Mentre l’Unione Europea e i suoi partner fanno gli struzzi di fronte alle disuguaglianze e alla crisi economica e sociale, la Coalizione Internazionale migranti, Sans-papiers, Rifugiati e Richiedenti Asilo si mobilita a Roma dal 14 al 16 con delegazioni da Europa e Africa.
Il nuovo presidente della Commissione Europea, Jean Claude Junker, s’insedia mentre giunge la notizia del giudizio negativo proveniente da Bruxelles sulle insufficienti garanzie per i rifugiati in Italia. La stessa Unione Europea, che insieme ai suoi Stati membri, Italia compresa, continua a tenere in piedi la gabbia del regolamento Dublino III, è di fatto alla base della mancanza generale di garanzie. Insomma una conferma del fallimento delle politiche dell’U.E. in materia di protezione e di accoglienza dei rifugiati.
Assistiamo ad un continuo balletto rispetto alle varie operazioni, che si chiamino Mare Nostrum, Triton, Mos Maiorum, tra l’Unione Europea e in particolare l’Italia, per la sua posizione geografica; ad ogni strage di migranti che si verifica, questo è diventato un esercizio di auto-assoluzione rispetto alla propria coscienza morale e politica e davanti all’opinione pubblica, anch’essa ostaggio della mancanza di informazione sulle ragioni di gran parte dei movimenti migratori provenienti dai sud e dall’Africa in particolare. Un esercizio che si sta verificando anche in queste ore e in questi giorni rispetto alle stragi nel Mar Mediterraneo, ormai diventato un cimitero umano.
Così né il governo italiano, tramite il suo Ministro dell’Interno Angelino Alfano, e né la Commissione Europea perdono l’occasione, in una ottica da gioco di ping pong, di addossarsi rispettivamente le responsabilità di quanto sta avvenendo sulle coste di Lampedusa in Italia, quando in realtà bisognerebbe riflettere ed analizzare le ragioni alla base di questo movimento di persone che vengono sottratte ai propri cari.
Bisognerebbe chiarire una volta per sempre, e di conseguenza informare correttamente i cittadini in Europa, che le migrazioni, fenomeno sempre esistito nella storia umana, negli ultimi anni sono sempre più dovute alle conseguenze di scelte politiche ed economiche imposte ai paesi di origine dei migranti. Queste politiche chiamate “di aggiustamento o di cooperazione” hanno lasciato e costretto intere popolazioni a sopravvivere o lottare nella miseria ogni istante della propria vita. Mentre le istituzioni promotrici di tale misure, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) continuano a raccontare il successo dello loro missioni anche di fronte alle palesi, drammatiche e tutt’altro che episodiche tragedie che ogni giorno vanno in scena sulle coste del Mediterraneo. Un altro elemento centrale è rappresentato dai conflitti in corso in molti paesi e particolarmente nell’Africa subsahariana e nella sponda sud del Mediterraneo come la Libia che continua a bruciare. Un vero focolaio di guerre che coinvolge la Siria, l’Ucraina, il Medio Oriente e il popolo curdo, ecc...
Basta pensare al commercio delle armi per capire il perché di tanti conflitti in corso in regioni del mondo. Soprattutto quando queste armi sono fabbricate in/da paesi che ufficialmente da una parte dicono di volere la pace, mentre dall’altra sono tra i maggiori produttori di armi, da sempre tra le voci più rilavanti dei loro profitti. L’economia bellica, che non conosce crisi economica, ha un mercato di 113 miliardi di euro all’anno. E tra i dieci primi paesi produttori/esportatori di armamenti negli ultimi 10 anni vi sono gli Stati Uniti d’America, la Russia, la Germania, la Francia, la Cina, il Regno Unito, l’Italia, Israele, la Svezia ed infine l’Ucraina.
Inoltre, e non in ultima posizione, tra le ragioni strutturali alla base di tanti processi migratori negli ultimi anni, sono individuabili, spesso, le politiche degli accordi bilaterali. Accordi che vengono firmati con governanti complici della negazione dei diritti di libertà e di dignità delle persone. Le persone che fuggono dalle conseguenze di tali accordi e politiche si trovano ad affrontare il viaggio della vita. Viaggi che hanno trasformato il mar Mediterraneo e le frontiere terrestri in cimiteri a cielo aperto, come è il caso di Lampedusa o di Ceuta e Melilla.
Si decide insomma di non affrontare le cause ma di occuparsi appena di alcune conseguenze, mentre intere generazioni vengono divorate dal mare e dalle frontiere terrestri, come nel caso del passaggio tra la Spagna e il Marocco. Una strategia che ha l’obbiettivo di banalizzare le storie delle vite perse ormai ridotte a dei numeri. Quanto in realtà dietro ogni numero vi è una vita umana e una storia umana.
Di fronte a questo rifugiarsi nell’indifferenza da parte dei governanti, abbiamo deciso di darci appuntamento a Roma al fine affrontare e pensare politicamente la nostra lotta, insieme ai lavoratori, ai precari, agli studenti e senza casa, in una prospettiva di ricomposizione e di convergenze a partire dai bisogni, ad esempio il lavoro e l’accesso ai servizi, che ci uniscono dentro ogni periferia d’Europa sempre più teatro di una guerra tra poveri e ultimi mentre l’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno deciso e scelto di fare gli struzzi.
È in questo contesto che la Coalizione Internazionale dei Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo si mobilità a Roma dal 14 al 16 novembre, dove sono attese delegazioni provenienti da numerosi paesi d’Europa (fra cui Germania, Grecia, Spagna, Francia, Belgio, Svizzera, Polonia ed anche dalla Tunisia), dando subito vita alla prima manifestazione internazionale, venerdì 14 novembre in piazza Montecitorio a partire dalle ore 14.
Nei giorni successivi sono previsti tavoli di lavoro, che avranno luogo presso la sede romana dell’USB, in via dell’Aeroporto 129, per condividere ed elaborare una visione unitaria sul ruolo e le responsabilità dell’Europa in tema d’immigrazione e sulla necessaria ricomposizione/convergenza con le lotte sociali dei paesi di residenza.
Questi i temi al centro dei tavoli di discussione: Lavoro sommerso e regolarizzazione – quadro sintetico>della condizione di migranti e rifugiati in ogni singolo paese in rapporto al mercato del lavoro; Libertà di circolazione e di residenza/Le vittime dell’immigrazione e L’Unione Europea- Frontex, le denunce contro i crimini e le violenze nelle frontiere; accordi bilaterali e ruolo delle ambasciate; Unione Europea, attore politico alleato o avversario? Sistemi di accoglienza dei migranti e rifugiati - Quando l’assistenza diventa business o un ostacolo per l’accesso ai diritti.
La giornata di domenica 16 novembre si concluderà con una plenaria, che si terrà nella sede di ESC Atelier Autogestito, in via dei Volsci 159, per l’individuazione di prospettive e campagne internazionali.
Roma, 13 novembre 2014
Coalizione Internazionale dei Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo (CISPM)