E’ saltato l'accordo sulla procedura di mobilità per i 30 dipendenti della «Ceprano Coperture», la ex Pica, impresa cepranese al centro delle cronache di questi mesi a causa di una forte crisi che ha colpito ben 30 dei 64 lavoratori in forza all'azienda. La scorsa settimana, c'è stato l'incontro fra la proprietà dell'azienda e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e USB Lavoro Privato.
Questi ultimi hanno sottoscritto un verbale di mancato accordo perché la proprietà attualmente non sembra intenzionata ad avviare la cassa integrazione straordinaria, che sarebbe una delle due soluzioni prospettate prima dell'incontro : l'altra, purtroppo, è quella dei licenziamenti. Attualmente l'azienda, secondo la proprietà, non sarebbe in grado di sostenere economicamente la cassa integrazione, e quindi le prospettive per i 30 dipendenti non sono affatto rosee. Salvatore Ascione, rappresentante dell'Unione Sindacale di Base, continua però a spingere per la cassa integrazione spiegando che «si potrebbe chiedere la proroga della cassa integrazione in deroga, in scadenza il 31 dicembre prossimo, soluzione che limiterebbe le incombenze a carico della proprietà e tutelerebbe i lavoratori». Per valutare anche questa ipotesi, però, bisognerà attendere il 17 dicembre, giorno in cui si svolgerà un incontro alla Regione Lazio: il ruolo di quest'ultimo ente potrebbe essere fondamentale, o almeno così si spera, per attenuare i pregiudizi per i dipendenti grazie ad ulteriori ammortizzatori sociali. Nel frattempo, però, l'Unione Sindacale di Base ha intrapreso azioni legali per tutelare quei lavoratori che avrebbero dovuto usufruire della rotazione nella cassa integrazione avviata nel settembre dello scorso anno, come stabilito dagli accordi presi allora. Inoltre se l’azienda intenderà procedere con i licenziamenti sarà costretta ad applicare i crteri di legge per la scelta dei dipendenti da inserire in mobilità. Quindi non è scontato che saranno licenziati i 30 lavoratori in cassa da oltre un anno ma saranno interessati anche i lavoratori che attualmente non sono sospesi. Ma dato che a fine mese la cassa integrazione scadrà bisogna muoversi in fretta per salvare i posti dei 30 dipendenti o comunque per trovare soluzioni che siano meno drammatiche di quelle che al momento paiono inevitabili, nonostante l'impresa sia ben inserita sul mercato e non solo all'interno dell'industria nazionale.