100 piazze per la Democrazia: anche alle Agenzie Fiscali il volantinaggio informativo davanti agli ingressi degli Uffici.
Tra la Costituzione, la solidarietà a Mimmo Lucano e una "bella ciao" contro il daspo nel pubblico impiego.
Milano: delegate/i sindacali, lavoratrici e lavoratori, riuniti in un’Assemblea di piazza, hanno volantinato davanti alla sede della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Al megafono gli approfondimenti sul carattere antidemocratico e di sanzione del dissenso dell’art. 7 comma 3 nuovo CCNL, con lettura dei pezzi della storica sentenza della Corte costituzionale 231/2013 e la panoramica sui principi cardine di tenuta costituzionale del sistema della rappresentanza ivi espressi.
Usb ha sottolineato i valori costituzionali contenuti nell'art. 2, i cui principi solidaristici vietano ogni “privilegio” e pertanto escludono una rappresentanza fondata sull’assonanza di intenti con la parte datoriale pubblica dando rilievo unicamente al rapporto con le lavoratrici e lavoratori; l’art. 3, sempre della Costituzione, che vieta ogni “disparità di trattamento tra sindacati”, laddove si è rappresentativi ai sensi delle nome vigenti (vedasi art. 43 Testo Unico del Pubblico Impiego); l’art. 39 che vieta ogni pattuizione tesa a “condizionare il beneficio esclusivamente ad un atteggiamento consonante con l'impresa” traducendosi “per un verso, in una forma impropria di sanzione del dissenso e per l'altro verso nel rischio di raggiungere un punto di equilibrio attraverso un illegittimo accordo ad excludendum”.
Tre principi cardine e dal valore vincolante (divieto di discriminazione di sindacati adeguatamente rappresentativi, divieto di selezione in base a criteri di consonanza con la controparte datoriale e divieto di accordi ad excludendum che innegabilmente condizionano la libertà del sindacato) sui quali la USB ha formalmente presentato ricorso chiedendo la declaratoria di nullità dell’art. 7 comma 3 CCNL Funzioni Centrali, siglato in via definitiva il 12 febbraio 2018 pur a fronte di diffide formali.
Sono già centinaia le firme di lavoratrici e lavoratori raccolte da USB all’Agenzia delle Entrate in Lombardia per chiedere la cancellazione dell’art. 7 commi 3 e 4 CCNL.
Durante l’intervento di piazza anche la denuncia specifica sulla situazione all’Agenzia delle Entrate di Milano: la richiesta di esclusione di USB per la contrattazione, persino per la semplice informativa e presenza ai tavoli, sempre più spesso non nasce da parte pubblica ma dagli stessi sindacati firmatari, tra cui proprio la CGIL, evidentemente immemore delle lotte dei suoi metalmeccanici.
Ma vi è di più. L’esclusione dei sindacati non firmatari in Lombardia era stata tentata da CGIL, CISL e UIL sin dal 2015 senza che alcuna norma " dall'alto" lo richiedesse: in occasione della creazione dell'Osservatorio sulla Sicurezza, nato al termine di uno stato di agitazione che ha visto USB protagonista, venne inserita una clausola di esclusione dei sindacati disubbidienti che non apposero la firma all’indimenticabile verbale d'intesa del 4 luglio, vera e propria pietra tombale di una stagione di lotta.
Al megafono anche la solidarietà a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace diventato simbolo di un modello di solidarietà e cura per il proprio territorio che tutto il mondo ci invidia, ma che in Italia viene perseguito penalmente per colpa di una legge ingiusta come la Bossi Fini e arrestato per il reato di umanità.
E per finire una "bella ciao" a difesa della democrazia sindacale e contro il daspo nel pubblico impiego, per dire ancora una volta che noi stiamo dalla parte dei diritti e non del dialogo a prescindere e non accettiamo ricatti: libere e liberi di non firmare accordi e contratti a perdere!
I diritti una volta conquistati vanno anche difesi e noi non ci arrenderemo mai!