Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB
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5 aprile 2009 - Adnkronos
LAVORO: DOMANI 'MUSE' IN SCIOPERO PER CHIEDERE STABILIZZAZIONE
PROTESTA-PERFORMANCE DEI MODELLI VIVENTI PROCLAMATA DA RDB-CUB
Roma, 5 apr. - (Adnkronos/Labitalia) - Si fermano per un giorno i modelli viventi. 'Muse' che posano per gli studenti nelle scuole di pittura e scultura, nelle classi di figura disegnata e modellata per le Accademie delle Belle Arti e i licei artistici, prestando la loro opera occasionalmente o come collaboratori o lavoratori a tempo, comunque precari. E che ora rivendicano la stabilizzazione e il riconoscimento della loro professionalita'. A proclamare lo sciopero nazionale, per domani, lunedi' 6 aprile, il sindacato di base Rdb-Cub. Per il sindacato, infatti, ''tutti i modelli viventi sono precari e moltissimi di loro avrebbero diritto a essere assunti a tempo indeterminato in base alle leggi finanziarie''. ''Tuttavia -avverte la Rdb-Cub- il ministero della Pubblica Istruzione e dell'Universita', a differenza di altre amministrazioni pubbliche che hanno utilizzato le possibilita' offerte dalle leggi vigenti, in due anni non ha avviato alcuna stabilizzazione per sanare questa situazione di palese illegittimita' e sfruttamento. La condizione dei modelli rischia inoltre di aggravarsi in seguito ai tagli operati alle scuole e Accademie dall'ultima Finanziaria, tagli che stanno gia' comportando il mancato rinnovo dei contratti o la drastica riduzione degli orari e dei salari''. E quella di domani sara' una protesta-performance. Per illustrare le ragioni dello sciopero, i modelli viventi porteranno le rivendicazioni dei loro diritti dentro una galleria d'arte di Firenze. Terranno infatti una conferenza stampa, nel capoluogo toscano, presso la galleria 'Art in progress', alle 11,30, con un'anteprima della vera e propria protesta-performance prevista, sempre per domani, alle 17,30. Sullo sfondo della mostra di manifesti curati e creati da Massimo d'Andrea, saranno eseguite performance curate da Franco Bugatti, che tramite la spettacolarizzazione della posa intendono mettere in rilievo l'impegno dei modelli nella creazione di forme nelle opere d'arte. Quello dei modelli viventi e' un lavoro particolare, che ha a che fare con l'arte, con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista. Per questo, la protesta e' intitolata 'L'eta' d'oro delle muse', dunque di quelle tante donne, e anche uomini, che fanno parte del mondo dell'arte. Ma, denuncia la Rdb-Cub, ''vi vengono marginalizzate, sfruttate, usate e spesso ricattate, come si ricattano tutti i lavoratori precari e senza diritti''. Ai modelli viventi viene negata, si sostiene, la specifica professionalita': porre il corpo nell'immobilita' della posa richiede impegno e disciplina e implica l'educazione in arti collaterali (danza, ginnastica, teatro), ma anche una cultura capace di immaginario artistico. ''Tutte queste capacita' -sostiene la Rdb-Cub- si sviluppano e consolidano nel tempo, attraverso la stessa continuita' della prestazione lavorativa''. Mentre, sottolinea il sindacato, i modelli viventi oggi ''sono costretti ad accettare nelle Accademie e nei licei artistici contratti a termine o di prestazione d'opera occasionale, senza diritti e prospettive per il futuro''. E ''il Miur -ribadisce- continua a considerare questi, non lavoratori precari da stabilizzare con una specifica professionalita', ma 'materiale didattico' da poter dismettere all'occorrenza''. La protesta dei modelli italiani ha ottenuto la solidarieta' dei colleghi parigini, riuniti nel Comite' des modeles des Ateliers Beaux Arts, che hanno scioperato lo scorso 19 marzo per il riconoscimento della professione.
SPETTACOLO: A FIRENZE 'PERFORMANCE PROTESTÀ DEI 'MODELLI VIVENTI'
'L'ETÀ D'ORO DELLE MUSE', DOMANI ALLE 17.30
Firenze, 5 apr. - (Adnkronos) - «È una scelta inusuale portare una lotta sindacale in una galleria d'arte. Ma quello dei modelli viventi è un lavoro unico: ha a che fare con l'arte e con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista». Così Antonella Migliorini, del Coordinamento Modelli delle Accademie delle Belle Arti e Licei artistici, presenta la protesta-performance che si terrà, domani alle 17.30, a Firenze, presso Galleria «Art in progress», in occasione dello sciopero nazionale dei modelli viventi indetto dalla Rdb-Cub. «Con questa performance - spiega Migliorini - i modelli vogliono protestare per chiedere la stabilizzazione del loro contratto, facendo vedere al pubblico il senso del loro lavoro, un lavoro pesante, ancor più in una condizione di precarietà: il corpo nudo costretto all'immobilità per ore, il tempo necessario all'artista e allo studente per realizzare l'opera. Verrà mostrato - prosegue - il momento vivo che precede la creazione artistica, la fantasia, quell'essere muse, quel sogno, quello spirito che accumuna modelli e artista, quel voler essere ciò che non si è, quel voler schiudere ciò che ancora non c'è, e che deve creare una nuova forma». «Perciò - conclude Migliorini - si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto più nell'avanzante riforma che riduce drasticamente pittura e scultura ed elimina senso e importanza di quanto è fondamentale: lo studio del corpo umano». La protesta-performance intitolata «L'età d'oro delle muse» è composta da una mostra di manifesti, curati e creati da Massimo d'Andrea, e dalle performances delle modelle, curate da Franco Bugatti.
5 aprile 2009 - La Nazione
Performance di modelli viventi
Firenze - DOMANI alle 17,30 alla galleria «A R T in progress», via dell'Oriolo 19-21 r, performance di modleli viventi ispirata a capolavori dell'arte, ideata da Franco Bugatti e eseguita dai performers Anna Laura Rassu, Elena Pinori, Ivana Mecozzi, Massimo Del Turco, Elisabetta Parrini, Antonella Migliorini e da Domenica Vernassa. Ci sarà anche una Mostra di manifesti di Massimo D'Andrea ispirati alla Body art con le modelle Antonella Migliorini e Elena Pinori. Modelli viventi è anche una lotta sindacale che le Rdb/cub stanno portando avanti nei confronti del Ministero dell'Istruzione, chiedendo l'assunzione a tempo indeterminato dei «modelli viventi» oggi costretti ad accettare contratti a termine o di prestazione d'opera occasionale.
5 aprile 2009 - Il Manifesto
in Agenda
Domani a Firenze, in occasione dello sciopero nazionale dei "modelli vivent" delle Accademie di Belle arti e dei Licei artistici indetto dal sindacato di base Rdb Cub della scuola, alle 17.30 presso lo spazio "Art in progress" in via dell'Oriolo 19r c'è la peculiare e interessante mostra "L'età d'oro delle muse", con modelli viventi in performance artistica e di lotta, in una iniziativa ideata da Franco Bugatti ed eseguita da Anna Laura Rassu, Elena Pinori, Ivana Mecozzi, Massimo Del Turco, Elisabetta Parrini, Antonella Migliorini e da Domenica Vernassa, in visione anche la "Mostra di manifesti" di Massimo D'Andrea.
5 aprile 2009 - Corriere di Bologna
In corsia il bracciale salva i clandestini. Gli infermieri: le cure prima del nome
Nei pronto soccorso di Maggiore e Sant'rsola, tra i pazienti senza documenti. Un codice a barre appeso al polso degli immigrati permette di accompagnare attraverso tutte le fasi diagnostiche anche chi si rifiuta di fornire un nome
di Micaela Romagnoli
Bologna - Nelle sale d'attesa dei pronto soccorso non conta il nome, quello che conta è garantire le cure: «L'assistenza viene prima di tutto». È un paradigma per la caposala del pronto soccorso dell'spedale Maggiore, Nicoletta Marchesini, e, come per lei, per gli altri infermieri della città. A prescindere dalla provenienza e a prescindere dalla presenza regolare o irregolare sul territorio, gli operatori della sanità che per primi entrano in contatto con chi arriva al reparto di emergenza non si fermano mai di fronte a un documento. Almeno così succede ancora oggi alle accettazioni del pronto soccorso del Maggiore e del Sant'rsola-Malpighi.
Mentre in Parlamento si discute il disegno di legge che potrebbe portare all'abrogazione della norma che vieta ai medici la segnalazione di immigrati senza permesso di soggiorno alle autorità, gli infermieri fanno fronte unico a sostegno del diritto di tutti di essere curati. Del resto, è il loro codice deontologico ad affermarlo: «L'infermiere - si legge all'articolo 18 del capo terzo - in situazioni di emergenza e urgenza, presta soccorso e si attiva per garantire l'assistenza necessaria». «Questa è la nostra missione - sottolinea Maurizio Magotti, coordinatore infermieristico del pronto soccorso generale del Sant'rsola -: noi i pazienti li assistiamo tutti, è il nostro dovere. Capita spesso che non abbiano documenti. Non solo gli stranieri, anche gli italiani. Ma per noi la prima cosa è metterli in condizione di essere curati». E aggiunge: «Difficilmente veniamo a sapere se siano regolari o irregolari».
Da qualche giorno, sulle pareti dei pronto soccorso sono appesi manifesti scritti in otto lingue (arabo, bengali, cinese, francese, inglese, hurdu-pakistano, russo, spagnolo) per tranquillizzare i pazienti «clandestini », perché si sentano liberi di continuare a rivolgersi ai servizi sanitari senza rischiare alcuna denuncia. Ciò non toglie che qualche timore tra gli stranieri ci sia, adesso come prima. Così, capita che alcuni immigrati si rifiutino di dichiarare la loro identità o magari rilascino un nome falso: «Atteggiamenti reticenti sono molto frequenti - racconta Nadia Ricchi, infermiera in servizio da vent'anni al pronto soccorso dell'spedale Maggiore -. Non solo succede che non dichiarino le loro generalità, ma che si rifiutino anche di rispondere a semplici domande, magari per capire come si siano procurati una ferita. Si chiudono a riccio perché temono che venga chiamata la polizia».
Per superare le difficoltà legate all'identificazione, al Maggiore (e da qualche tempo in via sperimentale a tutti gli utenti del Sant'rsola) viene consegnato un braccialetto contenente una sorta di codice a barre, sostitutivo del nome e del cognome, che accompagna il paziente durante tutte le fasi diagnostiche.
Per gli immigrati, il pronto soccorso è spesso riconosciuto come l'unico luogo in città dove poter essere assistiti per problemi di salute. Molti, non avendo la residenza, non hanno nemmeno il medico di base. La percentuale di accessi degli stranieri, di giorno e ancor più di notte, infatti, è molto alta: il 30 per cento al pronto soccorso della maternità e il 19 per cento a quello generale. «Arrivano anche solo per un po' di tosse o per la febbre - spiega l'infermiera Nadia -. Emblematico fu il caso di una ragazza dello Sri Lanka che venne in ambulanza insieme ai genitori. Erano tutti in ansia, ma lei aveva solo la forfora nei capelli».
A volte capita che si sentano pazienti di serie B. «Succede a noi infermieri di essere accusati di razzismo - racconta Nadia - Gli stranieri, per difficoltà comunicative, non sempre capiscono le ragioni delle lunghe attese alle quali sono sottoposti poi anche gli italiani. Invece, credono di ricevere un trattamento diverso».
Non manca nemmeno chi si dà alla fuga. Capitava molto spesso fino a qualche tempo fa con i pazienti che arrivavano al pronto soccorso dal centro di permanenza temporanea di via Mattei. «Vedevano nell'spedale la porta per la libertà - è la testimonianza di Angelo Morrongiello, infermiere e sindacalista delle Rdb - Ingoiavano delle pile, si facevano ricoverare e al mattino il letto lo trovavamo vuoto».
4 aprile 2009 - Il Giorno
Nuova sede per i pompieri ma il progetto è sbagliato
I sindacati: «Dimenticati rimesse, bagni e mensa»
di DARIO CRIPPA
Monza - HA SENSO che il nuovo Comando dei Vigili del fuoco di Monza sia dotato di 70 uffici, anche se gli impiegati saranno soltanto 16 (4 uffici a persona!)? Ha senso appaltare un'opera da 4 milioni e 600mila euro in cui non sono previsti magazzini, mensa, deposito mezzi, cessi? Ha senso che sia prevista una rimessa sotterranea alta 2 metri e 80 centimetri anche se una qualsiasi autopompa è alta 3 metri? Il sindacato di categoria Rdb/Cub lo sta urlando ai quattro venti da circa due anni e, paradossale, tutti sembrano dar loro ragione: sindaci e consiglieri comunali, commissari prefettizi, Provincia, Regione. Eppure, l'area di cantiere del Comando prossimo venturo dei Vigili del fuoco di Monza - la neonata Provincia brianzola è alle porte - nel frattempo è stato aperto, pur già in ritardo. In via Mauri, di fronte alla vecchia sede, hanno già tirato su le recinzioni e ci hanno appiccicato un cartello con la dicitura «Ministero dell'Interno». E, dentro, ci hanno già iniziato a lavorare. O meglio, per ora all'opera si sono visti solo gli stessi pompieri, che hanno dovuto disboscare e ripulire il terreno, «altrimenti - spiegano - la ditta che ha vinto l'appalto, la Procopio srl di Catanzaro, ha detto che non ci avrebbe neppure messo piede». Intanto ieri mattina il sindacato ha deciso di indire una conferenza stampa, davanti al cantiere, per ribadire per l'ennesima volta le proprie perplessità. «Da più tempo - ha detto Massimiliano Andreotti, responsabile regionale di Rdb/Cub per gli Enti locali - diciamo che questo progetto è inadeguato, ma le nostre proteste sono finora state lettera morta, ci hanno solo detto vagamente che il progetto potrebbe cambiare in corso d'opera, anche se altri soldi non ce ne sono». HA RINCARATO Gianni Romano, rappresentante monzese di Rdb/Cub: «Abbiamo incontrato i capigruppo in Consiglio comunale...e non ne abbiamo trovato uno che non fosse d'accordo con noi. A questo punto chiederemo un incontro ai candidati alle prossime elezioni provinciali per capire cosa intendano fare». «Settimana prossima la Procopio srl ci ha annunciato che per fare i lavori intende buttar giù il nostro unico magazzino - ha chiuso Enrico Vergani, rappresentante monzese del coordinamento provinciale di Rdb/Cub dei Vigili del fuoco -: che faremo? A Monza è previsto l'arrivo di 84 pompieri più 29 nei distaccamenti di Desio e Seregno. Il problema è che dovremo ospitare una trentina di mezzi fra autoscale, autopompe, carri fiamma, mezzi dei nuclei specializzati, ma non sappiamo dove: non è previsto un laboratorio, un'officina o un magazzino. Accatasteremo tutto in cortile...».
4 aprile 2009 - La Repubblica
Il giudice: la precaria va assunta
La Telecom condannata a prenderla in pianta stabile nel call center
di FRANCA SELVATICI
Firenze - Il call center della Telecom di Calenzano, che ha utilizzato centinaia di lavoratori "somministrati" da agenzie di lavoro interinale, è stato condannato dal tribunale del lavoro di Prato ad assumere a tempo indeterminato una di queste lavoratrici. E´ la prima sentenza del genere che riguarda il call center di Calenzano. «Da oggi la signora, che ha 30 anni, non è più disoccupata dopo la solita trafila di precariato», spiega l´avvocato Danilo Conte che l´ha assistita nella battaglia legale insieme con la collega Letizia Martini. Dal 2004 al 2007 la giovane donna ha lavorato come operatrice nel call center sulla base di due contratti di somministrazione a tempo determinato da parte della agenzia di lavoro interinale Worknet, ora Gi Group. Il secondo contratto è stato poi prorogato tre volte.
Quando ha deciso di fare causa, la operatrice è stata sostenuta dal sindacato Fmlu-Cub. La sua tenacia è stata premiata. Il tribunale ha dichiarato illegittimi i due contratti di somministrazione e ha detto che il rapporto di lavoro deve essere inteso come sorto sin dall´inizio non con l´agenzia di somministrazione ma direttamente con la Telecom. Ha condannato l´azienda di telefonia a ripristinare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a pagare gli arretrati dal maggio 2007 ad oggi oltre interessi e rivalutazione monetaria. Le spese legali dovranno essere sostenute da entrambe le parti.
Le motivazioni della sentenza non sono ancora state depositate. Si conoscono però i motivi del ricorso della operatrice. La somministrazione di lavoro a tempo determinato è consentita dalla legge, ma resta un istituto «di carattere eccezionale», ammesso solo «a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo», che devono essere specificate. Nel primo contratto di assunzione della giovane operatrice le ragioni erano indicate nel «fabbisogno di maggiore organico connesso a situazioni congiunturali e non consolidabili». Nel secondo contratto, stipulato lo stesso giorno in cui scadeva il primo, risulta completamente omessa qualsiasi indicazione sul motivo della assunzione a termine. E nessuna indicazione compare nelle proroghe. Il che - sostengono i legali della ricorrente - è del tutto contrario alla legge italiana e alla direttiva europea che «impone canoni rigorosi nella verifica della sussistenza di obiettive ragioni poste alla base della stipula di contratti a tempo determinato», proprio per prevenire gli abusi in materia di lavoro a termine. In realtà - accusano gli avvocati - il call center Telecom di Calenzano ha fatto «continuo e costante ricorso a personale temporaneo», utilizzando «centinaia di lavoratori "somministrati" per far fronte a una carenza fisiologica di personale che non presenta alcun aspetto di temporaneità».
4 aprile 2009 - La Nuova Venezia
Rdb: «Stato d'agitazione al Mariutto»
MIRANO - Dichiarato lo stato di agitazione sindacale alla casa di riposo Luigi Mariutto. I sindacati del pubblico impiego RdB-Cub hanno scritto al prefetto chiedendo un incontro urgente e annunciando una giornata di sciopero per protestare contro le modifiche alla turnistica e le nuove regole per i lavoratori part-time. «L'azienda - spiega per RdB Federico Martelletto - prevede di riorganizzare orari di lavoro e turnistica ricorrendo a mobilità interne e modifiche di contratti part-time individuali. Tutto ciò senza interessare i lavoratori, che troveranno già nella programmazione di maggio le modifiche dei loro turni di lavoro». Per i sindacati si tratta di una palese violazione dei diritti del lavoratore, dato che è la legge stessa a prevedere l'impossibilità della modifica unilaterale del contratto individuale senza il consenso del lavoratore su turni e orario. «Il contratto nazionale - aggiunge Martelletto - prevede che la materia sia oggetto di concertazione anche aziendale. Se classifichiamo il verbale del 3 marzo come tale, nessun cambiamento può essere effettuato unilateralmente senza che il gruppo di lavoro abbia elaborato le proposte e i protocolli».(f.d.g)
4 aprile 2009 - La Nuova Ferrara
Ferrara. Centinaia di persone con contratti a tempo determinato...
Ferrara - Centinaia di persone con contratti a tempo determinato e per le quali la sicurezza del posto di lavoro non esiste nè per il presente nè per il futuro. A denunciare la situazione è il Coordinamento dei ricercatori precari dell'Università di Ferrara, che se la prende con il monitoraggio del lavoro atipico nella pubblica amministrazione imposto dal ministro Brunetta.
«Il ministero - scrive il coordinamento - era interessato solo agli "stabilizzabili" (personale che dopo molti anni di specifici contratti flessibili presso lo stesso ente ha maturato i requisiti per l'assunzione), dunque una frazione ridottissima dei precari della pubblica amministrazione, da cui comunque sono esclusi coloro che si occupano di ricerca e didattica all'interno degli atenei statali».
Il rischio è che la ricerca nasconda alla fine la consistenza reale del fenomeno mascherando la realtà. «Le associazioni nazionali dei ricercatori precari si erano da subito espresse contro questo provvedimento - precisa la nota - che palesemente tenta di mistificare i numeri del fenomeno. Mentre Usi/Rdb aveva lanciato il censimento-autodenuncia "Io esisto!" a Ferrara il Coordinamento dei Ricercatori Precari aveva chiesto espressamente al rettore che venissero segnalati al ministero i numeri di tutte le forme di lavoro "flessibile" presenti in Ateneo, ma osserviamo che qualche informazione deve essere andata persa nel tragitto per Roma».
«In generale - prosegue la nota - si sono ottenuti comportamenti difformi fra i vari atenei, annullando il valore universale del censimento proclamato dal ministro Brunetta».
«Dati attendibili per l'Università di Ferrara - dice il coordinamento - si trovano sulla tabella di ripartizione dei fondi del reclutamento straordinario ricercatori "quota 2008" (http://www.miur.it/UserFiles/2951.pdf) da cui risultano a Ferrara 236 assegnisti di ricerca». E l'Ufficio Selezione Personale di Ateneo «conteggia per il 2008 212 assegnisti e 53 contrattisti della ricerca, 1480 contratti di docenza stipulati per l'anno accademico trascorso, 32 tempi determinati e 21 contrattisti del comparto amministrativo».
4 aprile 2009 - EPolis
Tra modelli viventi e tornelli stile Brunetta
di Marco Colabianchi
Firenze - Lunedì 6 aprile si terrà un'originale ma giustissima protesta sindacale. Avverto subito che la violenza degli operai che sequestrano i manager che li hanno appena licenziati, in questo caso, non c'entra nulla. Non ci saranno né sequestri né cortei, però ciò non toglie che si tratti di una manifestazione della quale tutti i giornali dovrebbero adeguatamente occuparsi. Si tratta della lotta sindacale che le Rappresentanze di Base/Cub, cito, "stanno portando avanti chiedendo al Ministero dell'Istruzione e Università l'assunzione a tempo indeterminato dei «modelli viventi» oggi costretti ad accettare - nelle Accademie e nei Licei artistici - contratti a termine o di prestazione d'opera occasionale, senza diritti e prospettive per il futuro. Il Ministero della Cultura continua a considerare questi non lavoratori precari da stabilizzare con una specifica professionalità, ma «materiale didattico» da poter dismettere all'occorrenza". Per essere più chiari possibili, perché quando ci sono di mezzo i diritti dei lavoratori bisgna essere precisi, i sindacati di base hanno organizzato una manifestazione per chiedere al ministero di assumere a tempo indeterminato, nel settore pubblico, i modelli che nelle accademie d'arte e nei licei posano per farsi ritrarre da artisti e studenti. Ho qualche domanda. Ma se la stabilizzazione del posto di lavoro per i modelli è un diritto, perché non dovrebbe esserlo anche per gli artisti che li ritraggono? Se stare immobili per ore in attesa che il pittore/scultore finisca il suo lavoro è un'occupazione di tutto rispetto, perché misurarlo attraverso la stabilizzazione del lavoro? Non è che chi ha un contratto a termine è più rispettabile di chi non ce l'ha? E perché se il modello vivente è un lavoro, il paroliere non lo è? Perché Mogol non ha mai chiesto di essere assunto dal ministero della Cultura? Ve lo immaginate Mogol dipendente pubblico e Ligabue sovrintendente ai concerti estivi? Sapendo di avere davanti agli occhi il corpo di un dipendente pubblico, invece che di un libero professionista, gli artisti e gli studenti si sentirebbero più o meno ispirati? E i modelli viventi, se assunti nel pubblico impiego, accetterebbero i tornelli all'ingresso delle aule scolastiche? E visto che suscitare un'ispirazione è un mestiere, non è che poi ci tocca assumere tutte le donne di Vasco Rossi e di Franco Califano? Chi lo dice a Brunetta?
4 aprile 2009 - Il Giornale di Vicenza
INDAGINE. La Digos dopo le otto perquisizioni disposte dalla Dda di Venezia ha avviato l'esame dei documenti
La difesa degli islamici «Contro il terrorismo»
L'imam Ouelhazi: «Raccogliamo sì soldi, ma non per gli attentati bensì per il sostegno alle famiglie». Precedenti inchieste sono finite nel nulla
Vicenza - La Digos ha iniziato l'esame della documentazione sequestrata giovedì mattina nel corso delle otto perquisizioni compiute ad altrettanti operai di fede islamica su ordine della direzione distrettuale antimafia di Venezia. Gli inquirenti lagunari hanno indagato 26 persone con l'accusa di aver costituito un'associazione per delinquere finalizzata al sostegno al terrorismo di matrice islamica, oltre che al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla ricettazione grazie a documenti contraffatti. Lo stesso procuratore Borraccetti, peraltro, ha invitato a considerare il blitz un momento di un'indagine preventiva, allo scopo di comprendere quali siano i contatti reali fra gli indagati ed esponenti del credo fondamentalista che vivono in altri paesi europei o nel Nord Africa.
A Vicenza erano state sei le perquisizioni compiute dai detective del vicequestore Cuozzo; altre due a Grisignano. Risultano indagati sei algerini, un nigeriano e un predicatore yemenita che in passato era stato a Vicenza per gli incontri di preghiera. Quest'ultimo è stato cercato anche nel centro di cultura di via Vecchia Ferriera, la moschea di Ponte Alto, dove non è stato trovato.
Ieri l'imam vicentino Touhami Ouelhazi è intervenuto a difesa dei suoi fedeli. «Non possiamo escludere che fra i 42 mila musulmani presenti nel Vicentino ci sia qualche testa calda, ma noi siamo persone per bene e non è giusto generalizzare. Soldi? Sì, ne raccogliamo, ma non certo per i terroristi, bensì per le famiglie in difficoltà, magari con il padre che ha perso il lavoro. Lo facciamo un po' come lo fa la Caritas». E poi sottolinea come in tutti momenti di preghiera, a Vicenza le parole dell'imam vengano tradotte dall'arabo in italiano, così che tutti possano sentire che si tratta di invocazione ad Allah, non alla guerra santa all'ccidente.
Nel corso dell'inchiesta è stato indagato anche l'imam della moschea di S. Marcellino, in Campania, Nasser Hidouri, ma anche quest'ultimo ha sottolineato di essere assai tranquillo. Si è recato dal vescovo di Caserta per raccontargli della perquisizione.
«Noi siamo alieni da sentimenti che non siano di amicizia e rispetto verso il popolo italiano - sottolinea anche Ouelhazi -. La nostra comunità, grazie anche ai bambini, è perfettamente integrata; e ben maggiore sarebbe il livello di integrazione se delle forze politiche irresponsabili non fomentassero i peggiori istinti xenofobi e razzisti». Il riferimento è alle parole degli esponenti della Lega Nord; parole che sono fortemente criticate dalla moschea, che sta valutando anche l'ipotesi di denunce.
«Al centro islamico si prega, si fa cultura, anche italiana, si insegna la nostra lingua, si lavora per l'integrazione - commenta Germano Raniero, sindacalista Rbd-Cub -. Il centro non fornisce carte di identità fasulle. Non vogliamo nessuna caccia alle streghe o che l'indagine alimenti una caccia allo straniero».
Val la pena di ricordare anche, sottolineano dalla moschea, che le precedenti indagini contro il terrorismo islamico che avevano interessato il Vicentino non hanno portato a condanne, bensì ad assoluzioni. Come il caso dei quattro algerini arrestati nel 2006 che, assistiti dall'avv. Paolo Mele senior, sono stati prosciolti in tribunale a Venezia. In altre regioni, invece, sono arrivate pesanti condanne, come in Campania. La tesi è quella che anche, eventualmente, commentare favorevolmente atti terroristici non equivale ad essere terroristi.
Gli otto indagati "vicentini", fra cui cui Said Bouchrida, Khalid Chalid e Moustapha Benali, ai quali sono stati sequestrati documenti, libri e appunti, saranno interrogati probabilmente nelle prossime settimane. Assistiti dagli avv. Jacopo Lacchin e Massimo Visintin, potranno spiegare la loro posizione e potranno comprendere per quale motivo gli inquirenti - sulla scorta di intercettazioni - li abbiano denunciati.(D.N.)
3 aprile 2009 - Apcom
P.A./ Rdb-Cub: Da Brunetta gravissimo attacco alle lavoratrici
Subito incontro con il ministro Carfagna
Roma, 3 apr. (Apcom) - Dal ministro Renato Brunetta arriva un "attacco gravissimo alle lavoratrici" del pubblico impiego. A sostenerlo è Rdb-Cub Pubblico impiego chiedendo un incontro con il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. "Dopo aver confermato la decisione del governo di innalzare l'età pensionabile, il Brunetta ha lanciato un violentissimo attacco alle lavoratrici pubbliche arrivando ad insultarle pesantemente paragonandole a delle truffatrici", afferma il sindacato. "Le donne della Pa vengono utilizzate da anni per colmare il vuoto dello stato sociale nel nostro paese, supplendo alla mancanza assoluta di servizi pubblici, di nidi pubblici, di assistenza sanitaria e domiciliare per anziani malati, di assistenza adeguata ai portatori di handicap", denuncia Paola Palmieri, della Direzione Nazionale RdB-Cub Pubblico Impiego."E' quindi evidente che il vero obiettivo è quello di espellere le donne dal mondo del lavoro, a cominciare dalle lavoratrici pubbliche, per obbligarle a svolgere definitivamente le funzioni che dovrebbero essere assicurate dallo stato sociale. Oltre a questo - prosegue Palmieri - il governo vuole costringerle al lavoro per ulteriori 5 anni, cancella il divieto del lavoro notturno per le donne in gravidanza e fino ad un anno di vita del bambino, licenzia centinaia di migliaia di lavoratrici precarie dai nidi comunali, dalle scuole, dalle aziende sanitarie e dagli enti di ricerca".
Lunedì a Firenze sciopero nazionale dei modelli viventi
In una galleria la perfomance-protesta "L'età d'oro delle muse"
Milano, 3 apr. (Apcom) - Si chiama "L'età d'oro delle muse" la perfomance-protesta organizzata per lunedì a Firenze in una galleria d'arte dai modelli viventi in occasione del loro sciopero nazionale Migliorini. "Con questa performance - scrive in una nota Antonella Migliorini, del Coordinamento modelli delle accademie delle belle arti e licei artistici - i modelli vogliono protestare per chiedere la stabilizzazione del loro contratto, facendo vedere al pubblico il senso del loro lavoro. Un lavoro pesante, ancor più in una condizione di precarietà: il corpo nudo costretto all'immobilità per ore, il tempo necessario all'artista e allo studente per realizzare l'opera". Durante la protesta di lunedì, prosegue la modella, "verrà mostrato il momento vivo che precede la creazione artistica, la fantasia, quell'essere muse, quel sogno, quello spirito che accumuna modelli e artista, quel voler essere ciò che non si è, quel voler schiudere ciò che ancora non c'è e che deve creare una nuova forma. Perciò si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto piú nell'avanzante riforma che riduce drasticamente pittura e scultura ed elimina senso e importanza di quanto è fondamentale: lo studio del corpo umano". "E' una scelta inusuale - scrive ancora Migliorini - portare una lotta sindacale in una galleria d'arte. Ma quello dei modelli viventi è un lavoro unico: ha a che fare con l'arte e con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista". La protesta, indetta dal sindacato di base RdB-Cub, si terrà presso la galleria "Art in progress" e prevede anche una mostra di manifesti di Massimo d'Andrea. Ci saranno poi le performance delle modelle, curate da Franco Bugatti.
3 aprile 2009 - Omniroma
CASA, ASIA-MOVIMENTI: IL 16 IN PIAZZA PER SOLLECITARE VERO PIANO
(OMNIROMA) Roma, 03 apr - «Accogliamo con favore l'annuncio del Prefetto e con noi tutti coloro che con angoscia attendono l'arrivo dell'Ufficiale Giudiziario e l'esecuzione dello sfratto. Finalmente un segnale che tiene conto della drammatica realtà abitativa romana e che non distingue tra morosi e non morosi, tra categorie protette e non protette. Se a questo si aggiungesse una moratoria sui mutui e sugli sgomberi avremmo un quadro di riferimento bloccato sul quale inserire le prossime politiche abitative». Così un anota congiunta AS.I.A. RdB, Blocchi Precari Metropolitani, Coordinamento di Lotta per la Casa, Comitato Obiettivo Casa- «Su queste ci sarà il 16 aprile il tavolo interistituzionale che chiedevamo da tempo - prosegue la nota - Si terrà presso la Regione Lazio ed il risultato delle nostre continue mobilitazioni, che stanno finalmente spingendo le istituzioni ad affrontare i temi della casa e dell'emergenza abitativa, ma che ancora non si tramutano in finanziamenti congrui e orientamenti decisi verso l'edilizia residenziale pubblica. La voce dei signori del mattone è ancora molto forte e i condizionamenti della rendita si fanno sentire, anche grazie al piano edilizio che Berlusconi spaccia per 'piano casà». «Per questo, oltre a partecipare al tavolo interistituzionale come movimenti, il 16 aprile ci mobiliteremo in tanti e tante per sollecitare un vero piano casa, fatto di alloggi popolari e da realizzare in forme urbanisticamente sostenibili, senza rinunciare agli standard di servizi, senza aggredire l'agro romano e soprattutto senza favorire la rendita fondiaria - conclude la nota - La legge regionale che dovrà essere approvata in relazione con i dettami della Conferenza Stato/Regioni verrà da noi 'osservatà con attenzione e non permetteremo che utilizzando l'emergenza abitativa si confezioni l'ennesimo regalo alla speculazione immobiliare».
IMMIGRATI, RDB-CUB: REGIONE GARANTISCA DIRITTO A SALUTE
(OMNIROMA) Roma, 03 apr - «Sono già due le vittime di un pacchetto sicurezza che, nonostante non sia stato ancora approvato, prevede la possibilità di segnalazione dei migranti irregolari da parte del personale sanitario. Due settimane fa la prima vittima, una giovane donna nigeriana morta di tubercolosi per la paura di richiedere le cure in ospedale, ed ora il caso della donna ivoriana denunciata dai 'zelantì medici del Fate Bene Fratelli di Napoli dove si era recata per partorire, alla quale, nonostante fosse in attesa del riconoscimento dell'asilo politico, è stato sottratto il bambino per 10 giorni in attesa degli accertamenti. Chiediamo che la Regione Lazio prenda una posizione netta al riguardo inviando una circolare a tutte le Aziende Sanitarie della Regione nella quale si ribadisca con forza il diritto alla salute e alle cure per tutte e tutti senza alcuna distinzione. Le Direzioni Aziendali devono inoltre informare chiaramente i migranti che si recano nelle strutture sanitarie che non verranno denunciati, e debbono vigilare affinché nessun operatore si renda responsabile dell'applicazione arbitraria di una norma razzista e non ancora approvata». Lo dichiara Licia Pera, del Coordinamento RdB-CUB Sanità del Lazio. «Questo è il risultato di una norma razzista che, seppur non ancora approvata e nonostante la contrarietà della maggioranza del personale sanitario, sta già producendo effetti vergognosi - aggiunge - Questa norma avrà effetti devastanti sulla salute dei migranti e in particolare delle donne, che si vedranno costrette a ricorrere ad una sanità parallela, sia nel caso scelgano di partorire che in quello che decidano di interrompere la gravidanza. In questo modo, oltre al diritto alla salute, vengono lesi anche i diritti dell'infanzia: qualcuno si è chiesto che fine faranno i bimbi nati dalle irregolari?».
3 aprile 2009 - Dire
CASA. MOVIMENTI: IL 16 APRILE IN PIAZZA PER UN VERO PIANO
(DIRE) Roma, 3 apr. - "Accogliamo con favore l'annuncio del Prefetto e con noi tutti coloro che con angoscia attendono l'arrivo dell'Ufficiale Giudiziario e l'esecuzione dello sfratto. Finalmente un segnale che tiene conto della drammatica realta' abitativa romana e che non distingue tra morosi e non morosi, tra categorie protette e non protette. Se a questo si aggiungesse una moratoria sui mutui e sugli sgomberi avremmo un quadro di riferimento bloccato sul quale inserire le prossime politiche abitative". E' quanto affermano in una nota congiunta Asia-Rdb, Blocchi Precari Metropolitani, Coordinamento di Lotta per la Casa e Comitato Obiettivo Casa. "Su queste ci sara' il 16 aprile il tavolo interistituzionale che chiedevamo da tempo- ricordano i movimenti- Si terra' presso la Regione Lazio e il risultato delle nostre continue mobilitazioni, che stanno finalmente spingendo le istituzioni ad affrontare i temi della casa e dell'emergenza abitativa, ma che ancora non si tramutano in finanziamenti congrui e orientamenti decisi verso l'edilizia residenziale pubblica. La voce dei signori del mattone e' ancora molto forte e i condizionamenti della rendita si fanno sentire, anche grazie al piano edilizio che Berlusconi spaccia per 'Piano Casa'". "Per questo, oltre a partecipare al tavolo interistituzionale come movimenti, il 16 aprile ci mobiliteremo in tanti e tante per sollecitare un vero piano casa, fatto di alloggi popolari e da realizzare in forme urbanisticamente sostenibili, senza rinunciare agli standard di servizi, senza aggredire l'Agro romano e soprattutto senza favorire la rendita fondiaria- conclude la nota- La legge regionale che dovra' essere approvata in relazione con i dettami della Conferenza Stato-Regioni verra' da noi 'osservata' con attenzione e non permetteremo che utilizzando l'emergenza abitativa si confezioni l'ennesimo regalo alla speculazione immobiliare".
3 aprile 2009 - Adnkronos
SPETTACOLO: A FIRENZE 'PERFORMANCE PROTESTA' DEI 'MODELLI VIVENTI'
'L'ETÀ D'ORO DELLE MUSE', LUNEDÌ PROSSIMO ALLE 17.30
Firenze, 3 apr. - (Adnkronos) - «È una scelta inusuale portare una lotta sindacale in una galleria d'arte. Ma quello dei modelli viventi è un lavoro unico: ha a che fare con l'arte e con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista». Così Antonella Migliorini, del Coordinamento Modelli delle Accademie delle Belle Arti e Licei artistici, presenta la protesta-performance che si terrà, lunedì prossimo alle 17.30, a Firenze, presso Galleria «Art in progress», in occasione dello sciopero nazionale dei modelli viventi indetto dalla Rdb-Cub. «Con questa performance - spiega Migliorini - i modelli vogliono protestare per chiedere la stabilizzazione del loro contratto, facendo vedere al pubblico il senso del loro lavoro, un lavoro pesante, ancor più in una condizione di precarietà: il corpo nudo costretto all'immobilità per ore, il tempo necessario all'artista e allo studente per realizzare l'opera. Verrà mostrato - prosegue - il momento vivo che precede la creazione artistica, la fantasia, quell'essere muse, quel sogno, quello spirito che accumuna modelli e artista, quel voler essere ciò che non si è, quel voler schiudere ciò che ancora non c'è, e che deve creare una nuova forma». «Perciò - conclude Migliorini - si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto più nell'avanzante riforma che riduce drasticamente pittura e scultura ed elimina senso e importanza di quanto è fondamentale: lo studio del corpo umano». La protesta-performance intitolata «L'età d'oro delle muse» è composta da una mostra di manifesti, curati e creati da Massimo d'Andrea, e dalle performances delle modelle, curate da Franco Bugatti.
3 aprile 2009 - Asca
ARTE: LUNEDI' SCIOPERO MODELLI VIVENTI, PERFORMANCE A FIRENZE
(ASCA) - Firenze, 3 apr - Protesta inusuale dei 'modelli viventi' fiorentini che lunedi' prossimo protesteranno con una performance nella galleria 'Art in progress', in occasione dello sciopero nazionale dei modelli viventi indetto dalla RdB-CUB. La protesta-performance intitolata 'L'eta' d'oro delle muse' e' composta da una mostra di manifesti, curati e creati da Massimo d'Andrea, e dalle performances delle modelle, curate da Franco Bugatti. ''E' una scelta inusuale portare una lotta sindacale in una galleria d'arte. Ma quello dei modelli viventi e' un lavoro unico: ha a che fare con l'arte e con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista - spiega Antonella Migliorini, del Coordinamento modelli delle Accademie delle Belle Arti e Licei artistici -. Con questa performance i modelli vogliono protestare per chiedere la stabilizzazione del loro contratto, facendo vedere al pubblico il senso del loro lavoro - spiega Migliorini - un lavoro pesante, ancor piu' in una condizione di precarieta': il corpo nudo costretto all'immobilita' per ore, il tempo necessario all'artista e allo studente per realizzare l'opera. Verra' mostrato il momento vivo che precede la creazione artistica - prosegue la modella - la fantasia, quell'essere muse, quel sogno, quello spirito che accumuna modelli e artista, quel voler essere cio' che non si e', quel voler schiudere cio' che ancora non c'e', e che deve creare una nuova forma. Percio' si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto piu' nell'avanzante riforma che riduce drasticamente pittura e scultura ed elimina senso e importanza di quanto e' fondamentale: lo studio del corpo umano''.
3 aprile 2009 - La Gazzetta di Reggio
La protesta degli insegnanti precari
Ieri hanno organizzato un presidio davanti agli uffici di via Mazzini
Reggio E. - Gli uffici dell'ex Provvedirato agli studi di Reggio sono stati presidiati ieri pomeriggio da un gruppo di lavoratori precari (docenti e assistenti), che hanno voluto protestare contro i tagli di organici negli istituti reggiani.
La manifestazione di protesta è stata organizzata dalla Cub, la confederazione unitaria di base, che ha sede in via don Minzoni 1/d.
Alle 15 di ieri lavoratori della scuola e sindacalisti hanno presidiato con cartelli e striscioni l'inghresso principale dell'Ufficio scolastico provinciale di via Mazzini. L'biettivo della protesta era l'assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola su tutti i posti disponibili, compresi quelli di sostegno.
Inoltre la Cub chiede il recupero del potere d'acquisto del salario, perso negli ultimi anni, e un aumento del 20 per cento degli stipendi di tutto il personale scolastico.
Infine la Confederazione unitaria di base dice «no» anche al maestro unico e chiede «massimo 25 studenti per classe nelle scuole medie e superiori e massino 20 alunni per classe in presenza giovani con problemi.
3 aprile 2009 - Il Resto del Carlino
Cub manifesta sotto la pioggia
TAGLI ALLA SCUOLA
Reggio E. - LA PIOGGIA non ha aiutato i manifestanti del comparto scuola del Cub (Confederazione unitaria di base) che ieri si sono trovati sotto gli uffici del Provveditorato agli studi di Reggio, in via Mazzini. Alle 3 alcuni rappresentanti sindacali hanno chiesto udienza al dottor Aiello, il rappresentante del Ministero dell'istruzione sul nostro territorio. La richiesta dei manifestanti era principalmente una, e molto urgente: «Abbiamo sollecitato Aiello a fornire i numeri dei tagli previsti per l'anno prossimo nel comparto scuola spiega Giuseppe, insegnante al Don Zefferino Jodi solo il prossimo anno in regione ci sarà un taglio di 1100 insegnanti. Ma non si capisce ancora come ricadrà questo taglio sulla nostra provincia. La prima proiezione del provveditorato parla circa di 150 tagli, in particolare nelle scuole elementari e medie. Aiello ci ha risposto che sta cercando di fare pesare questi tagli il meno possibile sulla nostra provincia, ma sappiamo tutti quali saranno le conseguenze. Sicuramente a rimetterci maggiormente saranno le cosiddette "scuole di frontiera", quelle lontane dal centro cittadino e con molti alunni stranieri o disabili. Lì ci sarà un calo enorme della qualità dell'istruzione». OLTRE a questo dubbio i rappresentanti del Cub si preoccupano della ricaduta sociale dei tagli: «Questi 150 insegnanti che perderanno il lavoro sono precari che da anni sostengono la scuola reggiana, con famiglie. Come faranno?».
3 aprile 2009 - EPolis Roma
Emergenza casa. Incontro con Comune e Regione: dopo il 7 giugno si chiede intervento al governo
Lo stop del prefetto agli sfratti: "Al momento mancano agenti"
Il 16 aprile è convocato il tavolo alla Regione: ci saranno anche i movimenti di lotta
di Marta Rossi
Roma - C'è tempo fino al 7 giugno per la proroga degli sfratti. Da qui a quella data, infatti, grossi eventi come le festività pasquali, il G8 e le elezioni europee rendono impossibile l'impiego di forza pubblica, come conferma il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro: «Ci sono numerosi sfratti che dovremmo fare, ma la coincidenza con le festività pasquali, i numerosi incontri sul G8 e le prossime elezioni impediscono almeno in questo periodo di utilizzare la forza pubblica per gli sfratti». Scaduto il termine, però, bisogna correre ai ripari con una nuova proroga: «Mi impegno a sollecitare i gruppi parlamentari e il governo perchè ci sia questa legge - dice il sindaco Gianni Alemanno -. In secondo luogo bisogna fare in modo che il piano casa sia accelerato». La proroga, però, dovrà riguardare tutte le categorie, come ribadiscono i movimenti di lotta per la casa: il blocco è in vigore fino al 30 giugno, ma vale solo per alcune categorie di finita locazione, lasciando fuori le morosità che costituiscono l'80 per cento delle cause di sfratto a Roma. Per risolvere l'emergenza casa, però, il blocco non basta: in 1.200 aspettano un alloggio popolare con dieci punti in graduatoria, che sommati al resto fanno oltre 30mila persone in attesa anche da venti anni. «Abbiamo 300 milioni in tre anni che provengono dalle alienazioni degli 8mila alloggi Erp e 50 milioni per i cambi di destinazione d'uso», spiega l'assessore comunale alla Casa Alfredo Antoniozzi. Assieme a questi ci sono 62 milioni che la Regione Lazio ha riassegnato al Comune e 18 milioni messi in bilancio. Un pacchetto che vale 450 milioni di euro in tre anni «che ci consentirà di assegnare le case ai punti 10», aggiunge Antoniozzi. Intanto, per il 16 aprile è convocato il tavolo in teristituzionale per l'emergenza casa: «È molto importante che Comune, Provincia e Regione collaborino e che ci siano tutte le sinergie necessarie per dare risposte immediate», spiega Alemanno. «Il tavolo - prosegue il sindaco - sarà anche un'occasione per incontrare il mondo della cooperazione abitativa ed i movimenti di lotta per la casa, così come ci eravamo impegnati». Da parte sua, il presidente della Regione Piero Marrazzo si è impegnato a sollecitare il centrosinistra sulla questione del blocco degli sfratti: «Assumerò gli atti necessari nei confronti della rappresentanza parlamentare del centrosinistra per una legge, evidentemente a termine, di proroga degli sfratti». «Abbiamo 90 giorni per tradurre in legge l'accordo quadro tra enti locali e Governo che ha dato le linee guida sulla casa - prosegue il governatore - uno strumento importante perchè potrà legare la questione dell'emergenza casa alla valorizzazione dell'housing sociale e dell'edilizia residenziale pubblica». E aggiunge: «Se il tavolo funzionerà andremo presto in Aula con una legge che sia figlia di un confronto istituzionale». «Anche noi faremo la nostra parte, faremo pressione al governo e al Parlamento per una legge che proroghi il blocco degli sfratti», aggiunge l'assessore alle Politiche sociali della Provincia Claudio Cecchini. Marco Visconti, delegato all'emergenza casa del sindaco aveva chiesto qualche giorno fa che il tavolo fosse fatto in tempi brevi: «Sarà proprio questo il luogo deputato ad affrontare tutte le problematiche legate ad uno sviluppo concreto dell'edilizia residenziale pubblica e dell'housing sociale, per garantire risposte certe alle esigenze delle migliaia di famiglie romane che da troppo attendono una casa»
Prg, richiesta dei movimenti «Una norma salvaguardia»
La protesta
Oltre cento persone hanno manifestato ieri pomeriggio in piazza del Campidoglio per l'emergenza casa. Tra i numerosi movimenti e comitati di quartiere presenti, Action, Unione Inquilini, Rete romana di mutuo soccorso, Forum ambientalista, Attac che lo scorso 28 febbraio hanno dato vita alla "Conferenza cittadina sul diritto all'abitare". Durante il pomeriggio, una delegazione di rappresentanti dei movimenti di lotta ha incontrato i capigruppo capitolini e ha presentato un documento nel quale si richiede l'impegno a salvaguardare le aree verdi e tutte quelle zone sulle quali, dopo l'annullamento del Prg da parte del Tar, tornano in vigore le regole del Piano regolatore del 1962 e della successiva variante delle certezze. «Chiediamo - ha detto Luca Fagiano del Coordinamento di lotta per la casa - che venga approvato un provvedimento che blocchi eventuali progetti urbanistici in attesa della sentenza definitiva del consiglio di Stato». Una "norma salvaguardia", dunque, che eviti l'intervento ulteriore dei costruttori in questo periodo di "vacatio", fino a quando cioè, non si risolverà il broglio legale sul Prg.
3 aprile 2009 - Liberazione
Giornata di mobilitazioni per il diritto all'abitare e contro le rendite
Assedio al Campidoglio «Riprendiamoci Roma»<big>
</big>di Daniele Nalbone
La giornata di mobilitazione ieri a Roma è iniziata alle cinque del mattino. Cornetto caldo, cappuccino e tutti sulla Prenestina, al civico 913, contro il rischio di sgombero dell'area industriale ex Fiorucci, in disuso da anni e di proprietà della Ca.Sa. rsl, gruppo Salini, occupata venerdì 27 marzo dai Blocchi Precari Metropolitani.
Dalle sei, fuori dalla struttura di circa un ettaro dove oggi vivono 51 famiglie, circa duecento persone hanno dato vita a un picchetto che ha, di fatto, impedito l'uso della forza pubblica e bloccato lo sgombero. Il sindacato AS.I.A. Rdb, il presidente del Municipio VII Roberto Mastrantonio, il consigliere regionale Ivano Peduzzi e le federazioni romane di Prc e PdCI hanno preso parte al picchetto e portato la propria solidarietà agli occupanti che intanto si adoperavano per pulire e rendere "abitabile" l'ex area industriale: «Soltanto da questo stabile si potrebbero ricavare quattrocento alloggi di edilizia residenziale pubblica» spiega il presidente Mastrantonio. Qualche metro più in là sorge una caserma di circa 25mila metri quadrati: altra struttura abbandonata, altro edificio "segnalato" dai movimenti e oggi utilizzato come deposito di vecchi carri armati arrugginiti. Ma guai a parlare di farne una struttura per fronteggiare l'emergenza casa.
In fondo la scelta fatta dalle ultime amministrazioni comunali in materia è chiara: cementificazione. Questo uno dei motivi per cui, ieri, in Campidoglio, un migliaio di cittadini hanno preso parte all'assemblea-manifestazione "La città è un bene comune, riprendiamocela" organizzata dalla Rete dei movimenti per il diritto all'abitare e dalla Rete romana di mutuo soccorso, insieme ad altre decine di associazioni e comitati di quartiere, per battersi contro l'idea che la rendita urbana e il suo continuo accrescimento siano il motore dello sviluppo di una città ridotta a merce. Da tutta la capitale sono arrivate persone in bicicletta e a piedi, portando cartelli, striscioni e bandiere. «Un chiaro messaggio alle istituzioni locali e alle loro politiche, lontane dai bisogni dei cittadini» commenta l'urbanista Paolo Berdini che ribadisce «l'importanza di una giornata come questa che ha riconsegnato il palazzo simbolo del potere alla città e ai suoi legittimi proprietari».
Ogni singola vertenza è diventata la battaglia di tutti, ogni piccola questione ha dato spazio a discussioni di ampio respiro che coinvolgevano tutti i presenti: è la prova che l'esperimento di sovranità e autogoverno che si sta mettendo in atto dalla conferenza cittadina del 28 febbraio non è poi così peregrino.
Diritto all'abitare, alla mobilità, alla cultura, difesa di spazi pubblici e beni comuni, tutela del territorio dal cemento, lotte per la qualità della vita e un ciclo dei rifiuti capace di ridurre l'inquinamento ambientale sono tornati in Campidoglio, «non grazie al "dovere" di quanti, politici e amministratori, fanno della partecipazione un'idea da sbandierare in campagna elettorale e poi riporre nel cassetto quanto prima, ma al "volere" dei cittadini» spiegano gli organizzatori. Non solo idee, non solo proposte, non solo "no" ma fatti concreti portati a conoscenza della città hanno accompagnato il pomeriggio nel solco di quanto era accaduto fin dalle prime luci dell'alba. Perché utilizzando il cemento di via Prenestina 913 «i signori del mattone» spiegano gli "occupanti", anche loro presenti all'assemblea, «continuerebbero a fare profitti, legittimati oggi dal cosiddetto "piano casa" di Berlusconi che prevede solo premi di cubatura e assenza di controlli». Ecco quindi che una singola occupazione, che "censisce" una singola struttura abbandonata, ottiene il risultato di contrastare le nuove speculazioni e le nuove rendite.
Fra interventi e piccoli dibattiti spontenai nessuno è sembrato curarsi del fatto che, in contemporanea, l'assessore comunale alla Casa, Alfredo Antoniozzi e quello regionale, Mario Di Carlo, erano al cospetto del Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a parlare di moratoria sugli sfratti per fronteggiare l'emergenza. Perché, come più persone hanno affermato, «non siamo qui per trattare o per chiedere ma per riprenderci la nostra città». Non qualcosa, non una parte. «Vogliamo il pane ma anche le rose. Vogliamo tutto». Prossimo appuntamento il 17 aprile per una street parade che partirà e finirà proprio in via Predestina 913, il nuovo simbolo cittadino della lotta contro la speculazione sulla dismissione delle aree demaniali e le ex caserme.
Alle 19 tutti a casa. «Per chi ce l'ha…» scherza una donna. Da domani inizia la "carovana cittadina" che toccherà quei quartieri oggetto della speculazione. Una carovana di cui nessuno sa quale sarà la meta finale ma che tutti vogliono far partire da un punto comune: la devastazione del "modello Roma" promosso dalla giunta Veltroni che, in nome dello sviluppo, ha regalato alla rendita immobiliare gran parte della città, e il consolidamento dell'asse preferenziale con i grandi apparati economici della giunta Alemanno, che per fronteggiare l'emergenza abitativa che attanaglia Roma non ha stanziato nemmeno un euro in bilancio ma ha pensato bene di rendere edificabili le aree agricole in nome del tanto decantato "housing sociale".
La Sapienza «attraversa» il 4
Torna l'Onda e fa presenza. Incalzando il sindacato
L'Onda si farà sentire anche il 4 aprile. Non è solo la presenza della singla sindacale studentesca negli atenei, l'Udu. E nemmeno il vero e proprio corteo organizzato dall'Unione degli Studenti mobilitando le scuole, insomma gli studenti medi. E' che ieri, ad esempio, anche "Sapienza in Onda", dunque l'assemblea generale della città universitaria del primo ateneo di Roma, ha fatto sapere che «attraverserà» l'appuntamento di manifestazione nazionale indetto dalla Cgil nella capitale. Non è precisamente un'adesione. "Sapienza in Onda lo scrive chiaro": dopo aver rivendicato la partecipazione alla «straordinaria giornata di conflitto e di espressione» del 28 marzo, cioè la manifestazione indetta dal Patto dei sindacati di base (Cobas, Rdb Cub, Sdl), e di aver insieme a «tutti i movimenti sociali della città» resto «del tutto inefficace» il cosiddetto protocollo Alemanno di restrizione dei cortei e delle proteste, il documento diffuso ieri definisce quella di domani «una manifestazione importante, convocata dalla Cgil». E prosegue: «una natura completamente diversa rispetto al carattere conflittuale dell'interruzione del lavoro e dei processi di sfruttamento». L'Onda della Sapienza di Roma rivendica anche quacos'altro, in realtà: di aver cioè di aver aperto «in questi mesi, dopo la rottura della concertazione da parte della Cgil», uno «spazio di interlocuzione» anche con il maggior sindacato confederale e «non solo con i sindacati di base». La chiosa è che il rapporto con la Cgil ha «uno statuto per molti versi critico e contraddittorio»: Sapienza in Onda pone a Corso Italia due questioni, la prima che passa per il nodo dello stesso protocollo Alemanno (firmato anche dalla Cgil insieme a Cisl e Uil) ma va oltre e interroga la risposta del sindacato alla scelta del movimento di praticare «l'interruzione della produzione sociale e della circolazione di merci», che poi significa chiedere a Cgil se sta «con i precari, che hanno come unica possibilità quella di scioperare attraverso il blocco della città, o con il governo»; e la seconda invece è programmatica, laddove l'Onda bolla «anche la proposta di Franceschini di istituire un sussidio di disoccupazione» come «un'indicazione del tutto parziale ed arretrata di fronte alle esigenze reali della composizione sociale che questa crisi la sta subendo: studenti, migranti, precari, ma anche lavoratori garantiti». Dalla Sapienza si risollevano i contenuti già delineati dall'assemblea nazionale dell'Onda: cioè «ripensare completamente una nuova forma di welfare e dei nuovi diritti per tutti (reddito, casa, cultura, mobilità)». Ed è di questo che la Cgil viene investita della responsabilità d'una «posizione»: insieme alle «nuove forme di tutela e diritti per tutte quelle fasce produttive che sono escluse dalle garanzie tradizionali e che non sono rappresentate dal sindacato».
La modalità con la quale Sapienza in Onda si ritroverà nella «piazza» del 4 aprile viene di conseguenza rispetto a queste premesse di contenuto: il testo parla di «pluralità di pratiche simboliche e comunicative, che più ci hanno caratterizzato anche durante l'autunno, piuttosto che la sfilata verso il Circo Massimo».
Si vedrà in piazza, appunto, quanto l'unità pur raggiunta con una forza come l'Uds sul terreno della mobilitazione nell'autunno scorso, sosterrà la prova della dislocazione dei movimenti rispetto alla Cgil, in questo 4 aprile.(A.D'A.L.)
3 aprile 2009 - Notiziario Italiano
I SINDACATI DI BASE VERSO L'ASTENSIONE
Sciopero dipendenti comunali
Roma - I sindacati di base RdB-CUB del Comune di Roma hanno avviato le procedure formali per la proclamazione di uno sciopero dei dipendenti capitolini. Al centro della vertenza in primis le decisioni unilaterali dell'amministrazione comunale rispetto agli asili nido, in base alle quali da settembre prossimo ogni nido si troverà con una o due educatrici in meno. La lista delle rivendicazioni della RdB-CUB è però lunga e va dal mancato pagamento delle indennità ai funzionari (che dovevano essere corrisposte a febbraio), al mancato pagamento delle differenze dello straordinario per effetto dei rinnovi contrattuali (da oltre un anno), per finire all'inadeguatezza di un buono pasto, inchiodato a 5,25 Euro mentre alla Regione Lazio è stato portato al valore di 11 Euro. "Abbiamo atteso con pazienza che il Sindaco Alemanno e l'Assessore Castiglione rivedessero i conti, che l'Assessore Cavallari desse applicazione piena al piano assunzionale, che l'Assessore Marsilio rilanciasse l'fferta dei nidi pubblici riportandola a livelli di qualità, ma così non è stato", spiega Caterina Fida Rappresentante RdB-CUB delle Lavoratrici dei nidi e delle scuole dell'infanzia. "Alle trattative del settore scolastico-educativo" aggiunge, "che dovevano svolgersi il 23 marzo, sono risultate assenti Cgil, Cisl e Uil dando così modo all'Amministrazione comunale di assumere decisioni unilaterali". "Le mille vertenze aperte con la Giunta guidata da Veltroni" conclude la sindacalista, "rispetto alle quali si era avviato un percorso orientato a positive soluzioni grazie al ruolo svolto nelle trattative dai nostri rappresentanti, subisce oggi una drastica battuta d'arresto. E' di palese evidenza che non lasceremo smantellare il servizio pubblico alle complici attività di chi governa e di chi assume il ruolo di sindacato padronale. Dopo la manifestazione del 28 marzo il personale capitolino sarà di nuovo in piazza il prossimo 23 Aprile".
3 aprile 2009 - Il Gazzettino
Padova. «L'amministrazione comunale ha varato il Bilancio...
Padova - (M.B.) «L'amministrazione comunale ha varato il Bilancio consuntivo 2008, ma non l'ha presentato ai suoi dipendenti, specialmente ai rappresentanti sindacali. Noi delle Rsu, per esempio, non l'abbiamo visto».
La denuncia arriva da Stefano Pieretti segretario provinciale di Adl-Cobas, che poi aggiunge: «Oltre a questa mancanza c'è da registrare il fatto che le voci del bilancio, soprattutto per quanto riguarda gli stipendi del personale sono "aggregate" e quindi fuorvianti».
Infatti il sindacalista spiega come non sia assolutamente vero che un impiegato comunale arrivi a prendere uno stipendio annuo medio di 37 mila euro.
«E' un dato - osserva Pieretti - sfalsato. Il bilancio consuntivo parla infatti di 77 milioni di euro spesi per coprire i costi del personale: in tutto 2060 persone circa. Ma la cosa sbagliata è che all'interno di questi 77 milioni di euro siano stati inseriti anche i 13 milioni di euro che vanno ai dirigenti in servizio a palazzo Moroni».
«I dirigenti infatti - continua il rappresentante sindacale - sono 58 e quindi in base a una facile divisione finiscono con il percepire in media 233 mila euro l'anno. Che non ci sembra proprio sia una cifra così modesta. Però è assurdo che le loro spettanze facciano media e finiscano nello stesso contenitore in cui ci sono i nostri stipendi».
E allora Pieretti dà un suggerimento all'amministrazione comunale: «Sarebbe bene che cominciasse a fare un po' più trasparenza disaggregando le voci di bilancio. In questo modo i cittadini non sarebbero tratti in inganno e non scaglierebbero le loro proteste contro tutti i dipendenti comunali, che in grandissima parte ricevono una busta paga normale».
«Anzi- termina il sindacalista - forse pochi sanno che il nostro stipendio ha avuto un incremento di addirittura 7 euro lordi al mese. Alla faccia dei 37 mila che dovremmo percepire di media stando ai calcoli del bilancio della nostra amministrazione comunale».
Rovigo. Il segretario della Fp Cgil Giovanni Franchi interviene sulla vicenda di Fabio Raule...
Rovigo - (m.b.e.) Il segretario della Fp Cgil Giovanni Franchi interviene sulla vicenda di Fabio Raule, il dipendente di palazzo Nodari e sindacalista delle RdB sospeso dal lavoro per aver divulgato i dati sui premi di risultato dei dirigenti. Indennità che comunque erano pubbliche perché affisse all'albo pretorio. In particolare il segretario risponde alle accuse del consigliere comunale Andrea Bimbatti, che si era domandato come mai la Cgil non intervenisse in questa vicenda.
«Apprendo dalla stampa locale le dichiarazioni di Andrea Bimbatti, consigliere comunale del Pdl riferite alla Cgil, in particolare sul non aver difeso il dipendente Fabio Raule per il procedimento disciplinare subito dal Comune di Rovigo - spiega Franchi - chi si esprime in tal senso è meglio si informi meglio. Ricordo che Fabio Raule è il delegato dell'rganizzazione sindacale RdB eletto in questa lista nella rappresentanza sindacale unitaria del Comune. Questo per far presente che per entrare in "casa"" d'altri è necessario averne il consenso. Il consigliere Bimbatti è forse informato di questo? Sa che pochi giorni fa la Fp Cgil ha rappresentato un dipendente del Comune in un ricorso contro una sanzione disciplinare vincendo lo stesso e facendo così annullare la sanzione? A Bimbatti in primis, e a tutti i gruppi politici del consiglio comunale di Rovigo, comunico che se Fabio Raule intende farsi difendere nei sui diritti e quindi anche per questa sanzione disciplinare, dalla Fp Cgil di Rovigo, ben venga, basta che alla stessa dia delega, altrimenti la Cgil non può agire in nome e per suo conto, è una minima regola di rappresentanza che dovrebbe essere conosciuta da chi invece mi pare parli senza conoscere i fatti e solo per dar aria ai polmoni. A Raule garantisco che conoscendo i fatti che gli sono stati contestati, delegando i legali della Cgil, che lo assisteranno gratuitamente, avrà risultato identico a quanto riportato nell'ultimo procedimento disciplinare impugnato contro l'amministrazione comunale che ha visto ancora una volta la Cgil far valere i diritti dei lavoratori anche se dopo un ricorso».
Franchi prosegue ricordando «al consigliere Bimbatti e a tutto il consiglio comunale, che deve ancora essere implementato il fondo produttività del 2008, come da accordi sottoscritti e mozione del consiglio stesso, e che resta irrisolto il problema dei molti precari dipendenti del Comune. Ritengo che sia più proficuo impegnare il tempo del Comune per risolvere velocemente questi problemi piuttosto che su procedimenti disciplinari che non portano a nulla e che non dovrebbero nemmeno essere iniziati».
3 aprile 2009 - Roma Today
<small style="font-weight: bold;"><big>Asili nido: "Alemanno non mantiene le promesse e noi siamo pronti a scioperare"</big></small>
<small><big><small style="font-weight: bold;">Caterina Fida rappresentate di Rdb Cub: </small>"<small style="font-weight: bold;">Il sindaco aveva promesso di modificare l'accordo sull'organizzazione di lavoro ma non l'ha fatto. E' un danno, oltre che per le lavoratrici, soprattutto per i bambini dei nidi"</small></big></small>
<small><small>Roma - "La tregua è finita. Visto che Alemanno e la sua giunta non mantengono gli impegni, siamo pronti a scioperare". A parlare è Caterina Fida, rappresentante RdB-CUB delle Lavoratrici dei nidi e delle scuole dell'infanzia che ha annunciato giovedì scorso l'intenzione di scioperare il prossimo 23 aprile.
Un settore quello degli asili nido che occupa oltre 4.000 dipendenti comunali e sul quale Alemanno in campagna elettorale ha fatto promesse importanti, soprattutto per eliminare l'accordo sulla riorganizzazione del lavoro firmato il 7 novembre del 2006 dalla giunta Veltroni.
Caterina Fida, cosa prevede quest'accordo?
L'accordo prevede una completa riorganizzazione del servizio e si basa sul principio del contenimento dei costi. La spesa viene contenuta soprattutto attraverso una riduzione degli organici (in un nido con apertura all'utenza 8,00-16,30 il lavoro veniva svolto da 14 persone adesso da 12, ndr) e per cercare di far funzionare comunque il servizio, si è pensato di utilizzare forme esagerate di flessibilità oraria delle lavoratrici.
Voi avete firmato quell'accordo?
No. All'epoca non avevamo rappressentanti negli Rsu. Però l'abbiamo avversato dall'esterno con iniziative anche piuttosto forti. Già allora ritenevamo quell'accordo degradante per i lavoratori e penalizzante per i bambini che frequentano il nido.
In questi due anni come è andata?
Molto male. Negli asili nido i bambini sono in continuo aumento, mentre gli operatori diminuiscono. Spesso non ce la fanno. Inoltre la riduzione di personale ha portato ad un deterioramento nel rapporto educatrice bambino. Questo senza contare le sostituzioni.
Che succede con le sostituzioni?
C'è stata una drastica riduzione delle supplenti. Se un'educatrice è assente a volte non viene sostiuita oppure si inviano supplenti con contratti part-time al 50%. Non sostituire o sostituire tre ore di lavoro su 6 porta all'asfissia il servizio che viene gestito come se si fosse in emergenza perenne.
Quanto guadagnano questi precari?
Ha usato il termine giusto, perchè questo accordo ha introdotto questi sostituti che sono a tutti gli effetti dei precari che, se lavorano tutti i giorni, 3 ore al giorno, portano a casa dalle 500 alle 600 euro al mese.
C'è poi il meccanismo delle convenzioni. In cosa consiste?
In pratica i nidi privati che prendono un certo numero di bambini dalle liste di attesa del Comune, in cambio hanno dei contributi che vanno dai 506 euro agli 826 euro mensili per ogni bambino. Naturalmente la convenzione abbatte notevolmente il costo per l'amministrazione, che spende cifre ben pìù alte per gestire i nidi comunali. Però si finge di non sapere che il personale che opera nei nidi convenzionati ha forme contrattuali che prevedono stipendi tabellari molto inferiori a quelli erogati dagli enti locali e condizioni di lavoro ancora più faticose.
Perchè ce l'avete con Alemanno ora? L'accordo non è stato firmato da Veltroni?
Alemanno aveva promesso di modificare quest'accordo, essendosi reso giustamente conto che il sistema non funziona a dovere. Però a dieci mesi dal suo insediamento non abbiamo visto atti concreti, ma solo trattative su trattative senza arrivare mai al dunque. In questo bisogna dire che anche i principali sindacati sono stati conniventi: non essendosi presentati all'ultima riunione del 23 marzo hanno offerto il pretesto per continuare su quella strada.
Quindi il 23 aprile sarà sicuramente sciopero?
Noi abbiamo chiesto un incontro conciliativo con il prefetto. Speriamo in una nuova convocazione in Campidoglio che possa rappresentare la svolta che chiediamo. In caso contrario siamo pronti a fermarci il 23 aprile.</small></small>
3 aprile 2009 - Italia Sera
"Buone uscite" milionarie, gli azionisti di Acea si ribellano: troppi privilegi
Roma - I piccoli azionisti di Acea Spa (Apa) sottolineano come: "La forbice tra ricchi e poveri in Italia s'allarga e come se niente fosse, nel bel mezzo di una crisi epocale che colpisce gli svantaggiati ma anche vaste fasce del ceto medio, proliferano i Superbonus ed i privilegi dei top manager (pubblici). Negli Usa e in Europa i segnali d'insofferenza che vengono dai cittadini, dai lavoratori e dai risparmiatori stanno obbligando Obama, Sarkosy e la Merckel a bloccare Bonus e stock options con minacce di decretazioni d'urgenza. A Roma, il dimissionario amministratore delegato dell'Acea, Andrea Mangoni e due manager che vanno via con lui, (Massimiliano Salvi ex-direttore Distribuzione Elettrica e Roberta Neri ex-direttore finanziario, riceveranno super bonus milionari. Precisamente 3 milioni di euro (sei miliardi di vecchio conio) l'ex-Ceo e 2 milioni a testa gli altri due. Così, senza colpo ferire, dalle casse dell'impresa semipubblica dell'acqua, della luce e dell'ambiente usciranno 7 milioni di euro (frutto delle bollette pagate dagli utenti). Oggi, i piccoli azionisti hanno annunciato che all'Assemblea del 29 aprile presenteranno una formale richiesta per bloccare l'esborso stratosferico e ingiustificato. Già nei giorni scorsi anche la Flaei-Cisl, primo sindacato in Acea, e la Rdb-CUB, con due volantini carichi di giudizi negativi sull'operato dei Top Managers dimissionari, avevano chiesto di bloccare i Super-bonus, chiamandoli bottino;". "Insomma, mentre sotto la cenere cova l'indignazione e la rabbia della gente i politici tacciono. Nessun cenno di risposta è arrivato dal Campidoglio, azionista di maggioranza dell'importante multiutility - continua la nota - Nessuna iniziativa dalla Provincia e dalla Regione Lazio - continua la nota - E il governo e il parlamento che fanno? Niente. Si sa che, nel Belpaese, gli scandali vengono avvolti da silenzi assordanti che fanno riflettere". "L'aspetto più inquietante - afferma il presidente dell'Apa, Franco di Grazia - é che i manager pubblici (nominati dai politici), provochino perdite (buchi o disavanzi) che si ripercuotono sui cittadini e che lo Stato ripiana. Abbiamo visto i 500 milioni di euro, assegnati a Roma per ripianare il buco di Bilancio del comune?".
3 aprile 2009 - TRC Giornale
RDB-CUB e il doppio ruolo dell'avv. Spanu
Civitavecchia - Un conflitto di interessi o, perlomeno, una posizione poco corretta dal punto di vista professionale. E' questo il giudizio del segretario dell'RDB CUB Giancarlo Ricci sulla posizione dell'avvocato Giovanni Spanu. Il legale, in convenzione con l'ETM, ha espresso in questi giorni un parere in merito alla vertenza del licenziamento di Salvatore Renda. Una richiesta presentata dal Collegio dei revisori per conto del sindaco sulla vicenda della municipalizzata. Fin qui niente da eccepire. Ma il segretario dell'RDB CUB, che non vuole entrare nel merito del licenziamento di Renda, non può fare a meno di notare che lo stesso avvocato Spanu che ora esprime un parere super partes su un dipendente, è lo stesso avvocato che ha assistito in alcune cause personali lo stesso dipendente, cioè Renda. Per questo il segretario Ricci chiede se non dovrebbe sussistere un obbligo di astensione da parte dell'avvocato Spanu; per questo l'RDB CUB ha inviato una richiesta di parere all'avvocato Antonio Maria Carlevaro, presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, al sindaco, all'amministratore unico dell'ETM, al direttore generale e al segretario del Comune.
3 aprile 2009 - Abruzzo 24 Ore
Pagano incontra gli ex precari ASL di Pescara
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Pescara - Questa mattina il Presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo ha incontrato nell'Ufficio di Presidenza (quindi con i capo-gruppo in Consiglio di maggioranza e opposizione) alcuni delegati degli ex precari della ASL di Pescara che ieri sera hanno pacificamente occupato la sede pescarese dell'assessorato alla sanità. Il comitato precari e le rappresentanze sindacali di base RdB della Asl di Pescara sono stati ricevuti dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale. Nel corso dell'audizione, la delegazione ha chiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario sulla problematica sanità a livello complessivo. "Abbiamo richiesto la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio per fare chiarezza sul piano di rientro e sulla emergenza precari, manifestando anche la necessità dell'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla sanità - ha detto il rappresentante della Rdb Mario Frittelli, il quale ha reso noto che il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, si è detto disponibile a promuovere un'audizione con la commissione sanità. Fritelli ha riferito anche che il presidente della commissione Bilancio, Emilio Nasuti, ha indicato l'eventualità di istituire, dopo l'approvazione del bilancio regionale, un tavolo con l'assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturosi e con il commissario della sanità, Gino Redigolo.
3 aprile 2009 - RTV
Scuola: sindacati sul piede di guerra
di Antonella Chirico
Reggio C. - Le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Rdb ed Flp hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria. La decisione è stata assunta al termine di una assemblea nel corso della quale si è discusso dell'rdine di servizio relativo alla riorganizzazione della sede dell'Ufficio scolastico regionale. I sindacati chiedono la revoca dell'rdine di servizio e minacciato la proclamazione di due ore di sciopero se il provvedimento non verrà ritirato. Le single sindacali si riservano di trasmettere l'rdine di servizio alla Procura presso la Corte dei Conti della Calabria affinché venga valutata la compatibilità amministrativa ed il corretto utilizzo delle risorse umane e strumentali.(ANSA)
3 aprile 2009 - Il Padova
Compensi da 233mila euro
Bilancio 2008, Adl critica "I dirigenti super pagati"
Padova - «Nel bilancio consuntivo 2008 approvato alcuni giorni fa si riporta come compenso medio dei dipendenti comunali la cifra di 37mila euro: vorrei sapere chi ha rubato i miei 11mila!». La nota polemica del sindacalista Adl Cobas Stefano Pieretti critica l'approvazione del documento economico, e in particolare «l'inclusione nei 77 milioni di euro di compensi per il personale la quota di 13 milioni destinata agli appena 58 dirigenti». Un valore che restituisce la cifra di 233mila euro come compenso medio per un capo settore comunale. «Oltre ad avere compensi così elevati non risentono neppure del decreto Brunetta come invece accade a noi» spiega Pieretti. Che critica l'amministrazione per la mancata presentazione del bilancio «ai sindacati prima dell'approvazione».(SIL.FA.)
3 aprile 2009 - La Nazione
Siena. IL RETTORE PARLA di «incontro...
Siena - IL RETTORE PARLA di «incontro svoltosi all'insegna di un dialogo costruttivo, importante in vista della convocazione del tavolo interistituzionale (anche con i sindacati, ndr) che ho chiesto dice al sindaco». Sarà probabilmente prima di Pasqua, certo entro aprile. E il 20 un nuovo cda. Due ore dopo questa riunione, a S.Miniato (mentre la facoltà di Medicina discuteva dell'offerta formativa) se n'è svolta un'altra, spontanea, (questa volta) con tanti docenti. Ovviamente sui posteggi. Si è deciso che ciascuno scriva all'apposita e-mail per segnalare i disagi. I precari devono pagare? I prof che sborsano 18 euro per un parcheggio se vanno a fare lezione al polo biologico dovranno pagare anche tale postazione? Mancano i bus per raggiungere la sede: tirare fuori 8 o 18 euro a seconda dell'incarico rivestito è dunque obbligato? C'è da scommettere che la mail verrà intasata di messaggi in attesa dell'incontro dell'Osservatorio di lunedì cui parteciperanno i rappresentanti dei sindacati. Per l'Rdb, una delle sigle promotrici della protesta di S. Miniato, oggi la novità della nuova sede in via Mentana 166, divisa con Cub e Cobas.
3 aprile 2009 - Settegiorni
TRA GLI AZIONISTI. Delegazione in Piemonte per chiedere un futuro
DA ARESE DI FRONTE A MARCHIONNE
Ai cassintegrati l'amministratore non ha dato risposte rassicuranti
ARESE - In mezzo agli azionisti della Fiat nell'assemblea al Lingotto di Torino c'erano an che i cassintegrati e i sindacalisti dell'ex Alfa di Arese. FlmUniti Cub ha organizzato anche que st'anno la manifestazione di pro testa proprio nel «cuore» della di rigenza Fiat. I lavoratori partiti da Arese hanno chiesto di difen dere tutti gli stabilimenti, man tenere i posti di lavoro e il reddito dei dipendenti. Lo hanno fatto at traverso striscioni, manifesti e domande all'amministratore de legato Sergio Marchionne durante l'assemblea. Hanno anche chiesto dove va la Fiat e con chi, visti gli sviluppi della vicenda Chrysler, le dichiarazioni di Barak Obama , il viaggio di Marchionne negli Stati Uniti. «Nei no stri interventi in qualità di azio nisti - dice FlmUniti Cub - ab biamo fatto un esame critico delle strategie attuate dal gruppo di rigente che hanno impoverito l'azienda, perchè esse non si ri petano. Abbiamo chiesto un cam bio di atteggiamento del gruppo dirigente, non ingannevole verso i lavoratori e abbiamo chiesto che la Fiat e con essa l'Alfa Romeo abbiano un futuro in Italia. Infine abbiamo chiesto un futuro certo per i lavoratori di Arese». Marchionne alle domande dirette po ste dai lavoratori in assemblea ha risposto che la Fiat non chiuderà nessun stabilimento in Italia. Per quanto riguarda la fabbrica are sina, all'amministratore delegato è stato chiesto se Fiat intende con fermare la costruzione del «motor village» ad Arese al Centro di rigenziale. Hanno chiesto anche se sì, quando inizieranno i lavori, quando saranno completati e quanti dipendenti occuperà . Mar chionne ha risposto che per il «motor village» il progetto è con gelato. I lavoratori l'hanno sol lecitato ancora chiedendo se le opere sarebbero partite prima del 24 giugno 2010, data del centenario Alfa. Marchionne ha risposto che prima di pensare al centenario bisogna verificare i conti e la fat tibilità del progetto. Non è stata una risposta incoraggiante...
3 aprile 2009 - Il Giorno
Manager Ibm in vacanza premio Il sindacato protesta su Facebook
Petizione contro il benefit concesso in periodo di crisi
di ANTONIO CACCAMO
VIMERCATE - I MANAGER vanno vacanza premio alle terme a spese dell'azienda e all'Ibm di Vimercate scatta la protesta. Sotto forma di una petizione: «Con la crisi che galoppa, non era il caso», dice il sindacato di base Flm-Uniti-Cub che ha promosso insieme a un gruppo di lavoratori la protesta, sostenuta da 250 firme. «Il nostro aumento è andato a farsi il bagno alle terme», affermano gli addetti del GTS, il reparto a cui appartengono i manager premiati. Dopo il primo sciopero virtuale su Second Life, la Flm Uniti di Vimercate è riuscita così ad organizzare, sfruttando le nuove tecnologie, un'altra clamorosa protesta sindacale, costruita stavolta tramite Facebook, il sociale network tra i più diffusi in Italia. A marzo è partita mobilitazione contro «sprechi dei manager», dice Angelo Pedrini, del sindacato di base dei metalmeccanici. «Nel pieno della crisi economica mondiale, e a poca distanza dai recenti 5.000 licenziamenti di lavoratori Ibm negli Usa, non è accettabile che i responsabili del reparto Gts (Global Technology services) dell'Ibm di Vimercate abbiano deciso di darsi un premio e a metà febbraio sono partiti in vacanza omaggio». VACANZA che avrebbe coinvolto 50 manager e familiari e sarebbe costata, secondo il sindacato, oltre 50 mila euro: «con le forti preoccupazioni anche qui da noi in Italia, la decisione della direzione italiana appare a dir poco discutibile e poco etica», si chiedono i firmatari della petizione. E ancora: «perchè gli ottimi risultati di questa azienda non vengono mai distribuiti fra i lavoratori? Le spese per la formazione professionale e la salute vengono tagliate... e decine di migliaia di euro sono buttate via per garantire privilegi». Per di più: «Il rifiuto di concedere il telelavoro alle persone in difficoltà; lo spostamento delle lavoratrici part-time in sedi disagiate rispetto alla propria abitazione... Sono solo alcuni dei problemi che aggravano le difficoltà dei lavoratori Ibm e che abbassano ancora di più il morale interno, già pesantemente al di sotto la media di tutte le altre aziende del settore». LA CAMPAGNA, la prima in Italia, è stata organizzata dal sindacato 2.0, che si chiama così perchè permette la partecipazione dei lavoratori attraverso il web 2.0, l'ultima evoluzione di internet. Intanto a fine marzo è partita la cessione di ramo d'azienda che riguarda le attività di gestione logistica di Vimercate (19 persone) alla Geodis: la sede più vicina è a Pavia.
2 aprile 2009 - Dire
COMUNE ROMA. RDB-CUB PROCLAMA STATO DI AGITAZIONE
"CESSA LA TREGUA CON ALEMANNO"
(DIRE) Roma, 2 apr. - "Sono state avviate oggi dalla Rdb-Cub del Comune di Roma le procedure formali per la proclamazione dello sciopero dei dipendenti capitolini". Lo rende noto lo stesso sindacato, precisando che "al centro della vertenza in primo luogo le decisioni unilaterali dell'amministrazione comunale rispetto agli asili nido, in base alle quali da settembre prossimo ogni nido si trovera' con una o due educatrici in meno". "Ma la lista delle rivendicazioni della Rdb-Cub va dal mancato pagamento delle indennita' ai funzionari (che dovevano essere corrisposte a febbraio), al mancato pagamento delle differenze dello straordinario per effetto dei rinnovi contrattuali (da oltre un anno)- prosegue la nota- per finire all'inadeguatezza di un buono pasto, inchiodato a 5,25 euro mentre alla Regione Lazio e' stato portato al valore di 11 euro". "Abbiamo atteso con pazienza che il sindaco Alemanno e l'assessore Castiglione rivedessero i conti, che l'assessore Cavallari desse applicazione piena al piano assunzionale, che l'assessore Marsilio rilanciasse l'offerta dei nidi pubblici riportandola a livelli di qualita', ma cosi' non e' stato- dichiara Caterina Fida, rappresentante Rdb-Cub delle lavoratrici dei nidi e delle scuole dell'infanzia- Alle trattative del settore scolastico-educativo, che dovevano svolgersi il 23 marzo, sono risultate assenti Cgil, Cisl e Uil dando cosi' modo all'Amministrazione comunale di assumere decisioni unilaterali". "Le mille vertenze aperte con la Giunta guidata da Veltroni, rispetto alle quali si era avviato un percorso orientato a positive soluzioni grazie al ruolo svolto nelle trattative dai nostri rappresentanti, subiscono oggi una drastica battuta d'arresto- insiste Caterina Fida- E' di palese evidenza che non lasceremo smantellare il servizio pubblico alle complici attivita' di chi governa e di chi assume il ruolo di sindacato padronale. Dopo la manifestazione del 28 marzo il personale capitolino sara' di nuovo in piazza il 23 aprile".
CASA. PICCHETTO ANTISGOMBERO EX FIORUCCI SULLA PRENESTINA
(DIRE) Roma, 2 apr. - "Questa mattina, alle 6, centinaia di persone si sono ritrovate in via Prenestina 913 a difendere l'occupazione dell'ex fabbrica Fiorucci, dal 2003 di proprieta' Ca.Sa. Srl del gruppo Salini, da una minaccia di sgombero". Lo fa sapere una nota di Asia-Rdb e Blocchi Precari Metropolitani, precisando che "a sostenere gli occupanti, anche alcuni rappresentanti delle forze politiche, tra i quali Ivano Peduzzi, Giuseppe Carroccia, Fabio Nobile, Franco Pallone e il presidente del Municipio VII Roberto Mastrantonio". "Il picchetto antisgombero, numeroso e determinato nell'affermare un'idea di citta' che partendo dal diritto alla casa parla anche di spazi sociali, di servizi, di qualita' della vita, e' stato decisivo nel fermare l'intervento della forza pubblica- prosegue la nota- L'occupazione di via Prenestina 913 pone con forza la questione delle aree dismesse e abbandonate, che potrebbero essere immediatamente utilizzate per l'emergenza abitativa e per restituire ai territori spazi di discussione e di effettivo coinvolgimento dei cittadini che li abitano". "Il tentativo da parte dell'amministrazione comunale e della prefettura di Roma di liquidare in termini di ordine pubblico il problema concreto posto con questa iniziativa, senza entrare nel merito dell'utilizzo di un'area appetibile per molti soprattutto in vista dell'approvazione del 'piano casa' del governo Berlusconi- insistono Asia-Rdb e Blocchi Precari Metropolitani- rappresenta un segnale preoccupante per le tante questioni sociali che questa metropoli deve affrontare". "Oggi pomeriggio, a partire dalle 16, saremo in Campidoglio insieme agli altri movimenti romani per il diritto all'abitare, ai comitati e alle reti cittadine- conclude la nota- per affermare la nostra idea di citta', portando in piazza i nostri percorsi quotidiani di conflitto e riappropriazione di spazi, per ribadire la nostra ostilita' alla rendita e alla speculazione".
2 aprile 2009 - Omniroma
ACEA, PICCOLI AZIONISTI: BLOCCARE SUPER BONUS D'ADDIO A TOP MANAGER
(OMNIROMA) Roma, 02 apr - «La forbice tra ricchi e poveri in Italia s'allarga e come se niente fosse, nel bel mezzo di una crisi epocale che colpisce gli svantaggiati ma anche vaste fasce del ceto medio, proliferano i Superbonus ed i privilegi dei top manager (pubblici). Negli Usa e in Europa i segnali d'insofferenza che vengono dai cittadini, dai lavoratori e dai risparmiatori stanno obbligando Obama, Sarkosy e la Merckel a bloccare Bonus e stock options con minacce di decretazioni d'urgenza. A Roma, il dimissionario amministratore delegato dell'Acea, Andrea Mangoni e due manager che vanno via con lui, (Massimiliano Salvi ex-direttore Distribuzione Elettrica e Roberta Neri ex-direttore finanziario, riceveranno super bonus milionari. Precisamente 3 milioni di euro (sei miliardi di vecchio conio) l'ex-Ceo e 2 milioni a testa gli altri due. Così, senza colpo ferire. dalle casse dell'impresa semipubblica dell'acqua, della luce e dell'ambiente usciranno 7 milioni di euro (frutto delle bollette pagate dagli utenti). Oggi, i piccoli azionisti hanno annunciato che all'Assemblea del 29 aprile presenteranno una formale richiesta per bloccare l'esborso stratosferico e ingiustificato. Già nei giorni scorsi anche la Flaei-Cisl, primo sindacato in Acea, e la Rdb-CUB, con due volantini carichi di giudizi negativi sull'operato dei Top Managers dimissionari, avevano chiesto di bloccare i Super-bonus, chiamandoli 'ottinò». È quanto si legge in una nota dei piccoli azionisti di Acea Spa (Apa) «Insomma, mentre sotto la cenere cova l'indignazione e la rabbia della gente i politici tacciono. Nessun cenno di risposta è arrivato dal Campidoglio, azionista di maggioranza dell'importante multiutility - continua la nota - Nessuna iniziativa dalla Provincia e dalla Regione Lazio - continua la nota - E il governo e il parlamento che fanno? Niente. Eppure, quando cadono quei top manager lasciano le aziende a pezzi e molto chiacchierati. E non sono destinatati a sbarcare nella miseria, come tocca a tanti cittadini: Durante la loro permanenza nelle aziende, infatti, hanno già ricevuto lauti stipendi, incassato 'stock option', benefit e bonus periodici di varia natura, segretarie e macchine con l'autista e una bella liquidazione. Si sa che, nel Belpaese, gli scandali vengono avvolti da silenzi assordanti che fanno riflettere». «L'aspetto più inquietante - afferma il presidente dell'Apa, Franco di Grazia - é che i manager pubblici (nominati dai politici), provochino perdite (buchi o disavanzi) che si ripercuotono sui cittadini e che lo Stato ripiana. Abbiamo visto i 500 milioni di euro, assegnati a Roma per ripianare il buco di Bilancio del comune?». E, aggiungono i piccoli azionisti: «Questa volta, la recessione ha cambiato lo scenario e non si può tacere. L'opinione pubblica anche in Italia non è disposta più a chiudere un occhio».
SANITÀ, RDB-CUB: CI MOBILITEREMO CONTRO CHIUSURA OSPEDALE SUBIACO
(OMNIROMA) Roma, 02 apr - «Il Governo Berlusconi pone come condizione alla erogazione di una parte dei fondi da trasferire alla Regione Lazio, circa 1 miliardo e 170 milioni di Euro, la cancellazione della Legge regionale sugli ospedali di montagna, votata circa un mese in Consiglio regionale da maggioranza e opposizione. L'abolizione degli ospedali montani viene richiesta in quanto, secondo il governo nazionale, contrasterebbe con quanto previsto dal piano di rientro dal deficit della Regione Lazio». Così in una nota di Rdb-Cub. «Queste scelte politiche, mascherate da necessità economiche, vanno tutte in un'unica direzione: tagliare servizi a danno di lavoratori e cittadini, contro i quali viene attuata una vera macelleria sociale», afferma Stefano Zecchetti, del Coordinamento Rdb-Cub Sanità. «La Rdb-Cub, che da subito si è battuta insieme ai cittadini della Valle dell'Aniene per il riconoscimento dell'ospedale di Angelucci come ospedale montano, affinché venissero garantite quelle attività sanitarie necessarie ad un vasto territorio, costruirà insieme alla cittadinanza vaste mobilitazioni per impedire la chiusura del presidio ospedaliero di Subiaco».
COMUNE, RDB-CUB: DA NIDO A INDENNITÀ, VERSO SCIOPERO DIPENDENTI
(OMNIROMA) Roma, 02 apr - «Sono state avviate oggi dalla RdB-CUB del Comune di Roma le procedure formali per la proclamazione dello sciopero dei dipendenti capitolini». Così una nota Rdb-Cub. «Al centro della vertenza - si legge nella nota - in primo luogo le decisioni unilaterali dell'amministrazione comunale rispetto agli asili nido, in base alle quali da settembre prossimo ogni nido si troverà con una o due educatrici in meno. Ma la lista delle rivendicazioni della RdB-CUB va dal mancato pagamento delle indennità ai funzionari (che dovevano essere corrisposte a febbraio), al mancato pagamento delle differenze dello straordinario per effetto dei rinnovi contrattuali (da oltre un anno), per finire all'inadeguatezza di un buono pasto, inchiodato a 5,25 Euro mentre alla Regione Lazio è stato portato al valore di 11 Euro». «Abbiamo atteso con pazienza che il sindaco Alemanno e l'assessore Castiglione rivedessero i conti, che l'assessore Cavallari desse applicazione piena al piano assunzionale, che l'assessore Marsilio rilanciasse l'offerta dei nidi pubblici riportandola a livelli di qualità, ma così non è stato - dichiara Caterina Fida Rappresentante RdB-CUB delle Lavoratrici dei nidi e delle scuole dell'infanzia - Alle trattative del settore scolastico-educativo, che dovevano svolgersi il 23 marzo, sono risultate assenti Cgil, Cisl e Uil dando così modo all'amministrazione comunale di assumere decisioni unilaterali». «Le mille vertenze aperte con la giunta guidata da Veltroni - aggiunge - rispetto alle quali si era avviato un percorso orientato a positive soluzioni grazie al ruolo svolto nelle trattative dai nostri rappresentanti, subisce oggi una drastica battuta d'arresto. È di palese evidenza che non lasceremo smantellare il servizio pubblico alle complici attività di chi governa e di chi assume il ruolo di sindacato padronale. Dopo la manifestazione del 28 marzo il personale capitolino sarà di nuovo in piazza il prossimo 23 Aprile».
CASA, ASIA: PICCHETTO CONTRO SGOMBERO EX FABBRICA VIA PRENESTINA
(OMNIROMA) Roma, 02 apr - «Questa mattina, alle 6, centinaia di persone si sono ritrovate in via Prenestina 913 a difendere l'occupazione dell'ex fabbrica Fiorucci, dal 2003 di proprietà Ca.Sa.Srl del gruppo Salini, da una minaccia di sgombero. A sostenere gli occupanti, anche alcuni rappresentanti delle forze politiche, tra i quali Ivano Peduzzi, Giuseppe Carroccia, Fabio Nobile, Franco Pallone e il presidente del Municipio VII Roberto Mastrantonio». Così Asia RdB con una nota. «Il picchetto antisgombero - prosegue la nota - numeroso e determinato nell'affermare un'idea di città che partendo dal diritto alla casa parla anche di spazi sociali, di servizi, di qualità della vita, è stato decisivo nel fermare l'intervento della forza pubblica. L'occupazione di via Prenestina 913 pone con forza la questione delle aree dismesse e abbandonate, che potrebbero essere immediatamente utilizzate per l'emergenza abitativa e per restituire ai territori spazi di discussione e di effettivo coinvolgimento dei cittadini che li abitano. Il tentativo da parte dell'amministrazione comunale e della prefettura di Roma di liquidare in termini di ordine pubblico il problema concreto posto con questa iniziativa, senza entrare nel merito dell'utilizzo di un'area appetibile per molti soprattutto in vista dell'approvazione del 'piano casà del governo Berlusconi, rappresenta un segnale preoccupante per le tante questioni sociali che questa metropoli deve affrontare. Oggi pomeriggio, a partire dalle 16, saremo in Campidoglio insieme agli altri movimenti romani per il diritto all'abitare, ai comitati e alle reti cittadine per affermare la nostra idea di città, portando in piazza i nostri percorsi quotidiani di conflitto e riappropriazione di spazi, per ribadire la nostra ostilità alla rendita e alla speculazione».
2 aprile 2009 - Ansa
SANITÀ: PRECARI ABRUZZO RICEVUTI DA CONFERENZA CAPIGRUPPO
(ANSA) - L'AQUILA, 2 APR - Il comitato precari e le rappresentanze sindacali di base RdB della Asl di Pescara sono stati ricevuti dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale. Nel corso dell'audizione, la delegazione ha chiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario sulla problematica sanità a livello complessivo. «Abbiamo richiesto la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio per fare chiarezza sul piano di rientro e sulla emergenza precari, manifestando anche la necessità dell'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla sanità - ha detto il rappresentante della Rdb Mario Frittelli, il quale ha reso noto che il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, si è detto disponibile a promuovere un'audizione con la commissione sanità. Fritelli ha riferito anche che il presidente della commissione Bilancio, Emilio Nasuti, ha indicato l'eventualità di istituire, dopo l'approvazione del bilancio regionale, un tavolo con l'assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturosi e con il commissario della sanità, Gino Redigolo.
2 aprile 2009 - Iris
OSPEDALE MONTANO DI SUBIACO: RDB-CUB, COSTRUIREMO VASTE MOBILITAZIONI PER IMPEDIRNE LA CHIUSURA
(IRIS) - ROMA, 2 APR: Il Governo Berlusconi pone come condizione alla erogazione di una parte dei fondi da trasferire alla Regione Lazio, circa 1 miliardo e 170 milioni di Euro, la cancellazione della Legge regionale sugli ospedali di montagna, votata circa un mese in Consiglio regionale da maggioranza e opposizione. L'abolizione degli ospedali montani viene richiesta in quanto, secondo il governo nazionale, contrasterebbe con quanto previsto dal piano di rientro dal deficit della Regione Lazio. "Queste scelte politiche, mascherate da necessità economiche, vanno tutte in un'unica direzione: tagliare servizi a danno di lavoratori e cittadini, contro i quali viene attuata una vera macelleria sociale", afferma Stefano Zecchetti, del Coordinamento RdB-CUB Sanità. "La RdB-CUB, che da subito si è battuta insieme ai cittadini della Valle dell'Aniene per il riconoscimento dell'spedale di Angelucci come ospedale montano, affinché venissero garantite quelle attività sanitarie necessarie ad un vasto territorio, costruirà insieme alla cittadinanza vaste mobilitazioni per impedire la chiusura del presidio ospedaliero di Subiaco".
2 aprile 2009 - Ami
Associazioni e sindacati premono sull'Ordine affinché prenda posizione
Kante, immigrata partoriente denunciata. Lo sdegno di Napoli
Il neonato sottratto alla madre
di alessandro di rienzo
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Intervista a Svitlana Hryhorchuk delle Rdb-Cub
Napoli - Kante Katadiatou si era recata con le doglie al Fatebenefratelli per partorire. La richiedente asilo in assenza di documenti validi (aveva con se un passaporto scaduto) è stata segnalata alle forze dell'ordine che l'hanno privata del neonato. Il primario di Ostetricia riconduce la condotta del reparto a una circolare della Regione. Bassolino ammette la confusione normativa. Associazioni, cooperative e sindacati chiedono alla Regione e all'Ordine dei medici una presa di posizione netta accompagnata da una normativa chiara. Associazioni, sindacati e liberi cittadini esprimono sdegno in queste ore per la "delazione" avvenuta ieri all'ospedale fatebenefratelli. Personale medico ha segnalato una partoriente ivoriana come "clandestina" alle forze dell'ordine che hanno di fatto privato Kante Katadiatou, richiedente asilo, del proprio figlio appena nato. Sdegno condiviso da larga pare della cittadinanza in quanto la ragazza migrante si è presentata all'ospedale non per ricevere cure riconducibili a qualunque possibile attività illegale, ma per un comune, naturale parto. Il pacchetto sicurezza ancora non è entrato in vigore quindi il delatore non aveva l'obbligo di segnalazione, non incombeva il rischio di omissione di reato. Apprendiamo in queste ore che molti commissariati hanno in precedenza inviato fax alle direzioni sanitarie dove invitavano il personale medico e paramedico a segnalare eventuali persone prive di regolare permesso di soggiorno. «Ci troviamo in una bufera di portata nazionale senza ragione. Mai e poi mai ci saremmo sognati di denunciare una donna clandestina che viene a partorire qui», spiegava al Corriere del Mezzogiorno Pietro Iacobelli, primario di Ostetricia del fatebenefratelli. In questi casi una circolare della Regione sull'identificazione delle donne straniere dice che il direttore sanitario è tenuto nell'interesse del minore a garantire l'identità della madre o con documento, o con due testimoni o facendo ricorso alla polizia. Noi abbiamo quindi chiesto ala polizia l'identificazione, non l'abbiamo denunciata. Era necessaria la dichiarazione di nascita, ma la donna non aveva documenti validi, visto che ha mostrato la fotocopia di un passaporto scaduto». Una direttiva regionale quindi che di fatto ha permesso la delazione della migrante richiedente asilo e la presa in custodia del neonato. E sulla Regione che sindacati ed associazioni premono affinché prenda una posizione netta, con una circolare, contro la possibile segnalazione che diventerà legge con l'entrata in vigore del pacchetto sicurezza. «Gli annunci sulle nuove normative generano una confusione pericolosissima per la salute dei migranti e dell'intera comunità», si è precipitato a spiegare ieri il governatore Bassolino, «l'esercizio del diritto fondamentale alla salute di una donna e del suo bambino va difeso e garantito di fronte a ogni possibile distorsione o intimidazione. È una questione di civiltà che non può essere elusa da nessuno. Il succedersi di annunci su nuove disposizioni in materia ha generato una confusione pericolosissima, che rischia di avere gravi conseguenze per la salute dei cittadini migranti e dell'intera comunità. Di fronte a questi rischi stiamo lavorando con gli operatori del settore, le associazioni e le ong per garantire una corretta informazione a tutti i soggetti coinvolti». Ed ecco che ong, cooperative e sindacati chiedono in queste ore alla Regione una posizione netta contro il pacchetto sicurezza. «Sarebbe gradita - spiega Svitlana delle RdB - una circolare che ribadisca il diritto di tutti alla cura; attendiamo una drastica presa di posizione anche dall'ordine dei medici in proposito». Svitlana fa riferimento all'ordine dei medici di Bologna. Giancarlo Pizza, presidente dell'ordine spiegò che nel suo «ruolo, non posso dire di non rispettare a una legge di Stato, ma so che cosa farò di fronte a un medico che denuncia un paziente senza permesso di soggiorno: lo mando in commissione di disciplina. E non ho dubbi che verrà sospeso dall'attività professionale». Legge di Stato in palese violazione al giuramento di Ippocrate. Ai medici, alla loro sensibilità, alla deontologia professionale l'ardua sentenza.
2 aprile 2009 - Corriere.it
Milano come Parigi: La rabbia dei lavoratori che da mesi non ricevono il salario
Manager assediato dai dipendenti
Protesta sotto le finestre di un dirigente del call center Omnia di via Breda. «Siamo senza stipendio»
di Rita Querzé
MILANO - «Adesso basta! Li vogliamo qui. In mezzo a noi. E ce lo vengano a spiegare con parole loro come mai non ci sono stati pagati gli ultimi due mesi di stipendio». Così parlavano ieri mattina i dipendenti del call centre Omnia di via Breda 176. Da giorni la tensione e la rabbia stavano montando. Questa volta, però, si è passati ai fatti. Una cinquantina di operatori hanno lasciato il lavoro e sono scesi in cortile. Sotto le finestre del direttore generale, nonostante la pioggia. Determinati a fare scendere il manager per ottenere subito spiegazioni. Fernando Ruzza ha capito la situazione e ha accettato l'invito senza farsi pregare. «Non mi sono certo sentito in pericolo o accerchiato - tiene a precisare il manager -. Anzi, devo ringraziare dipendenti e sindacati per la correttezza del confronto». Resta il fatto che la riunione improvvisata in cortile non era certo prevista. La determinazione dei dipendenti ad avere rassicurazioni riguardo agli stipendi ha spiazzato lo stesso sindacato interno. «Abbiamo capito subito che di fronte a colleghi che non riescono ad arrivare alla fine del mese, che non hanno più soldi per pagare il mutuo e gli alimenti all'ex moglie, le formalità del confronto sindacale non potevano essere mantenute - racconta Silvana Tranquillo della Cub, sindacato presente nel call centre insieme con la Cgil -. L'idea di chiedere un incontro e aspettare era improponibile. Le risposte servivano subito. Per calmare gli animi».
Quando Fernando Ruzza è sceso in cortile erano circa le 9.45 del mattino. Il confronto è continuato fino alle 11.30 al riparo di una tettoia. Poi il sindacato ha chiesto il permesso formale di riunire tutti i dipendenti in assemblea. Via libera subito accordato. E così Ruzza si è trovato a gestire la situazione davanti a tutti i 300 presenti in turno. «Chi lavora a tempo pieno in Omnia guadagna tra 950 e 1.100 euro - racconta Tranquillo -. Quando si vive con così poco basta una busta paga che salta per metterti in difficoltà. Era da tempo che gli stipendi venivano pagati in ritardo. Ma stavolta si sta andando troppo per le lunghe. Tanto per rendere l'idea, c'è gente che trova difficile fare il pieno per raggiungere il posto di lavoro».
Omnia Group è un'azienda quota in Borsa che dà lavoro in Italia a oltre tremila persone. Nella sede di via Breda su più turni lavorano circa 800 persone. Negli ultimi tempi il call center naviga in acque difficili. L'ultimo bilancio, approvato martedì dal consiglio di amministrazione, è in rosso. «Ma abbiamo messo le premesse per il rilancio dell'impresa - ha spiegato ieri Ruzza ai dipendenti assetati di euro -. Un paio di settimane fa è entrato in azienda un socio austriaco che si farà garante per ottenere la liquidità necessaria a pagare subito gli stipendi. Non solo. E' già prevista la ricapitalizzazione dell'impresa». Insomma, le buste paga arriveranno a giorni. Ma il timore che il caso Omnia sia il segnale del passaggio della crisi dall'industria ai servizi è legittimo. «Siamo un settore ad alta intensità di lavoro - osserva Ruzza -. Se le banche chiudono i rubinetti, nelle aziende come la nostra i flussi di cassa ne risentono subito. Mettendoci in difficoltà».
2 aprile 2009 - L'Espresso.it
"Effetto Francia" alla Omnia di via Breda dove i 50 lavoratori in attesa di stipendio hanno costretto l´amministratore a giustificarsi
Rivolta al call center, manager assediato
L´allarme Cgil: da gennaio già 15mila licenziati in Lombardia
di Sandro De Riccardis ed Andrea Montanari
Milano - La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato un annuncio in bacheca che informava di un nuovo ritardo. Gli stipendi di febbraio, che sarebbero dovuti essere accreditati sui conti dei dipendenti entro il 5 marzo, non sarebbero stati pagati nemmeno entro la fine del mese. Così, a ventiquattrore dal sequestro a Parigi di Francois-Henri Pinault, il re del lusso tenuto in ostaggio per un´ora da parte dai manifestanti francesi, ieri è toccato al primo manager italiano, Fernando Ruzza, amministratore delegato della Omnia Network, società di call center con clienti di primo piano nelle telecomunicazioni, parte di un gruppo che ha sedi anche a Corsico e in tutta Italia con circa 3.00 dipendenti. Alle 9 di mattina i dipendenti della sede di via Breda hanno indetto un´assemblea spontanea e poi si sono riuniti in un´assemblea in cortile, costringendo all´interno per un´ora l´amministratore delegato finché questo non è sceso a parlare con loro. «Non è il primo episodio di slittamento nei pagamenti - dicono i lavoratori - Nei mesi scorsi erano intorno ai due o tre giorni, ma a dicembre le tredicesime sono state pagate a gennaio inoltrato, mentre l´azienda si era impegnata a saldare gli stipendi di febbraio entro il 31 marzo, dopo diversi slittamenti». Oggi l´ennesimo rinvio, ed è scattata la protesta. Quando l´amministratore delegato è sceso dal suo ufficio per convincerli a rientrare, i dipendenti lo hanno accerchiato per avere certezze sui pagamenti. «Pretendiamo delle risposte - spiega Silvana Tranquillo, delegata della Rsu-Cub - oggi la protesta è stata spontanea, ma continueremo con lo stato di agitazione». I sindacati hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale del gruppo fissato per domani. «Gli stipendi verranno pagati in queste ore - dice Fernando Ruzza, amministratore delegato di Omnia Service - Abbiamo registrato in queste ore l´ingresso di nuovi soci che garantiranno non solo il pagamento degli stipendi ma anche investimenti per il futuro. Finora abbiamo avuto grosse difficoltà ad accedere al credito, perché anche le banche risentono del periodo non buono dell´economia». E un nuovo allarme viene lanciato dalla Cgil sugli effetti della crisi economica in Lombardia. Nel prossimo biennio, secondo il segretario generale lombardo Nino Baseotto, sono a rischio 300mila posti di lavoro, di cui ne sono già stati persi quasi 15mila già nei primi due mesi di quest´anno. Il prodotto interno di quella che una volta era la locomotiva d´Italia quest´anno dovrebbe scendere tra il 3,5 e il 4,5 per cento. E la crescita del ricorso alla cassa integrazione potrebbe arrivare al 700/800 per cento. Dati che diventano particolarmente drammatici se riferiti allo stato delle piccole aziende. «Non abbiamo il piacere del peggio - ha spiegato Baseotto - ma siamo molto preoccupati per gli effetti di una crisi che finora il governo ha sottovalutato».
2 aprile 2009 - Il Messaggero
Precari Asl: vertice infuocato
Pescara - Un gruppo di precari della Asl, trenta persone circa, tutti aderenti al sindacato RdB, ha minacciato l'ccupazione dell'assessorato regionale alla sanità. La protesta ieri sera dopo un incontro di una delegazione di lavoratori con l'assessore Venturoni, giudicato troppo frettoloso e infruttuoso.
2 aprile 2009 - Il Gazzettino
Divampa la polemica dopo la denuncia del sindacalista sospeso per aver divulgato i dati. Il Pdl attacca la Cgil: «Perché tace?»
Comune, ecco i bonus dei dirigenti
Ai nove manager un premio di "posizione e di risultato" di 54mila euro, uguale per tutti senza valutazione di merito
Rovigo - Tiene banco anche in consiglio comunale il caso di Fabio Raule, il dipendente di palazzo Nodari e sindacalista delle RdB sospeso dal lavoro per aver divulgato i dati sui premi di risultato dei dirigenti. Indennità che comunque erano pubbliche perché affisse all'albo pretorio. Due giorni fa, in una riorganizzazione interna degli uffici, gli è stata pure tolta una collaboratrice senza nemmeno interpellarlo. «Stupisce come gli altri sindacati, in primis la Cgil, che avevano fatto le barricate contro la giunta Avezzù - ha detto in aula il capogruppo del Pdl Andrea Bimbatti - su un provvedimento disciplinare così discutibile non si esprima».
Il bonus percepito dai nove dirigenti comunali è di circa 54mila euro: 42 fissi di "posizione" e quasi 12mila di "risultato". Un bonus uguale per tutti, a prescindere dai risultati.(broglio)
Dirigenti, il premio della discordia
In consiglio il caso di Raule sospeso per aver divulgato i dati. Il Pdl: «Il sindacato non lo difende»
di Federica Broglio
Rovigo - Nel 2005 erano 70.940 euro, nel 2007 107.635 euro, nel 2009 tutto è rimasto invariato. Questo è l'ammontare delle indennità di risultato complessivo percepito dai dirigenti del Comune di Rovigo, che non ha subito tagli nonostante dal 2006 ad oggi due di questi abbiano lasciato spontaneamente l'ente, uno part time per fare il libero professionista e l'altro a tempo pieno per andare a dirigere l'Inpdap. Per quanto riguarda invece il fondo salario accessorio riservato agli altri dipendenti, nel 2007 dai sindacati era stato chiesto di rimpinguarlo di 280mila euro, trovando poi l'accordo per distribuire l'ammontare in due anni. Il risultato è stato che nel 2008 le risorse non sono state messe in bilancio e nel 2009 per il momento sono state solo promesse.
Nove in tutto i dirigenti per oltre 300 unità in organico, del costo di 90-100mila euro lordi ciascuno, più un'indennità di posizione di 42mila euro, più l'indennità di risultato (107mila da distribuire in nove parti, circa 12mila euro a testa). La particolarità è che l'indennità di posizione viene calcolata da un nucleo di valutazione composto dal direttore generale (che costa all'amministrazione circa 200mila euro lorde l'anno) e da due esterni che però hanno elargito a tutti indistintamente lo stesso importo, peraltro quasi al massimo di quanto previsto dal contratto nazionale. Insomma, dirigenti dello stesso valore a prescindere che siano impegnati all'Ambiente, alla Cultura, ai Lavori pubblici o ai Servizi sociali, tutti meritevoli degli stessi premi.
Da qui è montata la protesta di Fabio Raule, dipendente dell'ufficio stipendi del Comune e sindacalista dell'RdB che in un volantino aveva reso noti questi importi, dopo comunque la pubblicazione all'albo pretorio e che gli è costato un procedimento disciplinare di un giorno di sospensione dal lavoro. Ma non è tutto. Due giorni fa è stato informato, come sindacalista e non come dipendente, che gli era stata tolta una collaboratrice per una riorganizzazione interna del personale.
Su tutta questa vicenda però il sindaco Fausto Merchiori non interviene ritenendola più tecnica che politica e nemmeno l'assessore al Personale Graziano Azzalin. Ieri in consiglio comunale il capogruppo del Pdl Andrea Bimbatti ha stigmatizzato il comportamento. «Durante lo stato di agitazione in cui i dipendenti l'anno scorso sono venuti a manifestare in aula il sindaco e il presidente del consiglio si erano impegnati, ed è a verbale, a non procedere con azioni disciplinari. Mi stupisce il silenzio degli altri rappresentanti sindacali, in primis della Cgil, che con la giunta Avezzù si erano stracciati le vesti e apposto striscioni ed ora, di fronte a queste decisioni discutibili, non si esprime e non difende un proprio dipendente. Perché non vanno dal ministro Brunetta a difendere Raule?».
Actv e sindacati davanti al prefetto
Venezia - Da una parte l'Actv che sbandiera i risultati di bilancio, dall'altra i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Faisa-Cisal e Rdb-Cub) costretti a ricorrere al Prefetto per veder riconosciuti i loro diritti. E nel mezzo, pur rispettando i tempi dovuti al codice di autoregolamentazione, potrebbe esserci anche uno sciopero che arrecherà danno soprattutto ai pendolari. Ma tant'è. All'indomani della rottura delle trattative sindacali, le organizzazioni di categoria degli autoferrotramvieri hanno messo i puntini sulle "i" sottolineando le rivendicazioni di chi lavora in azienda. «Nonostante ogni tentativo - chiariscono Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil e Ugl Trasporti - è stato impossibile giungere ad un accordo con l'azienda. Actv era infatti intenzionata a modificare l'attuale normativa relativa al controllo dei titoli di viaggio a bordo e alla possibilità di controllare i marinai attraverso l'utilizzo del palmare Imob. Anche per il comparto automobilistico, a partire dalle problematiche sul part-time, sul mancato rispetto degli accordi relativi alle deviazioni per il tram e praticamente per ogni altro punto in elenco non si è trovato alcuna soddisfazione per l'atteggiamento intransigente dell'azienda». Dal canto suo Actv cerca di stemperare il clima di scontro rilanciando la discussione e il dialogo parlando apertamente della necessità di un "raffreddamento" tra azienda e parti sociali. «L'auspicio è che le parti si presentino orientate dalla volontà di individuare soluzioni ragionevoli soprattutto con l'biettivo di non scaricare sui cittadini tensioni e strumentalizzazioni che dovrebbero trovare la giusta composizione in ambito aziendale». Intanto la Prefettura ha convocato le parti per il 6 aprile prossimo. E sempre per quel che riguarda Actv, l'azienda informa che, nonostante il calo del turismo, il consiglio di amministrazione ha approvato i risultati di bilancio per il 2008 che vedono il valore della produzione superare nel 2008, i 250 milioni di euro in aumento del 2.6 per cento rispetto al 2007. In ogni modo il bilancio si chiude con un utile di 347 mila euro (più 35 per cento sul 2007). «Sono soddisfatto che il risultato dell'esercizio 2008 sia positivo per l'azienda - spiega il presidente Marcello Panettoni -, malgrado la crisi economica che stiamo attraversando che ha fatto registrare un sensibile calo dei ricavi, derivante da una consistente diminuzione delle vendite dei titoli turistici. I dati relativi ai primi mesi dell'esercizio in corso confermano il trend del 2008, per questo non consentono di effettuare una stima ottimistica per il 2009. Nonostante ciò saremo in grado di fornire i servizi richiesti per il periodo primaverile ed estivo, confidando in una ripresa dell'attività economica e dei flussi turistici nei mesi a venire".
2 aprile 2009 - Il Mattino
Agropoli. Martedì 7 aprile il sub commissario dell'Asl di Salerno...
di PAOLA DESIDERIO
Agropoli - Martedì 7 aprile il sub commissario dell'Asl di Salerno Walter Di Munzio (nella foto) sarà ad Agropoli per incontrare il sindaco Franco Alfieri, una rappresentanza dei lavoratori e del Comitato civico Pro-Ospedale, il direttore sanitario e il dirigente infermieristico ed affrontare il problema dell'rmai permanente carenza di personale. L'incontro è stato deciso ieri mattina, al termine dell'incontro svoltosi presso la sala riunioni del sub-commissario sanitario, al quale hanno partecipato il sindaco di Agropoli Franco Alfieri, una delegazione di lavoratori dell'spedale civile, rappresentanti della Rdb Cub Sanità e il consigliere regionale Gianfranco Valiante. Al termine dell'incontro l'rganizzazione sindacale Rdb-Cub ha deciso di togliere il presidio pacifico della direzione sanitaria dell'spedale, iniziato lo scorso 27 marzo, riservandosi di indire una nuova giornata di sciopero se non saranno raggiunti gli obiettivi prefissati. «Questa mattina abbiamo avuto un primo confronto con il sub-commissario Di Munzio al quale sono state evidenziate le criticità e le problematiche dell'spedale - ha spiegato il sindaco Franco Alfieri - convochereme un incontro r martedì prossimo presso il Comune di Agropoli, con la speranza di trovare soluzioni definitive alla problematica». Non c'è chiarezza sul futuro stesso dell'spedale. La delibera di Giunta regionale 560 del 20 marzo attribuisce al commissario De Angelis il compito di occuparsi della riconversione degli ospedali di Agropoli e Roccadaspide usciti dalla rete dell'emergenza.
2 aprile 2009 - City
Scuola, i precari "licenziano" i dirigenti
Bologna - Manifesto-Pesce d'Aprile davanti all'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia-Romagna: un gruppo di precari della Cub Scuola, ha esposto un cartellone che riportava un finto decreto che annuncia, con "necessità ed urgenza", il taglio di tutte le posizioni dirigenziali nella scuola.
2 aprile 2009 - Il Bologna
Pesci d'aprile all'amo tra gratta e vinci e decreti
Rispettata la tradizione del primo del mese: goliardi cambiano la numerazione di via Zamboni, un tabaccaio elargisce milioni di euro, un cronista annuncia clamorose novità euro-elettorali. In mezzo la lotta dei precari della scuola
di Diego Costa
Bologna - ....
Più amaro il "pesce" architettato e realizzato da alcuni precari del Comitato Unità di Base della scuola pubblica che si sono fatti un decreto legge e lo hanno presentato all'Ufficio Scolastico ?egionale: nel testo, il finto dl annunciava tagli immediati delle posizioni dirigenziali del settore scolastico. Un modo per uniformare la situazione dei dirigenti a quella, purtroppo vera, di chi si è visto tagliato da poche righe, e ha visto gettati come carta straccia nel cestino anni di lavoro e di studio, esperienze professionali. Il finto decreto fa riferimento poi alla persecuzione di cui sono state fatte oggetto le insegnanti che hanno dato il medesimo voto agli scolari, contro cui - scrivono i precari del Cub - a rigor di norma solo i genitori potevano ricorrere (e non lo hanno fatto perchè ne condividono la battaglia): «Sono partite le contestazioni di addebito - scrivono dal CUB Scuola - ma mettono in evidenza la mancanza di elementi da parte dell'amministrazione. Vengono infatti segnalate irregolarità burocratiche che dovevano essere rilevate dal Dirigente Scolastico. Se mancanze ci sono state, dunque, è il Dirigente il responsabile. Si accusano poi lavoratori per aver organizzato momenti pubblici per discutere dell'argomento. A quanto pare è una grave colpa per un lavoratore parlare in pubblico del proprio mestiere».
2 aprile 2009 - Roma Uno
Picchetto contro sgombero ex fabbrica via Prenestina
Occupata, da questa mattina l'ex fabbrica Fiorucci di via Prenestina
Roma - L'iniziativa, alla quale ha preso parte anche il presidente del VII municipio, Roberto Mastrantonio, è stata organizzata per protestare contro la minaccia di sgombero dell'edificio, attualmente utilizzato abusivamente. L'Associazione Inquilini e Assegnatari, in una nota ha affermato che "L'occupazione di via Prenestina 913 pone con forza la questione delle aree dismesse e abbandonate, che potrebbero essere immediatamente utilizzate per l'emergenza abitativa e per restituire ai territori spazi di discussione e di effettivo coinvolgimento dei cittadini che li abitano". "Oggi pomeriggio, a partire dalle 16, - continua la nota - saremo in Campidoglio insieme agli altri movimenti romani per il diritto all'abitare, ai comitati e alle reti cittadine per affermare la nostra idea di città".
2 aprile 2009 - La Città di Salerno
Ospedale, Di Munzio incontrerá i dipendenti
AGROPOLI - Martedì prossimo i lavoratori dell'spedale di Agropoli incontreranno il sub commissario dell'Asl, Walter Di Munzio. La disponibilitá al confronto, che avverrá in Municipio, è stata ottenuta nel corso della riunione tenutasi ieri tra il sindaco, Franco Alfieri, e lo stesso sub commissario, a cui hanno preso parte anche una delegazione di lavoratori dell'spedale, i rappresentanti dell'rganizzazione sindacale Rdb Cub e il consigliere regionale Gianfranco Valiante.
2 aprile 2009 - Il Centro
UniCredit: Asl non pagate Angelini
Dipendenti Villa Pini e precari. Giorno d'assedio alla Regione
di Maurizio Piccinino ha collaborato Flavia Buccilli
PESCARA - «Il giochetto delle urla e delle casse da morto sotto la sede dell'assessorato alla sanità non funziona più. I lavoratori di Villa Pini devono capire che serve chiareezza, che gli stipendi non li possono pretendere dalla Regione e dall'assessore, devono chiederli a loro datore di lavoro». Energico e sferzante l'assessore alla sanità Lanfranco Venturoni taglia la folla dei dipendenti del gruppo Angelini che gli urlano contro slogan e improperi. «La Digos voleva farmi entrare da una porta laterale ma io entro da quella principale. Non mi devo nascondere», dice Venturoni.
Per meglio far capire il concetto del «fare chiarezza» dalla Asl di Pescara viene fatta circolare una mail che la banca UniCredit ha inviato al manager della Asl, Claudio D'Amario. L'ggetto è il «gruppo Angelini», con sotto poche righe: «A seguito delle telefonate intercorse in merito a quanto indicato in oggetto, vi comunichiamo che siamo alle fasi conclusive con il gruppo Angelini per poter definire tutta la operatività. Vi preghiamo pertanto di attendere la conclusione imminente dell'accordo pregandovi nel contempo di non effettuare alcun pagamento».
La missiva, secondo la ricostruzione della Regione e del commissario per il piano di rientro Gino Redigolo, conferma che il gruppo Angelini ha consegnato i crediti vantati dalla Regione nelle mani della banca. Sul passaggio e sull'ammontare della cifra la giunta vuole vederci chiaro, così l'assessore Venturoni ha convocato per martedì un incontro a Pescara.
«Alla riunione sono stati sollecitati a partecipare i manager Asl, l'assessorato, l'UniCredit e i titolari del gruppo Angelini», racconta Venturoni, «ci sarà un confronto e allora si capirà come stanno le cose, perchè la banca chiede alla Asl di non "effetturare alcun pagamento" e, soprattutto, a quanto ammonta la cifra dei crediti che il gruppo ha ceduto alla banca. Scopriremo chi in questa storia sta mentendo. Se qualcuno si sotrarrà a questo confronto significa che non vuole fare chiarezza. I dipendenti che protestano sotto la sede della Regione dovrebbero chiedersi come mai per le altre cliniche non abbiamo questo problema. I lavoratori di Villa Pini, lo ripetiamo ancora una volta, non possono pensare che sia l'assessorato regionale alla sanità o le Asl il loro datore lavoro. Abbiano pazienza fino a martedì, e forse sapremo chi le Asl dovranno pagare, Angelini o le banche».
La controversia Regione-Villa Pini a parte il contesto dell'inchiesta giudiziaria che ha portato agli arresti del presidente della ex giunta regionale Del Turco e di alcuni assessori ed esponenti politici nel luglio dello scorso anno, ha anche altri capitoli. Il più delicato è quello dei controlli sull'appropriatezza dei ricoveri che la ex giunta fece scattare per le clinche private. Dai controlli ispettivi emerse che circa 100 milioni di euro erano in dubbio, nel senso che le cliniche avevano presentato per gli anni 2005-07 fatture per prestazioni non appropriate e che sono ora sotto il vaglio della finanza. Per il 2008, invece, la Regione può pagare, ma quella di Villa Pini a giudizio della giunta riscontra delle anomalie proprio per la cessione dei crediti alla banca UniCredit, «Quando avremo fatto chiarezza su questo allora daremo il dovuto», sottolinea Venturoni. Ieri è stata quindi un'altra giornata di forte tensione sul fronte della sanità. Il tutto è iniziato di buon mattino quando i locali dell'assessorato regionale, in via Conte di Ruvo, sono stati nuovamente assediati dai lavoratori di Villa Pini e circa 200 persone arrivate in piazza con quattro pullman haanno affollato il piazzale antistante il palazzo e fatto sentire vigorosamente la voce, sotto il controllo costante della polizia. La rabbia nel pomeriggio è esplosa anche all'interno degli uffici, nelle stanze attigue a quelle dell'assessore Venturoni, quando una quarantina di precari e ex precari della Asl di Pescara hanno promosso un'ccupazione simbolica per protestare proprio contro l'assessore, impegnato su più fronti. Da una parte, infatti, Venturoni aveva fissato un incontro con i rappresentanti di Rdb, Cobas e Comitato precari per discutere delle vicende dei precari pescaresi, ma contemporaneamente doveva pure incontrare i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. L'assessore è stato costretto, quindi, ad abbandonare il tavolo coi precari per raggiungere l'altro. E così dopo aver atteso per ore il rientro di Venturoni, Rdb, Cobas e Comitato precari hanno annunciato al personale dell'assessorato che da quel momento sarebbe scattata l'ccupazione. Non è la prima manifestazione del genere: da settimane le tre sigle stanno portando avanti la battaglia per tutelare i precari e promuoverne la stabilizzazione, con un'attenzione particolare rivolta ai 45 Edp che sono stati licenziati a fine febbraio dopo anni di attività. «C'è voluto un bel pò», ha ricordato Mario Frittelli (Rdb), per ottenere un appuntamento con l'assessore, il commissario Gino Redigolo e il manager della Asl, Mario D'Amario. All'rario fissato, però, Redigolo non si è presentato perché era a Roma, al ministero, e Venturoni ci ha lasciati in attesa per ore perché impegnato con altri sindacati.
Solo dopo tre ore di anticamera Rdb, Cobas e Comitato precari sono riusciti a fissare un nuovo colloquio con l'assessore, la prossima settimana. «Per allora», dice Frittelli, «speriamo di sapere l'esito del vertice che Redigolo ha avuto con i rappresentanti del ministero e dell'incontro che Venturoni avrà col ministro del Welfare, Sacconi». Per ottenere risposte concrete Rdb, Cobas e Comitato precari hanno anche sollecitato l'intervento del Consiglio regionale, per cui oggi alle 12, a L'Aquila, è previsto un incontro con la conferenza dei capigruppo. Ai rappresentanti di maggioranza e opposizione, annuncia Frittelli, «chiederemo l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla sanità e l'impegno del Consiglio a promuovere una verifica sul piano di rientro del deficit. Solleciteremo, poi, una seduta straordinaria del Consiglio straordinario sui temi della sanità, il precariato in particolare».
2 aprile 2009 - La Nuova Venezia
E' rottura tra sindacati e Actv confederali e autonomi dal prefetto
Venezia - Lo sciopero nazionale dei trasporti pubblici indetto dalla Cgil per domani non interesserà - per decisione della stessa confederazione vista la vertenza in atto con Actv - vaporetti e bus, ma solo il personale del servizio ferroviario.
Intanto è rottura fra i sindacati e Actv sulla vertenza che riguarda sia i lavoratori del comparto navigazione, che quello automobilistico dell'azienda di trasporti pubblici di Venezia. Le segreterie di Filt-Cgil, Fit-cisl, Uilt-Uil e Ugl trasporti sostengono che «nonostante ogni tentativo da parte delle organizzazioni presenti al tavolo di trattativa per cercare soluzioni condivisibili nei modi e nei contenuti, l'incontro con Actv si è concluso senza alcuna soluzione».
Anche i sindacati Cub Trasporti e Faisa-Cisal hanno rotto le trattative con Actv e, al pari dei confederali, hanno avviato in Prefettura la procedura di «raffreddamento» che, in caso di mancato accordo, porterà allo sciopero di autobus e vaporetti.
«La risposta della rappresentanza dei lavoratori - affermano i sindacati confederali - non poteva che sfociare nella rottura, vista l'indisponibilità aziendale a chiudere in modo serio la vertenza, anzi, con il tentativo di coinvolgere nella stessa l'attacco rivolto sulla stampa locale alla categoria dei marinai. L'azienda vuole solo modificare l'attuale normativa relativa al controllo dei titoli di viaggio a bordo e alla possibilità di controllare i marinai attraverso l'utilizzo del palmare imob».
Cub e Faisa accusano a lor ovolta Actv di non voler «dare risposte alle istanze dei lavoratori del settore automobilistico sui turni di lavoro e del settore navigazione sui sistemi di valutazione e il piano nebbia».
2 aprile 2009 - DNews
Lavoro Situazione critica alla società di call center Omnia e in altri settori professionali
Niente stipendi, manager sotto assedio
Milano - Acque agitate nel mondo del lavoro milanese. Ieri l'amministratore delegato della società di call center Omnia è stato bloccato per un'retta nella sede di via Breda da una cinquantina di dipendenti che volevano risposte sul mancato pagamento degli stipendi del mese di febbraio. Per i lavoratori, fa sapere la Confederazione Unitaria di base, non ci sono ancora date precise sul ripristino delle retribuzioni. E tra pochi giorni saranno due le mensilità non versate ai dipendenti. Situazione difficile anche nel trasporto aereo. È andato a vuoto l'incontro di conciliazione, organizzato dalla Prefettura, tra i sindacati dei lavoratori e Alitalia, i cui dirigenti non si sono presentati. I sindacati minacciano iniziative di protesta contro l'appesantimento dei turni notturni e contro il trasferimento di alcuni lavoratori da Fiumicino a Linate, nonostante un'ttantina di lavoratori di Malpensa in cassa integrazione. Situazione critica, per continuare, per i 150 dipendenti della Sadelmi, di proprietà del costruttore Busi e di una società olandese. Questa mattina presidio davanti ad Assolombarda contro l'apertura della cassa integrazione. Accordo raggiunto, invece nel gruppo Metro, dove sono 195 i lavoratori in esubero. I dipendenti coinvolti hanno già accettato usciranno volontariamente dall'azienda grazie a un sistema di incentivi e prepensionamenti.
2 aprile 2009 - La Repubblica
Rivolta al call center, manager assediato
L´allarme Cgil: da gennaio già 15mila licenziati in Lombardia "Effetto Francia" alla Omnia di via Breda dove i 50 lavoratori in attesa di stipendio hanno costretto l´amministratore a giustificarsi
di SANDRO DE RICCARDIS ANDREA MONTANARI
Milano - La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato un annuncio in bacheca che informava di un nuovo ritardo. Gli stipendi di febbraio, che sarebbero dovuti essere accreditati sui conti dei dipendenti entro il 5 marzo, non sarebbero stati pagati nemmeno entro la fine del mese. Così, a ventiquattrore dal sequestro a Parigi di Francois-Henri Pinault, il re del lusso tenuto in ostaggio per un´ora da parte dai manifestanti francesi, ieri è toccato al primo manager italiano, Fernando Ruzza, amministratore delegato della Omnia Network, società di call center con clienti di primo piano nelle telecomunicazioni, parte di un gruppo che ha sedi anche a Corsico e in tutta Italia con circa 3.00 dipendenti.
Alle 9 di mattina i dipendenti della sede di via Breda hanno indetto un´assemblea spontanea e poi si sono riuniti in un´assemblea in cortile, costringendo all´interno per un´ora l´amministratore delegato finché questo non è sceso a parlare con loro. «Non è il primo episodio di slittamento nei pagamenti - dicono i lavoratori - Nei mesi scorsi erano intorno ai due o tre giorni, ma a dicembre le tredicesime sono state pagate a gennaio inoltrato, mentre l´azienda si era impegnata a saldare gli stipendi di febbraio entro il 31 marzo, dopo diversi slittamenti». Oggi l´ennesimo rinvio, ed è scattata la protesta. Quando l´amministratore delegato è sceso dal suo ufficio per convincerli a rientrare, i dipendenti lo hanno accerchiato per avere certezze sui pagamenti. «Pretendiamo delle risposte - spiega Silvana Tranquillo, delegata della Rsu-Cub - oggi la protesta è stata spontanea, ma continueremo con lo stato di agitazione». I sindacati hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale del gruppo fissato per domani. «Gli stipendi verranno pagati in queste ore - dice Fernando Ruzza, amministratore delegato di Omnia Service - Abbiamo registrato in queste ore l´ingresso di nuovi soci che garantiranno non solo il pagamento degli stipendi ma anche investimenti per il futuro. Finora abbiamo avuto grosse difficoltà ad accedere al credito, perché anche le banche risentono del periodo non buono dell´economia».
E un nuovo allarme viene lanciato dalla Cgil sugli effetti della crisi economica in Lombardia. Nel prossimo biennio, secondo il segretario generale lombardo Nino Baseotto, sono a rischio 300mila posti di lavoro, di cui ne sono già stati persi quasi 15mila già nei primi due mesi di quest´anno. Il prodotto interno di quella che una volta era la locomotiva d´Italia quest´anno dovrebbe scendere tra il 3,5 e il 4,5 per cento. E la crescita del ricorso alla cassa integrazione potrebbe arrivare al 700/800 per cento. Dati che diventano particolarmente drammatici se riferiti allo stato delle piccole aziende. «Non abbiamo il piacere del peggio - ha spiegato Baseotto - ma siamo molto preoccupati per gli effetti di una crisi che finora il governo ha sottovalutato».
2 aprile 2009 - Il Resto del Carlino
Rovigo. IL CASO del dipendente comunale e sindacalista delle Rdb...
Rovigo - IL CASO del dipendente comunale e sindacalista delle Rdb (rappresentanze di base), Fabio Raule, colpito da un provvedimento disciplinare con un giorno di sospensione dal lavoro per aver denunciato l'entità del premio di produzione percepito dai dirigenti del Comune, è arrivato ieri anche in consiglio comunale. Sono stati diversi gli interventi da parte dell'opposizione relativamente al caso di Raule, tutti di condanna verso il procedimento avviato dall'amministrazione. «Durante la mia giunta ha sottolineato il consigliere del Pdl, Paolo Avezzù provvedimenti del genere non si prendevano se non erano informati gli assessori e il sindaco. Quindi il tentativo della giunta Merchiori di fare come Ponzio Pilato e lavarsene le mani, dicendo di non essere a conoscenza del provvedimento, è sbagliato». E sul caso del dipendente comunale Raule ha battuto anche il capogruppo del Pdl, Andrea Bimabtti: «E' davvero curioso ha detto che oggi di fronte a tutte queste scelte in merito al personale, di fronte al silenzio assunto da questa amministrazione nei confronti della stabilizzazione dei precari, e anche di fronte all'azione avviata contro Raule, i sindacati siano scomparsi e non si facciano sentire: in particolare la Cgil». Lo stesso Fabio Raule, dopo la polemica scoppiata in seguito al provvedimento disciplinare, ha affidato a un volantino, distribuito ieri anche ai consiglieri comunali, il suo punto di vista. E la sua difesa rispetto al provvedimento subito. «Ho sempre cercato di conciliare bene il ruolo di responsabile dell'Ufficio stipendi e pensioni con quello di rappresentante sindacale nelle Rsu, tenendo ben distinte le questioni che attengono il lavoro spiega Raule con quelle di rilevanza sindacale. Ma probabilmente a giudizio di qualcuno l'informazione sindacale sulle risorse percepite dai manager d'oro comunali è uscita dal seminato e allora giù con la sospensione del lavoro».(m.c.)
Finto decreto dei precari della scuola
Bologna - PESCE D'APRILE (amaro) anche all'Ufficio scolastico regionale. Un gruppo di precari della Cub scuola infatti ha spedito un finto decreto legge che annuncia «con necessità e urgenza» il taglio di tutte le posizioni dirigenziali dell'amministrazione scolastica. I precari, a colpi di commi e linguaggio burocratico, ironizzano sui tagli alla scuola che, dicono, «porterà alla soppressione di 150mila posti di lavoro in 3 anni. In Emilia Romagna, per il prossimo anno saranno 1.500 docenti in meno».
2 aprile 2009 - Corriere di Bologna
Pesce d'aprile all'Usr
E i precari «inventano» la legge taglia-dirigenti
Bologna - Manifesto-pesce d'aprile nella sede dell'Ufficio Scolastico regionale, dove un un gruppo di precari della Cub Scuola ieri ha esposto un cartellone con un finto decreto legge con «necessità ed urgenza» di tagliare tutte le posizioni dirigenziali dell'amministrazione scolastica. «Volevamo far capire - hanno detto gli organizzatori- l'assurdità della situazione dei precari».
Nel loro pesce d'aprile i precari hanno accennato anche «alla scandalosa persecuzione delle maestre che hanno scelto il voto unico: se venissero sanzionate reagiremo dal punto di vista giuridico e con decise mobilitazioni».
1 aprile 2009 - Apcom
Lunedì a Firenze scioperano i 'modelli viventi'
Chiedono stabilizzazione e riconoscimento delle professionalità
Roma, 1 apr. (Apcom) - Lunedì 6 aprile la RdB-CUB ha indetto lo sciopero nazionale dei modelli viventi, i lavoratori che posano per gli studenti nelle scuole di pittura e scultura, nelle classi di figura disegnata e modellata per le Accademie delle Belle Arti ed di Licei artistici. Lo sciopero è stato proclamato per chiedere e ottenere dal ministero della Pubblica Istruzione e dell'Università la stabilizzazione dei modelli viventi a tempo determinato, Co.co.co., o prestazioni d'opera occasionali reiterate negli anni. Tutti i modelli viventi sono precari, spiega una nota, e moltissimi di loro avrebbero diritto a essere assunti a tempo indeterminato in base alle leggi finanziarie. "Tuttavia il Miur, a differenza di altre amministrazioni pubbliche che hanno utilizzato le possibilità offerte dalle leggi vigenti, in due anni non ha avviato alcuna stabilizzazione per sanare questa situazione di palese illegittimità e sfruttamento". La condizione dei modelli rischia inoltre di aggravarsi in seguito ai tagli operati alle scuole e Accademie dall'ultima finanziaria, tagli che stanno già comportando il mancato rinnovo dei contratti e/o la drastica riduzione degli orari e dei salari. Ai modelli viventi viene poi negata la specifica professionalità: porre il corpo nell'immobilità della posa richiede impegno e disciplina ed implica l'educazione in discipline collaterali (danza, ginnastica, teatro) nonché una cultura capace di immaginario artistico. Tutte queste capacità si sviluppano e consolidano nel tempo, attraverso la stessa continuità della prestazione lavorativa. Per illustrare le ragioni dello sciopero i modelli terranno una conferenza stampa che si svolgerà lunedì 6 aprile a Firenze, presso la Galleria 'ART in progress', in Via dell'Oriolo 19-21 rosso alle 11.30. Nel corso della conferenza stampa ci sarà un'anteprima della protesta-performance prevista per lo stesso giorno alle 17.30: sullo sfondo della mostra di manifesti curati e creati da Massimo d'Andrea, le modelle eseguiranno delle performances curate da Franco Bugatti, che tramite la spettacolarizzazione della posa intendono mettere in rilievo l'impegno dei modelli nella creazione di forme nelle opere d'arte.
1 aprile 2009 - Dire
LAVORO. RDB/CUB: BRUNETTA FA LO SCARICABARILE
AVREBBE DOVUTO AMPLIARE, NON BLOCCARE, LE STABILIZZAZIONI
(DIRE) Roma, 1 apr. - "Addossare al governo Prodi la colpa del precariato negli Enti di Ricerca e' un inaccettabile scaricabarile da parte del ministro Brunetta, tanto piu' in un momento di crisi acuta come questo che stiamo attraversando. E comunque non nega la realta' dei fatti, che rimane grave e per la quale e' urgente trovare soluzioni". Lo afferma Cristiano Fiorentini, della Direzione Nazionale di RdB/CUB Pubblico Impiego, a commento delle dichiarazioni di Brunetta in risposta a un articolo apparso ieri su La Repubblica. "È vero che le norme sul precariato volute da Nicolais erano insufficienti ed escludevano dai processi di stabilizzazione migliaia di lavoratori precari, ma proprio per questo andavano estese fino a riguardare tutto quell'esercito di precari che da anni manda avanti la ricerca pubblica italiana. Invece- continua il dirigente sindacale- Brunetta non solo non e' intervenuto in questo senso, ma ha interpretato in maniera restrittiva le leggi vigenti, con un emendamento a un disegno di legge che blocca le stabilizzazioni al 30 giugno ed inserendo norme nella legge 133 che rischiano di espellere dagli enti un gran numero di lavoratori che fanno ricerca o che sono di supporto ad essa. D'altronde- sottolinea Fiorentini- lo stesso Ministro ha definito i ricercatori capitani di ventura, facendo capire molto chiaramente che cosa pensa della ricerca pubblica e quale destino intende riservare ai lavoratori precari della ricerca". "Dopo il nostro lancio dell'autodenuncia dei precari- conclude il dirigente RdB-CUB- molti Enti sono stati costretti a dire la verita' sui numeri e ci sono gia' in piedi diverse vertenze. Ma non mancheranno i momenti di mobilitazione generale, perche' e' necessaria un'inversione di tendenza della politica di questo Paese sulla Ricerca Pubblica e sul Lavoro. Il 23 aprile i precari della ricerca saranno in piazza in occasione dello sciopero generale indetto dal Patto di Base (CUB, Cobas, SDL) e stiamo pensando a un appuntamento a maggio specifico per i lavoratori precari".
SCUOLA. PESCE D'APRILE CUB ALL'USR: LEGGE TAGLIA-DIRIGENTI
E SOLIDARIERA' A DOCENTI LONGHENA: "SE LI MULTANO, REAGIREMO"
(DIRE) Bologna, 1 apr. - Un decreto legge che annuncia con "necessita' ed urgenza", il taglio di tutte le posizioni dirigenziali dell'amministrazione scolastica. Non e' l'ultimo atto della riforma Gelmini, ma il"pesce d'aprile" che alcuni lavoratori precari della Cub scuola hanno organizzato questa mattina per l'Ufficio scolastico dell'Emilia-Romagna (Usr). Un'idea e' nata per far comprendere "l'assurdita' e la drammaticita' della situazione dei precari della scuola pubblica che si sono visti gettare via con poche righe di legge, dopo anni di studio, lavoro ed esperienza maturata sul campo", spiega, in una nota, la Cub. "Il Ministero- continua il sindacato di base- tenta di addolcire la pillola citando i molti pensionamenti previsti, ma questi non solo non basteranno a colmare i tagli previsti, ma si tradurranno comunque nella soppressione di 150.000 posti di lavoro in tre anni". In particolare, in regione "i tagli per il prossimo anno ammonteranno a circa 1.500 docenti e un migliaio di ausiliari: in periodo di crisi e di disoccupazione questi licenziamenti appaiono proprio un'idea 'geniale'". Nel loro pesce d'aprile i precari accennano anche alla "scandalosa persecuzione" nei confronti delle insegnanti della scuola elementare Longhena di Bologna, per la vicenda del 10 in pagella. La Cub ricorda che, a rigor di norma, "solo i genitori potevano ricorrere contro la scelta valutativa degli insegnanti, ma non lo hanno fatto perche' ne condividevano le ragioni", mentre invece "sono partite le contestazioni di addebito che mettono pero' in evidenza la mancanza di elementi da parte dell'amministrazione: vengono infatti segnalate irregolarita' burocratiche che dovevano essere rilevate dal dirigente scolastico: se mancanze ci sono state la responsabilita' e' sua". I docenti della Longhena sono accusati inoltre "per aver organizzato momenti pubblici nei quali discutere dell'argomento, a quanto pare- commenta la Cub- e' una grave colpa per un lavoratore parlare in pubblico del proprio mestiere". La verita' per il sindacato di base "e' che si vuole negare ogni spazio al pensiero critico di chi, lavorando nel campo della conoscenza, e' obbligato a riflettere sulle scelte educative". Se l'amministrazione dovesse decidere di comminare sanzioni, "reagiremo sia dal punto di vista giuridico che con le piu' decise mobilitazioni". Contro i tagli e per richiedere l'assunzione dei precari su tutti i posti disponibili, i lavoratori della Cub parteciperanno allo sciopero generale fissato per il 23 aprile da tutto il sindacalismo di base, con manifestazioni in tutte le citta'. Il 29 aprile e' poi fissata una giornata nazionale di protesta contro il licenziamento dei precari con presidi davanti agli uffici scolastici regionali in tutte le citta' italiane.
EMILIA-ROMAGNA. APPUNTAMENTI DI GIOVEDI' 2 APRILE
(DIRE) Bologna, 1 apr. - Questi gli appuntamenti in Emilia-Romagna:...
15.00- Reggio Emilia (Ufficio scolastico provinciale/via Mazzini 6)- Presidio dei precari e dei lavoratori della scuola per chiedere i dati effettivi sui taglio agli organici nella Provincia promosso da Cub Scuola Reggio Emilia....
1 aprile 2009 - Iris
FIRENZE: SCIOPERO DEI MODELLI
(IRIS) - FIRENZE, 1 APR: Previsto per lunedì 6 aprile 2009 lo sciopero nazionale dei «modelli viventi» delle Accademie di Belle Arti e dei Licei artistici, indetto da RdB/CUB Scuola. Per lì occasione sarà allestita una perfomance - Conferenza stampa - rinfresco presso A R T in progress Via dell'riolo 19-21 r, Firenze. Scelta inusuale, certo originale: portare una lotta sindacale - la sacrosanta rivendicazione dei diritti dei lavoratori - dentro una galleria d'arte.
Una lotta sindacale che le RdB/CUB stanno portando avanti chiedendo al Ministero dell'Istruzione e Università l'assunzione a tempo indeterminato dei «modelli viventi» oggi costretti ad accettare - nelle Accademie e nei Licei artistici - contratti a termine o di prestazione d'pera occasionale, senza diritti e prospettive per il futuro. Il MIUR continua a considerare questi non lavoratori precari da stabilizzare con una specifica professionalità, ma "materiale didattico" da poter dismettere all'ccorrenza.
Carmela Bonvino
Quello dei «modelli viventi» è un lavoro particolare, forse unico: ha a che fare con l'arte, con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista. Perciò questa protesta è intitolata «L'Età d'ro delle Muse», l'età già dell'antica Grecia, poi l'età di Simonetta Cattaneo Vespucci, l'età di Jeane Avril, e ancora l'età di Gala Eluard, e l'età di quelle tante donne, e anche uomini, che fanno parte del mondo dell'arte, e vi vengono marginalizzate, sfruttate, usate e spesso ricattate - come si ricattano tutti i lavoratori precari e senza diritti. Insieme alla rivendicazione dei diritti si ha l'ardire di mostrare che «oltre le gambe c'è di piú».
Franco Bugatti
Con questa performance i modelli non si propongono di far vedere al pubblico il loro lavoro - lavoro pesante: il corpo nudo costretto all'immobilità per ore, il tempo necessario all'artista e allo studente per realizzare l'pera; un tempo cosí lungo, un'immobilità cosí ripetitiva e uguale a se stessa che risulterebbe incomprensibile a chi non vi è avvezzo, a chi non gode momento per momento di un'sservazione lunga e costante, l'unica produttiva dell'pera. Oggi non si mostrerà l'pera, ma il momento, vivo, che precede la creazione. Si mostrerà la fantasia, quell'essere "muse", quel sogno, quello spirito che accumuna modelli e artista, quel voler essere ciò che non si è, quel voler schiudere ciò che ancora non c'è, e che deve creare una nuova forma. E la cerca nel passato per conservare e amare, l'esplora e la modifica per costruire un futuro. Perciò si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto piú nell'avanzante "riforma", che riduce drasticamente pittura e scultura, ed elimina senso e importanza di quanto è fondamentale: lo studio del corpo umano.
Coordinamento modelli
1 aprile 2009 - Roma Notizie
ASIA-RDB : ALTRO CHE 'PIANO CASA', QUESTO E' UN FURTO DI ASPETTATIVE
Roma - Ancora una volta Berlusconi sta giocando sporco, ve lo ricordate il milione di posti di lavoro ? Bene, quello che avviene in queste ore intorno alle questioni abitative ha lo stesso sapore amaro dell'imbroglio. Se esistesse un articolo del codice penale da usare per denunciare le millanterie sul cosiddetto "piano casa" andrebbe fatto e il presidente del consiglio andrebbe condannato per la superficialità e il cinismo che usa nell'affrontare un tema che provoca ogni giorno angoscia e disperazione. È chiaro a tutti che il provvedimento che il consiglio dei ministri si dispone ad approvare con un decreto legge prima di Pasqua non è altro che un riavvio dell'attività edilizia e una semplificazione delle procedure di inizio attività, nonché -attraverso gli aumenti di cubature- un'ulteriore cementificazione nazionale. Le Regioni e l'Anci invece di chiedere con fermezza garanzie finanziarie utili a rilanciare l'edilizia residenziale pubblica, l'autorecupero e il riuso del patrimonio sfitto o abbandonato, nonché il blocco generalizzato degli sfratti, si piegano davanti alle necessità dei costruttori e delle banche e contrattano solo il loro ruolo nella gestione del business. Il timido accenno all'Erp e le compatibilità da rispettare negli impegni finanziari governativi sono l'insipiente cornice di un "piano" che non produrrà una sola casa per chi non ha accesso al libero mercato, è sotto sfratto o alle prese con una dismissione. Chi ha già una casa potrà allargarla, chi ne ha tante aumenterà considerevolmente la sua rendita, chi è inquilino in una casa popolare in vendita potrà diventare proprietario e forse chi non ce la fa ha pagare l'affitto verrà sostenuto da un bonus casa un po' più sostanzioso. Dunque chi una casa ce l'ha forse riuscirà a conservarla, ma tutti gli altri ? I precari, i monoreddito, i pensionati, i cassintegrati, i disoccupati non avranno risposte. Questo piano non rappresenta alcuna opportunità per affrontare l'emergenza abitativa e chi lo sostiene- anche per paura di perdere consensi elettorali- è in malafede. Bisogna solo decidere a chi far pagare la crisi e secondo noi le banche e le imprese, sia quelle delle costruzioni che quelle immobiliari, devono essere colpite sottraendo aree e stabili inutilizzati, aprendo una contrattazione articolata sul territori finalizzata all'esproprio e alla destinazione sociale. Per questo la nostra Offensiva Pubblica per l'Abitare contro la rendita e i suoi complici non si arresta. La minaccia di sgombero dell'ccupazione di via Prenestina 913 ci convince di aver colpito nel segno e i nervosismi di Alemanno ne sono una conferma. RIPRENDIAMOCI LA CITTA' senza fare un passo indietro. Domani mattina ci mobiliteremo dalle ore 6 per impedire lo sgombero di via Prenestina 913 e lanciamo la proposta di manifestare sotto palazzo Chigi quando il governo discuterà il decreto sul 'piano casa'.
AS.I.A RdB
1 aprile 2009 - Milano Finanza
Omnia N.: Cub, addetti call center senza stipendio da un mese
ROMA (MF-DJ)--I lavoratori del call center di Omnia Network sono senza stipendio da quasi un mese: lo denuncia la Confederazione unitaria di base, spiegando che "per i circa 3.000 lavoratori in tutta Italia l'azienda non ha indicato ancora una data precisa in cui le retribuzioni verranno effettivamente versate". Questa mattina, si legge in una nota, i lavoratori hanno indetto l'astensione dal lavoro e un'assebmela sindacale per chiedere "un percorso che preveda serie garanzie per l'occupazione". E' inoltre in programma per venerdi' prossimo uno sciopero indetto dai sindacati confederali.
1 aprile 2009 - Bigol News
"NO ALLE DISCRIMINAZIONI! NO AL PACCHETTO SICUREZZA"
PRESIDIO ALL'OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
CHIAIA - "No alle discriminazioni! No al pacchetto sicurezza!" questo lo slogan che accompagnerà il presidio organizzato per domani, giovedì 2 aprile alle ore 16.30, presso l'spedale Fatebenefratelli in via Manzoni. In una nota sono spiegate le ragioni della mobilitazione: «Kante è una rifugiata politica della Costa D'Avorio. Kante è una donna che ha scelto di partorire all'Ospedale Fatebenefratelli di Napoli, in un paese, l'Italia, in cui emergono forme di discriminazione sempre più gravi e preoccupanti. Kante è stata denunciata alla polizia con un fax dal Fatebenefratelli e il figlio neonato le è stato sottratto per quasi dieci giorni!. In attesa "di una verifica sulla sua identità"... Il permesso di soggiorno di Kante infatti è scaduto, mentre è in atto il suo ricorso per ottenere l'asilo politico. Ma non è questo il punto in questione: la denuncia di Kante nasce dalla vergognosa ansia di applicare le norme contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza", come quella che annulla il divieto di segnalazione per i migranti irregolari che vanno a curarsi o, come nel suo caso, a partorire. Un provvedimento che fa a pezzi le regole base del giuramento di Ippocrate e della convivenza civile. Un'iniziativa illegale, quella del Fatebenefratelli, perchè il pacchetto sicurezza non è ancora legge dello Stato e quindi vige sempre il divieto di segnalazione. Ma anche un'iniziativa che dimostra la barbarie che ci aspetta se venisse approvato. In questo caso non solo per gli immigrati irregolari ci sarà il rischio di segnalazione ed espulsione per il solo fatto di ricorrere a cure mediche, ma sarà impossibile anche la registrazione anagrafica del bambino, con un'incredibile condanna preventiva alla clandestinità amministrativa per le nuove generazioni! Non è un caso che questa prima applicazione illegittima del pacchetto sicurezza, avvenga proprio sul corpo di una donna, le più esposte e ricattabili anche all'interno della già difficile condizione dei migranti e dei rifugiati in Italia.Dobbiamo mobilitarci subito, per pretendere provvedimenti immediati contro i responsabili di quest'assurda iniziativa e per chiedere con forza che il "pacchetto sicurezza" non sia approvato. Diritti e dignità per tutte e tutti!» Parteciperanno al presidio: Rete Antirazzista Napoletana - Medicina Democratica - Giuristi Democratici - Comitato Immigrati di Napoli - Rdb - Cgil - Onda Studentesca Napoletana - Associazione Libera - ASGI (ass. studi giuridici immigrazione) - Centri Sociali Napoletani - Cantieri Sociali - Coop. Dedalus - Associazione Priscilla - Collettivo Tiresia - Collettivo femminista Sora Rossa - Collettivo femminista Pachamama- Collettivo femminista Degeneri - UDI - Movimento Precari Banchi Nuovi - Collettivo NoBorder_Napoli - Confederazione Cobas - Less - Assopace Napoli - ASSNI - Red Link - Associazione senegalese - Ciss. Un presidio, dunque, che anticipa una Manifestazione a Carattere Nazionale che si sta costruendo per il 18 Aprile 2009 a Castelvolturno: "Stanchi del razzismo! Per un patto sociale di solidarietà: Diritti, dignità e permesso di soggiorno per tutti e tutte"
1 aprile 2009 - 12 Mesi
Ospedale di Agropoli. Martedì 7 aprile incontro con il sub-commissario dell'Asl di Salerno Walter Di Munzio
Agropoli - Il sub-commissario dell'Asl di Salerno, Walter Di Munzio, sarà ad Agropoli martedì 7 aprile 2009, alle ore 11.00, presso il Comune, per un incontro con il sindaco Franco Alfieri, una rappresentanza dei lavoratori e del Comitato civico Pro-Ospedale, il direttore sanitario e il dirigente infermieristico dell'spedale di Agropoli e la delegazione della parte pubblica. E' l'esito dell'incontro che si è tenuto questa mattina, mercoledì 1 aprile 2009, presso la sala riunioni del sub-commissario sanitario dell'Asl di Salerno, Walter Di Munzio, al quale hanno preso parte il sindaco di Agropoli Franco Alfieri, una delegazione di lavoratori dell'spedale civile, rappresentanti della Rdb Cub Sanità, il consigliere regionale Gianfranco Valiante, per affrontare e discutere delle criticità del presidio ospedaliero agropolese, la cui Direzione sanitaria è stata occupata pacificamente lo scorso 27 marzo. «Questa mattina - afferma il sindaco Franco Alfieri - abbiamo avuto un primo confronto con il sub-commissario Di Munzio al quale sono state evidenziate le criticità e le problematiche dell'spedale civile. E' stato deciso, pertanto, di convocare un incontro specifico per martedì prossimo presso il Comune di Agropoli, con la speranza di trovare soluzioni definitive alla problematica». La organizzazione sindacale Rdb Cub, preso atto dell'impegno del sub-commissario Di Munzio ha comunicato, inoltre, che sarà tolto il presidio presso l'spedale con riserva di indire un'altra giornata di sciopero se non sarà raggiunto l'biettivo di coprire la carenza di personale.
1 aprile 2009 - Cilento Notizie
Ospedale di Agropoli: il commissario dell'Asl convoca i sindacati
Agropoli - Dopo cinque giorni di occupazione della Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero è arrivata la convocazione dei Sindacati da parte del Commissario Unico della nuova ASL di Salerno un risultato che si attendeva da tempo e che lascia intravedere maggiori spiragli per la salvezza del nosocomio cittadino. "Il risultato - sottolineano i sindacati Rdb-Cub- è stato ottenuto grazie anche all'intervento del Sindaco Franco Alfieri che sarà presente all'incontro. Quindi domani mattina si terrà l'incontro richiesto per affrontare il problema della grave carenza di personale dell'spedale. Sicuramente sarà oggetto di confronto anche la vicenda della fuoriuscita del nosocomio dalla rete dell'emergenza che si è aggravata anche alla luce della delibera di giunta regionale n. 560 del 20.03.2009 che dispone quali siano i compiti e le funzioni dei Commissari Unici delle nuove AA.SS.LL. Regionali. Infatti dalla lettura della richiamata delibera si evince chiaramente che il Dr. Fernando De Angelis, nella sua qualità di Commissario Unico della nuova ASL di Salerno, dovrà procedere alla riconversione degli Ospedali di Agropoli e Roccadaspide (oltre agli altri citati nella delibera) "….in quanto escono dalla rete dell'emergenza per assumere funzioni per acuti in elezione o funzioni riabilitative." Tutto questo in barba alla riunione tenutasi il 2 marzo 2009 presso la vice-Presidenza della Giunta Regionale alla presenza dell'Assessore Montemarano e ben 10 consiglieri regionali della provincia di Salerno. Chi è adesso Pinocchio? Non certamente la RdB CUB che ha sempre sostenuto che l'incontro avesse prodotto solo ed esclusivamente aria fritta al solo scopo di prendere tempo e prendere in giro i cittadini ed i lavoratori che stavano manifestando liberamente contro i provvedimenti del Consiglio Regionale (L.R. n.- 16 del 28 novembre 2008) che aveva escluso l'spedale di Agropoli dalla rete dell'emergenza. Non certamente il Sindaco Franco Alfieri che è sempre stato vicino alle istanze dei Lavoratori e dei cittadini in lotta con grande trasparenza sostenendo, anzi, fino in fondo, un percorso istituzionale che però, adesso, sembra esaurito.
Restano gli altri protagonisti della vicenda:
· i consiglieri regionali: hanno fatto anche affiggere un manifesto, che si allega al presente comunicato, per le vie di Agropoli dove si sbandiera il risultato di aver salvato i Pronto Soccorso (con annessi servizi di urgenza/emergenza) di Agropoli e Roccadaspide; o sono in perfetta buona fede oppure sono stati troppo ingenui ad aver creduto a delle promesse che non potevano essere mantenute;
· Il Vice-Presidente della Giunta Regionale e l'Assessore Montemarano che invero hanno anche firmato la delibera n. 560 che dispone diversamente da quello che avevano promesso nella riunione del 2 marzo 2009. Dove stanno le bugie? Perché si prendono in giro i cittadini ed anche i Lavoratori? E' arrivato il momento di capire fino in fondo quali siano le reali intenzioni di questi signori. La RdBCUB -conclude la nota della Segreteria Provinciale - si auspica che durante l'incontro di domani mattina si trovi la giusta soluzione sia per le gravi carenze di personale dell'spedale di Agropoli sia una adeguata risposta agli interrogativi che ci siamo legittimamente posti".
1 aprile 2009 - Il Gazzettino
«Ecco i premi dei dirigenti», sindacalista sospeso
Rovigo, bufera in Comune. Il capo del personale: «Dati diffusi senza autorizzazione». Il Pdl: «Quegli atti sono pubblici»
di Luca Gigli
Rovigo - Sospeso per un giorno dal lavoro per aver reso pubblico ciò che era pubblico.
Sembra la classica vicenda kafkiana, ma con implicazioni non irrilevanti, quella che ha colpito il dipendente comunale e sindacalista delle Rappresentanze di base, Fabio Raule. A costui, infatti, l'Ufficio Disciplina del Comune di Rovigo ha comminato la sanzione della sospensione perché, come afferma Raule stesso, avrebbe «usato dati "riservati" rendendo pubblica l'entità del premio di produzione corrisposto ai dirigenti, nonché il costo approssimativo dell'intera casta dirigenziale e del direttore».
Ieri il diretto interessato e i suoi sostenitori dell'area sindacale facevano volantinaggio in municipio, in coincidenza con il consiglio comunale, per rendere nota la vicenda che era iniziata il 13 novembre, quando appunto in un volantino, oltre alle critiche a giunta e dirigenti nel pieno della bagarre sul fondo del premio di produzione al personale, veniva diffusa la cifra totale del fondo a disposizione dei dirigenti stessi.
Si chiama, in termine tecnico, indennità di risultato ed è divisa tra i dirigenti secondo la valutazione che calcola un nucleo apposito e verifica se i singoli settori hanno raggiunto gli obiettivi fissati a inizio anno. Il fondo stesso ammontava, erogato alla fine dell'anno scorso sui risultati conseguiti nel 2007, a 107 mila euro, importo che è stato suddiviso tra otto dirigenti e in quote proporzionate ad altri due che nel 2007 avevano lavorato in Comune per tre e cinque mesi. A questi si aggiungono i poco più di diecimila euro corrisposti al segretario generale.
«È una decisione assurda - riprende Raule - i dati divulgati sono stati poi pubblicati all'albo pretorio e anche sulla stampa. Avevamo ritenuto giusto che si sapessero nel momento in cui da parte della giunta e anche dei vertici non si voleva dar corso agli impegni sottoscritti per il salario accessorio del personale». Il sindacalista lamenta la sanzione comminatagli non nell'entità, quanto nel principio sia perché di riservato non vi era alcunché, sia perché è la risposta di «una casta messa a nudo nei privilegi».
Ne viene l'appello ai consiglieri comunali a «prendere le distanze dall'episodio» e ai lavoratori «a portare avanti le rivendicazioni ancora aperte per una più equa ripartizione della produttività e per il rispetto degli accordi. Il bilancio 2009 che è in votazione non riduce il fondo per dirigenti, mentre quello per i dipendenti resta fermo al 2007».
Sulla vicenda però il sindaco Fausto Merchiori non entra nel merito, in quanto «non si tratta di una questione politica, bensì tecnica che attiene ai dirigenti». Così a spiegare le motivazioni è proprio il dirigente del Personale Andrea Pirani il quale precisa che non si tratta di «una persecuzione politica o sindacale. Raule è dipendente proprio dell'ufficio stipendi e ha divulgato dati impropriamente senza autorizzazione. Non capisco la pubblicità che si sta facendo di un procedimento disciplinare che dovrebbe restare un atto interno». Le informazioni, infatti, sarebbero state divulgate dal rappresentante Rsu prima di diventare pubbliche, ma la determinazione dirigenziale (cioè l'atto che liquida i premi) è datata 20 ottobre, mentre il procedimento contro Raule è del 13 novembre. Farete ricorso? «Stiamo valutando con i legali - chiude Raule - per me questa sospensione è una medaglia sul petto. Certo lo sarebbe anche una condanna per comportamento antisindacale dell'amministrazione comunale».
Se il sindaco non parla, ci pensa l'pposizione. «Mai era accaduta una cosa simile, di sospensioni si parla solamente per reati penali - afferma Paolo Avezzù, capogruppo uscente di Forza Italia e ora consigliere del Pdl - In questo caso non mi pare che aver pubblicato su un volantino un dato ufficiale sia un atto di lesa maestà, anche perché qualunque cittadino può richiederlo. I dirigenti sono come i politici, date le responsabilità che hanno per legge e che sono maggiori di quelle del sindaco, quindi è giusto ci sia trasparenza». Avezzù ritiene che non sia, poi, solo una questione gestionale: «La giunta non può fare come Ponzio Pilato e lavarsene le mani. Questo episodio mette a repentaglio i rapporti sindacali con il personale».
Contesta i bonus, sindacalista sospeso
Aveva diffuso un volantino con il totale degli euro stanziati. Il dato, però, è pubblico e affisso all'albo
Rovigo - (l.g-f.br.) Ha divulgato dati che non dovevano essere resi pubblici. O meglio. Pubblici lo erano eccome, ma il suo ruolo non gli avrebbe consentito di mettere quei soldi in piazza.
Il protagonista della vicenda è Fabio Raule, dipendente del Comune di Rovigo e sindacalista delle Rappresentanze di base, che ha "incassato" una sospensione di un giorno lavorativo perché, per l'Ufficio Disciplina dell'ente avrebbe, afferma Raule, «usato dati riservati, rendendo pubblica l'entità del premio di produzione corrisposto ai dirigenti, nonché il costo approssimativo dell'intera casta dirigenziale e del direttore». Eppure l'entità del fondo per i dirigenti non è cosa riservata o top secret, ma viene pubblicata all'albo pretorio e comunque inserita in un bilancio che è pubblico.
Tutto accadde a metà novembre dell'anno scorso quando, in piena trattativa e agitazione sindacale tra le Rsu e l'amministrazione comunale per il fondo salario accessorio, Raule fece un volantinaggio criticando la giunta e soprattutto i premi ai dirigenti. A distanza di alcuni mesi quel gesto di protesta è stato oggetto di un procedimento disciplinare che ha portato alla sospensione del sindacalista. «È assurdo, sono dati pubblici. Avevamo ritenuto giusto che si sapessero nel momento nel quale da parte della giunta e dei vertici dirigenziali - afferma il diretto interessato - non si voleva dar corso agli impegni sottoscritti per il salario accessorio».
Mentre il sindaco Fausto Merchiori demanda la questione a un livello tecnico e non politico, la replica è stata affidata al dirigente del Personale Andrea Pirani. «È un dipendente dell'ufficio stipendi e non ha chiesto alcuna autorizzazione. Ha utilizzato quei dati in modo improprio. Non c'è alcuna persecuzione politica o sindacale».
Non si esprimono nel merito i colleghi sindacalisti, che non vogliono commentare la sanzione disciplinare. «Certo è che in delegazione trattante - sostiene Romano Aio della Fpl Uil - avevamo fatto presente che non era il momento più opportuno per procedere con un'azione disciplinare in pieno stato di agitazione. Credevo si chiudesse con una trattenuta dello stipendio di quattro ore, invece è stato un atto più pesante». Concordano tutti nel sostenere che i premi dei dirigenti risultano in bilancio e pertanto possono essere consultati da chiunque e che la contestazione era finalizzata al fatto che i fondi per i dirigenti c'erano, mentre non erano disponibili quelli per i premi di risultato dei dipendenti, nonostante un accordo del 2007, poi reiterato l'anno successivo. «L'assessore al Personale Graziano Azzalin aveva detto che c'erano dei problemi tecnici legati al decreto Brunetta, noi chiedevamo il rispetto di un accordo - ribadisce Francesco Malin della Fp Cisl - ricordo che in consiglio comunale, durante una manifestazione con i dipendenti, avevamo chiesto di sospendere qualsiasi azione disciplinare. Invece non è stato così».
Ieri all'alba sono andate in frantumi le trattative
tra i rappresentanti dei lavoratori e l'azienda di trasporto
Venezia - La trattativa è andata avanti per tutta la notte, ma alla fine la fumata bianca non è arrivata. Anzi. Le organizzazioni sindacali, prima Rdb-Cub e Faisa-Cisal, e poi Cgil, Cisl e Uil, si sono sentite prese in giro e hanno deciso di abbandonare il tavolo. Insomma, all'Actv non è tutto oro quello che luccica. Così, ieri mattina, le rappresentanze dei lavoratori hanno deciso di "rompere" la trattativa e di rivolgersi direttamente al prefetto per tentare una mediazione. All'rdine del giorno della discussione, un lungo vademecum di richieste e di chiarimenti su ben 18 punti, riguardanti indistintamente il settore della navigazione e dell'automobilistico.
"Ci siamo accorti, un po' alla volta - sottolineano alcune fonti sindacali - che l'azienda ci stava prendendo in giro e che non vi erano più margini di trattativa, almeno come la intendiamo generalmente. E intanto i vertici aziendali si fanno belli con le presentazioni dei nuovi motobattelli...". Sul piatto della bilancia ci sono questioni delicate che riguardano le indennità per i controlli nel settore navigazione, l'rganizzazione dei turni e della rotazione del personale in servizio, mentre in terraferma il punto centrale è rappresentato in particolar modo dall'rganizzazione del servizio soprattutto tenuto conto del "ginepraio" nella circolazione dovuto ai lavori del tram. Una situazione più volte denunciata dai sindacati di categoria e che, oltre a mettere a dura prova i nervi del personale, danneggia l'effettuazione del servizio pubblico. "Abbiamo notato un forte irrigidimento da parte dell'azienda alle nostre richieste - chiariscono le fonti sindacali interpellate dal Gazzettino - e per questo abbiamo abbandonato il tavolo. Ora non resta che rivolgersi alla mediazione del Prefetto, anche se ci rendiamo conto che non sarà possibile proclamare alcuna astensione del lavoro perchè entriamo in una fase di regolamentazione degli scioperi. Di sicuro, però, i lavoratori potranno rispettare il regolamento alla lettera e quindi creare disagi un po' dappertutto".
1 aprile 2009 - Il Giorno
Pompieri tutti d'accordo «I volontari non servono»
Sicurezza garantita solo dai professionisti
di SABRINA PEREZ
MILANO - PIÙ POMPIERI permanenti, assunti a tempo indeterminato, e meno volontari. Un appello che mette d'accordo tutti, sindacati compresi. «Volontari? Non servono. Il più delle volte sono un intralcio ai soccorsi» sottolinea Antonio Jiritano coordinatore nazionale del sindacato di base dei vigili del fuoco. Nel mirino l'inesperienza, il tempo striminzito dedicato alla formazione e gli equipaggiamenti scadenti. Ragazzi giovani alle prime armi e volontari che per arrotondare decidono di improvvisarsi pompieri. Venti giorni di servizio bastano per portare a casa ottocento-novecento euro. Ma diventare vigile del fuoco, sottolinea chi lo fa di professione, è una scelta di vita più che un mestiere. Un lavoro impegnativo e di grande responsabilità in cui la buona volontà non basta. Venti ore al mese contro 365 giorni di lavoro sul campo. Corsi di aggiornamento ultrarapidi contro vere e proprie scuole di formazione, subito seguite dalla pratica nei comandi a farsi le ossa. «SONO chiamati a rotazione per venti, al massimo quaranta giorni l'anno commenta Jiritano Spesso non hanno proprio le competenze per poter intervenire, specialmente in situazioni di grave emergenza. Una cosa sono le organizzazioni autonome di volontariato dei piccoli paesi, che di norma funzionano, una cosa sono quelle ministeriali nelle grandi città. Per risparmiare stanno cercando di sostituire la componente volontaria a quella professionistica, a discapito della sicurezza e del servizio». Critica anche la posizione di Antonio Brizzi del Conapo: «Per diventare caposquadra spiega il segretario generale del sindacato autonomo vigili del fuoco un pompiere deve affrontare un esame e vantare almeno 15 anni, se non 20 anni di anzianità. Ai volontari bastano 5 anni e un corso online di 120 ore». E SE A MILANO mancano all'appello più di 3 mila uomini, in tutta la Penisola ne mancherebbero addirittura 15 mila. Serviranno a poco le 1.400 assunzioni da distribuire sul territorio (2 per comando), personale che dovrebbe rimpiazzare i 4 mila posti lasciati vacanti da chi è andato in pensione. Inevitabili i ritardi e le attese per rispondere alle richieste di intervento. «Non riusciamo a fare tutto continua Jiritano dobbiamo darci delle priorità. Purtroppo non possiamo più garantire l'attività di sopralluogo e prevenzione nei luoghi di lavoro. Proprio a causa della carenza di organico, ad esempio, non siamo sempre in grado di verificare che le norme antincendio e di sicurezza vengano rispettate». C'è poi il capitolo mezzi: vecchi di 30 anni e usurati dai chilometri.
1 aprile 2009 - Il Resto del Carlino
Rovigo. «HO PUBBLICATO i dati del premio di produzione...
Rovigo - «HO PUBBLICATO i dati del premio di produzione dei manager comunali e mi sono beccato un provvedimento disciplinare: un giorno di sospensione dal lavoro». Fabio Raule, rappresentante delle Rdb del Comune di Rovigo, non ci sta. E critica l'atteggiamento dell'amministrazione comunale: «Chiaramente il comportamento assunto è antisindacale». «Evidentemente spiega Raule la pubblicazione dei dati dei dirigenti ha scatentato le ire della casta dei manager e hanno deciso di colpire me, nella mia figura di dipendente comunale, con un giorno di sospensione dal lavoro. Ora il legale sta valutando se presentare, eventualmente, ricorso». IL COORDINATORE provinciale delle Rdb, Claudio Milan, ricorda la vicenda. «Il 13 novembre, nel pieno della vertenza sindacale che vede i dipendenti del Comune e le organizzazioni sindacali contrapposte all'amministrazione per il rispetto dell'accordo sulla produttività, il dirigente dell'Ufficio disciplina fa notificare al lavoratore e rappresentante sindacale dell'Rdb e componente della Rsu, Fabio Raule, una contestazione di addebito per l'avvio di un procedimento disciplinare». A Raule è stato contestato di «aver usato dati riservati' rendendo pubblici, attraverso essi, l'entità del premio di produzione corrisposto ai dirigenti, nonchè il costo approssimativo dell'intera casta dirigenziale e del direttore». Milan spiega appunto che il procedimento disciplinare si è concluso con una giornata di sospensione dal lavoro per Raule: «Si è voluto colpire pesantemente, in questo modo, il lavoratore, non in quanto tale, ma per l'importante attività di denuncia sindacale che in quel momento stava portando avanti. A riprova dell'assurdità di questo provvedimento continua Milan sta il fatto che i dati divulgati sono stati poi pubblicati all'albo pretorio e dalla stampa locale». IL SINDACATO di base Rdb, pertanto, «condanna questo atteggiamento antisindacale portato avanti da una casta dirigenziale posta a nudo nei proprio privilegi». «Il sindacato di base chiude Milan invita i consiglieri comunali a prendere atto e distanza dalla posizione presa dall'amministrazione e invita i lavoratori a continuare nel portare avanti le rivendicazioni ancora aperte per una più equa ripartizione della produttività e per il rispetto degli accordi sottoscritti». Milan ricorda anche che «nel bilancio in approvazione il fondo per la dirigenza non subisce diminuzioni nonostante la sbadierata riduzione dell'organico dirigenziale decisa con la riorganizzazione e, nel contempo, il fondo per i lavoratori rimane fermo nell'importo del 2007 a scapito degli accordi presi».
1 aprile 2009 - La Nuova Venezia
Controlli ai marinai, rottura con l'azienda
Sindacati al prefetto: «Gli ispettori si occupino di chi non paga il biglietto»
Venezia - Tira aria di burrasca all'interno di Actv: prima Rdb-Cub, poi anche Cgil, Cisl, uil e Ugl - che pure avevano tentato una mediazione notturna - hanno rotto ieri le trattative sindacali con l'azienda, chiedendo subito alla Prefettura di avviare le procedure di raffreddamento.
Oggetto del contendere, mansioni e indennità di servizio per marinai ed autisti Actv (per le variazioni di percorso causate dai lavori per il tram, con conseguenti cancellazioni delle pause previste), ma in particolare un punto: le dichiarazioni dell'azienda sulla scia della conferenza stampa con la quale il presidente provinciale Zoggia, l'assessore comunale Salvadori e il presidente di Actv Panettoni hanno annunciato un giro di vite nei controlli a bordo dei vaporetti, per la verifica di biglietti e del rispetto del regolamento in atto, dal divieto per i giovani di sedersi nei posti riservati agli anziani all'bbligo di togliersi lo zaino dalle spalle.
«Non possiamo accettare che l'azienda annunci che i "controllori controllerano" che i marinai rispettino tutte le loro mansioni e non stazionino nella cabina del pilota», commenta Giorgio Bullo, segretario Uilt, «mettendo sotto accusa un'intera categoria. Siamo d'accordo che i compiti vadano eseguiti, ma senza criminalizzare tutti: i controllori dovrebbero verificare che tutti paghino il biglietto, invece, nonostante il calo delle entrate, sono spariti anche dagli imbarcaderi». «Naturalmente i marinai sono tenuti a chiedere il biglietto», osserva Marino Deterlizzi, segretario Veneto Fit Cisl, «ma non possono verificarne la validità, dal momento che in Linea 1 e 82 sono tuttora privi del palmare necessario, che non arriverà prima di fine aprile. Eppoi in sospeso c'è anche il pagamento dell'indennità per nebbia, per non dire della necessità di non far ricadere sugli autisti i disagi dei cantieri del tram».
Cgil, Cisl, Uil e Ugl spiegano di aver tentato fino all'ultimo la mediazione, ma che davanti alla determinazione dell'azienda di mettere nero su bianco i controlli hanno deciso di rompere le trattative. Niente scioperi per ora: c'è il blocco per le vacanze pasquali.(r.d.r.)
1 aprile 2009 - Abruzzo 24 Ore
Ex precari della ASL Pescara occupano l'assessorato alla sanità
Pescara - Gli ex precari della Asl di Pescara stanno occupando gli uffici di Pescara dell'assessorato regionale alla Sanita', in via Conte di Ruvo. La protesta nasce dal fatto che oggi pomeriggio l'assessore Lanfranco Venturoni ha abbandonato un incontro con Rdb, Cobas e Comitato precari e si e' allontanato per partecipare a un altro incontro, con Cgil, Cisl e Uil. L'attesa e' andata avanti per ore, per cui Rdb, Cobas e Comitato precari hanno avviato l'occupazione e non intendono lasciare gli uffici di via Conte di Ruvo senza aver parlato prima con Venturoni, annuncia Mario Frittelli (Rdb). Al centro dell'incontro c'erano le vicende dei precari, in particolare i 45 Edp licenziati dalla Asl di Pescara. Sempre in via Conte di Ruvo, sotto gli uffici della Regione, e' in corso la protesta dei lavoratori di Villa Pini.
1 aprile 2009 - MB News
No dei lavoratori all'accordo separato sull'incentivo
Monza - Più della metà delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Monza ha bocciato l'accordo interno sull'erogazione dell'incentivo 2008, firmato lo scorso novembre dall'Amministrazione comunale e da CISL, UIL e alcuni sindacati autonomi della Polizia locale. FP CGIL di Monza e Brianza e RdB hanno deciso di non sottoscrivere un documento che prevedeva il taglio di quasi 600mila euro destinati alle risorse per il premio incentivante. I due sindacati hanno quindi sottoposto l'accordo separato al parere dei lavoratori, attraverso un referendum. Alle urne, aperte mercoledì 25 e giovedì 26 marzo, al di fuori dell'orario di lavoro, si è recato circa il 56% dei dipendenti comunali (590 su 1055): 554 i voti contrari, solo 28 i favorevoli (8 le schede bianche o nulle). "Questo referendum -spiegano Pietro Occhiuto e Luisa Perego, sindacalisti della FP CGIL di Monza e Brianza- è stato ostacolato dall'Amministrazione comunale e palesemente boicottato dalle altre organizzazioni sindacali. Nonostante ciò, la scorsa settimana abbiamo vissuto due grandi giornate di democrazia sindacale. A questo punto, chiediamo al Comune di riaprire il tavolo della trattativa e di reperire al più presto le risorse che sono state tagliate".
1 aprile 2009 - inComune
CARTOLINE DAL CAMPIDOGLIO
a cura di Emanuela Lancianese
Roma - Si è conclusa verso la fine di Dicembre la riqualificazione del personale di cat. B con il profilo di Collaboratore Professionale Terminalista (C.P.T.) Tra coloro che sono stati riqualificati, un gruppo di lavoratori e lavoratrici non udenti che oltre al corso destinato a tutto il personale da riqualificare hanno seguito una ulteriore formazione specifica. Queste persone hanno dimostrato una grande voglia di riscatto esigendo da parte di tutti un’attenzione che in altri momenti non è stata all’altezza delle loro richieste. Ma a questo primo momento positivo occorre far seguire comportamenti coerenti. Per questo anche attraverso il periodico "InComune" desiderano segnalare l’esigenza di avere a disposizione apparecchi telefonici dedicati alla loro condizione (DTS), per poter più agevolmente comunicare. Per l’altro piccolo gruppo, che sarà riqualificato nel 2009, sollecitiamo in questa sede la rapida definizione della procedura. A loro tutti e all’Ufficio Formazione del Comune di Roma va il ringraziamento delle RdB Pubblico Impiego che li ha accompagnati nella vicenda. Un grazie particolare a Rosaria Giulia Lagonigro (la loro portavoce) e a Francesca Del Mastro (dell’ufficio formazione).
RSU Roberto Betti
31 marzo 2009 - Ansa
SANITÀ: PAGANO INCONTRA DELEGAZIONE PRECARI ASL ABRUZZESI
(ANSA) - L'AQUILA, 31 MAR - Una delegazione delle rappresentanze sindacale di base Pubblico Impiego Cub, dopo aver manifestato davanti a palazzo dell'Emiciclo, è stata ricevuta dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano. La delegazione ha dichiarato di rappresentare i circa 700 precari delle Asl abruzzesi e di manifestare per la stabilizzazione. «Ho ascoltato a lungo le ragioni di questo sindacato - ha spiegato Pagano -, sono mortificato e solidale con la loro condizione di vita perchè perdere il lavoro significa entrare in un tunnel di profondo disagio. La Regione eredita una sitazione drammatica causata da venti anni di gestione sconsiderata- ha continuato Pagano -, inoltre è commissariata per il debito e il commissario ha poteri enormi, anche di modificare una legge regionale, tanto che lo stesso assessore alla sanità è spogliato dei suoi. Anche se devo che Redigolo li sta esercitando in maniera equilibrata». Secondo Pagano, «bisogna fare i conti innanzitutto con il commissario. Pur prendendo atto della grave situazione, bisogna valutare che cosa si può fare per i precari della sanità». Pagano si è fatto promotore di un'azione per far ricevere la delegazione ai capigruppo nell'ambito della conferenza dei capogruppo, e dalla commissione sanità.
OGGI IN PUGLIA
(ANSA) - BARI, 31 MAR - Avvenimenti previsti per oggi, in Puglia:....
17.30 - Modugno (Bari) - Comando polizia municipale In occasione del Consiglio comunale, manifestazione di protesta dei lavoratori dipendenti, dei licenziati, dei disoccupati e cassintegrati, sulla crisi. La manifestazione è promossa da Cib Unicobas, Flmuniti cub Bari...
31 marzo 2009 - Omniroma
CASA, OCCUPANTI CAPANNONE PRENESTINA: GIOVEDÌ RISCHIO SGOMBERO
(OMNIROMA) Roma, 31 mar - «Eccolo il nostro piano-casa»: gli occupanti del capannone di via Prenestina 915 aprono i cancelli per un'assemblea aperta su emergenza abitativa, piano-casa, riconquista degli spazi dimessi. La struttura di circa un ettaro, con capannoni e costruzioni a un piano dove, dal 28 marzo scorso, abitano 51 famiglie italiane e straniere «senza casa», è vuota e inutilizzata dal 2003, quando fu acquistata dalla Ca.Sa srl, società immobiliare. Lo spiega Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani che, insieme all'Asia-Rdb, ha occupato la struttura. «Il piano casa del governo non prevede una sola abitazione per chi non ce l'ha - dice - per questo abbiamo lanciato questa vertenza per il riutilizzo di questi spazi abbandonati a scopo abitativo. Peraltro, su questo capannone sembra non ci sia alcun progetto. Stesso discorso per la caserma in dismissione qui a fianco». In preparazione c'è anche l'assemblea pubblica che i comitati per la casa hanno indetto per giovedì 2 aprile sulla piazza del Campidoglio. «La nostra città è piena di queste strutture inutilizzate - ha detto Fabio Nobile, segretario cittadino del PdCI - si cercano tanto spazi per affrontare l'emergenza casa: eccone qui uno». Una struttura che era stata già inserita in un bando dall'allora assessore comunale al Patrimonio, Claudio Minelli, dice il presidente del Municipio VII, Roberto Mastrantonio. «Questo territorio ha diverse strutture inutilizzate di questo tipo - ha detto il minisindaco - peraltro, dopo che il commissario Morcone aveva ratificato il secondo bando sugli spazi dimessi da utilizzare per l'emergenza abitativa, come questo capannone, l'attuale Consiglio comunale non ha voluto fare altrettanto, preferendo la scelta della cementificazione». «Soltanto da questo stabile, dice ancora Mastrantonio, si sarebbero potuti ricavare circa 400 appartamenti tra edilizia agevolata e popolare». «Qui affianco abbiamo una caserma di 20-30mila metri quadrati al cui interno sono rimasti vecchi carri armati arrugginiti - aggiunge il presidente - sappiamo che è in dismissione e anche quest'area potrebbe essere utilizzata». Il municipio si è impegnato ad aprire una trattativa con la proprietà del capannone occupato ma, secondo gli occupanti, uno sgombero è già in programma per giovedì. «Noi mercoledì sera e per tutta la notte organizzeremo una festa e un presidio - dice uno degli occupanti - in ogni caso, l'appuntamento per tutti è all'alba alle sei».
31 marzo 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca
E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 12 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA
In questo numero:
* Cnr, tregua armata tra presidente e cda. Nominato il dg, ma solo per nove mesi
* La colpa della crisi solo dei lavoratori
* Su Repubblica di oggi dossier precari Ricerca
* Il governo commissaria anche le dighe
* Margellons e manipolazione genetica
* Stesso ente, stesso comparto, diversa retribuzione
* Al mare? In prima fila, con il drink in mano
* Un decreto "attenua" la sicurezza sul lavoro
31 marzo 2009 - La Repubblica
Precari e invisibili
Quattromila precari senza futuro in ginocchio la ricerca a Roma
Dal Cnr all´Enea, Brunetta li dichiara "non stabilizzabili". Gli enti pubblici hanno speso somme in molti casi ingenti per la loro formazione, ora del tutto vanificate. Dei 6mila contratti temporanei che scadono a luglio, solo 2mila saranno rinnovati e in ogni caso non prima del prossimo concorso
di VALENTINA CONTE
Roma - Cento giorni all´alba. Poi, di colpo il badge finisce nel cassetto. I progetti senza firma. La ricerca che si blocca. E migliaia di precari, giovani e non, a casa in attesa di futuro. Microbiologi, fisici nucleari, matematici, vulcanologi, informatici, astrofisici, tecnici e amministrativi specializzati. Dal primo luglio quasi 6 mila ricercatori romani chiuderanno laboratori, sigilleranno provette, riporranno telescopi. E se duemila tra loro, i "fortunati", sperano di rientrare con l´ennesimo concorso, gli altri sono fuori. A cercare altro, crisi permettendo. O a prenotare un volo. Cervelli in fuga, come tanti.
L´Onda precaria. Il buco nero. Indecenze a contratto. I blog, tantissimi, registrano lo sfogo dei "flessibili", come preferisce chiamarli il ministro Brunetta, il grido di rabbia, l´urlo collettivo. Ma anche la storia gloriosa degli enti di ricerca che li hanno formati nelle sedi di Roma come dottorati, borsisti, co.co.co e poi tempo determinato: Cnr, Istituto superiore di sanità, Enea, Istituto di geofisica, di fisica nucleare, di astrofisica, per la ricerca alimentare. Anzianità media: 6 anni, con picchi di 15. Età media: 40. Spesso con famiglia, figli, mutuo. In qualche caso sono un terzo dell´organico stabile. Un´enormità, figlia del blocco del turn-over nella p.a. di fine anni ´90. Compensato da contratti a termine reiterati a non finire: due mesi, poi sei, un anno, due, tre. Talvolta registrati come consulenze. «Vivo così dalla laurea in medicina, sono abituata», dice Cristina Gagliardi, specializzata a Basilea, immunologa di 42 anni e precaria da 9. All´Istituto superiore di sanità è responsabile scientifico di un progetto importante: la risposta cellulare ai microbatteri della tubercolosi. «Ho un contratto che scade il 30 giugno. E dopo?». È l´ansia di molti sospesi. Ma Cristina ha i requisiti per tornare alle sue ricerche, quelli fissati dalle finanziarie 2007 e 2008: contratto a tempo determinato, 3 anni di anzianità, concorso superato. Stessa condizione di Roberto Murano, 38 anni, ricercatore precario da 8 all´Inea, l´istituto di economia agraria. Sposato e con mutuo, Roberto è nelle liste di stabilizzazione come Cristina. Ma teme di restar fuori perché la pianta organica dell´ente è di 120 persone e i "flessibili" sono 250. «Dovrei aspettare 20 colleghi in pensione, cioè il 2030, perché sono giovani», sorride amaro Roberto. Dopo 3 concorsi e un´infinità di rinnovi, Roberto lavora con un collega a un progetto "verde": la produzione di carburante da biomasse agricole.
Peggio di loro i 4 mila "non stabilizzabili", malgrado anzianità, competenze e qualifiche, secondo il del monitoraggio voluto da Brunetta, prorogato e scaduto ieri. Un censimento della flessibilità nella p.a. che porta alla luce 112mila precari d´annata in tutta Italia con i requisiti giusti e il fiato sospeso, lasciandone in ombra altri 90mila (dati Inps) tra interinali, assegnisti, co.co.pro, borsisti. Spiega Claudio Argentini, segreteria nazionale Usi-Rdb Ricerca: «Almeno 4mila ricercatori romani rischiano di non rientrare più. E molti enti non li hanno nemmeno neanche inseriti nei questionari online del ministro».
L´iniziativa. Antifascismo, il collettivo invita i docenti al dibattito
Torino - Il Collettivo autonomo riporta a Palazzo Nuovo il dibattito sull´antifascismo e invita tutti gli studenti, docenti e rappresentanti del mondo del lavoro e della politica a partecipare a una discussione giovedì pomeriggio (ore 17) nella sede delle facoltà umanistiche. Al momento hanno aderito l´Anpi provinciale, il professor Angelo di Scienze Politiche, il prorettore Sergio Roda, Lorenzo Massobrio (preside di Lettere e Filosofia), Alessandra Algostino di Scienze Politiche, Gastone Cottino (professore emerito di Diritto Commerciale), Diego Novelli, Angelo Boccalatte (membro del direttivo dell´ANPI Sezione Martinetto), Stefano Vannicelli (Rsu università), Federazione RdB Torino, Federazione Cub Torino, Confederazione Cobas, Juri Bossuto, Consigliere Regionale Rifondazione Comunista.
31 marzo 2009 - Il Centro
OSPEDALI
Precari, oggi la mobilitazione davanti al Consiglio regionale
PESCARA - Vogliono che la Regione li ascolti, si occupi di lavoro, affronti concretamente il problema del precariato nella sanità abruzzese. Con questa speranza i precari delle varie Asl manifesteranno oggi, dalle 9.30 in poi, a L’Aquila, davanti alla sede del Consiglio regionale, durante i lavori dell’assemblea. La manifestazione è stata promossa da Rdb Cub, Comitato precari e Cobas, che hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero. «Protestiamo», spiega Mario Frittelli (Rdb Cub), «perché nessuno si è mosso in favore dei precari. Il commissario della Sanità, Gino Redigolo, ha presentato un piano di stabilizzazione al Governo ma non se n’è saputo nulla e nessuno ha pensato di sollecitare. Non abbiamo visto niente neppure dall’assessore regionale Lanfranco Venturoni e non siamo ancora riusciti a incontrare il presidente della giunta, Gianni Chiodi. Nei giorni scorsi, quindi, abbiamo deciso di coinvolgere il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, e abbiamo chiesto un incontro sia a lui che alla conferenza dei capigruppo. L’unica speranza, al momento, è rappresentata dal piano di stabilizzazione dei precari. «Pochissimi» dice Frittelli, «e non è neppure detto che ci siano le risorse a disposizione. Per la maggior parte dei precari non c’è speranza, e un caso a se stante sono quelli delle Asl di Avezzano-Sulmona e Lanciano-Vasto».(f.b.)
Incarico Asl a uno psicologo. C’è un esposto
PESCARA - Il Dipartimento di salute mentale dell’ospedale è ancora al centro delle polemiche. Dopo il licenziamento di tre psicoterapeute in servizio per anni come precarie, la Asl ha affidato all’esterno l’incarico per uno psicologo e per tutta risposta il sindacato Rdb Cub ha presentato un esposto alla Procura, mostrando «perplessità» sulla procedura seguita. L’esposto porta la firma di Mario Frittelli, segretario regionale del sindacato, il quale ritiene che rivolgendosi all’esterno la Asl abbia provocato un «ulteriore aggravio di spesa a carico dei contribuenti». Frittelli non riesce a capire «perché in questa Asl si deprima il servizio pubblico favorendo quello privato» e ricorda che da mesi sono senza lavoro tre ex precarie, Rachele Capozucca, Silvana Di Deo e Margherita Iezzi, che assicuravano al Dipartimento di Salute mentale un «servizio strutturato».
31 marzo 2009 - Il Resto del Carlino
Sciopero in aeroporto: cancellati due voli
LE RDB: «TURNI ORRIBILI, SERVIZIO PESSIMO»
Bologna - IERI, il Marconi ha dovuto fare i conti con l'ennesimo sciopero indetto (dalle 12 alle 16) dai sindacati autonomi delle Rdb (Cub trasporti). Due i voli saltati: uno di Alitalia per Roma e uno Air France per Parigi. Poi, in una nota, Luigi Marinelli, sindacalista, ha attaccato, denunciando «turni orribili e sbilanciati». Sugli appalti, ha richiamato «tante risposte non date, troppi licenziati», mentre Giacchieri (una delle società di handling), «oltre ad essere sotto indagine, fornisce un servizio sempre peggiore». Intanto, in consiglio comunale, Serafino D'Onofrio di Bologna città libera ha lamentato una gestione poco trasparente del Marconi da parte di Sab, la società di gestione. Ha risposto il sindaco Sergio Cofferati che ha definito «efficace» la gestione, ricordando, sui dissidi sindacali, che ci sono «sedi normali e naturali di confronto».
31 marzo 2009 - Il Bologna
Sindacati di base
Lo sciopero al Marconi fa saltare due voli
Bologna - Nel giorno in cui sfoggia lo sbarco di Rayanair, l’aeroporto di Bologna deve i fare i conti con lo sciopero indetto (oggi dalle 12 alle 16) dalle Rdb (Cub trasporti). L’effetto che ha avuto si traduce in due voli saltati (uno di Alitalia per Roma e uno Air France per Parigi; ma i passeggeri erano stati informati per tempo e quindi hanno utilizzato altri voli) e in una nuova sfilza di accuse. Il sindacalista Luigi Marinelli denuncia in una nota «turni orribili e sbilanciati, consegnati ben oltre il massimo ritardo ed è diventato impossibile ottenere ferie». Sugli appalti: «Tante risposte non date, troppi licenziati».
Il caso. Alla donna è stato concessa un'abitazione a tempo: per i prossimi tre anni
Sfrattata tentò il suicidio il Comune le dà una casa
Ieri le è stata concessa l'emergenza abitativa. Oggi era previsto lo sfratto forzato
di Gian Basilio Nieddu
Bologna - «Questa storia è finita bene, sono contenta». La signora N, quarantenne di origini marocchine, ieri ha ripreso a sorridere perchè il comune gli ha riconosciuto l'emergenza abitativa. Quindi, per i prossimi tre anni, potrà abitare in una casa con un canone a prezzi politici. La donna, secondo la denuncia dei sindacati di base, aveva tentato il suicidio perchè non riuscendo più a pagare l'affitto doveva lasciare la casa, in via Broccaindosso. Poi le iniziative dei sindacalisti, dell'associazione Asia, che hanno organizzato dei presidi davanti all'abitazione della donna morosa. Alla fine l'ufficiale giudiziario ha rimandato, venerdì scorso, l'esecuzionedello sfratto. Oggi ripasserà ancora ma ormai il rischio sfratto per la donna è finito: « La situazione dovrebbe risolversi entro due settimane - spiega una rappresentante delle Rdb - a questo punto l'ufficiale giudiziario può concedere una proroga o si troverà una sistemazione alternativa». Insomma il peggio è passato grazie alla commissione comunale che ha dato il via libera all'alloggio per la donna. «Ringrazio tutti i ragazzi del sindacato che mi hanno aiutato. Senza di loro non sarei riuscita ad avere la casa, ho scritto mail, lettere, lottato in ogni modo per aver riconosciuti i miei diritti - spiega l'inquilina N - ero disposta a fare qualcosa di drastico in piazza, davanti a tutti». Azione al limite che arriva dopo mesi di discussioni con l'assistente sociale e qualche incomprensione: «mi diceva di assumere le mie responsabilità ma sono stata licenziata e non riuscivo a trovare un lavoro». Dialettica comprensibile e approcci diversi fino all'intervento di Asia che ha organizzato il presidio e ieri aveva previsto una manifestazione in Comune, nella sala consiliare: «Abbiamo annullato l'iniziativa perchè volevamo portare N. in consiglio - spiega la sindacalista - far pressione». La battaglia è stata vinta ma l'emergenza abitazione come dimostrano i dati forniti dal Sunia, pubblicati nei giorni scorsi sul nostro giornale, che sottolineano come la crisi metta nei guai le famiglie nel pagamento dell'affitto. Intanto si muove anche la Lista Reno che incontra l'assessore Virginio Merola proprio sull'emergenza abitativa a cui si è mostrato sensibile pure l'Uppi, unione piccoli proprietari, che ha istituito un fondo per i più deboli.
31 marzo 2009 - La Nazione
I dipendenti comunali ci costano 535 euro a testa
I sindacati: «Troppi dirigenti». L'assessore contesta
di Monica Pieraccini
Firenze - I DIPENDENTI comunali gravano sulle tasche di ogni cittadino per 534,8 euro. Un dato che porta Firenze al quarto posto nella graduatoria delle spese pro capite dei Comuni per il personale. Dopo Ascoli Piceno, Trento e Siena, è il Comune di Firenze che spende di più l'organico. Composto da circa 5mila dipendenti e 81 dirigenti, di cui 68 fissi e 38 a termine, designati dal sindaco, che andranno a casa con la fine della legislatura. E se nel complesso le spese per il personale incidono per quasi il 40% sulle spese correnti, a finire sotto accusa non sono tanto gli stipendi dei dipendenti comunali, quanto i lauti compensi ai dirigenti. «Quindici dirigenti per ogni mille dipendenti commenta Paolo Becattini, segretario provinciale della Uil Fpl è un rapporto che ci può stare per Firenze. Il problema non è la quantità, ma la qualità». «Spesso prosegue Becattini questi dirigenti sono pagati troppo, rispetto a quello che fanno. La retribuzione media di un dirigente del Comune è relativamente bassa. Si attesta sui 3.500 euro. Ma può diventare anche il doppio a causa della parte variabile del loro compenso, basata sul risultato». Appena sotto i dirigenti, c'è l'esercito dei quadri intermedi. Che in Comune sono 220. Troppi, secondo Stefano Cecchi, delle Rdb-Cub. «Tra dirigenti e quadri intermedi si superano le 280 persone. Se ci sono già 81 dirigenti, a cosa servono tutti questi microdirigenti?», chiede provocatoriamente. Anche se una lancia a favore del Comune il sindacato di base la spezza. «In quelle 535 euro di spesa pro capite sottolinea Cecchi ci sono anche i 200 dipendenti, tra custodi e insegnanti, delle scuole materne che il Comune gestisce direttamente e, soprattutto, i 500 dipendenti dell'Iti». L'Istituto Tecnico è in fase di passaggio allo Stato, ma ancora il personale, in gran parte docenti, è pagato dal Comune. «Quando l'Iti diventerà a tutti gli effetti statale aggiunge Cecchi la spesa dell'amministrazione locale scenderà del 3-4%». E scenderebbe ancora di più, secondo l'assessore al bilancio Tea Albini (nella foto), se si rendessero omogenei i dati del Sole 24 Ore. «Firenze spiega è tra le poche città che è passata alla Tia. Se oggi il Comune incassasse ancora la tassa sui rifiuti avremmo 70 milioni di ricavi in più, che farebbero scendere di un 5% l'incidenza delle spese del personale sulle spese correnti». «Stesso discorso prosegue vale per le scuole materne, che incidono sulle casse del Comune per 23 milioni di euro. Poi le mense e i vigili urbani e tutti i servizi, tanti, che diamo ai cittadini». «Insomma conclude la Albini commenterò queste graduatorie solo quando le spese dei Comuni saranno effettivamente rese comparabili tra loro».
Siena. NIENTE SIT-IN con le auto...
di Laura Valdesi
Siena - NIENTE SIT-IN con le auto oggi all'ingresso del polo degli istituti biologici di San Miniato. La clamorosa iniziativa è slittata perché giovedì ci sarà una nuova assemblea del personale che protesta contro il pagamento del parcheggio, soprattutto per la motivazione addotta: aiutare chi invece già sborsa un occhio della testa dovendo lasciare l'auto in strutture del centro. Oggi poi i sindacati alle 9,30 si trovano con il direttore amministrativo Emilio Miccolis (nella foto in alto) per parlare anche del regolamento della sosta adottato in via sperimentale per 3 mesi, oltre che di salario accessorio, stabilizzazioni, della situazione dell'Azienda ospedaliera alla luce dell'intesa regionale sulle aziende integrate. Una piccola buona notizia è giunta semmai ieri dal via libera del cda dell'Università all'indennità di esproprio dei terreni accanto alla palestra di San Miniato dove il Comune costruirà un parcheggio a raso per il quartiere. Ma ne passerà di acqua sotto i ponti prima che veda la luce. Di conseguenza il tema resta attuale. Si è arricchito dell'intervento di Lorenzo Costa dell'Rdb che ribadisce la preoccupazione non «per il tono molto forte con cui il direttore amministrativo ha reagito a quanto deciso da un'assemblea di 150 dipendenti, non per la minaccia che esso avanza di ripercussioni diverse verso chi ha partecipato a quella riunione», quanto «per la sordità nei confronti delle richieste avanzate da molti di chiarimento e spiegazione su una questione che non è fra le priorità di nessuno di noi in questo momento grave per l'Ateneo. Forse però la difesa ad oltranza di un regolamento mal scritto e che desta imbarazzo in chi lo deve applicare, è dovuta al non voler accettare il dissenso». Poi la sfida: «Se è vero che l'Università non vuole fare cassa sospenda il provvedimento riconoscendo di non aver mai fatto una mappatura delle esigenze di mobilità dei dipendenti». Costa rivendica di non essere solo il sindacato «dei parcheggi gratuiti, crediamo nella tutela delle richieste dei colleghi. Quella di giovedì scorso è stata la voce di chi è giunto all'esasperazione. Non abbiamo cavalcato o soffiato su questo sentimento, solo cercato di farlo arrivare a chi può ancora cambiare idea». Conclude: «L'isolamento in cui ci troviamo come sigla sindacale in questa vicenda non è per noi grave. Lo è l'isolamento in cui sono stati lasciati i lavoratori dell'Ateneo».
31 marzo 2009 - Il Giorno
Pochi mezzi di soccorso Solo dieci autoscale: ne servirebbero venti
CARENZE CRONICHE
MILANO - «QUINDICI autopompe e una decina di autoscale. Ne servirebbero almeno il doppio». Consumati da trent'anni di storia, vecchi e malconci, pochi sono i mezzi di soccorso a disposizione dei Vigili del Fuoco. I mezzi con cui deve fare i conti non solo Milano ma tutta la provincia. «Abbiamo pochi mezzi di soccorso spiega Massimo Berto responsabile regionale della rappresentanza sindacale di base dei Vigili del Fuoco È un lavoro di grande responsabilità e durante le emergenze la pressione psicologica è fortissima». Prima di tutto ritardi, a volte di ore altre di giorni, e lunghe liste d'attesa nei periodi dell'anno in cui le richieste d'emergenza affollano il centralino. E se è vero che ogni stagione ha le sue complicazioni l'inverno, colpa di pioggia e gelate, e l'estate complici il caldo secco, il vento, e le sterpaglie non danno tregua. Sono 15 le autopompe e una decina le autoscale. Poche per tutta la provincia di Milano. Basta un intoppo, un guasto, una semplice manutenzione per compromettere l'intervento dei pompieri. Non c'è da stupirsi allora se quest'inverno la città è rimasta paralizzata dalla morsa di ghiaccio e neve. Colpa della copiosa nevicata, si diceva, e della mancanza di sale. Peccato che anche i pompieri avessero le mani legate: di autoscale, ideali per togliere le lastre di ghiaccio dai tetti, a dicembre i vigili ne avevano solo quattro.(Sab.P.)
Aiuto, i pompieri fanno acqua
Ottocento uomini al posto di 4mila e migliaia di richieste senza risposta: è emergenza
di SABRINA PEREZ
MILANO - MEZZI VECCHI e sotto-organico. L'allarme arriva dal corpo dei vigili del Fuoco di Milano e provincia, sommerso dalle richieste d'intervento: tre anche quattromila chiamate al mese. Tantissime rispetto al personale effettivamente disponibile: circa 800 uomini (il 70% in attesa di trasferimento) di cui 300 sono giovani reclute che hanno appena terminato il corso di formazione. Inevitabili, in caso di gravi incidenti, forte pioggia o vento, le liste d'attesa. Attese per i codici bianchi che possono durare ore, giornate intere. Basti pensare che la media europea parla di un pompiere ogni mille abitanti. Milano, stando a questa stima, non vanta nemmeno un quarto delle 4mila unità su cui dovrebbe poter contare. Eppure, per densità di popolazione e per la tipologia di aziende presenti sul territorio, è considerata zone a rischio. Come il resto della Lombardia. UN'AREA, quindi, in cui il controllo dovrebbe semmai essere maggiore. «Tanto lavoro, stress e straordinari a profusione», racconta Massimo Berto, responsabile regionale e provinciale della Rappresentanza sindacale di base dei Vigili del Fuoco. Sfruttare al massimo le risorse disponibili diventa spesso l'unico modo per sopravvivere all'enorme mole di lavoro. Incendi, allagamenti, incidenti autostradali. Ottocento contro 4mila. Una sproporzione, che se non fosse vera, sarebbe addirittura ridicola. «Cerchiamo di sopperire alla mancanza di personale con l'organizzazione spiega . Un'organizzazione e un lavoro di squadra super efficiente. Le medie europee in effetti parlano di un pompiere ogni mille abitanti, noi ci accontenteremmo di 700 uomini. Se poi consideriamo le assenze per malattia, le ferie e i riposi mediamente sono operativi circa 120 vigili per turno. Ritmi pesanti che possono compromettere il recupero psicofisico». Nel mirino la carenza di finanziamenti pubblici. Le assunzioni, infatti, vengono fatte a livello provinciale tramite concorso e, mancando i finanziamenti , il turn-over tra chi va in pensione e i nuovi assunti è inevitabilmente alterato. IN PRATICA, se prima assumevano tre persone ogni quattro che lasciavano, adesso non ne vengono assunti (a termine) più di due. E Milano, colpa questa volta dell'amaro confronto tra stipendi (circa 1200 euro al mese) e caro-vita e del fatto che i reclutamenti non sono legati al territorio, diventa ricettacolo di giovani reclute senza esperienza. «Buona parte della squadra spiega Massimo Berto è composta da pompieri alle prime armi. Ragazzi appena usciti dai corsi di formazioni a cui manca la dimestichezza che si acquisisce sul campo solo con il tempo. A fine aprile, inizio maggio, dovremo fare i conti, come tutti gli anni, con il trasferimento di chi si sposta vicino a casa. In più quest'anno verranno trasferiti anche 56 vigili autisti, per intenderci quelli che guidano i mezzi di soccorso, che non sappiamo ancora come rimpiazzare visto che non possiamo più contare sulle scuole di formazione». Critica anche la condizione dei mezzi di soccorso: pochi, malconci e vecchi di trent'anni. E sullo sfondo, l'emergenza «uomini»: pare che per reclutare i cosiddetti «discontinui», Milano stia cercando fra i volontari delle altre province lombarde: mai successo prima.
31 marzo 2009 - EPolis Torino
Giovedì
Discussione pubblica sugli scontri in Università
Torino - Si svolgerà giovedì alle 17 a Palazzo Nuovo la discussione pubblica sul tema 'Università ed antifascismo' dopo i recenti fatti di cronaca avvenuti nei pressi e dentro l'ateneo torinese. A promuoverlo, anche in reazione all'assenso dato dal rettore Pelizzetti all'iscrizione della lista di estrema destra 'Arcadia' alle prossime elezioni per il senato accademico, decine di organizzazioni, sigle sindacali e docenti. Sono però soprattutto i reduci del movimento autunnale dell’Onda a portare avanti questa iniziativa. «Dover fronteggiare periodicamente la provocazione di vecchie e nuove forme di fascismo, razzismo e xenofobia - spiegano in una nota gli organizzatori - è un impegno che ci distoglie da compiti e percorsi ben più urgenti e costruttivi. E’ un obbligo a cui però noi non ci sottraiamo!». Hanno già aderito: l'Anpi provinciale, il prorettore Roda Lorenzo Massobrio (Preside Facoltà di Lettere e Filosofia), l'ex sindaco di Torino Diego Novelli, Cub e Cobas.
31 marzo 2009 - Siena Free
SIENA: SARA’ INAUGURATA LA SEDE DEL SINDACATO DI BASE
Siena - CUB, RDB e Confederazione COBAS, presenti da tempo sul territorio e già fattivamente coordinati da più di un anno, precorrendo la linea nazionale tracciata dal Patto di Base (evolutasi nell'ultima assemblea nazionale del 7 febbraio scorso), con la nuova sede di via Mentana n.166, daranno ai lavoratori, agli studenti e ai pensionati di Siena e provincia un importante riferimento per la difesa e la tutela dei diritti basilari di ognuno, ed estendere la lotta contro i poteri economici e politici che, anche nel senese, vogliono far pagare la crisi ai salariati, ai giovani, ai settori popolari. La crisi internazionale e nazionale, appunto, si sta ritorcendo contro le classi più deboli, e le misure prese dal governo si sono tradotte in aiuti in direzione dei centri di potere, per poi scaricare ancor più i costi sui salari, l'occupazione, le pensioni, i tagli ai servizi sociali e ai beni comuni, la pressione fiscale. Il Patto di Base ha lanciato la sua piattaforma anti-crisi, che CUB-RDB-COBAS di Siena sostengono nella sua totalità, affinché, anche sul territorio, si dia una reale alternativa ai ceti più deboli e più colpiti; i punti della piattaforma anti-crisi sono dieci, tra cui:
- il blocco dei licenziamenti
- aumenti consistenti di salari e pensioni, introduzione di un reddito minimo garantito per chi non ha lavoro
- aggancio di salari e pensioni al reale costo della vita
- cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori 'atipici', con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati
- nuova occupazione mediante un Piano straordinario dello sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili
- piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari.
La recessione è arrivata purtroppo anche nel senese, ma, al di là della negativa congiuntura internazionale e nazionale, gravi sono le colpe di chi, ai primi "segnali di pericolo" per i lavoratori, si è girato dalla parte opposta, per poi gridare aiuto e dare il via ad una cassa integrazione selvaggia in tutta la provincia, con istituzioni-aziende-parti sociali immobili nella loro alleanza neocorporativa, specchio reale dei loro corrispettivi nazionali. Gli attacchi ai diritti fondamentali purtroppo sono molteplici, e quelli verso il diritto allo sciopero e al contratto nazionale sono i principali sintomi del pericolo antidemocratico che stiamo correndo. Con le nuove norme previste dal governo sul diritto allo sciopero si sta andando rapidamente verso un nuovo e pericolosissimo capitolo del più vasto tema della limitazione delle libertà sindacali e costituzionali, della democrazia nel mondo del lavoro e della società; dietro un linguaggio formalmente tecnicistico, presentato come un intervento per il solo settore trasporti, il governo predispone la legislazione per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e le conseguenti risposte delle classi sociali al tentativo di farne pagare a loro il costo. Ciò è confermato dal fatto che il governo ha annunciato norme che dovrebbero impedire di bloccare strade, aeroporti e ferrovie, forme di lotta utilizzate dai lavoratori in casi particolarmente drammatici. L'attacco al contratto nazionale, le nuove norme che si intendono introdurre sulla rappresentatività sindacale, la nuova concertazione tra governo, confindustria e sindacati confederali che si è trasformata in una vera e propria commistione di poteri, sono elementi finalizzati ad impedire le rivendicazioni e la difesa dei diritti dei lavoratori. Lo scopo del governo, di fatto, è quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero. Per inasprire la condizione dei lavoratori, ha dato il suo prezioso contributo anche il ministro della pubblica amministrazione, con provvedimenti che hanno tratti più da grande fratello che da grande innovazione: dietro la bandiera della lotta ai fannulloni, c’è l’ennesima riprova del tentativo di ridurre le persone a semplici numeri e pedine da controllare. Non contenti di questo, come volevasi dimostrare, i Cobas da mesi danno l’allarme sul piano Tremonti-Gelmini, sulla distruzione programmata di almeno 150 mila posti di lavoro nella scuola in un triennio, mentre governo, opposizione ( si fa per dire ) e sindacati concertativi minimizzano. A rischio c'è anche quanto di più prezioso abbiamo intorno a noi: l'ambiente. Si sta tentando di riportare il paese verso una devastante deriva nucleare, ma l'attuale situazione della disponibilità del combustibile, dei problemi di impatto sanitario e ambientale, del costo di produzione di tutto il ciclo nucleare, dei rischi di proliferazione militare e del terrorismo, indica che al ricorso al nucleare sia da preferirsi l'impiego e il potenziamento delle nuove fonti energetiche, pulite e rinnovabili, e soprattutto le concrete possibilità d'uso più efficiente dell'energia, ma anche di vero e proprio risparmio energetico; è questa, nei fatti, la scelta effettuata da tutti i paesi industrializzati. Non mancano casi di grave rischio ambientale neppure a livello locale: il progetto per l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano costituisce un potenziale colpo letale verso la salute della popolazione e verso le risorse idriche e le bellezze ambientali della nostra provincia, ma ancora una volta si vuole anteporre gli interessi politici ed economici sull'interesse dei cittadini. CUB, RDB e COBAS di Siena vogliono dunque chiamare tutti i lavoratori e le lavoratrici, le forze sociali, i movimenti di lotta contro la crisi e contro la devastazione ambientale, gli studenti e tutti coloro che si battono contro il tentativo del potere precostituito di uscire indenne dalla crisi, colpendo i nuovi ceti popolari: lo Sciopero Nazionale del 23 aprile sarà un ulteriore strumento per far valere i diritti di tutti in un contesto importante.
31 marzo 2009 - Il Tempo
La decisione dell'azienda sanitaria di affidare un servizio a uno psicologo non dipendente
Asl ed esternalizzazioni, un esposto
Protesta. Il sindacato RdB Cub si è rivolto alla procura della Repubblica
di Alessandra Di Filippo
Pescara - «La Asl dice di non avere risorse per rinnovare i contratti del personale, ma poi affida all'esterno servizi da sempre svolti dai dipendenti dell'azienda, con un ulteriore aggravio di costi». A denunciarlo è il segretario regionale del sindacato Rdb Cub, Mario Frittelli, che ha presentato un esposto alla procura della repubblica di Pescara in cui esprime perplessità sull'operato dell'Asl che, il 14 gennaio scorso, ha deliberato l'affidamento ad uno psicologo esterno di un servizio prima svolto nell'azienda e pian piano quasi smantellato. Nell'esposto, Frittelli fa presente che la deliberazione è stata adottata in seguito ad una richiesta della cooperativa sociale "L'Airone", a capo di un'Ati che, nell'ottobre 2007, si è aggiudicata, tramite gara, l'affidamento del servizio di assistenza e gestione di un centro diurno e di una casa famiglia per pazienti psichiatrici della Ausl, per un periodo di cinque anni e per un importo complessivo pari a 1.383.055,50 euro. La richiesta, risalente al maggio 2008, prevedeva l'estensione dell'appalto per consentire l'ampliamento dell'attività di riabilitazione e psicoterapia per 4 posti di semi residenzialità del centro diurno, e, quindi, di uno psicologo in più per un costo annuale del servizio a carico della Asl di 40.320,00 euro, ossia ulteriori 201.600 euro per l'intero quinquennio. "Per il pubblico, insomma, - ha sottolineato Frittelli - i soldi non ci sono, per il privato sì". Per queste e altre ragioni, i precari torneranno a manifestare oggi all'Aquila, davanti a palazzo dell'Emiciclo.
31 marzo 2009 - Gazzetta di Reggio, Modena
Donna marocchina sfrattata
Casa popolare dopo il tentato suicidio
BOLOGNA - Avrà una casa la donna marocchina di 43 anni che la settimana scorsa ha tentato il suicidio temendo di perdere l’appartamento in cui viveva per un imminente sfratto per morosità. In sua difesa si era levata Asia, l’associazione di inquilini delle Rdb di Bologna, che ieri è riuscita a ottenere il risultato sperato: «Questa mattina la commissione del Comune che si è occupa dell’edilizia popolare ha vagliato il caso e, su proposta degli assistenti sociali, ha decretato l’emergenza abitativa», spiega Lidia Triossi di Asia. Dunque la 43enne (invalida al 60% e di recente anche senza lavoro) avrà un alloggio Erp, per tre anni e non in via definitiva, come prevedono le assegnazioni per emergenza abitativa. Ai casi che vengono valutati in questo modo dalla commissione, spiega Triossi, «va il 15% del patrimonio Erp che si libera».
31 marzo 2009 - Liberazione
Lettere
Rete "No Ponte", un percorso da Roma a Messina
Cara "Liberazione", sono stati decine di migliaia i partecipanti al corteo indetto dal Patto di base (Cub-Cobas-Sdl) per contestare il G8 dei ministri del welfare. La manifestazione, che aveva come elemento caratterizzante il rifiuto da parte di lavoratori, precari e studenti di pagare la crisi del sistema economico-finanziario globale, ha visto la confluenza dell'Onda degli universitari. La mobilitazione nel suo complesso ha, inoltre, riaffermato la libertà di movimento e di contestazione rifiutando di accettare il nuovo protocollo relativo alla città di Roma che intenderebbe vietare piazze e strade che ospitano palazzi istituzionali di particolare rilievo. Al corteo ha preso parte anche una delegazione della Rete No Ponte che ha voluto rivendicare come sia necessario che le risorse finalizzate al ponte vengano riconvertite sul welfare e per infrastrutture più prossime ai cittadini. La Rete ha iniziato in questo modo il lungo percorso di attraversamento delle mobilitazioni nazionali che porterà alla manifestazione contro il Ponte sullo Stretto che si terrà a Messina l'8 agosto.
Luigi Sturniolo Rete No Ponte
30 marzo 2009 - Agi
GIUSTIZIA: DOMANI PROTESTA LAVORATORI A MONTECITORIO
(AGI) - Roma, 30 mar. - La protesta dei lavoratori del comparto giustizia (in totale oltre 40mila) si sposta dalle procure e dai tribunali fino a Montecitorio, dove domani, alle 15.00, daranno vita a una manifestazione, insieme a rappresentanti degli avvocati, "per dire no all'abbandono della Giustizia, ai tagli del personale, alla mancata riqualificazione, all'assenza di adeguati strumenti di lavoro e al diniego degli interpelli". La protesta, indetta da Ugl, Cgil, Uil, Rdb, Intesa, Flp e Comitato di lotta, si prefigge, si legge in un comunicato della Ugl Ministeri, di portare la questione all'attenzione dei parlamentari e fare in modo che il dibattito si sposti tra i banchi di Montecitorio "Si continua a parlare di riforme - spiega il segretario nazionale Ugl Ministeri, Paola Saraceni - ma senza alcun accenno al personale, che pure dovrebbe rappresentare il pilastro di una seria riforma della giustizia. Nei tribunali, nelle procure e in tutti gli uffici giudiziari mancano i cancellieri, gli ufficiali giudiziari e gli operatori amministrativi,con carenze organiche che variano tra il 30 e il 50 per cento. Per non parlare della scarsita' di risorse e strumentazioni". Dunque, "non ci si deve meravigliare - continua Saraceni - se il dato relativo alla giacenza media, cioe' il rapporto tra procedimenti pendenti e quelli esauriti, e' di circa tre anni e il dato assoluto della giacenza e' in costante aumento rispetto al quinquennio precedente, con conseguente sofferenza delle Corti". Si e' passati, in base ai dati citati dalla sindacalista, da 841 giorni nel 2001 agli attuali 1.509 per i giudizi di cognizione ordinaria davanti al tribunale, da 525 a 960 giorni per il contenzioso previdenziale, da 528 a 857 giorni per le controversie di lavoro diverse dal pubblico impiego, da 443 giorni, nel 2002, a 905 giorni per le controversie in materia di lavoro pubblico. Anche in tema di equa riparazione, il dato della giacenza, spiega l'Ugl ministeri, appare cresciuto, raddoppiato rispetto al 2002.
30 marzo 2009 - Dire
AEROPORTO BOLOGNA. SCIOPERO E ACCUSE, COFFERATI DIFENDE SAB
2 VOLI SALTATI; RDB: TURNI ORRIBILI, IMPOSSIBILE OTTENERE FERIE
DIRE) Bologna, 30 mar. - Nel giorno in cui sfoggia lo sbarco di Rayanair, l'aeroporto di Bologna deve i fare i conti con l'ennesimo sciopero indetto (oggi dalle 12 alle 16) dalle Rdb (Cub trasporti). L'effetto che ha avuto si traduce in due voli saltati (uno di Alitalia per Roma e uno Air France per Parigi; ma i passeggeri erano stati informati per tempo e quindi hanno utilizzato altri voli) e in una nuova sfilza di accuse. Luigi Marinelli denuncia in una nota "turni orribili e sbilanciati, consegnati ben oltre il massimo ritardo ed e' diventato impossibile ottenere ferie". Ancora al centro della polemica e' anche l'accusa per la mancanza di "corrette relazioni sindacali che partano dal riconoscimento della Cub trasporti", lamenta Marinelli. Sugli appalti, Marinelli, richiama "tante risposte non date, troppi licenziati", mentre Giacchieri (una delle societa' di handling), "oltre ad essere sotto indagine, fornisce un servizio sempre peggiore. A questo- continua il sindacalista- si aggiungono i problemi relativi alla mensa aziendale, pausa mensa, buono pasto, buste paga, permessi studio, mancanza di regole condivise e trasparenti". Contemporaneamente, in Consiglio comunale, Serafino D'Onofrio (Bologna citta' libera) lamenta una gestione poco trasparente del Marconi da parte di Sab accusando la societa' anche di non saper governare i rapporti con il sindacato. E cosi' e' il sindaco Sergio Cofferati, a prendere la parola a Palazzo D'Accursio e ha rispondere alle critiche che vengono da piu' parti. Definisce infatti "efficace" la gestione del Marconi e sui dissidi sindacali ricorda che ci sono "sedi normali e naturali di confronto e composizione dei problemi", ma anche che servirebbe una legge sulla rappresentanza sindacale "che tolga dalla 'erraticita'' e dalla difficolta' che ne consegue il rapporto tra imprenditori e rappresentanti dei lavoratori. E sono "importanti i protocolli che definiscono funzioni e compiti". Cofferati difende poi le scelte fatte sui rappresentanti del Comune nel cda di Sab: di coloro che Palazzo D'Accursio ha nominato nel board della societa' "continuo ad avere un giudizio positivo fino a prova contraria". Ne' si possono esprimere valutazioni definitive per via dell'inchiesta giudiziaria sugli appalti al Marconi. "Credo- afferma Cofferati- che sia del tutto ovvio aspettare le conclusioni della magistratura e poi trarne delle conseguenze se ci saranno decisioni da parte della stessa".
CASA BOLOGNA. AVRA' UN TETTO LA 43ENNE CHE TENTO' SUICIDIO
ASIA: ACCORDATA L'EMERGENZA ABITATIVA, ALLOGGIO ERP PER 3 ANNI
(DIRE) Bologna, 30 mar. - Avra' una casa la donna marocchina di 43 anni che la settimana scorsa ha tentato il suicidio temendo di perdere l'appartamento in cui viveva per un imminente sfratto per morosita'. In sua difesa si era levata Asia, l'associazione di inquilini delle Rdb di Bologna, che oggi e' riuscita a ottenere il risultato sperato: "Questa mattina la commissione di Palazzo D'Accursio che si e' occupa dell'edilizia popolare ha vagliato il caso e, su proposta degli assistenti sociali, ha decretato l'emergenza abitativa", spiega Lidia Triossi di Asia. Dunque la 43enne (invalida al 60% e di recente era rimasta anche senza lavoro) avra' un alloggio Erp, per tre anni e non in via definitiva, come prevedono le assegnazioni per emergenza abitativa. Ai casi che vengono valutati in questo modo dalla commissione, spiega Triossi, "va il 15% del patrimonio Erp che si libera". La 43enne che fino a ieri rischiava lo sfratto dall'appartamento in cui viveva in via Broccaindosso, nelle prossime settimane avra' una nuova casa probabilmente in zona San Donato. Asia canta vittoria: "Questa vicenda, emblematica del disagio abitativo a Bologna, ha trovato una soluzione grazie alla mobilitazione, alla solidarieta' e allo spazio sui media". Per Asia e' la dimostrazione che "solo con una azione collettiva si puo' risolvere il problema del diritto alla casa". Per uno che e' andato a buon fine, Asia non dimentica "le centinaia di inquilini che sono sotto sfratto e che vengono sgomberati nel silenzio e senza alternative, con cui abbiamo un contatto diretto grazie all'attivita' dei nostri sportelli per il diritto alla casa". L'associazione rilancia dunque la piattaforma per il diritto alla casa, chiedendo il blocco degli sfratti per morosita' e l'aumento delle case popolari.
30 marzo 2009 - Ansa
SANITÀ:ESPOSTO SINDACATO CONTRO ASL PER AFFIDAMENTO APPALTO
(ANSA) - PESCARA, 30 MAR - Il segretario regionale Abruzzo del sindacato Rdb-Cub, Mario Frittelli, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Pescara per chiedere di valutare l'operato della Asl che a gennaio ha affidato a uno psicologo esterno «un servizio sempre svolto da dipendenti Asl, con aggravio di spesa a carico dei contribuenti». Frittelli spiega che la deliberazione è stata adottata in seguito a richiesta della cooperativa sociale «L'Airone», capofila di un'associazione temporanea di imprese che, nell'ottobre 2007, si è aggiudicata la gara per il servizio di assistenza e gestione di un centro diurno e di una casa famiglia per pazienti psichiatrici della Asl, per cinque anni e importo complessivo di un milione 383.055,50 euro. Nel maggio 2008, in seguito a tale appalto, la cooperativa ne ha richiesto un'estensione, per consentire l'ampliamento dell'attività di riabilitazione e psicoterapia per 4 posti di semiresidenzialità del centro diurno, e, quindi, di uno psicologo in più, per un costo annuale del servizio a carico della Asl di 40.320 euro, quindi ulteriori 201.600 euro per il quinquiennio. Per Frittelli si tratta di «una scelta plausibile, ma moralmente scorretta», in quanto «è stato demandato al privato un servizio prima svolto dal pubblico». Il segretario del sindacato ha ricordato, in proposito, che nell'ottobre 2008 sono state licenziate tre psicologhe che prestavano servizio alla Asl, due delle quali nel Dipartimento di Salute mentale. «Per il pubblico, insomma, - ha proseguito Frittelli - i soldi non ci sono, per il privato sì». Ha dunque annunciato che saranno presentati altri esposti e che domani i precari delle Asl abruzzesi torneranno a protestare davanti a palazzo dell'Emiciclo all'Aquila.
DOMANI IN PUGLIA
(ANSA) - BARI, 30 MAR - Avvenimenti previsti per domani, in Puglia:...
17.30 - Modugno (Bari) - Comando polizia municipale In occasione del Consiglio comunale, manifestazione di protesta dei lavoratori dipendenti, dei licenziati, dei disoccupati e cassintegrati, sulla crisi. La manifestazione è promossa da Cib Unicobas, Flmuniti cub Bari...
30 marzo 2009 - Apcom
Giustizia/ Domani protesta a Montecitorio dipendenti tribunale
Manifestazione contro mancata riqualificazione addetti
Roma, 30 mar. (Apcom) - Protesta dei dipendenti giudiziari di procure e tribunali. Domani, davanti a Montecitorio, a partire dalle 15, è prevista una manifestazione indetta da Ugl, Cgil, Uil, Rdb, Intesa, Flp e Comitato di Lotta. La protesta degli oltre 40mila dipendenti giudiziari - si spiega in una nota - servirà "per dire no all'abbandono della Giustizia, ai tagli del personale, alla mancata riqualificazione, all'assenza di adeguati strumenti di lavoro e al diniego degli interpelli". "Si continua a parlare di riforme - sottolinea il segretario nazionale Ugl ministeri, Paola Saraceni - ma senza alcun accenno al personale, che pure dovrebbe rappresentare il pilastro di una seria riforma della giustizia. Nei tribunali, nelle procure e in tutti gli Uffici Giudiziari mancano i cancellieri, gli ufficiali giudiziari e gli operatori amministrativi,con carenze organiche che variano tra il 30 e il 50 per cento".
30 marzo 2009 - Adnkronos
GIUSTIZIA: DOMANI DAVANTI A MONTECITORIO PROTESTA LAVORATORI
Roma, 30 mar. - (Adnkronos) - Al via domani la protesta dei dipendenti giudiziari di procure e tribunali. Davanti a Montecitorio, a partire dalle 15, è prevista una manifestazione indetta da Ugl, Cgil, Uil, Rdb, Intesa, Flp e Comitato di Lotta. Una nota annuncia che la protesta degli oltre 40mila dipendenti giudiziari servirà «per dire no all'abbandono della Giustizia, ai tagli del personale, alla mancata riqualificazione, all'assenza di adeguati strumenti di lavoro e al diniego degli interpelli». «Si continua a parlare di riforme - sottolinea il segretario nazionale Ugl ministeri, Paola Saraceni - ma senza alcun accenno al personale, che pure dovrebbe rappresentare il pilastro di una seria riforma della giustizia. Nei tribunali, nelle procure e in tutti gli Uffici Giudiziari mancano i cancellieri, gli ufficiali giudiziari e gli operatori amministrativi,con carenze organiche che variano tra il 30 e il 50 per cento».
30 marzo 2009 - City
Sciopero di terra. Voli a rischio
Bologna - Disagi in vista oggi all’aeroporto per i passeggeri a causa di uno sciopero locale di 4 ore proclamato da Rdb-Cub per i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab. Dalle 12 alle 16, i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti.
30 marzo 2009 - Prima Da Noi
Precari Asl, domani nuovo sciopero dei lavoratori a rischio
L’AQUILA - Le Rappresentanze Sindacali di Base, Confederazione Cobas, Comitato Precari dopo lo sciopero del 9 marzo attendono ancora risposte ai vecchi quesiti. E così hanno indetto per martedì 31 marzo un nuovo sciopero dei precari della Asl abruzzesi, da inizio a fine turno. Ad annunciarlo è Mario Frittelli della federazione Rdb Cub. Si tratta della seconda manifestazione di protesta a distanza di poche settimane dalla prima «perché non è stata intrapresa nessuna iniziativa per risolvere i nostri problemi», assicurano i precari. Lo scorso 26 Febbraio presso la Prefettura de L’Aquila ha avuto esito negativo il tentativo preventivo di conciliazione previsto. I precari, che si sono dati appuntamento davanti all’emiciclo del Consiglio Regionale de L’Aquila sfileranno travestiti da fantasmi, con lunghe lenzuola bianche a coprire i loro corpi, metafora di una vita vissuta nell’ombra. Tra le richieste ci sono la rivisitazione del piano di stabilizzazione del personale precario della sanità abruzzese proposto dal Commissario Straordinario, l’attivazione di un tavolo di confronto sul piano di rientro della Regione Abruzzo, la proroga dei contratti precari in scadenza e lo stop ai licenziamenti per scadenza proroga a partire da quelli della ASL di Pescara. «E’ inaccettabile che siano i precari a pagare i costi della crisi nazionale e della malagestione della sanità regionale», dicono i lavoratori. «E inaccettabile che siano i cittadini abruzzesi a pagare oro un servizio pubblico ridotto all’osso e oramai in agonia».
30 marzo 2009 - Tempo Stretto
Primo appuntamento per il fronte del 'NO al ponte'
L’ultima tappa sarà il corteo dell’otto agosto, nel frattempo iniziano le "prove generali"
di Elena De Pasquale
Messina - Come anticipato nelle settimane scorse il ricompattato fronte del "NO al ponte" inaugura il proprio calendario di appuntamenti che culmineranno con la manifestazione d giorno 8 agosto. Il portavoce del gruppo "Rete No-Ponte" Luigi Sturniolo, conferma infatti la partecipazione di un folto gruppo di cittadini contrari alla costruzione della grande opera, al corteo indetto dal Patto di base (Cub-Cobas-Sdl) per contestare il G8 dei ministri del Welfare. La delegazione di "Rete No Ponte" che non ha fatto mancare il proprio supporto ad una manifestazione avente come elemento caratterizzante il rifiuto da parte di lavoratori, precari e studenti di pagare gli effetti delle crisi del sistema economica, ha rivendicato «come sia necessario che le risorse finalizzate al ponte vengano riconvertite sul welfare e per infrastrutture pià vicina i cittadini». Questo dunque il primo appuntamento, dopo la notizia del finanziamento accordato dal Cipe per la costruzione del Ponte sullo Stretto, di quanti non condividono la realizzazione della mastodontica opera: prossima tappa il 4 aprile, con adesione alla manifestazione nazionale della Cgil e poi ancora tra maggio e giugno seminari sul ponte e sulle grandi opere, a luglio iniziativa di piazza a Faro incentrata sulla devastazione di quel territorio in caso di inizio dei lavori, per concludere infine giorno 8 agosto con l’organizzazione di un grande corteo.
30 marzo 2009 - Leggo
Bologna. L’aeroporto Marconi avverte...
Bologna - L’aeroporto Marconi avverte i passeggeri che devono mettersi in viaggio oggi: a causa di uno sciopero locale di quattro ore proclamato da Rdb-Cub per i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab, dalle 12 alle 16, «i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti».
30 marzo 2009 - Il Sole 24 Ore
Personale. Per la prima volta gli oneri dei rinnovi saranno tutti a carico degli enti
Patto e rappresentanza complicano il contratto
L'Aran apre i tavoli decentrati a chi non firma il biennio
di Gianni Trovati
I meccanismi della rappresentanza sindacale nel pubblico impiego non sfuggono mai alla regola della catena: se si tocca un anello, si spostano anche tutti gli altri, e chi fa il primo movimento non sempre è in grado di prevederne tutte le conseguenze. In questo modo la matassa si fa sempre più intricata, e insieme alle incognite pesanti poste da un Patto di stabilità particolarmente severo rendono difficile la vita del tavolo che sta lavorando al biennio economico 2008/09.
L'ultima (finora)puntata arriva dalla delibera 15/2009 dell'Aran (su cui si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 23 marzo), che apre le porte delle trattative decentrate anche a chi non firma il biennio economico nazionale, purché abbia sottoscritto il quadriennio normativo di riferimento. L'intervento dell'Aran riguarda tutto il pubblico impiego, e nasce per non escludere Cgil e Rdb dagli integrativi di quei comparti (ministeriali, enti pubblici non economici) dove il sindacato di Epifani non ha siglato le intese approvate da Cisl, Uil e Confsal. Ma negli enti locali la novità rimette in gioco anche Csa e Dicapp- Confsal, escluse dal tavolo perché sotto il livello adatto di rappresentanza (anche se la Csa ha portato tutti in tribunale per contestare il semaforo rosso: si veda «Il Sole 24 Ore» del 19 marzo). «Con questa delibera noi rientriamo – esulta Francesco Garofalo, coordinatore nazionale Csa –, ma ci devono riconoscere anche i distacchi e i permessi che ci sono stati sottratti: altrimenti come trattiamo?». La "vittoria" sugli integrativi, però, nei piani della Csa è solo una tappa, perché «ora ci devono riaprire le trattative nazionali, cancellando i pretesti con cui ci hanno escluso. Altrimenti si verifica il controsenso per cui non partecipiamo al biennio nazionale, ma poi costruiamo i bienni decentrati».
Sulla stessa linea Domenico De Grandis, segretario nazionale della Dicapp- Confsal,l'altra sigla tagliata fuori dalla trattativa nazionale, che accusa: «Troppi errori, in una gestione a fisarmonica che si allarga e si restringe per favorire qualcuno a prescindere dalle regole». Ma la delibera richiama in campo anche l'Unione dei segretari, al centro di critiche sulla sua possibilità di accedere al tavolo di categoria: «L'atto di indirizzo per il rinnovo – sottolinea Liborio Iudicello, segretario dell'Unione – è rivolto anche a noi, che avevamo firmato un protocollo d'intesa con la Funzione pubblica e un contratto con norme programmatiche per il nuovo accordo. In questa chiave, come possiamo non partecipare all'intesa che deve tradurre questi impegni?».
Sul fronte dei confederali, le reazioni sono diverse e provano a suonare una musica unitaria. «L'Aran – riflette Carlo Podda, segretario della Fp Cgil –si è limitata a chiarire una cosa scontata: nel pubblico impiego è una legge a fissare i parametri della rappresentanza, e sarebbe singolare che la Cgil, cioè il sindacato più grande, venisse esclusa dai tavoli». Anche la Cisl, del resto, che con la delibera 15/2009 perde la posizione di vantaggio che le derivava in sede decentrata dall'aver firmato tutti i bienni nazionali, ha dato parere favorevole alla decisione Aran. «Questo dimostra che noi siamo partecipativi nel Dna, al contrario della Cgil», taglia corto il segretario nazionale della Cisl Fp Giovanni Favarin. Passando al merito,l'attod'indirizzo per il personale non dirigente di Regioni ed enti locali ha avuto il via libera nelle scorse settimane, ma sui lavori del tavolo pesa l'incognita sollevata dal Patto di stabilità. A differenza degli anni scorsi, i vincoli di finanza pubblica non hanno previsto alcuna esclusione per gli oneri legati al rinnovo contrattuale, che in passato sono sempre stati "girati" allo Stato oppure esclusi dal Patto per sterilizzarne l'incidenza. Oggi nelle norme non c'è nulla di tutto ciò,e l'esito delle trattative con il Governo per ottenere correttivi sugli altri fronti (a partire dagli investimenti) mostra che i margini di manovra sono più che stretti. La prospettiva di accollarsi anche i costi del rinnovo, in una situazione già complicata per i conti locali, certo non facilita una conclusione rapida della trattativa.