Le politiche dell’Europa delle banche - di cui Renzi è fedele esecutore - procedono come rulli compressori facendo tabula rasa dei diritti conquistati in anni di lotte dai lavoratori. Il Jobs Act rappresenta la resa totale del mondo del lavoro alle esigenze dei padroni, rendendo la precarietà la normale condizione per tutti i lavoratori di questo Paese.
I processi di trasformazione del modello sociale e di sviluppo non risparmiano il pubblico impiego che continua ad essere sotto attacco sul piano dei salari, della funzione svolta e dei diritti.
Contratti bloccati al 2020, mantenimento del blocco del turn over, abbandono della funzione di servizio alla cittadinanza. Il tutto mascherato in cambio dell’obolo elettorale degli 80 euro.
Il protrarsi dell’attuale situazione - che vede l’Italia essere fanalino di coda europeo in tema di salari, finanziamenti e scolarità - non può che portare alla distruzione del sistema universitario pubblico, accentuando la fuga di cervelli e di giovani all’estero.
Il finanziamento pubblico dell’Università va adeguato agli standard europei, abbandonando l’utilizzo di strumenti cosiddetti premianti che non servono alla crescita, ma puniscono solo gli Atenei già sofferenti a causa della crisi economica dei territori in cui sono collocati e da finanziarie che ne hanno costantemente ridotto il fondo ordinario. Gli atenei devono poter fare programmazioni del personale che permettano la stabilizzazione dei precari e il riconoscimento delle professionalità del personale TAB con progressioni di carriera, finora appannaggio esclusivo dei Docenti e delle figure dirigenziali.
Pretendiamo una diversa impostazione dei criteri di ripartizione dei fondi che nel 2013 hanno premiato gli Atenei che hanno ceduto le loro attività alle Fondazioni private e aumentato i contributi studenteschi realizzando di fatto l’Università classista che era stata superata da decenni.
Basta con la strategia di impoverimento del personale TAB che, oltre a subire i salari fermi dal 2010, viene continuamente e pesantemente penalizzato dall’intervento dei vari organismi di controllo del M.E.F. che con arroganza intervengono nell’utilizzo del salario accessorio, annullando gli accordi integrativi e pretendendo la restituzione di parti salariali consistenti.
Il personale T.A.B. dell’Università vive condizioni di sotto-inquadramento, di precariato e con salari al limite della sopravvivenza e non può tollerare ulteriori tagli al salario!
USB, che da tempo si oppone allo smantellamento dello stato sociale, sarà in piazza e nei posti di lavoro con Studenti, Lavoratori, Disoccupati e Pensionati.
24 ottobre ’14 SCIOPERO GENERALE
per:
-bloccare la strategia distruttiva della Troika europea.
-difendere lo stato sociale ;
-il rinnovo economico dei contratti del P.I.
-la stabilizzazione dei precari
-fermare i processi di privatizzazione dei servizi ;
-rivendicare il diritto al lavoro e a salari dignitosi
USB Università