“L’attacco alla Pubblica Amministrazione ed ai Lavoratori pubblici è senza precedenti”, così Massimo Betti, dell’Esecutivo nazionale USB, commenta la lettera d’intenti presentata a Bruxelles dal Governo italiano.
“Se questo piano troverà traduzione pratica, vorrà dire che centinaia di migliaia di posti di lavoro scompariranno, – prosegue Betti - che i lavoratori verranno obbligati al trasferimento coatto da amministrazione ad amministrazione, da città a città, da regione a regione. Attraverso l’applicazione totale della legge Brunetta, al 75% dei dipendenti superstiti saranno tagliati gli stipendi, con la decurtazione del salario accessorio che verrà devoluto al 25% di ‘fedelissimi’ del governo”.
Evidenzia il dirigente USB: “Le annunciate privatizzazioni colpiranno ulteriormente i lavoratori pubblici, i quali, oltre a vedersi sottratti i beni comuni in qualità di cittadini, diverranno dipendenti di società private, con conseguente peggioramento delle condizioni contrattuali e salariali.
E denuncia: “La responsabilità di questo sfascio, a cui l’Unione Sindacale di Base si opporrà con tutte le sue forze, è della UE, del Governo nazionale e di tutti quei governi locali, di centro-destra come di centro-sinistra, che non si sono mai sottratti ai processi di privatizzazione e di smantellamento del welfare e dei beni comuni”.
Conclude Betti: “Il Coordinamento nazionale USB Pubblico Impiego nella giornata di ieri ha deciso di proseguire nel percorso di lotta, avviato con lo sciopero generale del 6 settembre scorso e proseguito con numerose iniziative, fra cui l’occupazione della rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Ha pertanto indetto per il prossimo 15 novembre una giornata nazionale di mobilitazione di tutti i pubblici dipendenti, ritenendo comunque necessaria una forte risposta, lo sciopero generale di tutto il mondo del lavoro”.
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