'Armi (dove si trova la tendopoli più grande di L'Aquila) è stata interrotta oggi perché sono stati rinvenuti materiali pericolosi tra cui amianto. La segnalazione è arrivata ormai parecchi giorni fa proprio da alcuni degli sfollati e da alcuni tecnici ed era stata riportata dal quotidiano il Manifesto martedì scorso. L'esame della campionatora fatto dal Nucleo operativo ecologico di Pescara ha confermato la presenza di amianto nelle macerie delle case del centro storico del capoluogo abruzzese: le macerie sono state fino ad oggi triturate ed ammassate nel piazzale proprio vicino alle tende degli sfollati, aumentando enormemente il rischio che le polveri di amianto così create potessero essere disperse nell’aria e nel terreno circostante da pioggia e vento mettendo in serio rischio la salute delle migliaia di famiglie accampate nei dintorni. Il caso, si giustificano le autorità. è stato tenuto secretato fino ad oggi ‘per non far scattare l'allarme nella tendopoli’.
Un morto durante demolizioni. Oggi il primo morto sul lavoro in Abruzzo dopo il terremoto. A perdere la vita Tullio Di Giacomo, 43 anni, originario di Barete durante una demolizione a Cagnano Amiterno. L'uomo è stato travolto appena sceso dall'escavatore dal crollo di un fabbricato che stava demolendo. La demolizione non era dovuta ai danni riportati dal terremoto, anche se l'edificio era stato segnato dal sisma. Al'interno del locale (una piccola costruzione di una decina di metri quadrati) erano in corso da tempo lavori: chi lo aveva acquistato aveva deciso di eliminare il fabbricato.
Intanto oggi anche il coordinatore nazionale del sindacato CUB interviene sulla decisione di Berlusconi di spostare il vertice del G8 dalla Sardegna a l’Aquila. "E' scandaloso il cinismo con cui il governo, a fini elettorali e per far scomparire dalle prime pagine dei giornali gli effetti della devastante crisi economica, sta strumentalizzando i morti e l'emergenza del terremoto in Abruzzo", afferma Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale della Confederazione Unitaria di Base. "Quei morti sotto le macerie di case costruite con la sabbia - prosegue Leonardi - sono la eloquente e tragica dimostrazione di ciò che producono il capitale ed il mercato. Saremo a l'Aquila come saremmo andati alla Maddalena: per impedire ai giganti con i piedi d'argilla di far pagare la crisi ai popoli del mondo invece che alle banche e agli speculatori", conclude Leonardi.
24 aprile 2009 - Liberazione
Manifestazione anti-G8 nella città assediata dalle forze di polizia.
Nel corteo tanti giovani del Prc siciliano
Se tremila persone vi sembran poche, Siracusa vince la paura
di Checchino Antonini
Siracusa - Tremila persone sono scese verso Ortigia sfilando dal quartiere popolare di Bosco Minniti. E se tremila vi sembrano poche provate a immaginare una manifestazione in un giorno feriale in una città terrorizzata da settimane per la calata dei no global. Poi immaginatela sempre più curiosa che risponde al ringraziamento di tremila ragazzi prima dalle terrazze poi scendendo in strada.
Il giorno inizia con le solite voci incontrollate su un pakistano armato - trafficante di schiavi e di coca - che la docile stampa locale accolla ai facinorosi black bloc anziché a Cosa nostra che controlla quei traffici come fa con gli appalti e pezzi del petrolchimico. Nel bar dell'isolotto, frequentato dalla cosca storica - li riconosci dall'anellone con il leone - si discute su un'improbabile spesa proletaria che sarebbe avvenuta in un supermercato a Bosco Minniti. Il silenzio irreale che regna nell'isola che ospita gli otto grandi inquinatori viene lacerato dalle pale dell'elicottero che non smetterà di scrutare dall'alto i manifestanti. Gli ausiliari del traffico consigliano, bottega per bottega, di tenere chiuso anche l'indomani. Untori. Piccoli gruppi di manifestanti circolano tranquilli già dal mattino. Le polizie si bardano nelle vie laterali al corso. I taxisti rifiutano di portare la gente a Bosco Minniti. Come nei film americani.
Invece il piazzale dove hanno suonato e dormito i manifestanti è stato un piccolo laboratorio. Il quartiere è di quelli difficili, «territorio ostile in una città che è il cuore del comando feudale dell'isola, qui non esiste quasi una sinistra antagonista» dice Federico di Officina rebelde, una delle strutture che hanno dato vita al coordinamento regionale contro il G8. E' un avvocato di 31 anni che ha gestito la trattativa con Comune e questura strappando l'accordo sull'accoglienza e il percorso del corteo in una città stordita dalla militarizzazione.
Confinati nel quartiere popolarissimo, i no global hanno dialogato con i cittadini e condiviso lo spazio con loro. Mentre la ministra Prestigiacomo «si incastellava», si barricava nella fortezza, intanto nel piazzale di corso Italia i ragazzini del quartiere hanno giocato a pallone con i no global e con i rifugiati africani. E il giorno dopo tutti, o quasi, insieme al corteo. In motorino senza casco, le sciarpe azzurre del Siracusa, sfrontati, i giovanissimi hanno scorazzato tra i manifestanti che hanno conquistato la città senza alcuna tensione. Lo slogan applauditissimo: «Case, lavoro, servizi sociali nei quartieri popolari». Chi non era affacciato, era appiccicato alla diretta di una meritoria tv locale. Sembrava, in piccolo, la Cosenza che accolse nel 2002 i centomila del Sud Ribelle. Molti di coloro su cui fu montato il teorema dei Ros sono in piazza venuti da Cosenza, Taranto e dalla Campania. Francesco Caruso convince i cameramen a riprenderlo sotto le vetrine di una famosa banca armata che avrebbe interessi nell'affare Ponte.
Il corteo racconta ancora quel Sud Ribelle, dalle vertenze contro rigassificatori (a Melilli si voterà il 26 e chi ha intascato le tangenti starebbe inondando il paese di buoni benzina per pagare l'astensionismo) a quella contro il Muos, il sistema di antenne che gli Usa vorrebbero piazzare a Niscemi per intercettare ogni nemico, ovunque. Ma l'elettrosmog sarebbe così alto da trasformare un paese di 30mila abitanti in un forno a microonde. Già ora, lo Zio Sam sfora i livelli di inquinamento elettromagnetico. In città c'è solo una professoressa delle superiori che s'è arroccata su posizioni negazioniste sui veleni dell'elettrosmog. Ci sono striscioni sull'acqua da ripubblicizzare, c'è il Social forum di Valverde (8mila abitanti alle porte di Catania: antifascisti, ambientalisti e antimafia), ci sono quelli del No Ponte - che danno appuntamento a tutti per l'8 agosto - e quelli contro il nucleare. Sullo striscione di testa c'è disegnata una ministra bionda che a cavallo di un missile sfreccia in una selva di ciminiere, tralicci e antenne: è la "Presti-G-Atomo" di cui si ricorda la disponibilità a far sorgere una centrale da queste parti e la pesante eredità degli affari di famiglia, legati al polo petrolchimico e ad alcune inchieste sullo smaltimento dei rifiuti tossici.
Da queste parti tutti conoscono il dramma di neonati malformati, di aborti spontanei, di leucemie e tumori tra chi ha lavorato nel triangolo della morte (Augusta- Melilli-Priolo). Sfilano i sindacati (Cobas, Cub e Cgil lavoro e società), spuntano le bandiere di Arci e Legambiente imbarazzati per la scelta dei loro concittadini siracusani di rompere il fronte antiG8. Spuntano perfino quattro drappi di Sl che, dalle pagine del giornale di Ciancio (uno dei cavalieri del lavoro di Catania), aveva pesantemente attaccato i promotori del corteo.
L'internità ai movimenti e alle lotte sindacali, invece, è stata la barra seguita da Rifondazione siciliana, assieme all'elaborazione dei temi all'interno del partito, federazione per federazione, gap per gap. Il risultato è uno degli spezzoni più consistenti e partecipati. Età media bassissima. Non mancano, naturalmente, Pdci, anarchici, Pcl, antagonisti, collettivi studenteschi e giovani separatisti (contro il Ponte per la "Nnipinnenza". «Il movimento c'è e ha compreso la natura del G8: una riunione informale che pretende di decidere per tutti umiliando le Nazioni unite», spiega Ramon Mantovani (Prc).
Il corteo polemizza sotto le finestre dell'Udc («Mafiosi! Mafiosi!»), sfiora orrori urbanistici come la "lacrima di cemento" del Santuario della Madonna delle lacrime o gioielli di archeologia come l'Orecchio di Dioniso. «Ma il simbolo di questo G8 - appunta Ciro Pesacane del forum ambientalista - è il triangolo della morte. La questione ambientale è fondamentale perché è quella che disegna le differenze tra nord e sud del mondo». Berlusconi, dirottando il G8 a L'Aquila, ha rubato la scena anche stavolta: «Un atto di sciacallaggio politico: il G8 va annullato e quei soldi spesi per la ricostruzione», dice Giuseppe De Marzo di Asud. «Potrebbe essere una buona idea quella di aspettare Obama a Vicenza, come hanno suggerito quelli del No Dal Molin, il 4 luglio, giorno dell'indipendenza Usa a ridosso del G8», suggerisce Eleonora Forenza della direzione nazionale del Prc.
24 aprile 2009 - Il Centro
Presidio di fronte all’assessorato della Sanità
Riesplode la protesta dei precari della Asl
PESCARA - I precari della Asl di Pescara hanno presidiato i locali dell’assessorato regionale alla Sanità, in via Conte di Ruvo. Una trentina di persone è scesa in strada causando code e rallentamenti al traffico per chiedere un incontro con il commissario della Sanità Gino Redigolo e con l’assessore regionale Lanfranco Venturoni.
A capo della manifestazione, i sindacalisti di Rdb, Cobas e del Comitato precari.
Da tempo i precari attendono risposte chiare dalle istituzioni sulla stabilizzazione e hanno già messo in atto numerose iniziative di protesta bloccando il traffico del centro della città. Molti precari hanno già perso il proprio posto di lavoro.
24 aprile 2009 - On Tuscia
PROVINCIA, LA RDB: "PERCHE' I RISPARMI COLPISCONO SEMPRE I PRECARI?"
(OnTuscia) – VITERBO – "Qualche tempo fa abbiamo reso incautamente merito a questa amministrazione di aver proceduto alla stabilizzazione di 65 precari tra LSU, CFL e cantieri scuola, anche se con contratto part-time - dichiarano dalla Federazione RdB di Viterbo - credendo che avessero intrapreso una strada virtuosa e solidale, poi vi è stata la "contestata" vicenda delle assunzioni con i fondi europei non proprio esaltante in termini di coerenza e pari opportunità, oggi giunge notizia che sono state ridotte del 20% le ore e quindi il guadagno di gran parte dei circa 100 lavoratori precari rimasti (interinali, cooperative e altro). Un chiaro segnale di inversione di marcia, rispetto alle decisioni prese all’inizio dell’anno. Ridurre gli stipendi dei precari che si attestano su 800/1000 euro al mese, non è il sintomo di una volontà di risparmio – proseguono dalla RdB - ma, secondo noi, il sintomo di una "malattia congenita", che "limita la capacità di vedere lontano" e fa scaricare sulle fasce deboli, "ricattabili e maltrattabili" dei lavoratori ultimi il prezzo di una crisi che sicuramente la politica, soprattutto quella economica ha contribuito a creare. Possibile che i risparmi non tocchino mai le spese di rappresentanza, i costi della politica, i consulenti esterni, l’insieme degli incarichi di segreteria politica dei vari assessori ed i costi del direttore generale? Si vogliono fare dei risparmi? Occorre tirare la cinghia? Si cominci da lì, e non si "spingano" più di 100 lavoratori e relative famiglie oltre l’orlo della povertà. Siamo convinti che debba essere ridimensionato il fenomeno del precariato ma nel senso di assorbimento dello stesso non come peggioramento della condizione non solo dei diritti ma ora anche del salario! Abbiamo una ulteriore domanda che ci urge fare – concludono dalla RdB - perché di fronte a una riduzione di salario a molti precari, assistiamo allo stesso tempo alla stipula di contratti a tempo determinato per importi intorno ai 30.000 euro annui di gran lunga superiori alla maggior parte del personale in ruolo? Facciamo molte domande è vero… ma questo accade perché nessuno dell'amministrazione, in nome della trasparenza della cosa pubblica, si sogna di rispondere e quando lo fa non riesce a convincerci".
24 aprile 2009 - Il Messaggero
Pescara. Sit-in dei precari davanti l'assessorato regionale alla sanità...
Pescara - Sit-in dei precari davanti l'assessorato regionale alla sanità. Il presidio è stato organizzato da RdB-Cobas per mantenere l'attenzione sul problema degli oltre settecento lavoratori della sanità abruzzese che si sono ritrovati a spasso per le scadenze dei contratti. C’è stato anche un veloce scambio di battute tra i sindacalisti ed il commissario per il piano di rientro del debito Gino Redigolo, clima diverso dall'ultimo incontro dove Redigolo era stato messo in salvo dalla polizia. «Il piano di rientro sembra immutabile - spiega Mario Frittelli di RdB - quello che ci interessa è il piano di stabilizzazione e Redigolo ci ha detto che se ne sarebbe parlato nel consiglio dei ministri e sarebbe stato inserito nel decreto omnibus per il terremoto». Sarebbe l'ultima speranza per i precari della sanità in vista dell'arrivo di luglio e dell'entrata in vigore del decreto Brunetta che taglierebbe le gambe ad ogni speranza di stabilizzazione. Redigolo, stamani incontrerà una delegazione di lavoratori della sanità, mentre la prossima settimana sarà la volta dell'assessore Lanfranco Venturoni che si esprimerà sulla possibilità di chiusura della vertenza.(L.Tr.)
24 aprile 2009 - L'Arena
LAVORO. Una quarantina di dipendenti di una cooperativa di servizi ha bloccato l’entrata dello stabilimento, dalle 6 alle 10.30. Alla fine raggiunto un accordo
Protesta in Mondadori
Da dicembre senza stipendio. Prima intesa tra Finservice, manager e sindacati di base
Verona - Quaranta lavoratori e lavoratrici della cooperativa Rm Services hanno bloccato ieri dalle sei alle 10.30 l’entrata dello stabilimento Mondadori Printing in via Montelungo, che dal novembre scorso è passto al gruppo Pozzoni. La cooperativa Rm di San Giovanni Lupatoto - che gestiva in subappalto per conto della Finservice spa, il servizio di logistica legata ai prodotti editoriali - ha chiuso i battenti pochi giorni fa e a questa è subentrata un’altra cooperativa l’Hdl, che ha assorbito solo due lavoratori della precedente. Non solo, dicono i lavoratori, ma anche senza aver percepito lo stipendio da gennaio o da dicembre.
Da qui la protesta che si lega allo stato di agitazione promosso dal sindacato Adl-Rdb (associazione difesa lavoratori- rappresentanti dei lavoratori), sorto con CittadinanzaGlobale. Già mercoledì alla Prefettura era stato formalizzato lo stato di agitazione e dal 14 aprile molti lavoratori avevano incrociato le braccia.
La maggioranza dei dipendenti di Rm sono sono donne sole con figli.
Sono intervenute le forze dell’ordine per vigilare sulla situazione. Lo striscione appeso al cancello dello stabilimento richiamava altre proteste accese: «Noi la crisi non la vogliamo. Italia come in Francia», un messaggio che alludeva ai dipendenti della Caterpiller che presero in ostaggio alcuni dirigenti per non permettere il licenziamento di 700 lavoratori. «Ridateci i nostri soldi», era il ritornello che continuamente veniva ripetuto a turno al megafono dalle donne lavoratrici, per lo più migranti. La possibilità di una trattativa è arrivata quando il capo del personale della Mondadori, l’amministratore delegato della Finservice, Roberto Andreetto, si sono confrontati con l’avvocato Roberto Malesani, legale di Adl-Rdb. E si è raggiunto un accordo: subito ai lavoratori sarebbero stati consegnati 1.000 euro ciascuno. Ma non solo.
«Di fronte alla mobilitazione», recita un comunicato di Adl-Cobas, si è aperto un tavolo di trattavita che ha portato a un’ipotesi di accordo in cui «Finservice si assume l’impegno di pagare gli arretrati salariali dovuti ai lavoratori e si impegna a garantire il posto di lavoro con l’assunzione dei lavoratori ad altra cooperativa operante nei cantieri in appalto».
Inevitabile anche l’intervento dei sindacati convenzionali di Cgil, Cisl e Uil che proprio con la Finservice avevano in corso una trattativa per il recupero dello stipendio di marzo dei dipendenti diretti, in tutto un centinaio dell’azienda da poco diventata spa. «Finservice si è resa disponibile per sanare la situazione dei lavoratori delle cooperative», ha detto Michele Ceschi della Cisl, «ci auguriamo faccia altrettanto per tutti gli altri».
Finservice spa, con sede a Villafontana (Bovolone), ha chiuso il 2007 con un valore della produzione di 14.476.255 euro con un risultato dell’esercizio di 363.345 euro con un utile netto di 24.593 euro e un patrimonio netto di oltre un milione di euro.(A.Z.)
24 aprile 2009 - Corriere del Veneto
La vertenza I soci della cooperativa Rm Service avanzano quattro mensilità
Picchetto alla Mondadori «Sbloccati» i pagamenti
Mille euro a garanzia del saldo, la protesta rientra. Roberto Malesani (Cittadinanza attiva): «Un buon risultato, anche perché la cifrà verrà incassata già in giornata dai lavoratori»
di Davide Orsato
VERONA — Appeso all’inferriata lo striscione «Facciamo come in Francia», in riferimento ai recenti casi di manager sequestrati oltralpe all’interno delle loro imprese dai dipendenti.
Ma la protesta portata avanti, ieri, dai lavoratori soci di una cooperativa di logistica e facchinaggio, la Rm Service, davanti alla Mondadori Printing di Borgo Venezia non si è spinta così in là, anche se più di un disagio, il blocco che una quarantina di persone in tutto ha imposto all’azienda per gran parte della mattinata, è finito per causarlo. Dalle 5 fino alle 10,15 i camion non hanno potuto transitare per quella che è l’unica entrata della ditta abilitata per i grossi mezzi di trasporto.
Motivo della protesta organizzata dal sindacato di base Adl Cobas, il mancato pagamento di quattro mensilità: i lavoratori dichiarano di non ricevere buste paga da dicembre, anche se fino al 14 aprile, i soci della cooperativa, hanno continuato a recarsi in fabbrica. «Poi abbiamo deciso che era giunto il momento di incrociare le braccia - spiega Veronica, presente al picchetto di ieri - ma è stato inutile. Il giorno stesso siamo stati rimpiazzati da un’altra cooperativa ».
Quello dei pagamenti è un problema che coinvolge tre diverse imprese: oltre alla Mondadori e ala Rm Service, c’è anche la Finservice, che gestisce gli appalti con le cooperative per conto dello stabilimento veronese del colosso dell’editoria.
E’ stato l’amministratore di quest’ultima, Roberto Andreetto, a mediare con i lavoratori data l’irreperibilità dei vertici di Rm Service, che sembrano essere gli insolventi: «I soldi alla cooperativa sono arrivati - ha detto Andreetto - ma la situazione è tale che vengono assorbiti tutti dalle banche per far fronte ai precedenti debiti».
Dall’altro versante, a condurre le trattative è stato l’avvocato Roberto Malesani, attivista di associazioni come «Cittadinanza Globale», particolarmente attenti ai diritti dei lavoratori precari e extracomunitari (come sono la maggioranza dei sotto contratto con Rs Service). Alla fine solo i presenti alla protesta hanno ricevuto mille euro di anticipo a garanzia del futuro pagamento.
«Un buon risultato - spiega Malesani - anche perché la cifra verrà incassata in giornata. Adesso chiediamo la ricollocazione dei lavoratori, tramite la Fin service, presso questa o altre ditte. Questo mentre sindacati come Uil non sanno fare altro che consigliare ai lavoratori della cooperative di licenziarsi, per entrare in disoccupazione ». Proprio ai sindacati confederali non è piaciuta l’iniziativa. Ieri mattina erano presenti alla Mondadori Michele Ceschi della Cisl e Stefano Comacchio della Cgil, quanto rappresentanti dei dipendenti (quindi non affiliati alle cooperative) di Fin Service. «Sono azioni pericolose - ha detto Ceschi - in quanto minano un tavolo di concertazione che stiamo portando avanti da mesi. In un momento del genere, azioni come questa rischiano di portare alla chiusura di un’azienda, anziché di fare l’interesse dei lavoratori».
24 aprile 2009 - La Stampa
MURIALDO PROCESSO AL DIRETTORE TECNICO DELLO STABILIMENTO
Due infortuni in cartiera a sei mesi di distanza "Bormida" sotto accusa
di MARCO RAFFA
SAVONA - «Che nella cartiera e specificamente nelle linee 2 e 3 le condizioni di sicurezza fossero carenti, che ci fosse il rischio di infortuni anche gravi, lo avevamo comunicato più volte all’azienda. Senza che cambiasse nulla. Sono stati necessari due incidenti gravi a sei mesi uno dall’altro perché si riuscisse a installare i dispositivi per la sicurezza dei lavoratori».
E’ lapidario Giampiero Icardo (Cub Informazione), delegato per la sicurezza dei lavoratori della Cartiera Bormida di Murialdo, 40 dipendenti, durante la sua deposizione in tribunale per un infortunio avvenuto il 16 dicembre del 2005. Un operaio, Roberto Odella, era rimasto con la mano incastrata tra i rulli trasportatori della carta sulla linea 3, e aveva riportato gravi lesioni al braccio. Rientrato in cartiera (dove peraltro lavora anche oggi) dopo tre mesi di convalescenza, era stato assegnato alla linea 2: dopo altri tre mesi, sempre alla linea 3 era capitato un infortunio pressochè identico al suo, con il ferimento di un collega di lavoro, Emilio Ruffino, oggi in pensione.
Ieri, come imputato, c’era l’ex direttore tecnico della cartiera, Giulio Medici: il coindagato, lo storico amministratore delegato della «Bormida», Antonio Strazzarino, è infatti deceduto a 67 anni nel settembre 2008. E la sua posizione è stata ovviamente stralciata.
A Medici - difeso dall’avvocato Piero Castagneto, legale della cartiera - il pm Ubaldo Pelosi ha contestato l’articolo 437 del codice penale, il non aver cioè garantito con le opportune misure la sicurezza dei lavoratori, non impedendo il verificarsi di due incidenti. Questo perchè sulle due linee, come è stato testimoniato in udienza, mancavano i dispositivi di trasferimento della carta verso i rulli di seccaggio: eliminati quelli «a corda», ne erano stati installati altri ad aria, forse più moderni, ma non avevano mai funzionato.
«Così - ha raccontato al giudice Roberto Odella, il primo degli operai feriti - eravamo costretti ad afferrare a mano il bordo del rotolo, mentre si muoveva ad altissima velocità, e lanciarlo in alto perchè venisse agganciato dai rulli». Odella si è costituito parte civile con l’avvocato Tiziano Gandolfo.
«Nell’infortunio - racconta l’operaio in una pausa dell’udienza - ho riportato uno spostamento della massa muscolare del braccio destro e tuttora nella mano ho problemi di forza e di precisione. Per certe operazioni mi devo aiutare con la sinistra. Ho 43 anni e due figli di 7 e 12 anni: per ora tiro avanti, ma non so come potrò lavorare e mantenere la famiglia in queste condizioni tra dieci, quindici anni. Non sono mai stato risarcito».
Il suo legale, Tiziano Gandolfo, ha infatti chiesto una serie di perizie per stabilire con esattezza il grado di invalidità provocato dall’incidente. Prossima udienza il 22 ottobre.
24 aprile 2009 - RTM
MODICA. DOCUMENTO SINDACALE UNITARIO DEI LAVORATORI DELLA MULTISERVIZI. NIENTE ATTIVITA' E ASSEMBLEA PERMANENTE
Modica - Cgil Fp, Uil Fpl, Cub Trasporti e Ugl dopo l’incontro avuto oggi con il Sindaco, avendo ricevuto notizie ancora poco rassicuranti sul pagamento dei salari arretrati dei dipendenti della Modica Multiservizi S.p.A., e considerato che tante sono ancora le insidie che potrebbero ostacolare il trasferimento delle somme nelle casse della Società, hanno deciso l’astensione dei lavoratori da qualsiasi attività lavorativa e proseguimento dell’assemblea permanente fino a quando con determinazioni sindacali, che daranno le opportune direttive, superando gli eventuali ostacoli, non saranno date le disposizioni per il pagamento che consentirà il riallineamento con i dipendenti di ruolo del Comune. Chiedono, dunque, il pagamento fino alla mensilità di febbraio. Insomma i lavoratori della Multiservizi non torneranno a lavorare se prima non riceveranno tutti gli stipendi maturati ma non ancora liquidati, loro che sono in assemblea permanente da mercoledì perchè avanzano metà stipendio di dicembre, metà tredicesima e le intere mensilità di gennaio, febbraio e marzo. "Il Sindaco - dicono gli interessati - deve liquidarci le somme che ci spettano, se poi ci sono problemi o non si è pagato quanto dovuto in termini contributivi, questo non ci interessa. Non recediamo da un solo passo". E qualcuno minaccia azioni eclatanti. In più ci sono voci, ancora non confermate dall'amministrazione comunale, su 21 dipendenti a rischio cassa integrazione. "E' davvero difficile giustificare ancora ritardi – dice Salvatore Terranova, segretario provinciale Fp Cgil -. Noi, come Cgil, non siamo favorevoli a giungere alla cassa integrazione. Pensiamo che si possa agire in altro modo, assai meno doloroso. Nell'organico della Multiservizi – spiega Terranova – ci sono dipendenti con oltre 60 anni e che hanno maturato già una minima pensione. Si potrebbe, con l'aiuto dello Stato, avviare per loro il processo di prepensionamento. Questo creerebbe posti di lavoro per chi, ancora giovane (si va dai 25 ai 40 anni), rischia oggi la cassa integrazione. Ciò – continua Terranova – permetterebbe di mantenere la costanza di servizio e la qualità dei servizi finora offerti". Altro fronte di protesta è quello che riguarda gli otto lavoratori a tempo determinato il cui contratto è scaduto lo scorso 31 marzo. Questi, secondo quanto ventilato, sarebbero pronti ad adire le vie legali per delle "irregolarità" che, pare, si siano riscontrate all'atto del rinnovo del loro contratto. "Anche in questo caso si può intervenire – aggiunge Salvatore Terranova -. Si possono dare garanzie e certezze a questi lavoratori, evitando dunque le pastoie giudiziarie che potrebbero recare danno sia a loro che al Comune".
24 aprile 2009 - Corriere di Viterbo
La Cisl: "Non confondete sindacato e politica"
Organizzazione del lavoro a Villa Serena
MONTEFIASCONE - "Sembrerebbe quasi un romanzo a puntate". Così Mario Malerba della Cisl Funzione pubblica interviene sulla vicenda dell’organizzazione del lavoro a villa Serena. "Mi riferisco - commenta - a quello che vede l’amministrazione e i dipendenti di villa Serena, involontariamente e a più riprese, sulla stampa locale. E, visto che certi lamentano che alcune sigle sindacali non tutelino gli interessi dei lavoratori, rammento a chi ha poca memoria che Cgil, Cisl ed Rdb erano presenti all’ultima riunione dove si concordò un nuovo piano di lavoro per l’utilizzo del personale di alcune qualifiche, a tempo pieno, in modo produttivo e in maniera sperimentale". C’è di più. "Erano presenti - puntualizza - anche nella penultima riunione dove si è deciso rispetto ai piani e turni di lavoro e all’utilizzo del personale con una ipotesi poi disattesa dall’amministrazione. Aggiungo che l’affermazione che Cgil, Cisl ed Rdb non abbiano iscritti è falsa e, come tale, da rispedire al mittente. Non so se tutta questa pubblicità durerà sino alle prossime elezioni comunali; so solo che è singolare che si faccia politica coinvolgendo lavoratori, il più delle volte strumento involontario di chi, magari contemporaneamente sindacalista e uomo di partito, cerca in ogni modo visibilità politica". "Personalmente - conclude Malerba - non credo che le due funzioni siano sovrapponibili, ma evidentemente ci sono le eccezioni che confermano la regola. Un comportamento sindacale responsabile e corretto deve tenere conto della generalità dei problemi che subisce ora la sanità, e deve coniugare gli interessi dei lavoratori con quelli dell’utente. Per questo lavoreremo in un confronto leale, continuo e anche critico, da soli o in compagnia. Il resto è politica bieca, strumentale e squallida"(a.q.)
23 aprile 2009 - Adnkronos
G8: LEONARDI (CUB), SCANDALOSO CINISMO CON CUI GOVERNO STRUMENTALIZZA TRAGEDIA
'SAREMO ALL'AQUILA COME SAREMO ANDATI ALLA MADDALENA'
Roma, 23 apr. - (Adnkronos) - ''E' scandaloso il cinismo con cui il governo, a fini elettorali e per far scomparire dalle prime pagine dei giornali gli effetti della devastante crisi economica, sta strumentalizzando i morti e l'emergenza del terremoto in Abruzzo''. Ad affermarlo in una nota e' Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale Cub. ''Quei morti sotto le macerie di case costruite con la sabbia -prosegue Leonardi- sono la eloquente e tragica dimostrazione di cio' che producono il capitale ed il mercato. Saremo a l'Aquila come saremo andati alla Maddalena: per impedire ai giganti con i piedi d'argilla di far pagare la crisi ai popoli del mondo invece che alle banche e agli speculatori'', conclude il coordinatore Cub.
23 aprile 2009 - Agi
G8: CUB, "CINISMO SCANDALOSO, A L'AQUILA CI SAREMO COMUNQUE"
(AGI) - Roma, 23 apr. - "E' scandaloso il cinismo con cui il governo, a fini elettorali e per far scomparire dalle prime pagine dei giornali gli effetti della devastante crisi economica, sta strumentalizzando i morti e l'emergenza del terremoto in Abruzzo". Lo afferma Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale CUB-Rdb. "Quei morti sotto le macerie di case costruite con la sabbia - prosegue Leonardi - sono la eloquente e tragica dimostrazione di cio' che producono il capitale ed il mercato. Saremo a l'Aquila come saremo andati alla Maddalena: per impedire ai giganti con i piedi d'argilla di far pagare la crisi ai popoli del mondo invece che alle banche e agli speculatori", conclude il coordinatore CUB.
SANITA': PRECARI PRESIDIANO ASSESSORATO A PESCARA
(AGI) - L'Aquila, 23 apr. - I precari della Asl di Pescara stanno presidiando i locali dell'assessorato regionale alla Sanita', in via Conte di Ruvo. Sono una trentina e chiedono un incontro con il commissario della Sanita', Gino Redigolo, e con l'assessore regionale Lanfranco Venturoni. Da tempo i precari attendono risposte dalle istituzioni sulla stabilizzazione, e hanno gia' messo in atto numerose iniziative di protesta. Molti precari, poi, hanno gia' perso il posto di lavoro. A capo delle manifestazioni i sindacalisti di Rdb, Cobas e Comitato precari.
23 aprile 2009 - Dire
LAVORO. RDB-CUB CRI: BRUNETTA DIA RISPOSTE VOLTE AD ASSUNZIONI
RESPONSABILITA' PRECARI ANCHE DI DIRIGENTI CROCE ROSSA E REGIONI
(DIRE) Roma, 23 apr. - "Il ministro Brunetta continua a negare la possibilita' di stabilizzazione dei precari in Croce rossa italiana con la scusa della mancanza di posti in organico". Lo afferma Massimiliano Gesmini, della Rdb-Cub Croce rossa, secondo il quale "la realta' e' ben diversa, perche' le carenze in organico ci sono e ad oggi, in base a dati ufficiali forniti dallo stesso Ente, sono pari a 1.254 unita'. Al contempo- prosegue- il commissario straordinario Cri, Francesco Rocca, con un recentissimo atto di indirizzo, nel disporre il non trattenimento in servizio del personale che ha raggiunto i requisiti per la pensione, dichiara di voler 'attuare un ricambio generazionale del personale Cri mediante l'avvio di specifiche procedure di reclutamento di nuove unita' di personale appositamente formato e motivato'". Gesmini e il suo sindacato si domandano, "a questo punto, perche' da un lato si attesta la necessita' di reclutare nuovo personale, mentre dall'altro si intende scaricare quello gia' presente, precario, formato e motivato, ad Asl e Regioni, le quali sino ad oggi non hanno mostrato alcuna disponibilita' a farsene carico, come Brunetta, in una strumentale interpretazione della Finanziaria 2008, continua testardamente a sostenere?". Si interroga ancora Gesmini: "Dobbiamo forse temere che il progetto perseguito sia quello di mandare i precari Cri in ditte e cooperative, esternalizzando definitivamente lavoratori e servizi essenziali (come 118, assistenza ai disabili gravi, ai migranti ecc.) ed aver mani libere in Cri per smantellare l'Ente pubblico o per scegliere discrezionalmente il personale da assumere?". L'Rdb-Cub Croce rossa pretende quindi "delle risposte da tutti i soggetti coinvolti, che siano immediate, chiare e dirette all'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari in qualita' di pubblici dipendenti. E lo ribadiremo con forza- conclude il rappresentante- col nostro sciopero del prossimo 4 maggio".
ASILI. RDB-CUB: VERSO SCIOPERO SERVIZI EDUCATIVI COMUNALI
(DIRE) Roma, 23 apr. - Si e' tenuta questa mattina presso il Dipartimento XI Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma l'assemblea cittadina del personale dei nidi capitolini e dei genitori dei piccoli utenti organizzata dalla Rdb-Cub. "Alta l'affluenza, circa 500 persone- dice una nota- nonostante i veri e propri boicottaggi messi in atto da molti Municipi che hanno insinuato l'illegittimita' della convocazione". "Gli interventi delle lavoratrici si sono concentrati in un vero e proprio atto d'accusa nei confronti dell'Amministrazione comunale e delle complicita' con le organizzazioni sindacali concertative- prosegue la nota- In particolare e' stata sottolineata l'imminente riduzione del personale, che rischia di congestionare ulteriormente il servizio, e l'avvio della privatizzazione dei servizi ausiliari. Anche i genitori hanno espresso grande preoccupazione per il sostegno economico garantito ai nidi convenzionati, dove e' certamente peggiore la qualita' del servizio su cui incide il peso della condizione precaria delle educatrici". "Fra i rappresentanti dell'Amministrazione e delle forze politiche cittadine hanno portato il loro saluto all'assemblea solo due consiglieri municipali, uno dei quali, Claudio Ortale, e' intervenuto anche a nome del Consigliere comunale Alzetta, impossibilitato per problemi di salute- sottolinea la nota- La solidarieta' attiva di molti genitori e comitati di gestione si e' fatta sentire fino alle porte dell'assessorato, che ha tuttavia rifiutato l'incontro con una delegazione di lavoratrici e genitori, richiedendo l'intervento delle forze dell'ordine". "La chiusura di ogni possibilita' di dialogo e la sufficienza adottata dall'assessore Marsilio ne rivelano la vera natura autoritaria- ha commentato Caterina Fida, della Rdb del Comune di Roma- Ma se l'assessore sperava in una sostanziale rassegnazione delle lavoratrici, ha fatto male i suoi conti. La massiccia partecipazione di oggi e la decisa volonta' di proseguire la lotta impongono una inversione di rotta nelle scelte politiche di questa giunta: prima gli asili, poi le parate celebrative". La Rdb-Cub, raccogliendo l'invito dell'assemblea, "si fara' promotrice di una manifestazione cittadina sui nidi che porti la protesta direttamente al sindaco Alemanno, con contestuale sciopero di tutto il personale, che saranno indetti nell'arco dei prossimi 20 giorni".
23 aprile 2009 - Ansa
OGGI NEL LAZIO
(ANSA) - ROMA, 23 APR - AVVENIMENTI PREVISTI PER OGGI NEL LAZIO : ....
10.00, Roma, Dipartimento XI politiche educative e scolastiche via Capitan Bavastro 94. Assemblea dei lavoratori,dei genitori e dei bambini per difendere i servizi educativi, organizzata dalla Rdb...
23 aprile 2009 - Omniroma
GLI APPUNTAMENTI DI OGGI
(OMNIROMA) Roma, 23 apr - ....
Assemblea dei lavoratori, dei genitori e dei bambini per difendere i servizi educativi, organizzata da Rdb - Cub Comune di Roma. Dipartimento XI, via Capitan Bavastro 94 (ore 10.00)...
23 aprile 2009 - Roma Uno
Nidi del Comune: imminenti sciopero e manifestazione
Roma - Si è tenuta questa mattina presso il Dipartimento XI Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma l'assemblea cittadina del personale dei nidi capitolini e dei genitori dei piccoli utenti organizzata dalla RdB-CUB. Alta l'affluenza, circa 500 persone, nonostante i veri e propri boicottaggi messi in atto da molti Municipi che hanno insinuato l'illegittimità della convocazione. Gli interventi delle lavoratrici si sono concentrati in un vero e proprio atto d'accusa nei confronti dell'Amministrazione comunale e delle complicità con le organizzazioni sindacali concertative. In particolare è stata sottolineata l'imminente riduzione del personale, che rischia di congestionare ulteriormente il servizio, e l'avvio della privatizzazione dei servizi ausiliari. Anche i genitori hanno espresso grande preoccupazione per il sostegno economico garantito ai nidi convenzionati, dove è certamente peggiore la qualità del servizio su cui incide il peso della condizione precaria delle educatrici.
23 aprile 2009 - City
Le maestre dei nidi restano precarie
Bologna - Le precarie dei nidi comunali sono tornate alla carica: insieme alle Rdb, hanno manifestato davanti e dentro il Comune per dare man forte alla delegazione impegnata nell’incontro di ieri con l’assessore alla Scuola, Milli Virgilio, quello al Personale, Paola Bottoni, e il direttore del personale del Comune. La pressione, però, è finita con un buco nell’acqua: l’assunzione delle 112 precarie in lotta da mesi non ci sarà. E le maestre, la cui protesta è stata accuratamente evitata dal sindaco Cofferati, uscito da un’altra porta, se ne sono andate molto abbattute. Ma con una promessa: "Alzeremo il livello dello scontro - promette Letizia Arcuri delle Rdb - e non solo nei confronti di questa amministrazione". Netta la replica della Virgilio: "Chiedono privilegi illegittimi per essere messe in cima al bando".
23 aprile 2009 - Il Resto del Carlino
MAESTRE DEI NIDI, NIENTE ASSUNZIONE «ADESSO SARA' SCONTRO DURO»
Bologna - LE PRECARIE dei nidi comunali sono tornate alla carica. E, insieme alle Rdb, hanno manifestato davanti e dentro Palazzo d'Accursio per appoggiare la delegazione impegnata nell'incontro con l'assessore alla Scuola, Milli Virgilio e quello al Personale, Paola Bottoni. La pressione, però, è finita con un buco nell'acqua: l'assunzione delle 112 precarie in lotta ormai da mesi non ci sarà. E le maestre, che per due ore hanno manifestato con slogan e filastrocche se ne sono andate visibilmente abbattute. Ma con una promessa: «Alzeremo il livello dello scontro promette Letizia Arcuri delle Rdb e non solo nei confronti di questa amministrazione».
23 aprile 2009 - Il Bologna
Una fumata nera per maestre nidi
Bologna - Nessuna novità per le 112 maestre dei nidi, scadenza del contratto a giugno, che ieri hanno incontrato l'assessore Milly Virgilio che però ha detto: «Chiedono privilegi illegittimi». Per le Rdb si stanno privatizzando i nidi.
23 aprile 2009 - Italia Sera
Asili nido, RdB -CUB: la Giunta "resta immobile"
Roma - "Questa assemblea vuole parlare a tutta la città del problema dei nidi. Un problema che non è più soltanto legato alle rivendicazioni del personale". Così in una nota Caterina Fida, della RdB-CUB Comune di Roma, presenta l’iniziativa organizzata dalla RdB per la giornata di oggi, presso il Dipartimento XI Politiche Educative e Scolastiche. "Tra il 2004 e il 2009 - riferisce Fida - la privatizzazione attuata in questo settore ha fatto sì che i nidi comunali siano passati da 160 a 191 sedi, mentre quelli privati, però sempre finanziati dal Comune di Roma, sono aumentati da poco meno di 40 sedi alle attuali 196. Numeri che attestano come la carenza di posti e di sedi è stata fronteggiata dando soldi al privato. Si aggiunga a questo il taglio del personale ed il peggioramento delle condizioni lavorative, sia nel pubblico ma tanto più nel privato, ed il gioco è fatto: i nidi vengono trasformati da luoghi educativi, dove dovrebbe essere garantito a ciascun bambino lo sviluppo fisico, intellettuale ed emotivo, in parcheggi per l’infanzia". "La giunta Alemanno si riempie la bocca di politiche per la sicurezza sociale - prosegue Fida - ma fino ad oggi in questo settore è stata sostanzialmente immobile".
23 aprile 2009 - Il Gazzettino
«Nuovo ospedale grande business non necessario»
Padova - La realizzazione del nuovo Ospedale? Un colossale sforzo congiunto che, alla fine dei conti, non vale la candela.
Ne è convinta la "Rete per la città sana", formata da rappresentanze sindacali di base della sanità RdB, Amissi del Piovego, Comitati cittadini "Ambiente salute e territorio" che hanno redatto un dossier chiedendosi quali sono le vere priorità dei padovani e concludendo che la mastodontica costruzione sarebbe più un business che una risorsa.
«A nostro avviso Padova non ha bisogno di una nuova struttura ospedaliera, tra l'altro destinata dalla velocità con cui si aggiorna la medicina di eccellenza, a nascere già vecchia e superata, ma necessita piuttosto - riassume Maria Antonietta Ponchia di RdB - di una nuova concezione di Ospedale per la quale è più che sufficiente un'attenta e corretta riutilizzazione dell'esistente».
Come? Primo: decentrare nel territorio servizi oggi concentrati tra le mura nosocomiali. «Si deve approntare una rete organizzativa che consenta per le patologie di media specialità, per esempio gli interventi chirurgici addominali, le complicanze diabetologiche, la riabilitazione post-infarto, di ricorrere ai servizi dislocati sull'intera provincia».
Secondo: programmare gli investimenti in base alla domanda di salute e non alle esigenze di bilancio. «In questi anni - rileva il sindacato - abbiamo assistito alla ricerca delle prestazioni, all'aziendalizzazione della sanità a tutto discapito della medicina sociale preventiva che oggi viene accantonata perché non garantisce profitti nel mercato della salute. In realtà un investimento sulla prevenzione porterebbe a risultati importanti: pensiamo solo al risparmio di risorse pubbliche nella spesa sanitaria nazionale».
Terzo: continuità assistenziale. «Attivando la sinergia di servizi - medico di base, servizi sociali, Utap - si può garantire oltre all'intervento nella fase acuta anche il recupero e la riabilitazione». Quarto: più partecipazione e trasparenza. «Da tempo le politiche sanitarie attuate nel Veneto hanno favorito il verticismo dei direttori generali, che di fatto rispondono solo politicamente ai partiti, senza alcun reale controllo sui risultati ottenuti. Occorre quindi potenziare le forme di controllo, da parte dei cittadini, delle politiche per la salute costruendo forme continue di monitoraggio e verifica pubblica».
Insomma, per dirla con la Rete, «Le priorità per i padovani sono altre: la riduzione delle liste d'attesa, il miglioramento dei servizi, la dignità e l'umanizzazione delle cure. Il nuovo Ospedale, per di più dalla collocazione infelice, apre la strada a speculazioni edilizie, e non solo. Pensiamo al terreno su cui sorge l'attuale ospedale: una zona della città che sicuramente fa gola a molti».
« L'integrazione della rete ospedaliera provinciale e una collaborazione positiva sarebbe utile - concludono gli autori del dossier - per garantire un equilibrio territoriale nelle risposte ai cittadini, valorizzando le competenze dell'intera rete ospedaliera del Veneto».(F.Capp.)
Conegliano. «Mobilitiamoci perché la salute è un diritto di tutti
e noi siamo medici e non spie»...
di Elisa Giraud
Conegliano - «Mobilitiamoci perché la salute è un diritto di tutti e noi siamo medici e non spie». Con questo slogan circa cinquanta no global hanno manifestato ieri sera davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale civile contro la norma (non ancora approvata) contenuta nel pacchetto sicurezza che prevede la cancellazione del divieto di segnalazione degli immigrati irregolari da parte di medici, infermieri e del personale ospedaliero. Tra i manifestanti, giunti da Treviso, Padova e Venezia, anche medici ed infermieri che lavorano nel padovano. Una protesta pacifica, un presidio informativo come l’hanno definita, non contro la struttura ospedaliera ma contro quella proposta che la Camera potrebbe far diventare legge e che secondo le associazioni Ubiklab, ADL e Rights Now viola il diritto alla salute delle persone. «L’effetto della proposta è stato infatti un calo del 20%, da febbraio ad oggi, degli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture mediche – spiega Nicola responsabile dello sportello ‘Rights Now’ di Padova – e non solo ospedali, anche presso gli ambulatori dove di solito questi stranieri si rivolgono». «Si è creato un clima di paura tra gli immigrati - sostengono i manifestanti - Il pericolo non è solo per "loro", i cosiddetti clandestini, è l’intera collettività ad essere minacciata dal rischio di malattie non curate e contagiose ma soprattutto da un passo indietro che ci porta al medioevo dei diritti». Secondo le associazioni, c’è stata una forte adesione di medici, infermieri e personale sanitario al coro dei no al quale si sono unite le associazioni di categoria ed i sindacati. È stato scelto il nosocomio coneglianese come luogo della prima protesta nella Marca perché a fine marzo c’è stato il caso di una ragazza nigeriana raggiunta dal decreto di espulsione dopo che si era rivolta al Pronto Soccorso ed era stata segnalata alle forze dell’ordine dal medico perché si è rifiutata di dare le sue generalità. A presidiare l’ospedale oltre ai no global anche un discreto numero di agenti delle forze dell’ordine, tra Polizia e Carabinieri con i rispettivi dirigenti. Presenti sul posto anche i vertici della azienda sanitaria con il direttore generale Angelo Lino Del Favero, la dirigente dei Servizi Sociali Marisa Durante e il direttore sanitario Sandro Cinquetti. «Ribadisco che il caso della ragazza nigeriana non centra nulla con il pacchetto sicurezza – ha affermato il direttore Del Favero – I medici inoltrano le segnalazioni anche degli italiani se il caso lo richiede». Il direttore generale ha affermato inoltre che «i medici hanno la facoltà di scegliere come comportarsi», l’ospedale dunque non ha dettato alcune linee direttive. A Padova l’associazione ‘Rights Now – Diritti ora’ ha aperto un punto informativo (che si è dotato di numero verde 800 680 893) «per non far sentire soli i colleghi che vogliono garantire il diritto alla salute per tutti e per denunciare chi denuncia» sostengono; sportello che è intenzione dell’associazione aprire anche nelle altre province venete.
23 aprile 2009 - Centumcellae news
"Come mai Renda e Spanu non erano in Tribunale?"
Il sindacato RdB torna a denunciare la presunta conflittualità del doppio ruolo svolto dall'avvocato Spanu
CIVITAVECCHIA - <Come mai nell’udienza del 21 Aprile per la causa di diffamazione a mezzo stampa intentata dal Sig. Renda nei confronti del nostro sindacalista Flavio Zeppa, erano assenti sia l’avvocato Giovanni Spanu che lo stesso Renda?>. A chiederselo è la Federazione RdB Cub di Civitavecchia, che si domanda se tale assenza sia legata alla presunta conflittualità denunciata le scorse settimane dallo stesso sindacato circa il contestuale ruolo ricoperto da Spanu come avvocato in convenzione di Etm e come legale personale di Renda. <Forse esiste davvero la conflittualità da noi sollevata? – prosegue la RdB - E’ deontologicamente corretto tutto ciò? Aspettiamo fiduciosi la risposta del Presidente dell’Ordine degli Avvocati. Nel frattempo l’Etm e i Sigg,ri Renda e Iarlori cosa faranno? Forse si affideranno ad un altro avvocato?>.
23 aprile 2009 - Radio Aldebaran
Riva Trigoso Sfiorato un nuovo incidente alla Fincantieri, la rabbia dei Cub
L'episodio è avvenuto ieri a bordo di una Fremm.
Critica la FMLUniti-Cub che attacca i delegati sindacali.
Riva Trigoso - Dopo il crollo del braccio di una gru avvenuto lo scorso 25 settembre, ieri alla Fincantieri di Riva Trigoso si è rischiato un nuovo grave incidente. L'episodio viene portato alla luce dal Collettivo lavoratori FMLUniti-Cub Riva Trigoso. Secondo quanto riferito, a bordo di una Fremm si stava lavorando con una gru per recupeare dalla nave scarti di ferro quando un golfare del cestello si è improvvisamente strappato, precipitando al suolo. Fortunatamente in quell'istante nessuno stava transitando sotto alla gru. E la FMLUniti-Cub se la prende con i delegati sindacali: una delegazione di lavoratori avrebbe infatti cercato un confronto con loro, riscontrando però scarsa propensione al dialogo ed arroganza.
23 aprile 2009 - La Tribuna di Treviso
Ieri una cinquantina di manifestanti. L’Usl: «Nessuna denuncia di clandestini»
«I medici non devono fare le spie» Sit-in no global davanti all’ospedale
CONEGLIANO - Una cinquantina di no global ha effettuato un presidio ieri pomeriggio davanti all’ospedale per protestare contro il decreto legge che vorrebbe che i medici segnalassero gli stranieri clandestini che arrivano negli ospedali. «La salute è un diritto, medici non spie» questo lo slogan scritto dai manifestanti su uno striscione appeso fuori dall’ospedale. Una manifestazione pacifica, controllata a distanza da alcune decine di uomini della polizia e carabinieri. Non è mancata comunque un po’ di tensione. Il sit-in è stato organizzato dalle associazioni Adl Treviso, Ubik Lab, Razzismo stop Padova e Venezia e Donne in movimento. Vi hanno partecipato anche alcuni infermieri dell’ospedale di Padova. «Migliaia di migranti per timore della segnalazione già da mesi non si fanno curare. Siamo tutti noi costretti da una legge ingiusta e disumana che mina la nostra sicurezza, la salute pubblica, a correre enormi rischi - sostengono i no global - la Lega, indiscussa protagonista della partita contro i migranti, è disposta a rinviare la cancellazione del divieto di segnalazione in cambio del prolungamento dei tempi di detenzione nei centri di espulsione». La protesta è scoppiata in seguito al caso di una giovane nigeriana clandestina, che nelle scorse settimane era arrivata in ambulanza al nosocomio coneglianese con ferite. Dopo essere stata curata, ma essersi rifiutata di fornire le generalità al personale medico, gli stessi dottori come da prassi nell’Ulss 7 hanno chiesto l’intervento della polizia ipotizzando che la ragazza fosse minorenne. L’accertamento da parte delle forze dell’ordine aveva verificato che si trattava di un’extracomunitaria senza permesso di soggiorno e per questo è stata munita di un decreto di espulsione. Ieri ad osservare i manifestanti protetti dalle forze dell’ordine c’era tutta la dirigenza dell’azienda sanitaria, dal direttore generale Lino Del Favero, al direttore sanitario Sandro Cinquetti al primario del pronto soccorso di Conegliano Enrico Bernardi.(di.b.)
23 aprile 2009 - Il Giorno
Ganasce alle auto dei medici. Si solleva un polverone
ALL'OSPEDALE DI CODOGNO
CODOGNO - «GANASCE» alle auto di infermieri e medici, scatta la rivolta. Per dire basta alla sosta selvaggia lungo il viale alberato che conduce al Pronto Soccorso, nel pomeriggio di martedì, la direzione sanitaria dell'ospedale di Codogno ha allertato il carroattrezzi per sgomberare la zona tra la centrale termica e lo spazio dell'elisoccorso. Risultato: una decina di auto di proprietà di medici, infermieri e di alcuni parenti dei pazienti sono state rimosse o, accertata l'impossibilità di portarle via, bloccate sul posto mediante due paletti collocati sotto la macchina. Brutta sorpresa dunque per i proprietari che hanno dovuto recarsi all'officina di fronte all'ospedale e sborsare 63 euro per riavere la propria auto. La circostanza ha mandato su tutte le furie Gianfranco Bignamini del sindacato Rdb. «L'AMMINISTRAZIONE ospedaliera non è in grado di garantire per i propri lavoratori un posto auto - spiega Bignamini - ora chiediamo la restituzione dei soldi ai dipendenti che erano venuti all'ospedale per lavorare o frequentare corsi di aggiornamento. Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e per lunedì chiediamo di incontrare i vertici dell'azienda. Se ci sarà negato il faccia a faccia, martedì mattina bloccheremo l'accesso al nosocomio facendo passare solo le autoambulanze». Il direttore sanitario Valerio Tagliaferri conferma la mano pesante, ma ribadisce che l'azione è rivolta nell'interesse degli utenti dell'ospedale. «Il nosocomio è per i pazienti, non per le auto. Non è la prima volta che faccio intervenire il carroattrezzi, anche se martedì l'operazione di sgombero è stata particolarmente corposa visto che le auto erano in prossimità dell'eliporto. Proprio alcuni giorni fa, a causa del fatto che molte vetture erano state parcheggiate in prossimità dell'area di atterraggio, l'elicottero era dovuto scendere sull'erba. Il fatto è inaccettabile. Senza contare che c'è chi parcheggia negli stalli riservati ai disabili, alle ambulanze e persino lungo la discesa del pronto soccorso».(M.B.)
23 aprile 2009 - Il Cittadino
Carro attrezzi all’ospedale, rimosse le auto "abusive"
di Luisa Luccini
Codogno - Parcheggio selvaggio in ospedale a Codogno: si infiamma la polemica per l’arrivo del carro attrezzi. E stavolta ad alzare la voce sono i sindacati: perché a pagare i 74 euro per riavere la propria autovettura posteggiata in zona vietata sono stati anche quattro medici e un paio di infermieri al lavoro proprio in ospedale. I fatti riportano al pomeriggio di martedì e focalizzano quella zona di giardino dell’ospedale dov’è il pronto soccorso, l’ingresso della farmacia ospedaliera, l’eliporto di atterraggio degli elicotteri di soccorso. Ogni giorno, proprio in questa zona, ci si imbatte in macchine parcheggiate in divieto, spesso di ostacolo al passaggio di ambulanze e mezzi di soccorso. Oltre a transenne e cartelli di divieto, l’ospedale da mesi si è pure affidato all’intervento del carro attrezzi. Che è scattato anche martedì. Dieci le macchine segnalate in sosta vietata: alcune di loro sono state direttamente rimosse dal carro attrezzi, le altre invece sono state bloccate a terra con appositi perni. Uguale per tutti la sanzione emessa: 74 euro. Oltre a qualche cittadino esterno, tra i multati vi sono stati però anche dei lavoratori dell’ospedale, quattro medici e un paio di infermieri. Ed è così scattata la protesta dei sindacati. «Un fatto vergognoso - sbotta Gianfranco Bignamini dell’Rdb, sostenuto da tutta l’Rsu aziendale -. Chi ha fatto sequestrare i veicoli di questi lavoratori è la stessa direzione sanitaria di presidio che finora non è stata capace di assicurare posti macchina per i propri dipendenti. Da anni - continua Bignamini - ci stiamo battendo per avere un ospedale che risponda a tutte le esigenze, anche di parcheggio, di lavoratori e cittadini. E invece nulla». Bignamini ha già inviato la sua protesta scritta ai vertici generali dell’Azienda ospedaliera. E promette battaglia: «Alla direzione generale chiediamo un incontro urgente per lunedì mattina e pure la restituzione dei soldi spesi dai dipendenti. Se le nostre richieste non saranno accolte, martedì bloccheremo l’ingresso dell’ospedale, facendo passare solo le ambulanze». Direttore sanitario dell’ospedale di Codogno, il dottor Valerio Tagliaferri non sconfessa però l’intervento del carro attrezzi. «Dieci giorni fa un elicottero di soccorso è dovuto atterrare nell’erba perché l’area dell’eliporto era bloccata da macchine in divieto - sottolinea Tagliaferri -. E dunque: ci sono divieti di sosta che devono essere rispettati da tutti, cittadini esterni ma anche lavoratori dell’ospedale. Anzi: questo rispetto lo dovrebbero avere a maggior ragione proprio i dipendenti, che ben sanno la necessità di avere passaggi liberi per ambulanze, mezzi di soccorso ed elicotteri. La restituzione dei soldi? Non se ne parla nemmeno: nessuno gridi allo scandalo, piuttosto tutti si impegnino a rispettare le regole».
23 aprile 2009 - Il Giornale di Ragusa
La situazione potrebbe degenerare
Il braccio di ferro con il Comune. La Multiservizi non arresta la protesta
di Sergio Randazzo
Modica - E’ un braccio di ferro destinato a non trovare semplice soluzione, quello tra l’amministrazione comunale di Modica e la Modica Multiservizi. Gli operatori continuano nella loro protesta, iniziata ieri mattina a Palazzo San Domenico in un clima surriscaldato. I dipendenti ieri hanno manifestato tutto il loro stato di disagio per una situazione che potrebbe esplodere ancor di più se la situazione non trova risposte concrete. E proprio stamattina le sigle sindacali che appoggiano lo stato di agitazione della Multiservizi, CGIL UIL CUB Traporti e UGL, hanno scritto una lettera al Prefetto di Ragusa, Carlo Fanara, per chiedere al rappresentante territoriale del Governo un incontro per discutere della delicatissima posizione dei lavoratori della Multiservizi. E sempre le sigle sindacali hanno chiesto ieri al sindaco di Modica, Antonello Buscema, che il comune venga incontro alle esigenge dei dipendenti versando la somma di 2,000 quale acconto delle mensilità arretrate. Somma che potrebbe essere versata, fanno sapere dal CUB Trasporti, già la prossima settimana. E intanto sarebbero 21 i dipendenti pronti ad essere inseriti nelle liste della cassa integrazione, che vuol dire l’anticamera del licenziamento. Chi saranno i prescelti e con quale criterio però non è dato ancora saperlo.
23 aprile 2009 - Suddest
Intanto i dipendenti sono in assemblea permanente
Modica - Prima lo stato di agitazione, adesso l'assemblea permanente. Un vero e proprio ultimatum è stato lanciato dai lavoratori della Modica Multiservizi, all'indirizzo dell'amministrazione comunale. In un documento, a firma di Fp Cgil, Fpl Uil, Cub Trasporti ed Ugl, viene proclamata infatti l'assemblea permanente a partire da ieri mattina. "Ogni giorno - scrivono le sigle sindacali firmatarie della nota - i lavoratori si presenteranno regolarmente nei loro posti di lavoro, riunendosi in assemblea. Questa assemblea durerà sino a quando saranno erogati i giusti salari che, comunque, non potranno essere inferiori alla somma minima di 2mila euro per ciascun dipendente". La decisione è scaturita al termine delle notizie definite "poco rassicuranti" giunte dal dirigente del settore Finanze di palazzo San Domenico. Come già anticipato nei giorni scorsi, il dirigente comunale attende che la ditta presenti il Documento unico di regolarità contributiva, che può essere emesso solo dopo che la Multiservizi avrà pagato almeno una rata del debito rateizzato contratto con l'Inps. "La situazione non è più sostenibile - dicono ancora le sigle sindacali -. Ecco perchè siamo giunti alla decisione di convocare queste assemblee permanenti, sino a quando non si passerà ai fatti e questi non possono che essere rappresentati dall'erogazione delle somme che ciascun dipendente giustamente pretende".
23 aprile 2009 - La Sicilia
Modica. Multiservizi: iniziata ieri l'assemblea permanente
Modica - Multiservizi: iniziata ieri l'assemblea permanente. Hanno espresso condivisione della protesta la Cgil, l'Uil, la Cub Trasporti e l'Ugl. Da circa sei mesi i dipendenti lavoratori della società partecipata non percepiscono lo stipendio ma non è solo questo a preoccupare ma anche il futuro occupazionale. Voci insistenti parlano di un probabile licenziamento di una trentina di lavoratori o comunque di un ridimensionamento del monte ore settimanale per tagliare i costi di gestione della società.
Il Cub ha chiesto al sindaco un dettagliato riscontro su quanto l'amministrazione vuole fare e pretende che un congruo numero di stipendi sia pagato. I rappresentanti sindacali hanno chiesto un incontro ad Antonello Buscema e sulla stessa posizione è la Cisl che chiede chiarezza sugli arretrati contrattuali.
Quello che preoccupa i rappresentanti sindacali è la mancanza di comunicazione e soprattutto di informazione sul futuro dei dipendenti e sulle scelte che l'amministrazione intende fare sulla base del bilancio 2009. C'è comunque un clima di esasperazione fra i dipendenti della Multiservizi e ieri quest'atmosfera si poteva già percepire fra i corridoi di palazzo San Domenico. Tensione e malumori vari che potrebbero comunque determinare forme di protesta non gestibili da parte delle organizzazioni sindacali. Quanto all'assemblea permanente si chiede che almeno siano erogati duemila euro per ogni dipendente della società per porre fine alla protesta sindacale. E c'è da considerare quindi la Cisl, scesa in campo partendo dai dipendenti comunali per chiedere il pagamento degli arretrati. "Riteniamo che, dopo un anno di ritardo, gli arretrati contrattuali relativi al biennio 2006/2007 –dice il segretario provinciale di Cisl-Fp. Gianfranco Marino – dovuti a titolo di adeguamento stipendiale, vadano erogati tutti e subito e con relativi interessi legali maturati".(Gi. Bu.)
23 aprile 2009 - Savona news
Savona: Acts, questa sera l'assemblea dei lavoratori
Questa sera alla società Milleluci di Legino è in programma l'assemblea dei lavoratori dell'Acts alla quale possono partecipare i dipendenti di tutti i depositi.In primo piano il piano aziendale recentemente presentato dall'azienda.
Oltre ai rappresentanti della Rsu aziendale e della Rsu Sar, sono stati i segretari provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Cub trasporti e Faisa Cisal.
23 aprile 2009 - Il Piccolo
OGGI NEL MUNICIPIO DI GRADO
Sciopero generale revocato, regolari servizi e uffici comunali
GRADO - È stato revocato lo sciopero generale relativo ai dipendenti di tutte le categorie pubbliche, che era previsto per la giornata odierna.
Lo sciopero era stato proclamato inizialmente dalle Confederazioni e organizzazioni sindacali Cub, Confederazione Cobas e Sdl intercategoriale.
Di conseguenza, oggi tutti i servizi e gli uffici comunali di Grado garantiranno ai cittadini prestazioni regolari, mantenendo pertanto il consueto orario di apertura per il pubblico.
23 aprile 2009 - Libertà
Ospedale, "ganasce" alle auto
Codogno, no a sosta-selvaggia. «Problemi all'eliambulanza»
Codogno - Auto parcheggiate a ridosso dell'eliporto, negli stalli riservati ai disabili e alle ambulanze e persino lungo la discesa d'accesso al Pronto Soccorso. La direzione sanitaria dell'ospedale di Codogno ha detto basta a "sosta selvaggia" decidendo di usare la mano pesante. Per gli indisciplinati automobilisti, infatti, scatta infatti la rimozione forzata della vettura e, se non fosse possibile, il blocco della vettura mediante l'applicazione di una specie di "ganascia", cioè due paletti posizionati sotto la macchina per impedirne il movimento. Martedì pomeriggio, dopo alcuni interventi per rimuovere alcune auto, è scattata una massiccia operazione di sgombero di una decina di vetture lasciate tra la zona della centrale termica e l'area di atterraggio dell'elisoccorso. Un carro-attrezzi ha effettuato l'operazione e gli automobilisti hanno dovuto sborsare 63 euro per riavere la propria auto. La conferma arriva direttamente dal direttore sanitario Valerio Tagliaferri il quale ribadisce che «il nosocomio è per i pazienti, non per le auto». Tagliaferri ha ricordato che esiste un preciso regolamento e il vialetto che conduce al Pronto Soccorso è stato arredato con panchine, staccionate e catenelle per evitare parcheggi selvaggi. «Alcuni giorni fa l'elicottero ha dovuto atterra sulla zona erbosa, perchè alcune vetture posteggiate all'interno dell'area di atterraggio ne impedivano la corretta manovra. Tutto questo è inaccettabile». Ma le "ganasce" alle auto hanno fatto insorgere il sindacato autonomo Rdb. «L'amministrazione ospedaliera non è in grado di garantire per i propri lavoratori un posto auto - spiega Gianfranco Bignamini dell'Rdb - ora chiediamo la restituzione dei soldi ai dipendenti che erano venuti all'ospedale per lavorare o frequentare corsi di aggiornamento e che hanno dovuto pagare di tasca loro. Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e per lunedì chiediamo di incontrare i vertici dell'azienda. Se ci sarà negato, martedì mattina bloccheremo per protesta l'accesso al nosocomio facendo passare solo le autoambulanze».(m.s.)
23 aprile 2009 - Italia Oggi
Recapitati i preavvisi per l'anno di imposta 2006. Tutto esaurito per la consulenza degli uffici
Irregolari 2,5 mln di contribuenti
Notifica ai diretti interessati. Senza passare dai professionisti Per le comunicazioni di irregolarità una pioggia da 2,5 mln di lettere sui contribuenti. La campagna 2009 dei preavvisi è partita, con la consegna da parte delle poste, al ritmo di circa 150 mila a settimana. Le comunicazioni riguardano gli invii per l'anno di imposta 2006, per Unico persone fisiche e modello 770, ed è in preparazione l'ondata per i modelli dichiarativi delle società. La particolarità della campagna 2009 è che gli avvisi dell'anno di imposta 2006, dichiarazioni 2007, arriveranno tutti ai contribuenti. Il motivo è da rintracciare in una successione di norme. La Finanziaria 2007, comma 62 aveva infatti previsto che gli avvisi di irregolarità, l'alert del fisco su errori veniali dei contribuenti in dichiarazione, obbligatoriamente dovevano essere inviati ai professionisti che avrebbero fatto da filtro con i propri clienti. La norma è stata modificata con il collegato Finanziaria 2008 (dl 159/07) ritornando a un sistema di facoltatività retroattivo. In poche parole dovrà essere il contribuente in accordo con il professionista a barrare la casella se vuole che l'invio di irregolarità sia recapitato al proprio consulente. Per l'anno 2006 dunque questa scelta in pratica non è stata fatta da nessuno ecco dunque la pioggia degli invii ai contribuenti senza l'ombrello del professionista. Ombrello che a dire il vero non si apre facilmente vista la poca simpatia da parte dei professionisti sull'adempimento, totalmente gratuito, che scaricava sullo studio lavoro in più nel rintracciare vecchi clienti con cui magari non si ha voglia di riprendere il rapporto professionale. Tanto che secondo Arvedo Marinelli, presidente dell'Ancot, «la nuova procedura consente invece di dare più coscienza al cliente, allertandolo e rendendolo soprattutto edotto di una sua situazione». Ecco perché il numero dei professionisti che hanno detto no grazie al recapito degli avvisi con il nuovo sistema è andato aumentando nel tempo. Roberto D'Imperio, consigliere dei dottori commercialisti, racconta che «in questi giorni l'ordine di Torino ha segnalato che gli uffici del capoluogo non sono più in grado di prendere appuntamenti sugli avvisi bonari e invitano i professionisti a chiamare gli altri paesi dell'hinterland». Rispetto agli altri anni, la campagna 2009 segna poi un'accelerazione, da parte dell'Agenzia delle entrate, sull'invio delle annualità passate al controllo. L' intenzione di sforbiciare i tempi intercorrenti tra attività di controllo e accertamento, è stata scritta nero su bianco, dal direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, nella circolare 13 sul contrasto all'evasione/elusione fiscale. Le comunicazioni di irregolarità riguardano i cosiddetti peccati veniali dei contribuenti: errori formali nella compilazione del modello o negli abbinamenti dei versamenti. Negli anni passati poi una gran parte dei preavvisi trovavano soluzione in una linea dedicata con i centri di assistenza multicanale (cam), Ma da febbraio la linea dedicata è andata in pensione confluendo nel Voip una sorta di skype fiscale. E il nuovo meccanismo secondo una nota di Flp finanze, Cgil e Rdb sta creando dei problemi di funzionamento, complice anche l'accelerata delle telefonate in queste settimane sia per gli avvisi, sia per la stagione delle dichiarazioni che è entrata nel vivo: «Si arrivano a perdere fino a 15 mila telefonate rispetto allo scorso anno», quantifica Vincenzo Patricelli, responsabile nazionale della Flp per le agenzie fiscali. Succede insomma che il sistema voip vada in sovraccarico con telefonate che si accavallano o segnali di occupato nel corso della telefonata come sottofondo. Ma dall'amministrazione circoscrivono il problema assicurando di essere già intervenuti per risolvere l'inghippo informatico.
22 aprile 2009 - Dire
LAVORO. RDB-CUB CRI: DA PARLAMENTO IMPORTANTI SEGNALI ATTENZIONE
ORA DA BRUNETTA E DIRIGENTI RISPOSTE PER STABILIZZAZIONE PRECARI
(DIRE) Roma, 22 apr. - "Prendiamo atto delle dichiarazioni dei deputati Polledri e Compagnon, che ieri alla Camera di fronte al sottosegretario al Lavoro Viespoli hanno espresso la loro solidarieta' con i precari della Cri, sottolineando quanto questi lavoratori siano indispensabili per garantire lo svolgimento di servizi pubblici, non ultima la loro professionalita' e abnegazione mostrata anche nel sostegno portato alle popolazioni abruzzesi nell'emergenza terremoto". A dichiararlo e' Massimiliano Gesmini, della Rdb-Cub Cri, che incalza: "A questo punto riteniamo che il ministro Brunetta e i dirigenti Croce rossa non debbano lasciar cadere nel vuoto il pressante invito espresso in quella sede e diano risposte chiare per una definitiva stabilizzazione di tutto il personale precario operante nei servizi garantiti dalla Cri anche al di la' delle fasi di emergenza". "Auspichiamo- conclude il sindacalista- che la sensibilita' mostrata dai parlamentari si concretizzi nella loro presenza alla mobilitazione in occasione dello sciopero nazionale di tutti i dipendenti Cri, da noi indetta per il prossimo 4 maggio, cosi' da dare seguito agli appelli e sollecitare tutti i soggetti che ne hanno responsabilita' a istituire finalmente i tavoli necessari per dare concretezza e prospettive a oltre 2.000 lavoratori".
NIDI BOLOGNA. FUMATA NERA PER ASSUNZIONE MAESTRE PRECARIE
VIRGILIO: CHIEDONO COSE IMPOSSIBILI, NO A PRIVILEGI ILLEGITTIMI
(DIRE) Bologna, 22 apr. - Le precarie dei nidi comunali di Bologna sono tornate alla carica. E, insieme alle Rdb, hanno manifestato davanti e dentro Palazzo D'Accursio per dare man forte alla delegazione impegnata nell'incontro di oggi, con l'assessore alla Scuola, Milli Virgilio, quello al Personale, Paola Bottoni, e il direttore del personale del Comune, Gianfranco Angeli. La pressione, pero', e' finita con un buco nell'acqua: l'assunzione delle 112 precarie in lotta ormai da mesi non ci sara'. E le maestre, che per due ore hanno manifestato con slogan e filastrocche appena fuori dalla sala del Dentone, dove si teneva la riunione, se ne sono andate visibilmente abbattute. Ma con una promessa: "Alzeremo il livello dello scontro- promette Letizia Arcuri delle Rdb- e non solo nei confronti di questa amministrazione". Il presidio e' iniziato alle 11.30, nel cortile di Palazzo D'Accursio. Una delegazione e' entrata in Comune per l'incontro, mentre il resto del gruppo aspettava fuori. Per evitarle, il sindaco Sergio Cofferati ha preferito uscire da un'altra parte del Palazzo. "Altrimenti si agitano", giustifica. Dopo circa un'ora e mezza, pero', le maestre sono entrate nell'anticamera appena fuori dagli uffici degli assessori Bottoni, Merola e Santandrea. Qui hanno insistito con i loro slogan e le loro canzoni, ma il risultato non e' stato a loro favore. "Chiedono privilegi illegittimi- afferma Virgilio, mezz'ora dopo la fine dell'incontro- abbiamo da poco pubblicato il bando per le supplenze e loro pretendono di essere messe tutte e 112 in cima alla lista. Ci chiedono sempre la stessa cosa, ma non possiamo fare nulla. Abbiamo proposto un punteggio aggiuntivo per loro in graduatoria, ma le Rdb hanno rifiutato. Ho paura che queste lavoratrici siano state strumentalizzate, sono state illuse". Al culmine della protesta, a Palazzo D'Accursio si sono presentati, oltre alla Polizia municipale, anche cinque agenti della Digos, per tenere sotto controllo la situazione. Dopo due ore di presidio, le maestre e le Rdb si sono pero' dovute arrendere. "Hanno preso in giro i lavoratori che hanno contribuito per anni a tenere alta la qualita' dei servizi educativi- scalpita Arcuri- ci avevano promesso che avrebbero trovato una soluzione entro oggi e invece non l'hanno trovata. L'unica cosa che ci dicono e' che scriveranno a Roma: ma a chi? A Tremonti, forse? O a Brunetta? O addirittura a Berlusconi?". Il fatto, attacca la sindacalista delle Rdb, e' che "questa amministrazione ormai ha le valigie in mano da mesi. Ma loro di certo non restano precari: Cofferati docet". La verita', insiste Arcuri, e' che "non stabilizzano le precarie perche' perche' e' in atto un processo di privatizzazione dei nidi: uno (l'asilo Capponi, ndr) l'hanno gia' chiuso". Ma non solo. "Da giorni stanno arrivando anche questi avvisi- Arcuri sventola un foglio di carta- il Comune spende soldi per corsi di baby-sitter", nell'ambito del progetto 'Tata Bologna'. "Cosi' il Comune si' che ci guadagna- attacca l'esponente delle Rdb- ma non le maestre precarie".
NIDI BOLOGNA. RDB: L'UNICA PRIVILEGIATA E' VIRGILIO
"FAREMO SENTIRE A DELBONO LA DURA SITUAZIONE DELLE MAESTRE"
(DIRE) Bologna, 22 apr. - "L'unica privilegiata e' lei che ha occupato indegnamente una poltrona da assessore e ha prodotto una serie lunghissima di gaffe fino al manifesto fascista; lei che ha voluto svecchiare nidi cacciando le maestre precarie, e che su 600 nuovi posti di asilo ne apre 450 in mano privati". E dire che Milli Virgilio esordi' come assessore comunale all'Istruzione vantando il curriculum "dell'avvocatessa che aveva fatto le cause contro i buoni scuola alle materne private". Massimo Betti, responsabile delle Rdb, risponde cosi' all'assessore che oggi ha definito irricevibili le richieste di stabilizzazione delle insegnanti. "Non chiediamo nessun privilegio, ma solo la stessa cosa che al Comune di Roma hanno contattato con i sindacati e cioe' una graduatoria permanente", spiega Betti. In ogni caso, aggiunge Antonio Vitiello, visto che il "prendiamo atto della situazione e faremo toccare con mano al candidato sindaco Delbono la dura situazione di quelle dipendenti comunali che rischiano a giugno di essere disoccupate". Intanto e' stata convocata un'assemblea sindacale delle precarie per il prossimo 29 aprile.
POVERTA'. USI-RDB: DATI ISTAT HANNO SCARSA CREDIBILITÀ
(DIRE) Roma, 22 apr. - "Dopo 5 anni di black out, tornano i dati sulla 'poverta' assoluta'. Ma sarebbe stato meglio se l'Istat li avesse tenuti chiusi nel cassetto". Lo dichiara Rocco Tritto, segretario nazionale di Usi RdB-Ricerca. "Per conoscere la storia della 'poverta' assoluta'- si legge in una nota- bisogna pero' tornare indietro di 5 anni, quando il rapporto'Revisione critica della metodologia di stima della poverta' assoluta in Italia' di Usi/RdB Ricerca (disponibile nella pagina Inchieste di www.usirdbricerca.it) mando' definitivamente in pensione l'indagine statistica sulla indigenza per manifesta inadeguatezza della metodologia. Dopo 5 anni di 'duro' lavoro, la pletorica commissione di esperti, appositamente costituita dal presidente Biggeri, ha concluso i suoi lavori di revisione del metodo - accogliendo gran parte dei rilievi mossi dal sindacato - ed oggi sono finalmente usciti i nuovi dati". Per Usi-Rdb pero' "questi numeri sembrano avere scarsa credibilita'. Per l'Istat, infatti, un'abitazione per 3 componenti, di 42-50 mq, ubicata in un'area metropolitana, ha un costo di affitto mensile di 386,16 euro. Ma in che in che mondo vivono siffatti statistici? Le soglie di spesa per l'acquisto di un paniere di beni e servizi essenziali, al di sotto della quale una famiglia viene dichiarata povera, appaiono un coacervo di numeri privi di pregio, tanto piu' che l'Istat ha voluto differenziarle per ripartizione geografica e ampiezza del comune". "Si apprende cosi'- continua la nota dell'Usi-Rdb- che l'acquisto di un televisore nel 2005 al nord costava 237,59 euro ed al sud 170,87 euro, ma non viene specificato che non si sta parlando dello stesso apparecchio televisivo, in quanto sono stati impropriamente utilizzati i dati dell'indagine sui prezzi al consumo che consentono di misurare la dinamica temporale che, come dovrebbe essere noto, impediscono di effettuare confronti spaziali. Ne deriva un quadro distorto della realta', con la creazione di pericolose 'gabbie della poverta'' che potrebbero essere strumentalmente utilizzate dal governo anche per soddisfare le richieste di Confindustria in tema di 'gabbie salariali' e le derive federaliste". "Non meno grave- continua Rocco Tritto, segretario nazionale di Usi RdB-Ricerca- appare il tentativo da parte dell'Istat di stendere un velo pietoso sulla discrasia statistica del 2003 - l'anno successivo all'introduzione dell'euro - allorquando la spesa per consumi aumento' del 5,4% e l'inflazione di appena il 2,7%, fornendo l'immagine di un Paese che acquistava sempre piu' prodotti, cosi' smentendo gli allarmi sulla crisi della quarta settimana. Il calo statistico del numero dei poveri che doveva necessariamente conseguire a questo scenario e' stato per anni ignoto ed ora definitivamente cancellato. Nel nuovo paniere di beni e servizi essenziali non mancano certo le curiosita': e' previsto l'apparecchio televisivo ma e' assente il relativo canone di abbonamento". "Si tratta- si chiede la nota- di una amnesia statistica o della convinzione che i poveri non pagano l'abbonamento Rai? In definitiva, dopo aver atteso 5 anni per sapere quanti erano i poveri in Italia, se i risultati sono quelli forniti oggi dall'Istat, meglio sarebbe stato attendere un altro quinquennio".
ASILI NIDO. DOMANI ASSEMBLEA LAVORATORI, GENITORI E BAMBINI
"PER DIFENDERE QUALITA' DEI SERVIZI EDUCATIVI COMUNALI"
(DIRE) Roma, 22 apr. - "Un'assemblea che vuole parlare a tutta la citta' del problema dei nidi. Un problema che non e' piu' soltanto legato alle rivendicazioni del personale". Cosi' Caterina Fida, della Rdb-Cub del Comune di Roma, presenta l'iniziativa organizzata per domani, alle 10, presso il Dipartimento XI Politiche educative e scolastiche in via Capitan Bavastro 94. "Tra il 2004 e il 2009- ricorda Fida- la privatizzazione attuata in questo settore ha fatto si' che i nidi comunali siano passati da 160 a 191 sedi, mentre quelli privati, pero' sempre finanziati dal Comune di Roma, sono aumentati da poco meno di 40 sedi alle attuali 196. Numeri che attestano come la carenza di posti e di sedi e' stata fronteggiata dando soldi al privato. Si aggiunga a questo il taglio del personale e il peggioramento delle condizioni lavorative, sia nel pubblico ma tanto piu' nel privato, ed il gioco e' fatto: i nidi vengono trasformati da luoghi educativi, dove dovrebbe essere garantito a ciascun bambino lo sviluppo fisico, intellettuale ed emotivo, in parcheggi per l'infanzia". "La giunta Alemanno si riempie la bocca di politiche per la sicurezza sociale- insiste Fida- ma fino ad oggi in questo settore e' stata sostanzialmente immobile. La Rdb-Cub ritiene invece che investire nei nidi e' un modo per dare risposte concrete alla citta' riguardo alla qualita' della vita, alla crisi economica e anche riguardo alla sicurezza". Per tali ragioni la Rdb-Cub del Comune di Roma ha invitato all'assemblea il sindaco, gli assessori, i presidenti e gli assessori dei Municipi, i Consiglieri comunali e municipali "ad ascoltare le ragioni del personale, dei genitori e dei piccoli utenti dei servizi scolastici".
22 aprile 2009 - Ansa
SANITÀ:RI.REI; RDB, PRONTI ALLO SCIOPERO, GESTIONE ALLE ASL
(ANSA) - ROMA, 22 APR - «Abbiamo comunicato a Regione e Prefetto lo stato di agitazione dei lavoratori dei centri di riabilitazione »ex Anni Verdi« e da domani, con il centro di Civitavecchia, avviamo iniziative di lotta. Se la Regione non trasferirà con urgenza i servizi e il personale alla gestione diretta delle Asl, siamo pronti allo sciopero, per il quale abbiamo già espletato le procedure di conciliazione». Lo ha detto l'esponente sindacale di Rdb-Cub Lazio, Pio Congi. Dopo anni di denunce - ha aggiunto Congi - da parte della Rdb-Cub insieme ai lavoratori e i familiari degli assistiti dei centri ex Anni Verdi, affidati senza gara al Consorzio Ri.Rei., oggi il fallimento dell'esternalizzazione di questo servizio sembra finalmente evidente per tutti«. Per Congi, »con la possibile chiusura di alcuni centri e i continui mancati pagamenti degli stipendi ai lavoratori, la Regione prende atto del disastro prodotto dall'ennesimo affidamento del servizio ai privati«. L'esponente sindacale ha precisato che »non sarà accettata nessun'altra soluzione che preveda nuovi affidamenti a strutture private, ipotesi che in questi giorni sta circolando in Regione« e che »metterebbe ancora a rischio la qualità dell'assistenza e il destino dei lavoratori ex Anni Verdi«.
DOMANI NEL LAZIO
(ANSA) - ROMA, 22 APR - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI NEL LAZIO : ...
10.00, Roma Auditorium Conciliazione, via della Conciliazione 4. Terza giornata del «MeDigital '09» dove vengono affrontati i temi del ruolo dei mercati internazionali, delle coproduzioni. della formazione e della promozione dell'audiovisivo euro mediterraneo. 6) 10.00, Roma, Dipartimento XI politiche educative e scolastiche via Capitan Bavastro 94. Assemblea dei lavoratori,dei genitori e dei bambini per difendere i servizi educativi, organizzata dalla Rdb...
22 aprile 2009 - Adnkronos
SANITÀ: RDB-CUB, SUBITO E DEFINITIVAMENTE ALLE ASL IL PERSONALE E I SERVIZI DI EX ANNI VERDI
AL VIA MOBILITAZIONE CON LAVORATORI E FAMIGLIE DI ASSISTITI
Roma, 22 apr. - (Adnkronos) - «Abbiamo responsabilmente segnalato da tempo alla Regione Lazio le condizioni di estremo disagio, sia ambientali che salariali, in cui i lavoratori ex Anni Verdi sono stati costretti ad operare con il rischio di ripercussioni sulla qualità e la continuità del servizio agli assistiti che tale situazioni avrebbe potuto causare. Ma solo oggi, con la possibile chiusura di alcuni centri e con i continui mancati pagamenti degli stipendi ai lavoratori, la Regione prende atto del disastro prodotto dall'ennesimo affidamento del servizio ai privati». Lo dichiara in una nota Pio Congi della RdB/Cub, in riferimento alla vicenda dei centri ex anni Verdi gestiti dal 2006 dal Consorzio Ri. Rei. «I lavoratori e i familiari degli assistiti -prosegue Congi- non sono più disposti a fare i vasi di coccio tra i vasi di ferro degli interessi di parte, e pretendono la definitiva reinternalizzazione del servizio e del personale alle Asl, che con RdB hanno richiesto già all'indomani della gestione fallimentare della ex Onlus Anni Verdi. Non sarà accettata nessuna altra soluzione che possa prevedere nuovi affidamenti a strutture private -aggiunge il sindacalista RdB- ipotesi che in questi giorni sta circolando in Regione e tra i sindacati confederali, che metterebbe ancora una volta a rischio la qualità dell'assistenza e il destino dei lavoratori ex Anni Verdi». «Per questo -conclude Congi- abbiamo già comunicato alla Regione e al Prefetto lo stato di agitazione dei lavoratori dei centri e a partire da domani, con il centro di Civitavecchia, avviamo una serie di iniziative di lotta, assemblee e presidi. Se la Regione non trasferirà definitivamente e con urgenza i servizi e il personale alla gestione diretta delle Asl, per garantire la continuità delle cure agli assistiti e i diritti contrattuali e salariali ai lavoratori, siamo pronti allo sciopero, per il quale abbiamo già espletato le procedure di conciliazione».
22 aprile 2009 - Omniroma
NIDO, RDB-CUB: «STANNO DIVENTANDO PARCHEGGI PER L'INFANZIA»
(OMNIROMA) Roma, 22 apr - «Questa assemblea vuole parlare a tutta la città del problema dei nidi. Un problema che non è più soltanto legato alle rivendicazioni del personale». Così in una nota Caterina Fida, della RdB-CUB Comune di Roma, presenta l'iniziativa organizzata dalla RdB per domani, 23 aprile, presso il Dipartimento XI Politiche Educative e Scolastiche. «Tra il 2004 e il 2009 - riferisce Fida - la privatizzazione attuata in questo settore ha fatto sì che i nidi comunali siano passati da 160 a 191 sedi, mentre quelli privati, però sempre finanziati dal Comune di Roma, sono aumentati da poco meno di 40 sedi alle attuali 196. Numeri che attestano come la carenza di posti e di sedi è stata fronteggiata dando soldi al privato. Si aggiunga a questo il taglio del personale ed il peggioramento delle condizioni lavorative, sia nel pubblico ma tanto più nel privato, ed il gioco è fatto: i nidi vengono trasformati da luoghi educativi, dove dovrebbe essere garantito a ciascun bambino lo sviluppo fisico, intellettuale ed emotivo, in parcheggi per l'infanzia». «La giunta Alemanno si riempie la bocca di politiche per la sicurezza sociale - prosegue Fida - ma fino ad oggi in questo settore è stata sostanzialmente immobile. La RdB-CUB ritiene invece che investire nei nidi è un modo per dare risposte concrete alla città riguardo alla qualità della vita, alla crisi economica ed anche riguardo alla sicurezza».
EX ANNI VERDI, RDB CUB: «GESTIONE AD ASL O SCIOPERO»
(OMNIROMA) Roma, 22 apr - «Dopo anni di denunce da parte della RdB-CUB insieme ai lavoratori e i familiari degli assistiti dei centri ex Anni Verdi, affidati senza gara al Consorzio Ri.Rei., oggi il fallimento dell'esternalizzazione di questo servizio sembra finalmente evidente per tutti». Così in una nota. «Abbiamo responsabilmente segnalato da tempo alla Regione Lazio le condizioni di estremo disagio, sia ambientali che salariali, in cui i lavoratori ex Anni Verdi sono stati costretti ad operare - dichiara Pio Congi della RdB/CUB - con il rischio di ripercussioni sulla qualità e la continuità del servizio agli assistiti che tale situazioni avrebbe potuto causare. Ma solo oggi, con la possibile chiusura di alcuni centri e con i continui mancati pagamenti degli stipendi ai lavoratori, la Regione prende atto del disastro prodotto dall'ennesimo affidamento del servizio ai privati». «I lavoratori e i familiari degli assistiti - prosegue Congi - non sono più disposti a fare i vasi di coccio tra i vasi di ferro degli interessi di parte, e pretendono la definitiva reinternalizzazione del servizio e del personale alle ASL, che con RdB hanno richiesto già all'indomani della gestione fallimentare della ex Onlus Anni Verdi. Non sarà accettata nessuna altra soluzione che possa prevedere nuovi affidamenti a strutture private - aggiunge il sindacalista RdB - ipotesi che in questi giorni sta circolando in Regione e tra i sindacati confederali, che metterebbe ancora una volta a rischio la qualità dell'assistenza e il destino dei lavoratori ex Anni Verdi». «Per questo - conclude Congi - abbiamo già comunicato alla Regione e al Prefetto lo stato di agitazione dei lavoratori dei centri e a partire da domani, con il centro di Civitavecchia, avviamo una serie di iniziative di lotta, assemblee e presidi. Se la Regione non trasferirà definitivamente e con urgenza i servizi e il personale alla gestione diretta delle ASL, per garantire la continuità delle cure agli assistiti e i diritti contrattuali e salariali ai lavoratori, siamo pronti allo sciopero, per il quale abbiamo già espletato le procedure di conciliazione».
GLI APPUNTAMENTI DI DOMANI
(OMNIROMA) Roma, 22 apr - ...
Assemblea dei lavoratori, dei genitori e dei bambini per difendere i servizi educativi, organizzata da Rdb - Cub Comune di Roma. Dipartimento XI, via Capitan Bavastro 94 (ore 10.00)...
22 aprile 2009 - Dazebao
Istat. i dati sulla povertà. Ma dove vivono gli statistici?
ROMA - L’Istat ha reso noti i dati sulla povertà assoluta. Dal rapporto che si riferisce al 2007, prima cioè della crisi mondiale che ha colpito duramente anche il nostro paese, si rileva che quasi due milioni e mezzo di famiglie, cioè il 4% della popolazione vive in condizioni di quella che si definisce "povertà assoluta". Secondo il rapporto nulla sarebbe cambiato rispetto al 2005, a partire dalla composizione delle famiglie. Le più povere, non ci voleva l’Istat per dirci una palese ovvietà sono quelle numerose, con tre o più figli, con il capofamiglia disoccupato o pensionato ed ha abbandonato la scuola dopo la licenza media. Anche per quanto riguarda la " dislocazione" della povertà niente che non si sapesse: 5,8% nel Sud e Isole, 3,5% nel Nord e 2.9% nel Centro Italia. Una attenta analisi del Rapporto è stata effettuata dall’Usi Rdb-Ricerca . Rocco Tritto, segretario nazionale del sindacato suddetto, esprime un giudizio fortemente critico sull’operato dell’Istat e sui dati che rende noti dopo cinque anni di silenzio che4 di seguito riportiamo
La dichiarazione di Rocco Tritto,segretario nazionale dell’Usi Rdb -Ricerca
"Dopo 5 anni di black out, tornano i dati sulla "povertà assoluta". Ma sarebbe stato meglio se l'Istat li avesse tenuti chiusi nel cassetto. Per conoscere la storia della "povertà assoluta" bisogna però tornare indietro di 5 anni, quando il rapporto "Revisione critica della metodologia di stima della povertà assoluta in Italia" di Usi/RdB Ricerca (disponibile nella pagina Inchieste di www.usirdbricerca.it) mandò definitivamente in pensione l'indagine statistica sulla indigenza per manifesta inadeguatezza della metodologia. Dopo 5 anni di "duro" lavoro, la pletorica commissione di esperti, appositamente costituita dal presidente Biggeri, ha concluso i suoi lavori di revisione del metodo - accogliendo gran parte dei rilievi mossi dal sindacato - ed oggi sono finalmente usciti i nuovi dati. Ma questi numeri sembrano avere scarsa credibilità. Per l'Istat, infatti, un'abitazione per 3 componenti, di 42-50 mq, ubicata in un'area metropolitana, ha un costo di affitto mensile di 386,16 euro. Ma in che in che mondo vivono siffatti statistici? Le soglie di spesa per l'acquisto di un paniere di beni e servizi essenziali, al di sotto della quale una famiglia viene dichiarata povera, appaiono un coacervo di numeri privi di pregio, tanto più che l'Istat ha voluto differenziarle - esse soglie - per ripartizione geografica e ampiezza del comune. Si apprende così che l'acquisto di un televisore nel 2005 al nord costava 237,59 euro ed al sud 170,87 euro, ma non viene specificato che non si sta parlando dello stesso apparecchio televisivo, in quanto sono stati impropriamente utilizzati i dati dell'indagine sui prezzi al consumo che consentono di misurare la dinamica temporale che, come dovrebbe essere noto, impediscono di effettuare confronti spaziali. Ne deriva un quadro distorto della realtà, con la creazione di pericolose "gabbie della povertà" che potrebbero essere strumentalmente utilizzate dal governo anche per soddisfare le richieste di Confindustria in tema di "gabbie salariali" e le derive federaliste. Non meno grave appare il tentativo da parte dell'Istat di stendere un velo pietoso sulla discrasia statistica del 2003 - l'anno successivo all'introduzione dell'euro - allorquando la spesa per consumi aumentò del 5,4% e l'inflazione di appena il 2,7%, fornendo l'immagine di un Paese che acquistava sempre più prodotti, così smentendo gli allarmi sulla crisi della quarta settimana. Il calo statistico del numero dei poveri che doveva necessariamente conseguire a questo scenario è stato per anni ignoto ed ora definitivamente cancellato. Nel nuovo paniere di beni e servizi essenziali non mancano certo le curiosità: è previsto l'apparecchio televisivo ma è assente il relativo canone di abbonamento. Si tratta di una amnesia statistica o della convinzione che i poveri non pagano l'abbonamento Rai? In definitiva, dopo aver atteso 5 anni per sapere quanti erano i poveri in Italia, se i risultati sono quelli forniti oggi dall'Istat, meglio sarebbe stato attendere un altro quinquennio"
22 aprile 2009 - Tuscia web/La Tua Voce/Viterbo Oggi/New Tuscia/On Tuscia/Uno Notizie
Viterbo - Lino Rocchi (Rdb) chiede a Mazzoli spiegazioni su Arco Latino
"Weekend da favola a costi zero? O progetto di sviluppo?"
"Quanto ci costa la vice presidenza di ArcoLatino?"
Riceviamo e pubblichiamo - Abbiamo appreso, con estrema soddisfazione qualche giorno fa, che alla Provincia di Viterbo è stata data la vicepresidenza del progetto ArcoLatino in sede europea, dopo una doverosa esaltazione e numerose pacche sulle spalle di complimento, ci siamo chiesti, ma che è? A cosa serve? Quanto costa? I cittadini del viterbese forse non sanno neanche che esiste questo bellissimo progetto ma "alcuni" dipendenti, (sicuramente i bene…..informati), della provincia si. Un progetto che, passato indenne nel cambio di giunte, di destra e di sinistra, necessita di incontri periodici, (quanto periodici?) per cui si decolla, si atterra, si pernotta e si mangia in qualche paese europeo a spese ovviamente del bilancio pubblico. Un progetto di sicuro "altamente specializzato", alla cui partecipazione si è arrivati, osiamo sperare ma non ne siamo certi, con durissime selezioni supportate da corposi curriculum; e ci mancherebbe altro, chi ha questo onere, (onore?), rappresenta tutti i cittadini e gli operatori del viterbese, quindi sicuramente è quanto di meglio per professionalità, conoscenza delle lingue, savoir-faire, ecc. ha nei suoi ranghi l’Amministrazione Provinciale, poiché però l’obiettivo è consolidare un rapporto con i paesi latini del mediterraneo, con benefici economici evidenti, ogni sacrificio è necessario, soprattutto quello delle casse dell’Ente Provincia che sostiene tale impegno. Ma, nell’interesse della pubblica utilità, soprattutto in momenti di crisi e credendo, (sperando?), che quanto giunto alle nostre "attente orecchie", siano sicuramente soltanto delle "malignità", ci piacerebbe sapere, a noi ma anche a tutti i cittadini: Quanto costa? Quanto personale è coinvolto? Quali sono i risultati tangibili ottenuti in questi anni? Siamo curiosi, ma soprattutto in tempo di vacche magre ogni eventuale sperpero va evitato.
Lino Rocchi - Rdb Cub
22 aprile 2009 - Liberazione
Milano. La Confederazione unitaria di Base organizza un seminario sulla Crisi economica...
Milano - La Confederazione unitaria di Base organizza un seminario sulla Crisi economica e finanziaria alle 14.30 Istituto omnicomprensivo (aula 124) di via Natta 11. Con Giovanni Mazzetti docente di Economia dell'Università della Calabria e presidente dell'Associazione per la Redistribuzione del Lavoro e Andrea di Stefano direttore della rivista Valori.
22 aprile 2009 - Corriere del Mezzogiorno
Scuola in piazza
Cobas, sciopero annullato
La Confederazione Cobas aveva indetto per domani uno sciopero generale. E lo aveva fatto insieme con il Patto di base. A causa del devastante sisma che ha colpito l’Abruzzo, i sindacati hanno poi modificato il programma. Così lo sciopero scuola e autoferrotranvieri Cobas, Cub e Sdl, si terrà venerdì 15 maggio con manifestazione a Roma.
L’astensione è temporaneamente annullata per gli altri comparti.
22 aprile 2009 - Il Mattino di Padova
Arrivano buste paga e rassicurazioni
Riprende l’attività al Centro Riciclo
MONSELICE - Blocco a oltranza. Non si arrendono i lavoratori del Centro Riciclo: da lunedì sera a ieri hanno interrotto l’attività della ditta. Ieri parecchi camion che trasportavano rifiuti al Centro hanno dovuto fare dietrofront. In serata, dalla prefettura arriva l’annuncio che tutti aspettavano: verrà convocato un tavolo di confronto con tutte le parti. Probabilmente il 29 aprile. Da oggi quindi le attività dovrebbero riprendere. Il picchettaggio dei 90 lavoratori è stato deciso dopo la nuova assemblea, lunedì pomeriggio. A esasperare gli animi, un ritardo nel pagamento degli stipendi e l’arrivo di altri lavoratori della cooperativa Mylog, provenienti dal centro Star Recycling di Padova. «Non si possono scaricare qui i problemi del centro di Padova, che è di un proprietario diverso» spiega Gianni Boetto, dell’Adl Cobas. In giornata comunque sono arrivati sia le buste paga, sia una rassicurazione dalla ditta: verrà fermato il flusso di lavoratori da Padova. Il nodo della protesta rimane la volontà della cooperativa di tagliare gli stipendi, per far fronte alla crisi nel mercato delle materie plastiche. I 90 dipendenti stranieri, in maggioranza donne marocchine, rivendicano il diritto alla paga contrattuale. «La raccolta differenziata è un servizio di pubblica utilità, va fatta lo stesso, anche se c’è crisi - sottolinea Boetto - per questo ci attiveremo perché al tavolo partecipino i Comuni che usufruiscono del servizio». C’era anche un mezzo proveniente dalla Sardegna, ieri, tra i camion fermi fuori dai cancelli. «Sono qui dalle 7 del mattino» racconta il conducente, Nicola Carrara. Trasporta un carico di 121 quintali di plastica partito da Sassari, per la ditta Corepla. A proposito di filiera corta.(f.se.)
22 aprile 2009 - La Tribuna di Treviso
Arrivano i no-global, ospedale blindato
Oggi il sit-in contro l’espulsione della clandestina segnalata dal medico
CONEGLIANO - Si terrà oggi alle 18.30 davanti all’ospedale di Conegliano la manifestazione di protesta sul caso della ragazza nigeriana segnalata alla polizia e poi espulsa perché clandestina. A scendere in strada saranno UbikLab di Ponzano, Rights Now, Adl Treviso e Razzismo Stop Padova e Venezia. L’area sarà «blindata» dalle forze dell’ordine. L’Ulss 7 in una nota intanto conferma, dal suo punto di vista, la correttezza dell’operato del medico di Pronto Soccorso, precisando i dettagli della vicenda: «Il 31 marzo alle 21.08 è arrivata in Pronto Soccorso, mediante ambulanza, una giovane che al triage rifiutava di fornire le proprie generalità. Le veniva così attribuita un’identità informatica provvisoria e un codice di priorità «bianco» (lamentava dolori addominali presenti da molti mesi, ma riacutizzati)». Dopo essere stata sottoposta alla visita, il medico chiedeva nuovamente alla paziente di fornire le proprie generalità «al fine di poter verificare nell’archivio ospedaliero la presenza di documentazione per un percorso clinico completo». Ma la paziente rifiutava nuovamente. A seguito di ciò il medico chiedeva, come di prassi, la collaborazione all’autorità di polizia anche perchè sospettava che la paziente fosse minorenne e, non riuscendo a contattare alcun parente non riteneva prudente inviarla al domicilio senza accompagnamento». Si è quindi trattato, come precisato dal direttore generale Lino Angelo Del Favero, dell’applicazione di un protocollo interno dell’Ulss 7 già applicato altre decine di volte.(sa.b.)
22 aprile 2009 - La NuovaSardegna
NUORO. Assemblea Rdb-Cub
Domani dalle ore 11, presso il circolo Madrike, in via Convento 56, si terrà l’assemblea degli iscritti del pubblico impiego e precari della pubblica amministrazione in preparazione dell’assemblea nazionale Rdb-Cub che si svolgerà a fine maggio a Rimini. Saranno presenti il coordinatore regionale Enrico Rubiu e il coordinatore del pubblico impiego Nivan Medici.
22 aprile 2009 - L'Unione Sarda
Assemblea del pubblico impiego
Nuoro - È in programma domani alle 11, nei locali del circolo Madrike in via Convento 56 a Nuoro, l'assemblea degli iscritti del pubblico impiego e dei precari della pubblica amministrazione. L'appuntamento nuorese è stato organizzato dalle rappresentanze sindacali di base in vista dell'assemblea nazionale che si svolgerà a fine maggio a Rimini.
22 aprile 2009 - Sud news
Poliambulatorio di Galatone: i lavori infiniti, ci si interroga quando riaprirà
Riceviamo e pubblichiamo dal Coordinatore. Territoriale Prov.Le RdB/CUB P.I. Sanità Maurizio Maccagnano
Il poliambulatorio di Galatone è ormai da un anno e mezzo chiuso per ristrutturazione e da subito, gennaio 2008, i servizi sanitari specialistici e gli operatori sanitari furono trasferiti al Poliambulatorio di Nardò. Lasciando così sguarnito e scoperto il territorio del Comune di Galatone. Questo sta comportando non pochi disagi e una serie di disservizi a danno dei cittadini, a maggior ragione i più sfortunati ed anziani. Possibile che una ristrutturazione di locali sanitari possa durare così tanto. Specialistica come cardiologia, dermatologia ecc..così importante per la prevenzione e cura e per la salute in generale della gente, nonché il monitoraggio e controllo periodico cardiologico degli utenti possa durare così tanto? Neanche il Sindaco di Galatone riesce ad intervenire per sollecitare la Direzione Generale della Asl di Lecce ad un controllo e ad una verifica puntuale sullo stato dei lavori in corso, affinché risolvano questo procedere con estrema lentezza da parte della ditta appaltatrice? Ma la Direzione Generale della ASL lo sa che ci sono anziani di Galatone impossibilitati a recarsi a Nardò e che rinunciano, e questa è la cosa più grave, ad effettuare le prestazioni sanitarie? E poi non capiamo il perchè la gente debba rivolgersi su Galatone al privato di turno per i prelievi ematici. Insomma una situazione che ha dell'incredibile e paradossale che se dovesse continuare siamo disponibili a denunciare tutto alla Procura della Repubblica di Lecce: perchè non è ammissibile che un Comune di 18.000 abitanti possa essere privato di un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione Repubblicana com'è appunto il diritto alla Salute. Sollecitiamo il Sindaco come massima autorità sanitaria sul territorio e chiediamo alla Direzione Generale e Sanitaria al Dr. Scoditti e Dr. Sanapo della Asl di Lecce, nonchè all'Assessore Reg.Le alla Salute Tommaso Fiore e all'On. Nichi Vendola di intervenire sul caso e ridare ai cittadini di Galatone il loro poliambulatorio ma soprattutto accertino le responsabilità del protrarsi così a lungo di questi lavori.
22 aprile 2009 - RTM
MODICA MULTISERVIZI. PROCLAMATO STATO DI AGITAZIONE ED ASSEMBLEA PERMANENTE
Modica - Assemblea permanente dei lavoratori della Multiservizi. Dopo lo stato di agitazione, i sindacati vanno oltre e proclamato l'assemblea permanente. Fp Cgil, Fpl Uil, Cub Trasporti ed Ugl sono perentori, viene proclamata infatti l'assemblea permanente a partire da ieri mattina. "Ogni giorno – scrivono in una nota – i lavoratori si presenteranno regolarmente nei loro posti di lavoro, riunendosi in assemblea. Questa assemblea durerà sino a quando saranno erogati i giusti salari che, comunque, non potranno essere inferiori alla somma minima di duemila euro per ciascun dipendente". Come si sa il dirigente comunale ha chiesto che la società in house presenti il Documento unico di regolarità contributiva, che può essere emesso solo dopo che la Multiservizi avrà pagato almeno una rata del debito rateizzato contratto con l'Inps. "La situazione non è più sostenibile – dicono ancora le sigle sindacali -. Ecco perchè siamo giunti alla decisione di convocare queste assemblee permanenti, sino a quando non si passerà ai fatti e questi non possono che essere rappresentati dall'erogazione delle somme che ciascun dipendente giustamente pretende"."La Modica Multiservizi è una società attiva e viva. Basti pensare a quell'utile di esercizio certificato al 19 novembre, di 903.333 euro". Lo tiene a precisare Nino Scivoletto, presidente del cda della società partecipata dal 7 maggio 2007 al 13 novembre 2008. Ma una società a totale carico pubblico può avere utili così elevati? "Assolutamente no e l'errore politico-amministrativo sta proprio qui – risponde l'ex Presidente -. I contratti di servizi stipulati nel 2005 (in scadenza nel 2010) sono sovradimensionati e troppo onerosi per il comune. Andrebbero rinegoziati. Ma la presenza del socio privato, la Omnia Global, ha bloccato questa rinegoziazione dei contratti, in quanto il privato non aveva motivo per cui rivedere gli accordi iniziali. Quando il Comune acquisì l'intero pacchetto azionario, liquidando l'Omnia Global pagando le azioni al valore nominale, si pensò a rinegoziare i contratti. Ma non si arrivò a farlo". Mancanza di volontà politica? "La volontà politica c'era tutta – spiega Scivoletto -, ma ricordiamoci che si era agli inizi del 2008 e che a marzo il sindaco Torchi si dimise. Non ci fu il tempo necessario. Appena s'insediò Buscema avanzai la proposta, ma non è stata ancora recepita". Qual'è la proposta? "Un contratto unico, che inglobi i diversi contratti stipulati nel 2005. Questo dovrà basarsi sulla somma del costo dei servizi, del costo del personale, prevedendo anche un utile fittizio del 2% da garantire per legge trattandosi di una società per azioni. Avrebbe dunque un costo di 1mln 600mila euro a fronte del costo attuale di circa 2mln 400mila euro, con un risparmio di 800mila euro che è l'utile attuale sul quale, mi auguro, si sia agito in tempo prima di dover pagare l'Irpef anche su questo, il che sarebbe anche una beffa oltre al danno!". Questo per il futuro, ma c'è sempre quel debito arretrato di circa 4mln, su cui pende anche un decreto ingiuntivo. "La soluzione è semplice. C'è il parcheggio di viale Medaglie d'Oro che è già stato valutato, su mia richiesta, dall'ufficio tecnico erariale in circa 3mln 600mila euro. Se il Comune lo cedesse alla Multiservizi, si potrebbe bloccare il decreto ingiuntivo, ripianare il debito e chiedere un mutuo ipotecario che darebbe liquidità alle casse della società, permettendo il pagamento dei lavoratori". Stipendi al momento bloccati per il mancato pagamento dei contributi all'Inps. "Innanzitutto mi stranisce che un dirigente richieda il Durc ad una azienda che ha già stipulato contratti di servizi in concessione. Al di là di ciò, tutti i contributi previdenziali ritenuti, sino al mese di maggio-giugno 2008 sono stati pagati. Non credo che sia questo il vero intoppo. Purtroppo a pagarne le spese sono i lavoratori, vera forza della società. Tra questi, gli ex Lsu, pagano anche la differenza contrattuale con gli ex colleghi entrati nell'organico comunale".
21 aprile 2009 - Ansa
SICUREZZA LAVORO: RDB-CUB, NO A COLPO DI MANO SALVA-MANAGER
(ANSA) - ROMA, 21 APR - «Salvare i manager per salvare i profitti». È questa, secondo la Rdb-Cub «la filosofia che ispira la modifica al Testo Unico sulla sicurezza apportata, con un vero e proprio colpo di mano, dal ministro Sacconi che l'ha inserita nella bozza di decreto legislativo». La norma «che inchiodava gli alti vertici delle aziende alle loro responsabilità, in quanto 'il non impedire l'evento equivale a cagionarlò, - sottolinea il sindacato in una nota - viene di fatto annullata dalle condizioni introdotte: 'che l'evento non sia imputabile ai soggetti di cui agli articoli dal 56 al 60 compreso del presente decreto legislativo per le violazioni ivi richiamatè. ovvero i preposti, il medico competente, i progettisti, i fornitori e i lavoratori». «Sarà facile dimostrare in giudizio, per chi ha uno staff legale strapagato, che le responsabilità sono da ricercare nella scala gerarchica dei sottoposti, fino ad individuare nei lavoratori, cioè le vittime, i veri responsabili degli incidenti che li colpiscono, arrivando anche a richiedere loro il risarcimento dei danni materiali e morali», denuncia Giuliano Greggi, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I..
TERREMOTO: SCIOPERO PRECARI CRI, ESCLUSI LAVORATORI ABRUZZO
(ANSA) - ROMA, 21 APR - I lavoratori della regione Abruzzo della Croce Rossa Italiana sono esclusi dallo sciopero nazionale indetto per il prossimo 4 maggio dalla Rdb-Cub Cri a sostegno della vertenza dei precari. Lo rende noto il sindacato sottolineando di aver così accolto l'invito della Commissione di garanzia. Per il sindacato, l'astensione dal lavoro non peserà sugli aiuti che l'organizzazione sta portando ai terremotati in Abruzzo in quanto - precisa Massimiliano Gesmini della Rdb-Cub Cri - nell'area terremotata sono impiegati solo i volontari: «Ai lavoratori, per un fatto di costi, non è stata concessa la possibilità di prestare il proprio fattivo contributo di aiuto e professionalità nel contesto del terribile terremoto».
21 aprile 2009 - Dire
LAVORO. RDB-CUB CRI: DA SCIOPERO 4/5 ESCLUDIAMO PRECARI ABRUZZO
COMMISSIONE GARANZIA CONFERMA CHE SONO INDISPENSABILI
(DIRE) Roma, 21 apr. - Il sindacato RdB-Cub della Croce Rosa esclude dallo sciopero nazionale del 4 maggio unicamente i lavoratori precari e di ruolo appartenenti alle sole strutture della Croce rossa della Regione Abruzzo. "Mentre la Croce rossa italiana fino ad oggi nulla ha fatto per la stabilizzazione del personale precario- sottolinea Massimiliano Gesmini della RdB-CUB Cri- negando un diritto acquisito a piu' di 2.000 lavoratori, e mentre il ministro Brunetta ha persino tentato di negare che questo personale fosse in carico all'Ente, provando a scaricare sulle Regioni l'onere e la responsabilita' delle stabilizzazioni, una riprova dell'importanza del lavoro dei precari e dei dipendenti della Cri- prosegue Gesmini- e' venuta indirettamente dalla stessa Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, la quale ha invitato ad esonerare dallo sciopero indetto dalla RdB-CUB per il prossimo 4 maggio i lavoratori di ruolo e precari Cri operanti in Abruzzo". E sottolinea il sindacalista: "Abbiamo proclamato uno sciopero nazionale, che coinvolgera' sia i lavoratori stabili che precari di Croce Rossa, per evidenziare non solo la mancata stabilizzazione ma anche il concreto rischio di licenziamento di molti precari, sia a causa del ddl. As 1167 'ammazzastabilizzazioni' in discussione al Senato, sia della scadenza di numerose convenzioni stipulate da Cri con altre Amministrazioni Pubbliche". E precisa Gesmini: "A questi stessi lavoratori, per una mera questione costi, non e' stata concessa la possibilita' di prestare il proprio fattivo contributo di aiuto e professionalita' nel contesto del terribile terremoto che ha colpito l'Abruzzo, compito questo lasciato ai volontari. Non capiamo pertanto come l'effettuazione dello sciopero possa, di contro, diventare un problema". Comunque, conclude il sindacalista, "per puro spirito solidaristico, abbiamo deciso di accogliere parzialmente l'invito fatto dalla Commissione di garanzia, nel senso di escludere dallo sciopero in oggetto unicamente i lavoratori, precari e di ruolo, appartenenti alle strutture Cri della sola Regione Abruzzo e non tutti quelli operanti nella stessa".
COMUNE BOLOGNA. NON SOLO RUE, PASSANO ALTRE DELIBERE DI PESO
OK A BENI A TEATRO COMUNALE, CESSIONE QUOTE FIERA, CASE OLIMPICHE
(DIRE) Bologna, 21 apr. - Si sono fatti gli straordinari, ieri nell'aula del Consiglio comunale di Bologna, per il primo dei tre giorni di sedute consecutive, organizzate con l'accordo delle forze politiche a Palazzo D'Accursio per smaltire le delibere prima della fine del mandato e l'inizio del regime di ordinaria amministrazione. Il Consiglio e' finito dopo le 23, ma complici nel pomeriggio il blitz delle Rdb e la protesta del Pdl, che ha abbandonato l'aula al momento del dibattito e del voto sul Rue, la maggioranza ha avuto la strada in discesa per approvare i provvedimenti piu' importanti del pacchetto. I consiglieri comunali del Pd (almeno 16, per mantenere il numero legale) sono dovuti rimanere in aula senza poter quindi partecipare alla contemporanea assemblea programmatica, alla presenza del sindaco uscente Sergio Cofferati e del candidato Flavio Delbono. In pochi sono riusciti ad andare, ma comunque sono dovuti restare poco. In aula sono rimasti anche la capogruppo Sd, Milena Naldi, il candidato sindaco di Bologna citta' libera, Valerio Monteventi, e il suo collega Serafino D'Onofrio (assente pero' dopo cena). L'opposizione era praticamente assente, tranne l'onnipresente capogruppo di Forza Italia, Daniele Carella, e il coordinatore cittadino de La tua Bologna, Carlo Monaco. Subito prima di cena (alle 20.10 si e' interrotto il Consiglio per consentire ai consiglieri di mangiare), Pd e Sinistra democratica hanno approvato il trasferimento degli immobili dal Comune alla Fondazione Teatro comunale: un atto del valore di oltre 15 milioni di euro, che comprende anche il passaggio di proprieta' del teatro Manzoni.
21 aprile 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca
E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 14 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA
In questo numero:
* Michele Ainis, opinionista de La Stampa: "L'Istat? Molto meglio l'oroscopo"
* Cgr, dai due verbali ai tanti interrogativi
* La Repubblica, Il Foglietto e il finto verbale
* Dal sisma una manna da 4 mld per Ania
* Per ricostruire L'Aquila? Basta uno stop agli F-35
* Non servono i terremoti per le stabilizzazioni
* Per la gente d'Abruzzo sottoscrizione Usi/RdB
* Agli arresti domiciliari in dirigente dell'Ispra
21 aprile 2009 - Corriere di Bologna
L’Ufficio scolastico conferma 1.637 tagli Il 29 manifesta la Cub
Bologna - L’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna conferma il taglio di 1.637 insegnanti nell’organico di diritto per il 2009-2010. E cosciente della situazione di sofferenza di molte scuole del territorio, è tornato a bussare alla porta del Ministero, che non ha escluso la possibilità di aumentare il numero dei docenti nell’organico di fatto. Ad affermarlo Stefano Versari, vicedirettore dell’Usr, ieri nell’incontro con una delegazione della Cub Scuola. Per l’organico delle medie e superiori bisognerà invece ancora attendere.
Ma la Cub Scuola conferma il presidio di protesta il 29 aprile, alle 16.30, in piazza XX Settembre, sotto le finestre dell’Usr, che riceverà una delegazione di precari.
21 aprile 2009 - La Repubblica
Il Pd approva il Rue al fotofinish Blitz delle maestre.
Consiglio comunale bloccato per due ore
Raisi aveva proposto una tregua per spostare il voto sui regolamenti edilizi
di SILVIA BIGNAMI
Bologna - Prima il blitz del Pd, che approva il regolamento urbanistico ed edilizio (Rue) a colpi di maggioranza. Poi quello di 112 precarie dei nidi, che bloccano i lavori del consiglieri per oltre due ore. Fatto sta che le ultime battute del consiglio comunale dell´era Cofferati, che dopodomani entrerà in esercizio provvisorio per il periodo pre-elettorale, partono in salita.
Il rush finale dell´assise di Palazzo d´Accursio è cominciato ieri. Si prosegue oggi e domani, con due sedute straordinarie. Ma il Pd ha deciso di sciogliere subito il nodo del Rue, che rischiava di finire in coda alle delibere pendenti e su cui pesava il rischio dell´ostruzionismo di centrodestra. «Chiedo che venga discusso subito» ha detto ieri il capogruppo Pd Claudio Merighi.
Il consiglio approva e il Rue viene presentato, completo delle modifiche chieste da associazioni e costruttori. Ma il Pdl non ci sta. «Noi ci impegniamo ad approvare il Rue entro fine mandato - dice Enzo Raisi - ma serve una istruttoria più approfondita.
Prendiamoci ancora un mese». «C´è stato tutto il tempo per discuterlo. Lo votiamo oggi» replica il consigliere Pd Paolo Natali. Il Pdl si infuria e decide di abbandonare l´aula durante il voto. «Perché tanta fretta? Che interessi ci sono dietro?» si chiede Paolo Foschini. «Polemiche strumentali» è la risposta dell´assessore Virginio Merola dall´aula. E il Pd va fino in fondo e approva: 21 voti favorevoli, tra Democratici e Sd. Contraria La Tua Bologna. Fuori dall´aula il Pdl.
Sembra cominciata la discesa, e invece no. All´improvviso fanno irruzione in aula a suon di striscioni e filastrocche 112 precarie dei nidi che a luglio resteranno senza lavoro, insieme a una ventina di esponenti Rdb che chiedono il blocco degli sfratti. Consiglio sospeso, e delibere in stand by. Gli assessori scalpitano. «Vogliamo un impegno a risolvere il nostro problema» chiedono i manifestanti, che minacciano di occupare il consiglio e chiamano a gran voce l´assessore alla scuola Milli Virgilio e quello alla casa Merola. Comincia la trattativa, condotta da Libero Mancuso. La Virgilio appare due volte, ma allarga le braccia: «Posti non ce ne sono, ve l´ho già detto». La situazione peggiora. Solo alle 18 passate, dopo due ore di tira e molla, arriva il compromesso.
21 aprile 2009 - Il Bologna
Taglio di 1637 prof
Bologna - L'Ufficio scolastico regionale (Usr) conferma il taglio di 1.637 insegnanti nell'organico di diritto per il 2009-2010. Numeri dati da Stefano Versari, vicedirettore dell'Usr, ieri mattina durante l'incontro con una delegazione della Cub Scuola (hanno espresso contrarietà a sanzioni per le maestre della Longhena). Per il sindacato di base, in una nota di Francesco Bonfini, ai posti tagliati si aggiungeranno quelli di 900 ausiliari. Si è confermato il presidio di protesta indetto per mercoledì 29 aprile, alle 16.30, in piazza XX Settembre, sotto le finestre dell'Usr. Oltre alla crisi del settore privato c'è da considerare i posti da lavoro a rischio nel pubblico.
Infanzia. Il nuovo sistema di gestione del personale garantisce di non spendere 320 mila euro all'anno
Nidi, si risparmia su supplenze, critiche da maestre e genitori
Virgilio: «Non è risparmio ma lotta agli sprechi». La replica: «Il tempo non basta»
Bologna - Gli oltre 300 mila euro risparmiati dal Comune con l' uso ridotto delle supplenti nei nidi non piace alle maestre e ad alcuni genitori che lamentano una minor qualità del servizio. Con il nuovo sistema, partito a febbraio 2008, quando i giorni di assenza sono meno di 12 invece di una chiamata nominale di un supplente si fa ricorso alle risorse interne del nido, con spostamento di orario e sezioni delle maestre. Una soluzione che interessa solo una parte di queste assenze (il 35%), assicura il rapporto 1- 6 tra educatrici e bambini ma che non convince mamme e dipendenti che accusano l'assessore Milly Virgilio di un progetto «degno del centrodestra». La contestazione è andata in scena ieri mattina durante la commissione Istruzione, convocata su richiesta del consigliere comunale del Pd, Giovanni Mazzanti. Nella riunione si è fatto il punto della situazione e fatto i conti sulle assenze (inferiori ai 12 giorni) che ammontano a 5.100 giorni da parte delle maestre, di cui 3.300 hanno comportato la supplenza e 1.800 no (il 35%). Il sistema ha garantito un risparmio, in quattro mesi, di 180.000 euro che in un anno arrivano a circa 320 mila. In molti casi, ha spiegato l'assessore, le supplenze sono state tamponate con il posto part-time aggiunto dal Comune a partire dal 2008 e con i 24 educatori jolly assunti a inizio anno scolastico dal Comune a tempo determinato e in servizio nei ?uartieri. Spiegazione che non basta ai comitati di gestione dei nidi: «E' un modello tarato solo sul risparmio». Più in specifico per i contestatori manca il tempo di parlare con i genitori, perchè «sempre al limite del rapporto numerico», poi per seguire i bambini stranieri e quelli disabili. Virgilio risponde «Dai ?uartieri non abbiamo segnalazioni di criticità. Non volevamo risparmiare ma evitare gli sprechi» ma Roberto Sconciaforni (Prc) e Roberto Panzacchi (Blc) sostengono: «E' un modello che va ritirato subito», critico anche Mazzanti «Un errore non aver coinvolto preventivamente genitori ed educatori».(GBN)
21 aprile 2009 - Romagna Oggi
Scuola, tagli in classe: 1637 insegnanti in meno in regione
Bologna - Tagli in vista per la scuola in Emilia-Romagna. L'Ufficio scolastico regionale conferma il taglio di 1.637 insegnanti nell'organico di diritto per il 2009-2010. E, cosciente della situazione di sofferenza in cui versano molte scuole del territorio, è tornato a bussare alla porta del Ministero, che non ha escluso la possibilità di aumentare il numero dei docenti nell'organico di fatto. Ad affermarlo è Stefano Versari, vicedirettore dell'Ufficio scolastico regionale. La cifra è arrivata durante l'incontro con una delegazione della Cub Scuola, occasione anche per esprimere "forte contrarietà circa le minacciate sanzioni alle insegnanti delle scuole elementari Longhena: ci opporremo a qualsiasi sanzione, con tutti i mezzi sindacali a nostra disposizione", spiega, in una nota, Francesco Bonfini, Cub Scuola Emilia-Romagna. Il dirigente ha fornito i dati a livello provinciale circa le scuole dell'infanzia, le elementari e il personale di sostegno. Per quel che riguarda invece l'organico delle scuole medie e superiori bisognerà ancora attendere. "Rileviamo come aspetti positivi la trasformazione di alcuni posti di sostegno e di seconda lingua comunitaria da organico di fatto ad organico di diritto", spiega ancora Bonfini. Questo però "non risolve il dramma di migliaia di posti tagliati (ai quali si aggiungeranno 900 ausiliari), in un momento di crisi e di esplosione della disoccupazione", aggiunge Bonfini. Proprio per questo la Cub Scuola conferma il presidio di protesta indetto per mercoledì 29 aprile, alle 16.30, in piazza XX Settembre a Bologna, sotto le finestre dell'Usr. Anche in quell'occasione Versari riceverà una delegazione di precari che porterà la propria protesta contro i tagli e le rivendicazioni in termini di nuove assunzioni, chiedendo all'Usr di farsene portavoce presso il Ministero. Le richieste della Cub scuola "si baseranno sul fatto che il Governo intende sperperare miliardi per sovvenzionare banche e spese militari, quando ne basterebbe una piccola quota per stabilizzare precari con anni di esperienza e assolutamente strutturali per il funzionamento della scuola", spiega ancora Bonfini. Inoltre, "i numerosi pensionamenti permettono di svolgere questa operazione senza costi aggiuntivi, con anzi un saldo positivo nel medio periodo", aggiunge infine il sindacalista.
21 aprile 2009 - Andria live
Adeguate il buono pasto al costo della vita!
La R.d.B., Rappresentanza di Base del Comune di Andria ha inoltrato una richiesta ai vertici politico-istituzionali dell'Ente locale
Andria - La R.d.B., Rappresentanza di Base del Comune di Andria, ha inviato una nota al Sindaco, al Segretario Generale, all’Assessore ed al Dirigente del Settore Personale del Comune di Andria per chiedere l’adeguamento dei buoni pasto, fermi da circa 15 anni a 4,65 euro.
"La richiesta, formulata dal Segretario Aziendale della R.d.B., Marco Pastore e dal rappresentante della R.S.U., Giuseppe Cagnetti sotolinea come "nonostante l’aumento vertiginoso del costo della vita, questa Amministrazione non ha ancora adeguato il valore del buono pasto procurando serie difficoltà a tutti i dipendenti! Infatti il valore del buono pasto attuale pari ad Euro 4,65 non copre nemmeno il 30% del costo di un pasto. Viceversa in numerose Amministrazioni pubbliche (tra le quali diversi Comuni), i dipendenti già da anni usufruiscono di un buono pasto tra i 10,00 ed i 12,00 euro. Per questo RDB rendendosi interprete dei bisogni primari dei dipendenti comunali – immotivatamente collocati all’ultimo posto nelle spese di bilancio – con la presente chiede l’adeguamento del valore del buono pasto (che oggi corrisponde alle vecchie 9.000 Lire) al reale costo della vita che, a conti fatti, col dimezzamento del valore del danaro (grazie alla speculazione sull’euro) e in virtù di un’inflazione ben più elevata di quella programmata, ad oggi, equivale ad almeno a 10,00 EURO. La Rappresentanza di Base del Comune di Andria, ritiene necessario iniziare ad aggredire concretamente la crisi in atto anche con misure di questo tipo. Meglio ancora se il farraginoso sistema dei ticket –conclude la nota sindacale- venisse superato con l’inserimento del corrispettivo economico direttamente in busta paga (così come accade in altre amministrazioni) e fosse completamente detassato".
21 aprile 2009 - Il Gazzettino
Medicina riabilitativa, c’è l’accordo sindacale: fisioterapisti presenti 7 giorni su 7
di Matteo Crestani
Vicenza - Al San Bortolo fisioterapisti al servizio del malato sette giorni su sette. Si è chiusa nei giorni scorsi un’importante trattativa sindacale relativa alla Medicina Riabilitativa. Il servizio sarà sempre più qualificato, grazie alla presenza per 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, di fisioterapisti, logopedisti e terapisti occupazionali. «Un risultato importante», commenta il direttore generale dell’Asl 6 di Vicenza, Antonio Alessandri, «che va nella direzione dell’appropriatezza delle cure, del miglioramento del servizio e della razionalizzazione del personale». La riorganizzazione della Medicina Riabilitativa, infatti, si inserisce nell’ambito degli interventi volti a recuperare personale infermieristico, la cui carenza cronica diventa, giorno dopo giorno, sempre più pesante. «Non possiamo nascondere le carenze di personale», prosegue il direttore generale Antonio Alessandri, «ma non dobbiamo neppure pensare che non si possa fare altro che attendere l’assenso della Regione Veneto a nuove assunzioni. I cittadini hanno bisogno di risposte concrete e tempestive, quindi ci stiamo attrezzando per andare incontro a questa evidente esigenza».
La trattativa che si è chiusa ha visto soddisfatti i sindacati attorno al tavolo, ad eccezione dell’RdB Cub, che manifesta perplessità sulla tenuta del personale al duro orario di lavoro cui sarà presto sottoposto. «La sperimentazione partirà presto in una sola delle tre sezioni con esclusione della domenica», spiega il sindacalista Rdb Cub Bonifacio Dal Bianco, «ma si tratta di un cambiamento non indifferente per questi lavoratori, con una turnazione che sicuramente inciderà non solo sui ritmi di lavoro, ma anche di vita delle loro famiglie». Motivazioni condivisibili, evidentemente, che preoccupano sensibilmente anche la categoria dei fisioterapisti, che si vedono ora spremuti come dei limoni e con il forte timore di non riuscire a garantire un servizio della dovuta qualità. «Le linee guida del settore», concldue il sindacalista dell’Rdb Cub, «dicono chiaramente che fare molte ore di fisioterapia ogni giorno non contribuisce a guarire prima. È fondamentale, infatti, fare almeno tre ore di fisioterapia per i ricoverati per gravi cerebrolesioni ed altri pazienti in trattamento. Si tratta di una sperimentazione, comunque, quindi attendiamo tutti i risultati nei prossimi sei mesi per poter arrivare a delle conclusioni e decidere l’operatività definitiva».
21 aprile 2009 - Carta
Via Pincherle, accordo raggiunto
Roma - L’Ater acquisterà il complesso di via Pincherle. La decisione è stata presa ieri, al termine di una riunione in Prefettura, convocata per esaminare le possibili soluzioni della vicenda dell’immobile prima di proprietà Fata assicurazioni ed ora della società "Area Mestre" gruppo Giacomazzi. L’accordo prevede l’acquisto da parte di Ater dell’intero cmplesso residenziale attraverso un concorso di finanziamento da parte del Comune e della Regione. Giovedì si svolgerà un incontro tecnico tra Ater e Giacomazzi, mentre lunedì prossimo si riunirà un nuovo tavolo alla presenza del prefetto Pecoraro per la formalizzazione. Al termine dell’incontro, una delegazione di inquilini e l’Asia RdB sono stati ricevuti al tavolo interistituzionale per chiedere la tutela dei residenti i cui appartamenti sono stati venduti a terzi, e hanno chiesto l’apertura di un tavolo ad hoc. "Siamo soddisfatti per l’accordo raggiunto – dice l’Asia – e reputiamo importante che dopo Colli Portuensi anche la vicenda di via Pincherle si concluda con l’intervento pubblico. La resistenza degli inquilini, messa a dura prova dallo stillicidio dei rogiti, sta producendo un risultato il cui valore investe l’intera città". L’AS.I.A e gli inquilini hanno convocato un’assemblea pubblica per lunedì 27 aprile alle ore 18 presso la sede del Comitato inquilini in via Pincherle.
21 aprile 2009 - RTM
MODICA MULTISERVIZI. LA CUB TRASPORTI: "FERMA OPPOSIZIONE VERSO CHI VUOLE SCARICARE FALLIMENTO GESTIONALE DELLA SOCIETA' SUI LAVORATORI"
Modica - Futuro incerto per gli oltre cento lavoratori della società a capitale pubblico, la Multiservizi, nata cinque anni fa e, nel giro di pochi mesi, sull’orlo del fallimento. Le organizzazioni sindacali si stanno mobilitando per evitare il diffondersi di voci allarmanti che danno per scontato un ridimensionamento dell’orario lavorativo e della mobilità per alcuni lavoratori. La Cub Trasporti ha inviato al sindaco, Antonello Buscema, una lettera, chiedendo un incontro urgente con i lavoratori perché possano conoscere quali sono le reali intenzioni dell’amministrazione comunale. "Ribadiamo – afferma il responsabile provinciale della Cub Trasporti, Pippo Gurrieri - la ferma opposizione a qualsiasi provvedimento che cerchi di scaricare sui lavoratori il fallimento gestionale della società. Erano in atto vertenze per il riconoscimento delle reali mansioni svolte, e quindi di un contratto corrispondente; vertenze per l'aumento dell'orario di lavoro del personale scuolabus, e in generale, per il miglioramento delle condizioni di lavoro di tutto il personale. Queste vertenze ora sono ferme, mentre è possibile un generale peggioramento delle condizioni di lavoro". Gurrieri sottolinea, inoltre che,"il clima tra i lavoratori della Multiservizi è molto teso, e ciò si ripercuote sull'attività lavorativa; a rendere tutto ancora più pesante, è la precaria situazione economica, caratterizzata dai cronici ritardi con cui i dipendenti vengono pagati. Il ritardo di pagamenti degli stipendi accumulato nei confronti dei lavoratori della Multiservizi è ormai inaccettabile. Sono gli unici, tra indotto e comunali, ad avere ancora pendenze del 2008 e a non aver percepito nulla rispetto ai mesi del 2009". La Cub Trasporti chiede al sindaco di conoscere il piano industriale che il comune, quale socio unico della Multiservizi, intende attuare per fare uscire la società dalla crisi, e, in dettaglio, i provvedimenti che si intendono adottare per ciascun settore di attività e per ciascun dipendente; che vengano avviate immediatamente procedure atte ad assicurare un congruo versamento di una parte degli arretrati dovuti.
21 aprile 2009 - In Alessandria
Assemblea pubblica antinucleare a Bosco Marengo
Grazie ad una capillare sottoscrizione popolare (vedere nominativi in calce *), tramite gli avvocati Mattia Crucioli e Adelaide Piterà è stato presentato da Medicina democratica, Legambiente, Pro Natura, Associazione comitati Fraschetta ecc. al TAR Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte ricorso contro il Ministero dello Sviluppo Economico e l’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e nei confronti della SOGIN Società Gestione Impianti Nucleari SpA (ex Fabbricazioni Nucleari), per l’annullamento, previa sospensione, del decreto 27/11/2008 del Ministero stesso, eventualmente previa rimessione alla Corte Costituzionale.
Infatti tale decreto autorizzerebbe la demolizione dell’impianto di fabbricazione di combustibili nucleari di Bosco Marengo (Alessandria) e la conseguente costituzione di un deposito di rifiuti radioattivi: definito "temporaneo" ma a tempo indeterminato e in luogo assolutamente inidoneo allo scopo, cioè non sicuro.
Invece il decreto legge 314/2003 dispone che la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi debba avvenire garantendo la protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori nonché la tutela dell’ambiente dalle radiazioni ionizzanti esclusivamente presso Deposito nazionale: da individuare in zona con assolute caratteristiche geomorfologiche e antropiche. Che non sono quelle di Bosco Marengo: non a caso manca la VIA Valutazione di Impatto Ambientale.
Si consideri, a proposito di "temporaneità", che i tempi di decadimento radioattivo di tali rifiuti variano rispettivamente nell’ordine di alcune decine di anni (rifiuti di prima categoria), di alcune centinaia di anni (seconda categoria), di alcune migliaia di anni e oltre (terza categoria).
Il decreto del Ministero dello Sviluppo economico è illegittimo perché, in contrasto con il decreto legge 17/3/95 n. 230, non prevede la definitiva bonifica del sito di Bosco Marengo, il suo rilascio privo di vincoli di natura radiologica, in quanto non prevede il conferimento in ottemperanza alla legge 314 dei rifiuti al Deposito nazionale: inesistente, neppure individuato.
Dunque i materiali radioattivi già presenti a Bosco, insieme a quelli derivanti dallo smantellamento dell’impianto, verrebbero immobilizzati in una matrice cementizia collocata in fusti in acciaio e vasche di calcestruzzo armato, all’interno di locali assolutamente inidonei, ipotesi che una Valutazione di impatto ambientale escluderebbe, e rappresenterebbero un ulteriore e ingiustificato gravissimo pericolo per l’ambiente e per la salute di Bosco Marengo e Alessandria (ex articolo 32 della Costituzione).
Perciò, oltre all’annullamento del procedimento di disattivazione, il ricorso chiede, con istanza cautelare, di sospendere immediatamente l’esecuzione del procedimento impegnato.
(Il ricorso richiama la violazione in vari commi e articoli del D.L. 14/11/2003 n. 314 convertito dalla L. 24/12/2003 n. 368, in combinato disposto con la L. 23/8/2004 n. 239; del D.Lgs 17/3/95 n. 230; del D.Lgs 3/4/2006 n.152, degli artt. 3, 5, 9, 32, 97, 114, 118, 120 della Costituzione.)
Martedì 21 aprile, alle ore 21, presso il Salone comunale (via Luigi Verde 3 a Bosco Marengo) è indetta una assemblea pubblica antinucleare.
*promotori e sottoscrittori:
Medicina democratica, Legambiente Piemonte, Associazione dei Comitati della Fraschetta, Pro Natura Piemonte, Rete ambientalista della provincia di Alessandria, Progetto ambiente, AFA Amici delle ferrovie e dell’ambiente, Gevam onlus, Rete nazionale Rifiuti zero, Circolo alessandrino movimento Decrescita Felice, Comitato civico per Rivalta vivibile, Forum ambientalista, CUB Alessandria, Gruppo regionale Rifondazione Comunista, Legambiente Tortona, Pro natura Alessandria, Associazione Sportiva Wwwlaghi, Confederazione Cobas Savona, Associazione Lib Lab, Legambiente Ovada, Rifondazione comunista provincia Alessandria, C. Consulting Srl, Comitato Acqua bene Comune Prato, Lia Chiara e Giorgio Forti, Giacomo Gola, Danilo Bottiroli, Valentina Berto, Sonny Alessandrini, Gianluca Minetto, Alberto Deambrogio, Alfonso Gatti, Emilio Pampaluna, Lino Balza, Carla Cavagna, Laura Gola, Gianni Bargelli, Andrea Bionda, Giuseppe Raggi, Dario Gemma, Gioacchino Cannizzaro, Marco Caldiroli, Giorgio Barberis, Patrizia Rocchetti, Federico Valerio, Franco Dell’Alba, Gennaro Varriale, Luciano Romagnano, Franco Casagrande, Gabriele Panizza, Raffaella e Danilo Fassola, Ferruccio Folli, Mabi Debenedetti, Fulvio Aurora, Domenico Manno, Mario Bavastro, Gianni Pezzotta, Luigi Di Carluccio, Lisa Raffaghello, Marta Parravidino, Lucia e Francesco Scomparin, Nicoletta Mensi, Marcella Corò, Paola Rampi, Angelo Repetti, Paolo Gagliano, Francesca Lagomarsini, Pierpaolo Pracca, Valentina e Rocco Contin, Neva Maroccolo, Laura Valsecchi, Maurizio Marchi, Maurizio Bardi, Gianni Naggi, Maddalena Berrino, , Renzo Gavio, Francesco Piacentino, Renato Zanoli, Marco Piantadosi, Giampiero Carbone e Mario, Fabiana Fabbri, Gianluca Reali, Luigi Mara, Stefano Debbia, Patrizia Gentilini, Paolo Fierro, Bruna Bellotti, Stefania Fusero, Antonio Valassina, Gianluigi Bugada, Chiara Fontana, Paolo D’Angiolillo, Caterina Camurri, Giulio Armano, Laura Sanfelici, Valerio Gennaro, Alessandro Hellmann , Laura Orsi, Maurizio Fava, Sabrina Caneva, Gino Carpentiero, Pier Paolo Poggio, Mazzacani Mariano, Charlotte Berg, Piero Panizza, Giandomenico Zucca, Piero Mandarino, Roberto Massa, Francesco Giraudi , Giovanni Giraudi, Emanuele Rini, Angelo Cairo, Tommaso Zezza, Benito Cosola, Maria Rita Mattu, Christian Fortuna, Angelo Oddone, Lorenzo Oddone, Efferino Barbazza, Mario Cena, Fernando Menichetti, , Claudio Pasero, Angela Donati, Irene Carbajal Diaz, Giovanni Iudicone, Alessio Del Sarto, Marcella Perotti, Alessio del Sarto, Elisabetta Orsi, Barbara Orsi, Giacomo Briata, Roberto Menichetti, Gino Stasi, Enrica Macciò, Lorenza Mantelli, Messi, Gabriele Jonah Bottazzi, Gianluca Minetto, Stefania Catoni, Assunta Di Tucci, Franco e Luigi Rimossi, Pier Giorgio Comella, Enrico Moriconi, Michele Boato,.
21 aprile 2009 - Bisceglie live
Ritardi per gli ammortizzatori sociali degli ex Ccr
L’indennità di mobilità, scaduta il 31 dicembre 2008 e in attesa di proroga, non è stata ancora erogata per l'anno in corso.
Sono nuovamente in agitazione i rimanenti 600 ex dipendenti delle CCR di cui 23 residenti nel Nord Barese, i quali da gennaio scorso non percepiscono più l’indennità di mobilità, scaduta il 31 dicembre 2008 (in attesa di proroga) unico sostegno economico di appena 400 euro che dava la possibilità alla maggior parte di questi lavoratori monoreddito di sopravvivere in attesa di una ricollocazione già avviata grazie alle leggi regionali in vigore. La situazione economica e sociale degli ex CCR ed altri lavoratori coinvolti in altre crisi aziendali, è veramente critica e la speranze e l’attesa si stanno tramutando in disperazione e rabbia nei confronti del Governo centrale ritenuto dal sindacato RdB Cub responsabile di questi gravi e inaccettabili ritardi; infatti proprio il Governo ha sottoscritto l’accordo con le Regioni per sbloccare le risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali in deroga il 16 aprile. Alla Regione Puglia sono stati assegnati 49 milioni di euro e a questi la Regione dovrà aggiungere altri 24,5 milioni provenienti dai fondi POR Puglia in quanto i fondi stanziati dal Governo non sono sufficienti per le esigenze sociali della Puglia. Purtroppo il Governo per la definizione di questo meccanismo applicativo ha causato notevole ritardo per i pagamenti degli ammortizzatori sociali per migliaia di lavoratori e lavoratrici tra cui i 600 ex CCR per cui, ad oggi, non si è in grado di pronosticare quando sarà possibile percepire le indennità. L’assessore regionale al lavoro Marco Barbieri ha assicurato che il 27 aprile saranno convocate le parti sociali per definire la priorità e la durata degli ammortizzatori sociali e soprattutto garantire una sollecita erogazione. A darne notizia è il rappresentante del Sindacato RdB-CUB Nord Barese Sergio Di Liddo, il quale afferma che nonostante il notevole ritardo è soddisfatto della notizia giunta da Roma riguardante l’accordo per la concessione degli ammortizzatori sociali però al tempo stesso dichiara che non è possibile attendere per ben 5 mesi; specialmente in questi periodi di crisi, un sussidio mensile ormai ridotto al 40% di un normale stipendio. «La situazione di queste famiglie è ormai all’esasperazione -ha dichiarato Di Liddo- in quanto non possono far fronte alle quotidiane e generiche esigenze familiari; per questo motivo chiediamo al Governo di evitare altri ritardi».
21 aprile 2009 - La Provincia
la crisi degli scali
Esuberi Sea, per 390 la via della pensione
Avviate le trattative per i 231 addetti di Linate e i 159 di Malpensa: respinta la mobilità
di Alessandra Pedroni
Varese - Crisi riconosciuta, ma da gestire con l'accompagnamento alla pensione anziché il licenziamento e la riduzione del numero di 390 dipendenti (231 a Linate e 159 a Malpensa) per i quali Sea ha aperto la procedura di mobilità.
Ieri l'avvio della trattativa tra azienda e organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl, Uil, SdL, Ugl, Sinpa, Flai, Cub, Cobas e Rsu che continuerà il 29 aprile e dovrà concludersi entro il 6 maggio: questo il verbale di incontro sottoscritto ieri da tutti. Dunque tempi celeri per arrivare a un dunque e fissare i criteri con cui verrà stabilita l'uscita dal lavoro di centinaia di lavoratori, quadri, impiegati e operai di Sea Spa (240) e Sea Handling (150) a causa di una doppia crisi riconosciuta dal sindacato. Prima il de hubbing di Alitalia, poi la crisi internazionale che sta facendo volare molte meno persone. In numeri: il primo trimestre 2009 ha portato a Malpensa 3.665.673 passeggeri, un -31,5% mentre Linate ne ha realizzati 1.814.346 fermandosi a -20%. Ma se a Linate, Alitalia non ha in sostanza tagliato voli (mentre a Malpensa da 1.238 ce ne sono ora 187 la settimana), la differenza in negativo l'ha fatta il coefficiente di riempimento degli aerei con -15% per il Forlanini e -9% su Malpensa nel primo trimestre 2009. In più il cargo con il -44% di Malpensa. E le previsioni sulla chiusura 2009 non sarebbero più rosee: a fronte di 7,7 milioni di transiti l'anno a Malpensa nel 2007, ante crisi Alitalia, il trend 2009 si è addirittura azzerato, non riuscendo a tenere nemmeno i 2 milioni di passeggeri stimati come previsione. Cifre dunque che dimostrano la difficoltà degli scali milanesi. «Le motivazioni sono evidenti», affermano Ezio Colombo (Filt Cgil) e Antonio Albrizio (Uiltrasporti), «ora si tratta di gestire questa partita e di accompagnare alla pensione senza svantaggi economici chi avrebbe ancora due o tre anni di lavoro». I fuoriusciti inoltre «andrebbero a diminuire il numero dei lavoratori in cassa integrazione, che su 900 come numero massimo sono al momento circa 700 tra Linate e Malpensa». Aggiunge Massimo Legramandi (Ugl): «Stiamo lavorando per ridurre la cifra dei 390 in mobilità. La crisi è reale, non c'è dubbio».
20 aprile 2009 - Dire
Scuola: 1.637 prof in meno, Cub manifesta il 29 aprile
BOLOGNA - L'Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna (Usr) conferma il taglio di 1.637 insegnanti nell'organico di diritto per il 2009-2010. E, cosciente della situazione di sofferenza in cui versano molte scuole del territorio, è tornato a bussare alla porta del Ministero, che non ha escluso la possibilità di aumentare il numero dei docenti nell'organico di fatto. Ad affermarlo è Stefano Versari, vicedirettore dell'Usr, questa mattina durante l'incontro con una delegazione della Cub Scuola, occasione anche per esprimere "forte contrarietà circa le minacciate sanzioni alle insegnanti delle scuole elementari Longhena: ci opporremo a qualsiasi sanzione, con tutti i mezzi sindacali a nostra disposizione", spiega, in una nota, Francesco Bonfini, Cub Scuola Emilia-Romagna. Il dirigente ha fornito i dati a livello provinciale circa le scuole dell'infanzia, le elementari e il personale di sostegno. Per quel che riguarda invece l'organico delle scuole medie e superiori bisognerà ancora attendere. "Rileviamo come aspetti positivi la trasformazione di alcuni posti di sostegno e di seconda lingua comunitaria da organico di fatto ad organico di diritto", spiega ancora Bonfini. Questo però "non risolve il dramma di migliaia di posti tagliati (ai quali si aggiungeranno 900 ausiliari), in un momento di crisi e di esplosione della disoccupazione", aggiunge Bonfini. Proprio per questo la Cub Scuola conferma il presidio di protesta indetto per mercoledì 29 aprile, alle 16.30, in piazza XX Settembre a Bologna, sotto le finestre dell'Usr. Anche in quell'occasione Versari riceverà una delegazione di precari che porterà la propria protesta contro i tagli e le rivendicazioni in termini di nuove assunzioni, chiedendo all'Usr di farsene portavoce presso il Ministero. Le richieste della Cub scuola "si baseranno sul fatto che il Governo intende sperperare miliardi per sovvenzionare banche e spese militari, quando ne basterebbe una piccola quota per stabilizzare precari con anni di esperienza e assolutamente strutturali per il funzionamento della scuola", spiega ancora Bonfini. Inoltre, "i numerosi pensionamenti permettono di svolgere questa operazione senza costi aggiuntivi, con anzi un saldo positivo nel medio periodo", aggiunge infine il sindacalista.
20 aprile 2009 - Omniroma
VIA PINCHERLE, ASIA RDB: SODDISFATTI PER RAGGIUNGIMENTO ACCORDO
(OMNIROMA) Roma, 20 apr - «Si è riunito oggi pomeriggio il tavolo interistituzionale su via Pincherle, al quale hanno partecipato la dottoressa Vaccaro per la Prefettura di Roma, l'assessore regionale alla Casa Mario Di Carlo, Paris per il Comune di Roma, il presidente dell'Ater Luca Petrucci e il proprietario degli alloggi Mario Giacomazzi. Nell'incontro è stato sottoscritto un verbale di accordo per l'acquisto di tutto il patrimonio invenduto da parte dell'Ater, attraverso un concorso di finanziamento da parte del Comune e della Regione, che verrà perfezionato nei prossimi giorni. In particolare, giovedì si svolgerà un incontro tecnico tra Ater e Giacomazzi, mentre lunedì prossimo si riunirà un nuovo tavolo alla presenza del prefetto Pecoraro per la formalizzazione dell'accordo. Al termine dell'incontro, una delegazione di inquilini -in presidio sotto la prefettura- e l'AS.I.A. RdB sono stati ricevuti al tavolo interistituzionale e hanno sollevato la necessità di tutelare gli inquilini i cui appartamenti sono stati venduti a terzi, chiedendo ai rappresentanti delle istituzioni l'apertura formale di un tavolo ad hoc. L'AS.I.A. RdB esprime soddisfazione per l'accordo raggiunto e reputa importante che dopo Colli Portuensi anche la vicenda degli inquilini di via Pincherle 153/169 si concluda con l'intervento pubblico. La resistenza degli inquilini, messa a dura prova dallo stillicidio dei rogiti, l'ultimo dei quali è avvenuto questa mattina, sta infatti producendo un risultato il cui valore investe l'intera città. L'AS.I.A e gli inquilini convocano un'assemblea pubblica per lunedì 27 aprile alle ore 18 presso la sede occupata dal Comitato inquilini in via Pincherle». Lo comunica, in una nota, Asia Rdb.
20 aprile 2009 - Adnkronos
SCUOLA: BOLOGNA, 29 APRILE PRESIDIO CUB DAVANTI UFFICIO REGIONALE
BONFINI, 'NO' A SANZIONI PER MAESTRE DELLE LONGHENA
Bologna, 20 apr. - (Adnkronos) - Contro il taglio degli insegnanti e del personale Ata e per la stabilizzazione dei precari, la Cub scuola Emilia Romagna tornerà in piazza con una protesta indetta per il prossimo 29 aprile alle 16.30 davanti all'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia Romagna che ha sede a Bologna. L'annuncio giunge oggi dopo l'incontro tra una delegazione della sigla sindacale e il vice direttore dell'Ufficio scolastico regionale Stefano Versari che, riferisce Francesco Bonfini della Cub Scuola «ci ha confermato il taglio di 1637 insegnanti, quale effetto delle Leggi 133 e 169». «L'amministrazione ci ha informato di aver rappresentato al Ministero le situazioni di maggior sofferenza» prosegue il sindacalista che aggiunge «ci sarà quindi forse ancora spazio per ottenere qualche briciola. Ciò chiaramente non risolve il dramma di migliaia di posti tagliati, ai quali andranno ad aggiungersi 900 posti Ata, in un momento di crisi e di esplosione della disoccupazione». Nel corso dell'incontro, infine, la Cub Scuola ha poi espresso la propria «ferma contrarietà circa le minacciate sanzioni alle insegnanti delle scuole Longhena» dove questo inverno sono state consegnate a tutti i bimbi delle elementari le pagelle con il 10 in tutte le materie. «Abbiamo ribadito - conclude Bonfini - che ci opporremo a qualsiasi sanzione, con tutti i mezzi sindacali a nostra disposizione».
20 aprile 2009 - Il Nolano
Fiat, 16 avvisi di garanzia
POMIGLIANO D'ARCO - Nei giorni scorsi 16 lavoratori della Fiat hanno ricevuto altrettanti avvisi di garanzia per lo sciopero di cui furono protagonisti dall’11 al 15 aprile 2008. Lo sciopero fu indetto contro la scelta dell’azienda di trasferire 316 operai nel cosiddetto reparto- confine di Nola. Una scelta che fu letta in chiave antisindacalista. Ci furono scontri con le forze dell’ordine accorse per disperdere il presidio dinanzi i varchi dello stabilimento. Poi l’apertura delle indagini con i 16 avvisi di garanzia emessi dal pm della Procura di Nola Sara Paolino. Rinviati a giudizio sono Mario Di Costanzo, rsu della Fiom Cgil, Antonio Arcella, 43enne di Caivano, rsu della Fim Cisl, Domenico Mignano 42 anni, di Sant’Anastasia, Marco Cusano e Luigi Aprea dei Cobas, il leader del sindacato Cub Tommaso Pirozzi, Vincenzo Sarnataro, Giovanni D’Errico, Angelo Liguori, Luciano Arcopinto, Vincenzo Esposito, Andrea Prete, Vincenzo Sapio, Anna Visconti, Giuseppe Mele e Emma Pezzella. Su questa vicende si esprime in un comunicato stampa Tommaso Pirozzi, che scrive tra l’altro: " Gli operai, nonostante i plausi dei sindacati concertativi ad eccezione di qualche R.s.u., avevano ben compreso lo scopo del piano Marchionne: espellere dalla fabbrica di Pomigliano il sindacalismo di base e tutti quei lavoratori ritenuti scomodi, per poi procedere ad un ridimensionamento dell’intero stabilimento. Ancora una volta la magistratura si schiera con i poteri forti ed attacca i lavoratori. Non è un caso che ciò avvenga in questi mesi difficili di cassa integrazione e di incertezza per il futuro occupazionale per migliaia di operai tra Fiat ed indotto. Mentre cresce sempre di più il timore di una chiusura dello stabilimento, visto la mancanza di un piano di produzione. Intanto la trattativa sul futuro dei lavoratori non parte, accrescendo sempre di più il timore di una chiusura dello stabilimento, visto la mancanza di un piano di produzione. Impressionante è la negazione del riconoscimento che le lotte sono sindacali e non "criminali"; negli "avvisi" infatti si parla di "violenza"privata invece che sciopero con presidio delle entrate, si parla minacce, di violazione di un ordinanza di sgombero, e via di questo passo. Quando il conflitto sociale non è rituale si vuole trasformarlo in fatto criminale". Per questo motivo Cub, Confederazione Cobas e Sdl intercategoriale organizzano una assemblea per giovedì 23, dinanzi l’ingresso 2 della fabbrica a partire dalle 13.
20 aprile 2009 - Il Piccolo
I DIPENDENTI DELLA TRIESTE TRASPORTI CHIEDONO CABINE BLINDATE
Bus, continue aggressioni agli autisti
L’ultimo episodio in piazza Goldoni: punk scatenati contro il conducente
di MADDALENA REBECCA
Trieste - Bottiglie di birra contro un bus della Trieste Trasporti. Le hanno scagliate l’altra notte due giovani ubriachi - con ogni probabilità del giro di punkabestia che gravitano attorno a piazza Oberdan -, come vendetta contro l’autista che li aveva fatti scendere dal mezzo. Autista che ora, assieme agli altri colleghi inseriti nei turni serali, annuncia l’avvio di una raccolta firme per chiedere maggior sicurezza sui mezzi che effettuano corse notturne. «Quelle bottiglie avrebbero anche potuto colpirmi in testa - ha riferito il dipendente della Trieste Trasporti -. Non è possibile che i conducenti siano lasciati in balia dei tanti ubriachi e squilibrati che circolano di notte. Le intimidazioni e le aggressioni sono ormai sempre più frequenti e nessuno ha mai preso provvedimenti. È arrivato il momento di adottare delle misure di prevenzione che tutelino sia gli autisti sia i passeggeri».
L’episodio che ha fatto montare la rabbia è accaduto l’altra sera poco dopo le 23. Il conducente si trovava in servizio su un bus della linea C a bordo del quale, al capolinea di piazza Goldoni, sono saliti due ragazzi visibilmente alticci. E assieme a loro, i giovani hanno fatto entrare nell’autobus anche un cane di grossa taglia e sprovvisto della museruola. Un particolare che non è sfuggito al conducente il quale, per far rispettare il regolamento ed evitare che l’animale mettesse a rischio la sicurezza dei passeggeri, ha raggiunto i padroni, invitandoli semplicemente a scendere dalla vettura.
Apriti cielo. I due sono andati su tutte le furie e, insultando il conducente, si sono rifiutati categoricamente di abbandondare il mezzo pubblico. Solo al termine di una scenata durata diversi minuti, e solo dopo l’arrivo della polizia allertata dall’autista, i punkabestia, hanno ceduto, scendendo finalmente a terra.
Una volta sul marciapiedi, però, hanno subito pensato a come farla pagare all’uomo che si era permesso di rovinare i loro piani. E la scelta, appunto, è caduta sul lancio delle bottiglie di birra tenute fino a quel momento in mano. Bottiglie scagliate dopo la partenza della macchina della polizia e finite, fortunatamente, solo contro la carrozzeria del mezzo pubblico.
Tanto è bastato però a scatenare la rabbia del conducente e dei colleghi, pronti adesso ad avviare una petizione da presentare sia all’azienda sia alla Provincia per richiamare l’attenzione sul problema sicurezza. Problema che coinvolgerebbe anche gli utenti dei bus, a partire dai tanti anziani che utilizzano i mezzi pubblici per rientrare a casa dopo aver assistito a qualche spettacolo a teatro.
«Come autisti siamo esasperati - ha aggiunto ancora il dipendente in servizio l’altra sera sulla linea C -. È inaccettabile che venga messa a rischio continuamente la nostra incoluminità». «Pochi mesi fa a Valmaura un collega è stato ferito da uno squilibrato che ha rischiato di trasmettergli malattie gravissime - gli fa eco Willy Puglia delle Rdb -. E ancor più di recente dei balordi hanno seguito e aspettato al capolinea un conducente per poi picchiarlo. Tutto questo avviene nella più totale indifferenza della Trieste Trasporti. Anche le nostre richieste di installare nei bus delle cabine blindate sono rimaste inascoltate. Speriamo che, dopo l’ennesima aggressione, l’azienda capisca che non può scaricare sul personale viaggiante la responsabilità della sicurezza a bordo dei mezzi».