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Toscana

Livorno: Presidio volantinaggio contro l'accordo del 31 maggio

Livorno,

Ieri sera, la Federazione USB di Livorno assieme ai compagn* del Cib-Unicobas e della Rete 28 Aprile, ha effettuato un presidio ed un volantinaggio informativo sull’accordo del 31 maggio al Pala Modigliani di Livorno, in occasione di un dibattito organizzato da Emergency con tema “L’Uguaglianza dei Diritti” e che aveva tra gli ospiti anche personaggi noti alla politica come Rodotà, ma soprattutto il segretario generale della FIOM, Maurizio Landini.

In continuità con l’Assemblea Pubblica del giorno prima che si era proposta di realizzare ogni forma di condivisione, informazione e dibattito aperto a tutta la cittadinanza, per la divulgazione dell’accordo “fascista” del 31 maggio sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, si è deciso di presidiare fuori dai cancelli con uno striscione e distribuendo un volantino informativo a firma unitaria.

Il titolo del dibattito e la presenza di Maurizio Landini come ospite, era un’occasione troppo ghiotta per lasciarsi scappare questa opportunità d’informare la cittadinanza la livornese (e non) su un tema come quello “dell’Uguaglianza dei Diritti” che può e deve partire dai luoghi di lavoro, dai lavoratori e dalle lavoratrici, ma che attori complici come lo stesso Landini, stanno cercando di “negare” con un accordo sulla rappresentanza sindacale degno del ventennio fascista!

Di seguito il testo del volantino consegnato a tutto il pubblico presente:

 

 

NO ALL'ACCORDO DEL 31 MAGGIO TRA

CGIL, CISL, UIL E CONFINDUSTRIA

ESIGIAMO L'UGUAGLIANZA DEI

DIRITTI

A PARTIRE DAI LUOGHI DI LAVORO



Il 31 maggio CGIL, CISL e UIL hanno stipulato con Confindustria un patto sulla rappresentanza sindacale e sulla esigibilità da parte padronale degli accordi che viola palesemente molti articoli della Costituzione perché fondamentalmente impedisce che i lavoratori siano liberi di scegliersi i propri rappresentanti. Infatti la partecipazione alle elezioni delle RSU sarà aperta solo alle liste presentate da CGIL, CISL e UIL o ad altri sindacati che obbligatoriamente aderiscano a questo accordo e quindi rinuncino alla conflittualità con la controparte padronale.

Il patto quindi mira in primo luogo ad eliminare le sigle più combattive ed i sindacati di base ma in seconda battuta punta anche ad impedire il dissenso interno a CGIL, CISL e UIL. Infatti se un rappresentante della RSU non risulta più iscritto alla organizzazione sindacale con cui è stato eletto (se si è dimesso od è stato espulso per dissenso) decade automaticamente e subentra il secondo della lista. Inoltre l'indizione delle elezioni RSU diventa monopolio della triplice per cui se in un'azienda esistono sindacalisti combattivi aderenti alla triplice basta impedire l'elezione della RSU ed inserire dei delegati di comodo (RSA) scelti direttamente dalle segreterie provinciali.

Infine c'è una parte del patto dedicata alla salvaguardia del potere padronale. Infatti in esso si introduce una pesantissima limitazione al dissenso con il cosiddetto principio di esigibilità voluto dalla confindustria: una volta che le burocrazie sindacali avranno sottoscritto un accordo, un contratto, etc. non si potrà più metterlo in discussione e scioperare e nei prossimi contratti verranno inserite sanzioni nei confronti di che trasgredisce e sciopera.

Questo accordo è evidentemente figlio della situazione politica attuale dove si cerca di irregimentare le masse ed i lavoratori in una pace sociale "forzata", cercando di eliminare in maniera autoritaria tutte le vie di fuga, tutte le possibili alternative. Questo denota in parte anche la paura della borghesia e della casta politica e sindacale che la sostiene da una rivolta sociale se si da spazio ai “contestatori'".

Anche Maurizio Landini si è accodato all'accordo e addirittura canta vittoria giudicandolo "… positivo e importante … un passo avanti in materia … di democrazia nei luoghi di lavoro …”. Proprio lui che contestò Marchionne respingendo le intese che privavano la sua organizzazione dei diritti sindacali all'interno della FIAT e ora plaude quando il metodo Marchionne viene esteso a tutto il settore privato del mondo del lavoro. Erano solo interessi di bottega?

Di fronte a questo scenario è fondamentale che tutte le organizzazioni e le aree sindacali conflittuali, i lavoratori in disaccordo col regime che avanza uniscano le loro forze per costruire un largo fronte di opposizione a questo accordo che va a tutto vantaggio del padronato e a discapito dei residui diritti dei lavoratori,



CIB-UNICOBAS, RETE 28 APRILE, USB