La comunicazione dell’Alto Commissario per i Diritti dell’Uomo, Alta Commissione Per I Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, è arrivata ieri sera: il sig. Carlo, l’ultimo pittore di via Margutta, è sotto protezione internazionale assieme agli altri componenti della sua famiglia. È in corso in queste ore lo studio e la preparazione della nuova opposizione da depositare presso il Tribunale di Roma, con cui verrà chiesto al Giudice di sospendere l’esecuzione del rilascio dell’immobile. Per l’ennesima volta a Roma (ma si moltiplicano i casi anche nelle altre città d'Italia) l’Onu interviene per evitare che uno sfratto comporti “danni irreparabili“ nei confronti di un essere umano, evitando che gli accordi e i protocolli internazionali firmati dallo Stato vengano violati.
Rimangono impassibili le Istituzioni locali, le quali dovrebbero invece vigilare su tali accordi e assicurarne il rispetto. In questo caso Comune di Roma, Regione Lazio e in ultimo lo Stato stesso, che non solo non esercita alcun potere sostitutivo di fronte all’inerzia delle istituzioni territoriali, ma nelle sue difese scritte ed inviate all’Onu stessa, giustifica i procedimenti su cui la Commissione Internazionale si pronuncia, definendoli perfettamente legittimi e propri di uno stato che si autodefinisce democratico e di diritto. Gli uffici del Cidu (Commissione Interministeriale per i Diritti Umani) non sembrano voler cogliere l’obiezione sollevata dall’Onu, ma si concentrano sulla legittimità giuridica degli atti che hanno portato alla sentenza di sfratto (su cui comunque ci sarebbe da discutere). Ciò che invece contesta l’Onu è il venir meno del Diritto ad una Abitazione, a fronte di una condizione socio-economica che evidentemente non permette al singolo cittadino di accedere coi propri mezzi ad un altro alloggio, non i passaggi che hanno portato allo sfratto in quanto tali. In una formula, ciò che l’Onu chiede è che venga garantito il passaggio da casa a casa.
Asia-Usb, da sempre in difesa del Diritto alla Casa come bene irrinunciabile per ogni essere umano, non può che accogliere con soddisfazione l’ennesimo intervento dell’Onu volto a impedire la compressione di tale diritto e la violazione di ogni norma minima di convivenza sociale, che in ogni luogo dovrebbe essere salvaguardata e messa in posizione prioritaria rispetto a profitti di chi, sul bene Casa, specula e di quanti lo permettono. Invitiamo tutti a riflettere sul fatto che debba essere un’istituzione come l’Onu a intervenire in difesa di un cittadino e non un ente locale sulla base dei principi costituzionali che dovrebbe garantire.
Asia-Usb Roma