Una cronica carenza di personale che rischia di mettere a rischio il servizio offerto dai Vigili del Fuoco. La denuncia arriva da Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal, sigle sindacali che rappresentano circa la metà dei 420 operatori della provincia di Varese. Da qualche giorno i Vigili del Fuoco sono in stato di agitazione e domani, martedì 19 febbraio, saranno al cospetto del Direttore Regionale della Lombardia per le previste procedure di raffreddamento, anticamera dello sciopero. La motivazione principale della protesta è ormai arcinota: c’è poco personale, problema non solo varesino ma nazionale, cosa che mette a repentaglio la bontà del soccorso tecnico urgente alla popolazione e la stessa sicurezza dei Vigili. Il problema non è nuovo, è articolato, ma ha un responsabile facilmente individuabile: l’aeroporto di Malpensa. I 420 vigili in servizio lavorano divisi in quattro turni, da 105 uomini l’uno. A Malpensa, infrastruttura considerata chiave per il territorio, ce ne devono essere una cinquantina a turno: inevitabile che per una serie di motivi che vanno dalle assenze più o meno giustificate a ferie e riposi programmati, alcune delle quattro stazioni periferiche della provincia, in particolare Saronno e Somma Lombardo (le altre sono Busto-Gallarate e Luino, oltre al comando centrale provinciale di Varese), spesso, nell’ultimo periodo a cadenza quasi quotidiana, rimangono con la saracinesca abbassata. Questo perché dovendo Malpensa essere sempre a regime, gli uomini a disposizione scarseggiano: per essere operativa una squadra deve avere almeno 5/6 uomini a disposizione, con quattro a volte lavorano lo stesso, meno non è possibile, anche se ci sono nuove (e criticate) autopompe che possono funzionare con tre vigili. Somma Lombardo e Saronno ormai spessissimo rimangono chiuse, dunque: «Sono posti nel territorio più densamente popolato ed industrializzato d'Europa, con nove aziende a rischio d'incidente rilevante ed una viabilità ingolfata – attaccano le rappresentanze sindacali unitarie -. Inoltre la zona di Saronno non ha nemmeno più la certezza di copertura da parte del distaccamento di Legnano. Gli standard europei prevedono che ogni zona del territorio sia raggiungibile in venti minuti dal soccorso antincendi, ogni commento in questo senso è inutile. Ogni giorno c’è la "transumanza" di chi arriva nelle due stazioni chiuse e deve andare da un’altra parte. Con il comando provinciale non siamo riusciti ad avere un confronto positivo, ora andiamo dal regionale: speriamo ci dia risposte e chiarimenti, altrimenti non ci resta che lo sciopero per farci sentire». Da qualche tempo c’è una nuova realtà emergente, quella del volontariato. Ma anche qui il sindacato denuncia poca serietà: «Per lavorare bene i volontari devono essere ben formati e ben equipaggiati – spiegano i sindacati -, ma alla nuova stazione di Laveno hanno mandato attrezzature e mezzi non certo all’avanguardia. Noi poi per formarli come si deve dobbiamo essere in piena forma, ed invece siamo in agonia». Al tavolo con il direttore regionale ci sarà anche il comandante provinciale Giulio De Palma: «Il problema della carenza di personale è nazionale – spiega -. Con la direzione regionale il dialogo è costante, i problemi sono noti e li ho sollevati più volte. I numeri delle stazioni periferiche calano sempre di più: speriamo che la presenza di Malpensa possa aiutarci ad aumentare il numero di uomini a nostra disposizione. È vero che in alcuni momenti si fa fatica, io ho lavorato in questi anni per rinforzare i punti deboli: cerchiamo di scongiurare lo sciopero, il confronto è la via migliore».
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alla FSM