Il Parlamento si accinge ad approvare il pacchetto sicurezza e con esso la famigerata norma “blocca processi”, che sospenderà per un anno tutti i processi relativi a reati commessi prima del 30 giugno 2002 e la cui pena edittale prevede la reclusione fino dieci anni.
Tralasciando qualsiasi commento sull’opportunità e incostituzionalità della norma vogliamo soffermarci sulle ricadute che essa avrà sulle cancellerie alla stregua delle espulsioni. L’ulteriore aggravio di lavoro crollerà, come al solito, sulle spalle del personale giudiziario: basti solo pensare alle migliaia di comunicazioni che dovranno essere spedite alle parti prima per la sospensione e successivamente per la riapertura del procedimento.
Come al solito si legifera senza tener conto dell’impatto che una legge avrà sui carichi di lavoro così i tempi della giustizia si allungheranno e ancora una volta la responsabilità sarà addebitata ai lavoratori “fannulloni”.
Però nessuno dice che a fronte degli spropositati aumenti dei carichi di lavoro gli organici si sono ridotti del 20% dal 1995 ad oggi e le risorse economiche sono state tagliate del 70% dal 2000. Ci Chiediamo se qualcuno è consapevole che di questo passo andranno definitivamente in tilt gli uffici giudiziari altro che efficienza. Di chi le responsabilità, di chi le colpe se non della politica?
E se saranno confermate le indiscrezioni che circolano, la prossima finanziaria prevede tagli ulteriori del 22% per le spese correnti necessarie al funzionamento degli uffici giudiziari siamo alla frutta. A meno che non ci si aspetti dai lavoratori si improvvisino teatranti, così come hanno fatto i colleghi di Anzio, per racimolare qualche soldo per comprare carta, benzina, toner, computer ecc… Per la cronaca alcuni uffici rischiano di essere sfrattati come Catania e Roma per debiti non pagati. Questo quadro è desolante.
Eppure è questa la fotografia della civile Italia del 2008 e nello specifico della Giustizia: La politica fa scelte scellerate i cittadini ne pagano le conseguenze e i lavoratori pure visto che le responsabilità si fanno ricadere su questi ultimi. Senza parlare poi dell’ affastellamento di leggi che sembrano scritte in modo tale da non farti capire nulla visti i continui riferimenti (per annullare - modificare – aggiungere) ad articoli e commi di leggi precedenti.
E ciliegina sulla torta la finanziaria prevede inoltre l’adeguamento delle piante organiche ai lavoratori presenti al 30 giugno 2008, ciò sta a significare che saranno spazzate via in un sol colpo le circa 6.000 vacanze in organico con buona pace per la Riqualificazione del personale di ruolo e la stabilizzazione degli ex-lsu.
Ma al peggio non c’è mai fine, il 18 giugno u.s. il consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge “delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttività e del lavoro pubblico” predisposto dal ministro Brunetta in cui si prevede tra l’altro: l’irrigidimento per quanto riguarda le visite mediche con l’obbligo di recarsi in una struttura pubblica dopo i primi 10 giorni di malattia o comunque al secondo certificato medico nel corso dell’anno solare, con una decurtazione maggiore dello stipendio ed un ampliamento della fascia di reperibilità; l’inasprimento delle sanzioni disciplinari, mobilità e cassa integrazione, si introduce la possibilità per la P.A. di cedere alcune funzioni ai privati.
Quindi la Pubblica Amministrazione nelle teste di questi scienziati deve essere solo al soldo dei poteri forti e perdere il ruolo di garante ed erogatore di servizi soprattutto per i ceti deboli.
La RdB P.I. ha messo al centro della propria azione sindacale il servizio pubblico e il ruolo dei lavoratori, ha denunciato più volte la deriva realizzata in perfetta continuità da tutti i governi succedutesi, con l’avallo di CGIL-CIS-UIL, e nemmeno questa volta si tirerà indietro rispetto a questo attacco senza precedenti al mondo del lavoro pubblico e proseguirà nelle iniziative di lotta a fianco dei lavoratori.
Sui link la finanziaria e il decreto di Brunetta.