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Nazionali Università e trasformazioni

LO SMANTELLAMENTO DELL'UNIVERSITA' E' LEGGE: RIPRENDIAMO LA MOBILITAZIONE PER IL NOSTRO FUTURO

Roma,

LO SMANTELLAMENTO DELL'UNIVERSITA' PUBBLICA E' LEGGE.

RIPRENDERE L'INIZIATIVA SINDACALE PER TUTELARE IL NOSTRO LAVORO E I NOSTRI DIRITTI

Con l'approvazione del Senato il DDL Gelmini è diventato legge all'antiviglia di Natale con una discussione a tappe forzate. Al governo interessava approvare questa “riforma” per dimostrare di essere vivo e vitale e fermare quel movimento di protesta che si stava coagulando attorno alla protesta degli studenti e dei precari.

Altri sono gli interessi su cui ha fatto leva il governo per approvare questa ennesima contro-riforma: la casta baronale che esce assolta dalle accuse di aver mandato in crisi l'Università con le “riforme” di questi ultimi 20 anni e la malagestione delle autonomie, la Confindustria a cui premeva mettere mano al patrimonio di competenze dell'Università Pubblica, ai banchieri a cui fa gola il notevole patrimonio immobiliare delle Università Pubbliche, agli “imprenditori della conoscenza” del cui livello ognuno può farsene un'idea dalla cosiddette “università telematiche”, dei politicanti locali che trovano la strada aperta per mettere le mani sull'unica istituzione pubblica sfuggita finora alle loro pesanti attenzioni (vedasi le lottizzazioni delle ASL e della Sanità Pubblica....).

Con questa riforma si chiude quel ciclo di “riforme” di smantellamento dell'istruzione pubblica che data a vent'anni fa e che ha visto protagonisti i governi del centrosinistra come del centro-destra e l'avallo del sindacalismo concertativo. I pentimenti postumi della FLC non sono del tutto convincenti: sembrano più indirizzati al recupero dell'egemonia sui “concorrenti” della Cisl e Uil che a un ritorno alla tutela del lavoro e dei suoi diritti.

L'Università finisce dunque nelle mani della casta baronale e dei sodali confindustriali ma come tutte le “riforme” di questo governo mostra già oggi tutta una serie di ambiguità e fragilità: sono 42 gli atti ministeriali e migliaia gli adempimenti d'ateneo per applicarla che ne rendono difficile il cammino. Ma nessuno deve farsi trarre in inganno: lo smantellamento dell'Università Pubblica, l'anello mancante allo smantellamento dell'Istruzione Pubblica, è legge !

Nel concreto della nostra vita lavorativa di dipendenti tecnico-amministrativi degli atenei questa “riforma” accentua e legittima i soprusi di cui siamo stati oggetti in questi anni di tagli ai bilanci, di infamanti campagne per legittimare lo smantellamento della Pubblica (anche queste passate per “riforme” ..), di “risanamenti” e “riorganizzazioni” per garantire i bilanci degli atenei (Siena insegna).

Il ridimensionamento delle sedi, delle facoltà, dei corsi, delle strutture, i tagli ai bilanci, la possibilità di federare gli atenei e quella di ricorrere alla Fondazioni, le esternalizzazioni dei servizi, il blocco dei rinnovi di contratto per i precari e dei processi di stabilizzazione hanno già prodotto risultati che mettono a rischio non solo il nostro salario (a quello ben ci han pensato prima Brunetta e poi Tremonti: per noi il CCNL è in gran parte già smantellato! ) ma soprattutto il futuro lavorativo negli atenei oltre che il diritto allo studio per i nostri figli.

Ed è su questo terreno che nei prossimi tempi dovremo sviluppare l'iniziativa sindacale per tutelare i nostri diritti, il nostro salario, il nostro futuro lavorativo a partire proprio dai processi ridimensionamento di attività e servizi che i nuovi statuti e regolamenti dovranno codificare e legittimare nei prossimi mesi e del nostri salari, congelati dalla legge 122 e messi a rischio dalla “riforma”.