LICENZIAMENTI, DEGRADO DEI SERVIZI E ZERO RISPARMI PER I CITTADINI E PER IL BILANCIO PUBBLICO: QUESTO IL CONTENUTO DELLO SCHEMA DI DECRETO SU PRA E MOTORIZZAZIONE
Questo schema di decreto comporta di fatto lo svuotamento dell’archivio PRA e l’impoverimento dei servizi offerti da ACI
DEGRADO DEI SERVIZI
il cittadino perderà l’unico sportello pubblico presso il quale può aggiornare i documenti della sua auto senza dover pagare un’agenzia che lo faccia per lui.
Verranno meno anche altri servizi, tra i quali
- il servizio GRATUITO del PRA a domicilio, servizio rivolto a chi deve fare una pratica ma per motivi di salute non si può muovere da casa
- corsi gratuiti sulla sicurezza stradale rivolti alle scuole e ai genitori
- servizi gratuiti per Enti Pubblici (ad esempio la Provincia, che se fosse costretta a pagare il servizio che fa ACI dovrebbe far ricadere il costo sui cittadini)
NESSUN RISPARMIO PER I CITTADINI
Non è previsto nessun significativo risparmio, anzi è probabile che il cittadino dovrà spendere di più.
Resta l’IPT, che è il costo più rilevante per i passaggi di proprietà.
Nessun risparmio sulla imposta di bollo.
Eventuali esigui risparmi sulla tariffa unica sono vanificati dal dover pagare gli importi tramite bollettino postale (con un costo da 1,78 a 5,34 euro secondo il tipo di pratica oltre al dover andare all’Ufficio Postale, spendendo tempo e denaro) e dal doversi rivolgere a un’agenzia per presentare la pratica.
NESSUNA SEMPLIFICAZIONE
Oggi il cittadino già ottiene nella maggioranza dei casi l’unico documento cartaceo di circolazione con una unica operazione presso un unico sportello, pagando direttamente presso lo sportello in contanti, con bancomat o con alcune carte di debito
Domani non avrà più a sua disposizione l’unico sportello pubblico che riesce a rispondere a tutte le richieste dei cittadini e dovrà rivolgersi agli Studi di Consulenza Automobilistica che per ogni pratica chiedono in media 100 euro.
L’operazione già adesso semplice diventerà solo più costosa.
LICENZIAMENTI
L’architettura prevista dallo schema di decreto mette a rischio il posto di chi gestisce la parte informatica per ACI: i 500 lavoratori di ACI INFORMATICA che si vedrebbero a breve senza lavoro.
Mette a rischio anche il posto di lavoro dei lavoratori ACI, dipendenti pubblici il cui stipendio però non grava sul bilancio dello Stato (ACI è infatti un Ente Pubblico autofinanziato, non riceve alcuna somma dallo Stato)
Stato che rischia così di dover sostenere i costi degli ammortizzatori sociali necessari per questa operazione.
Quella dei lavoratori in stato di agitazione (proclamato da tutte le sigle sindacali) non è certo una posizioni corporativa o di difesa di inesistenti privilegi.
E’ una presa di posizione che tutela il lavoro di 4000 persone e un alto livello di servizi per il cittadino, che non avrà alcun beneficio dalla dismissione di fatto del PRA, anzi si troverà a sostenere ulteriori costi dovendosi rivolgere per il disbrigo delle pratiche alle agenzie private.
Chiediamo perciò la necessaria attenzione (alle nostre ragioni e alle forme di protesta che saranno attuate) da parte degli organi di informazione sensibili ai problemi dei cittadini e dei lavoratori.
Firenze 3 Aprile 2017