A più di un anno dall’inzio della pandemia Covid 19, tutti sanno che gli ospedali del Friuli Venezia Giulia sono in grave difficoltà per insufficienza di personale e carenza di strutture. Quello che non tutti sanno, perché la notizia non è presente in modo altrettanto costante sulle prime pagine dei giornali, è che anche le sedi regionali dell’Inps e in particolar modo quella di Trieste sono al collasso. La pandemia e le misure messe in campo dal governo per fare fronte all’emergenza economica e sociale del Paese, hanno incrementato il lavoro dell’Inps in maniera esponenziale: le domande di CIG in regione Friuli Venezia Giulia sono aumentate del 4200%. Le domande sui “bonus da 600 euro” sono state 82.000 di cui 78.000 sono state lavorate entro 15 giorni dall’emanazione della norma. 642 sono le tipologie di prestazioni che l’Inps gestisce. Questi solo alcuni numeri per dare la misura dell’attività dell’Istituto in questo periodo di emergenza.
Analogamente a quanto avvenuto nel settore ospedaliero-sanitario, una situazione come quella di questo ultimo anno, che non ha precedenti nella storia del Pubblico Impiego, ha messo in evidenza i danni provocati negli anni dal saccheggio perpetrato senza sosta attraverso tagli, privatizzazioni, mancato turn over. Perciò, le motivazioni del collasso dell’Inps, pur nella eccezionalità della attuale situazione pandemica, vanno ricercate nelle scelte politiche scelerate che sono state fatte per l’ente nel corso degli anni, con un accanimento particolare che ha riguardato la nostra regione e Trieste.
In meno di 10 anni i lavoratori dell’INPS della regione sono stati dimezzati, mentre il servizio che l’Istituto rende a cittadini ed imprese è notevolmente aumentato. A Trieste i dipendenti dell’Inps sono diminuiti del 25% e degli 85 rimasti, entro l’anno ne andranno in pensione altri 21. La scelta di non avere un ricambio generazionale all’interno dell’Istituto, non solo ha penalizzato i servizi, ma ha costretto i dipendenti a lavorare anche sabati e domeniche per cercare di dare risposta alle migliaia di domande pervenute in questo periodo. La riorganizzazione del personale dovuta alla sua diminuzione nel corso degli anni ha reso il clima lavorativo molto difficile e ha prodotto ritmi di lavoro esasperati, spesso distorti dal raggiungimento degli obiettivi annuali.
Tutto ciò, assieme ad alcune scelte politiche messe in campo dalla direzione dell’Inps, hanno provocato grave conseguenze soprattutto alle persone più deboli economicamente.
Una moltitudine di poveri, disoccupati e studenti universitari, ex cassaintegrati, lavoratori hanno chiesto il Reddito di cittadinanza in questo periodo di pandemia. L’Inps però prevede che l’80% del reddito di cittadinanza erogato l’anno precedente venga conteggiato nell’ISEE 2021, anche se poi lo stesso verrà scorporato nel calcolo del nuovo reddito di cittadinanza per l’anno corrente. Con questo sistema viene gonfiato artificialmente l’ISEE di quest’anno sulla cui base vengono calcolati vari tipi di bonus economici (bonus energia, bonus bebè, mense scolastiche ecc.) e su cui l’ATER si basa per il calcolo degli affitti e per fissare la graduatoria dei richiedenti alloggio.
Recentemente l’Inps ha avviato una campagna di recupero di quote di pensione erogate “indebitamente“. È chiaro che questa scelta si traduce in una forma di accanimento su persone anziane con pensioni molto basse, oltretutto senza specificare (come previsto dalla propria circolare n.47/2018) in dettaglio i motivi del recupero e senza garantire il rispetto della salvaguardia del reddito minimo.
Oggi i soggetti sindacali e di servizio che operano come interfaccia tra cittadino ed INPS si trovano di fronte a mille ostacoli, dovuti ad una difficoltà organizzativa dello stesso, che si trova a sua volta in difficoltà a rispondere alle richieste dei cittadini.
LE PROPOSTE DI USB
Chiediamo al più presto nuove e qualificate assunzioni, e ingenti investimenti nel sistema pubblico!
L’Inps offre un servizio pubblico essenziale, perché di questo si tratta, un servizio che è di fondamentale importanza nella vita dei singoli cittadini e della società nel suo complesso, che potrà funzionare solamente quando termineranno i tempi dei tagli e dei risparmi, perché è necessario restituire dignità ai dipendenti dell’Inps, che si fanno carico di erogare un servizio così importante alla cittadinanza, e non devono sentirsi inadeguati per scelte politiche di cui non hanno colpa. È necessario che gli organici vengano rintegrati attraverso un piano massiccio di assunzioni di nuovo personale che possa affiancare quello già in servizio ed acquisirne le competenze, e va fatto subito, prima che gli uffici arrivino al collasso.
È sempre una questione di scelte!
Nel 2020 sono stati erogati oltre 26 miliardi in spese militari per l'Italia, la spesa per le tre Forze Arnate (Funzione Difesa) è cresciuta nel 2020 fino a 15,32 miliardi di euro contro i 13,98 del 2019 con un incremento di ben 1,3 miliardi (+9,6%) e addirittura nel 2021 tale stanziamento salirà a circa 17 miliardi con almeno 7 miliardi (4 del bilancio e 3 dai fondi del Ministero dello sviluppo Economico) destinati ad acquisire nuovi mezzi, armi ed equipaggiamenti. L’industria bellica non conosce crisi, neanche durante l’emergenza.
I finanziamenti vanno spostati dal sistema privato al sistema pubblico!
Se non si faranno scelte politiche volte a mantenere i servizi pubblici sul territorio, presto gli uffici saranno costretti a chiudere, consegnando al privato servizi previdenziali e assistenziali con tutto quel che comporta una scelta di questo tipo. Se si pensa di garantire l’efficienza dell’ente con l’intelligenza artificiale al posto dell’aumento dell’organico o appaltando i servizi, USB non ci sta!
BISOGNA RIPORTARE L’INPS AL SUO COMPITO FONDAMENTALE CHE È QUELLO DI FORNIRE SERVIZI PUBBLICA DI QUALITÀ AI CITTADINI, CON UN ORGANICO ADEGUATO A TALE SCOPO.
Per questo motivo USB Pubblico Impiego e a Federazione del Sociale dell’Unione Sindacale di Base Trieste lanciano per il
23 aprile 2021 alle ore 10.00 una
MANIFESTAZIONE PROVINCIALE
all’INPS di TRIESTE
via S.Anastasio 5 (via Udine - altezza Stazione Ferroviaria)
USB Pubblico Impiego
USB – Federazione del Sociale Trieste