La Usb scrive nuovamente al Prefetto di Nuoro e al Presidente del Tribunale, su mandato dei lavoratori del personale giudiziario del Tribunale di Nuoro, per comunicare l’indizione dello stato di agitazione.
I lavoratori intendono portare a conoscenza dell’opinione pubblica e della collettività in cui devono convivere quotidianamente sul posto di lavoro. Già dal Giugno 2013 abbiamo evidenziato che i problemi non sono solo carenza di magistrati nei vari settori, ma i ripetuti tagli sugli organici, visto che in meno di dieci anni il personale del Tribunale è calato da 72 a 45 dipendenti. Nei prossimi mesi altri 4 lavoratori andranno in pensione, e visto come vanno le cose, non ci sarà turn-over. A questo si affianca la carenza di un dirigente amministrativo, una organizzazione del lavoro che va rivista, la carenza di dotazioni minime per poter svolgere il proprio lavoro. I carichi di lavoro, come conseguenza di tutto questo, sono raddoppiati, ma malgrado la buona volontà di sopperire alle troppe professionalità mancanti, la Giustizia rischia di collassare.
Per questo, Usb, insieme ad altre sigle (vedi allegato), ha convocato quattro sit-in dei lavoratori durante l’orario di lavoro, con modalità di assemblea all’aperto, nel piazzale antistante il Palazzo di Giustizia, anche per il ripristino di corrette relazioni sindacali, allo stato attuale largamente disattese nonostante gli impegni assunti in prima istanza davanti al Prefetto, il Presidente del Tribunale continua a ritenere superfluo il confronto con i lavoratori. L’ennesima mortificazione ! Ora più che mai la loro partecipazione ai processi riorganizzativi dell’ufficio potrebbe rappresentare un valore aggiunto per contenere il disagio denunciato. I lavoratori vogliono essere inclusi e partecipi nell’ istituto funzionale della Giustizia Italiana che a breve, ancora una volta, sarà interessata dall’ennesima riforma annunciata, appunto, dal Ministro Orlando.
Organici ridotti all’osso alla Motorizzazione Civile, dove alla fine degli anni novanta il personale era di 26 unità, ridotte a 9 allo stato attuale. Non vorremmo che si andasse allo smantellamento del servizio, con conseguente migrazione degli utenti in altre province. La conseguenza allo stato attuale è già evidente: una progressiva dilatazione del calendario dei collaudi e revisioni giunto a liste di attesa di nove mesi.
La distruzione dello Stato, i licenziamenti, il mancato turn-over, non è la strada che porta alla ripresa del paese. Senza lavoro non c’è reddito, senza reddito l’economia non gira. Il piano Cottarelli, sulla spending-review, prevede un taglio di 85.000 impiegati pubblici: quali saranno le ricadute sui nostri territori, possiamo già immaginarlo. Molti uffici saranno chiusi, le spese e gli oneri ricadranno sulla collettività che dovrà, utilizzando risorse proprie (ferie, permessi, auto), fare decine di chilometri per accedere ai servizi che lo Stato dovrebbe garantire.
USB PUBBLICO IMPIEGO SARDEGNA