Si è tenuta ieri mattina, 21 maggio 2020, la riunione in videoconferenza tra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali in merito all’accordo sul comma 165, cd cartolarizzazione. Le somme in questione si riferiscono all’anno 2017, invariate rispetto all’anno precedente, ma le presenze alle quali fanno riferimento sono quelle del 2018, disallineamento che comporta diversi problemi, ma che l’Amministrazione, rappresentata dalla Capo Dipartimento del DAG, dott.ssa Valeria Vaccaro, si è impegnata a risolvere per le annualità successive.
La bozza presentata dall’amministrazione aveva gli stessi criteri già utilizzati precedentemente, quindi scala parametrale, valutazione della performance organizzativa degli uffici, da SIVAD, e apporto partecipativo, quindi presenze, ma con la novità che queste vengono calcolate con le modalità individuate dalla circolare 2019.
La USB, favorevole all’impianto generale della bozza di accordo, ha espresso il proprio dissenso e la sua indisponibilità alla firma, proprio a causa dell’introduzione della circolare sulle presenze nella distribuzione di questo salario accessorio. La circolare del DAG del 2019 ha introdotto nuovi criteri di valutazione di alcune assenze, prima considerate presenze a tutti gli effetti, che hanno pesantemente inciso sulle retribuzioni di lavoratori appartenenti alle categorie più fragili. Ci riferiamo ai ricoveri ospedalieri e alla convalescenza che, con la nuova circolare, non sono più considerate presenze, ma rientrano nel “calderone” della famosa franchigia dei 45 giorni, così come quelle della L. 104 per assistenza. Penalizzare economicamente dipendenti che attraversano un periodo difficile della vita ci vede critici e fortemente contrari, non possiamo permettere che sul salario accessorio, risorsa fondamentale per i lavoratori, si danneggino coloro che hanno passato periodi già particolarmente problematici. Ricordiamo poi l’assurdo che somme della cartolarizzazione riferite all’anno 2017, vengono erogate sulle presenze del 2018, che a loro volta utilizzano criteri stabiliti nel 2019…
Inoltre la USB ha richiesto all’Amministrazione di conoscere i dati relativi all’impatto sul personale dovuto all’applicazione della circolare, ai dannosi effetti economici che i dipendenti hanno subito su tutto il salario accessorio. La delegazione di parte pubblica si è impegnata a fornirci i dati richiesti e, cosa non affatto scontata, si è resa disponibile a rivedere alcuni criteri, adottati per l’annualità 2018, in ottica 2019.
L’Amministrazione dopo aver ascoltato gli interventi delle OO.SS ha riproposto l’accordo dove veniva sostanzialmente variata solo la scala parametrale, che rimodulata si presenta così: Area I 100, Area II 130, Area III 140 per F1-F3 e Area III 145 per F4-F7.
Nei prossimi giorni l’accordo accoglierà le firme delle OO.SS disposte alla sottoscrizione e poi proseguirà l’iter presso i competenti organi di controllo.
La seconda parte della riunione ha visto la discussione sulla determina in merito ad una nuova articolazione dell’orario di lavoro, proposta per venire incontro alle esigenze di sicurezza sanitaria, di distanziamento sociale e di mobilità, in vista di un graduale e lento ritorno in sede. Ad oggi lo Smart Working resta la modalità ordinaria di lavoro e in sede si ha una limitata presenza e solo per le attività indifferibili, ma il Decreto Rilancio prevede una graduale ripresa in servizio dal 31 luglio al 31 dicembre 2020. Considerando che, se non interverranno norme contrarie, anche dopo il 31 luglio il MEF non vuole mettere limiti numerici restrittivi ai lavoratori in SW, e tutelerà ancora con lo SW le fasce più deboli, comunque un allargamento del numero dei lavoratori in sede va previsto, sempre però attenendosi rigorosamente alle Linee Guida (non più di un lavoratore per stanza) e quindi anche una nuova articolazione oraria si rende necessaria.
L’articolazione prevede lo svolgimento di 7 ore e 42 minuti per tutti, con uno scaglionamento in entrata, dalle ore 7 alle ore 11 e in uscita, dalle ore 14.42 alle ore 18.42, con in più la flessibilità di un’ora, sia in entrata che in uscita, la possibilità di svolgere lavoro straordinario, turni (dalle ore 12. 18 alle ore 20) e con la pausa pranzo da effettuare tra le 12 e le 15.30
Il lavoratore farà istanza per scegliere il profilo più consono e il dirigente verificherà che in quella fascia non ci sia una numerosa sovrapposizione di richieste, proprio per evitare file ai tornelli. Per esigenze personali o di servizio la scelta potrà anche essere cambiata.
L’USB si è dichiarata favorevole a questa proposta in quanto funzionale all’attuale contesto emergenziale, chiedendo però che venga garantita per ogni sede territoriale la possibilità di adattare la determina per adeguarla al meglio alle esigenze organizzative.
L’USB ha inoltre richiesto all’Amministrazione di prendere in considerazione la possibilità di introdurre il regime misto Smart Working/presenza in servizio. La normativa in materia e le circolari di Funzione Pubblica lasciano spazi per introdurre tale forma di elasticità che consentirebbe ai lavoratori di recarsi in sede solo per il tempo necessario ad effettuare lavorazioni non realizzabili da remoto e di completare successivamente la giornata di lavoro in Smart Working. Il tutto avverrebbe ovviamente nel completo rispetto delle Linee Guida sulla Fase 2 del DAG cogenti anche per tutti gli uffici della rete territoriale del MEF e sarebbe utile a minimizzare ulteriormente la potenziale possibilità di contagio.
La consigliera Parrella, a fronte della nostra richiesta, ha chiarito che tale modalità è già stata adottata, utilizzando istituti già esistenti quali il “servizio fuori sede”, in alcune sedi del MEF dove è stata ravvisata la necessità di procedere in tal senso per rispondere ad inderogabili esigenze lavorative. La USB ha chiesto di estendere tale possibilità a tutte le sedi del MEF come ulteriore misura preventiva in materia di sicurezza sul lavoro.
Sempre in materia di orario di lavoro, la nostra O.S ha richiesto all’Amministrazione l’erogazione dei buoni pasto ai lavoratori del MEF anche in regime di lavoro agile semplificato. È ormai noto a tutti che, in questa fase di emergenza sanitaria, il lavoro agile sia diventato, per norma, la modalità ordinaria dell’espletamento della prestazione lavorativa e che, pertanto, viene erroneamente definito come Smart Working quello che in realtà è soltanto “lavoro ordinario svolto in sede domiciliare”. Oltretutto la normativa in materia prevede che al lavoratore in regime di lavoro agile venga garantito un trattamento economico non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono l’attività lavorativa in presenza, ivi compresi pertanto i buoni pasto. L’Amministrazione si è resa disponibile all’erogazione dei buoni pasto riservandosi però prioritariamente alcuni approfondimenti normativi e la verifica della copertura finanziaria. La consigliera Monica Parrella, in particolare, ha aggiunto che l’adozione della nuova articolazione dell’orario di lavoro potrebbe essere esteso a tutti i lavoratori, sia in sede che in Smart Working, con l’attribuzione per tutti del buono pasto, sempre previa verifica della copertura finanziaria.
USB è, inoltre, intervenuta riguardo la necessità di garantire gli elevati standard di sicurezza, che l'Amministrazione del MEF ha messo in campo per le articolazioni centrali del ministero, anche per tutte le sedi periferiche del dicastero (UCB, RTS, CTR e CTP). In alcune sedi, purtroppo, si sono avute delle “fughe in avanti” da parte di alcuni direttori e dirigenti a richiamare in sede quanto prima il personale. Tali iniziative sono state forse dettate da un eccesso di zelo nell'interpretare che i cosiddetti servizi inderogabili necessitino della effettuazione in presenza. Tuttavia, hanno determinato scelte affrettate a scapito proprio della sicurezza per i dipendenti e la stessa utenza. Una situazione particolare riguarda poi gli Uffici Centrali di Bilancio, queste sedi di lavoro devono contemperare le proprie necessità con quanto sono in grado di garantire le Amministrazioni controllate di cui sono ospiti. In ragione di ciò abbiamo ribadito come in tali contesti sia necessaria ed auspicabile una forte azione sinergica delle differenti Amministrazioni, per permettere reali e ben identificate attività indifferibili da rendere in presenza, garantendo la migliore sicurezza possibile. Per far comprendere meglio come il particolare stato di emergenza sanitaria abbia messo a dura prova anche la capacità e le conoscenze in termini di sicurezza dei dirigenti, degli RPPS e degli RLS abbiamo dato lettura di alcuni passaggi della determina sulle norme di comportamento da tenersi nell'UCB del MLPS per garantire la sicurezza durante la prestazione lavorativa nella cosiddetta “Fase 2”. A tutti sono apparsi chiari i pesanti limiti della determina in questione riguardo la finalità per la quale dovrebbe essere fatta, ovvero, il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. USB ha chiesto quindi che gli Uffici della DRIALAG aiutino e supportino le sedi periferiche, con le capacità delle alte professionalità di cui è dotata la Direzione. L'Amministrazione ha condiviso le nostre osservazioni dichiarandosi disponibile, come per altro già fatto per altri uffici, per suggerire le scelte più efficaci nel campo della sicurezza. Inoltre, la dott.ssa Vaccaro ha dichiarato che il DAG opererà una ricognizione di tutte le determine adottate in tutte le sedi del MEF. Infine, per la Ragioneria Generale, il dott. Siviero ha tenuto a ribadire che il Ragioniere Generale trasmettendo alle sedi periferiche della RGS la propria determina dei servizi indifferibili non ha richiesto riaperture incontrollate, ma la garanzia che tali servizi fossero resi all'utenza al meglio. Lo steso dott. Siviero ha ribadito che il lavoro agile rimane l’ordinaria modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. Abbiamo raccolto con soddisfazione le dichiarazioni dell'Amministrazione che si continua a dimostrare particolarmente sensibile al tema della sicurezza, da parte di USB ci sarà l'impegno a vigilare perché alle parole continuino a seguire i fatti e sia sempre garantita la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie.
L’Amministrazione ha infine comunicato che a maggio sono stati liquidati gli arretrati del contratto alla dirigenza, la Prelex e il 20% del FRD e che a giugno verranno pagate le somme derivanti dalle convenzioni, dall’antiriciclaggio e le posizioni organizzative. Il CUT è in corso di certificazione, mentre per la retribuzione delle indennità legate alla sicurezza bisognerà ancora attendere perché gli uffici stanno lavorando sugli elenchi degli aventi diritto.
Dopo 829 giorni, USB è tornata al tavolo negoziale del MEF. Ripartiamo da qui, con il bagaglio di lotte ed iniziative sulla democrazia sindacale accumulato in questi due anni abbondanti e con la consapevolezza che ci sia tanto lavoro da fare, fermo restando il nostro giudizio negativo sul CCNL Funzioni Centrali.
USB PI MEF