La Direzione aziendale ha incontrato le rappresentanze sindacali per l’apertura della cassa integrazione ordinaria per otto settimane. Per effetto dell’ultimo Dpcm, però, è stata data la possibilità alle aziende di utilizzare in proroga ancora ulteriori quattro settimane di cassa integrazione con causale Covid.
L’Azienda ha motivato tale richiesta per effetto di una situazione di incertezza produttiva derivante dalla mancanza di ordinativi dovuti all’emergenza sanitaria. L’azienda ha dichiarato che tutti i reparti sono in sofferenza ad eccezione del verniciato. Le criticità maggiori sono state evidenziate per il lucido, per il quale l’azienda prevede di passare dal ciclo continuo ai più classici 15 turni per poi successivamente ridurre ancora ulteriormente a 10 turni. Diversamente da quanto si era prospettato la volta scorsa, il centro servizi sta dando una buona risposta alla ripresa dando impulso alla Direzione di tornare a regime per recuperare i ritardi accumulati. Attualmente sono ancora circa 170 i lavoratori costretti al regime di cassa, per lo più sempre gli stessi.
A fronte di ciò l’Azienda ha dichiarato la necessità di proseguire la cassa integrazione fino al 20 settembre utilizzando complessivamente 12 settimane. Attualmente è prevista in media una settimana, diversificata tra reparti, di chiusura collettiva per il mese di agosto.
L’Azienda, come per le volte precedenti, ci ha presentato un pacchetto preconfezionato di condizioni: l’anticipo delle spettanze dell’INPS, la maturazione parziale dei ratei in base ai giorni lavorati e la rotazione con il criterio della fungibilità e competenze della mansione.
Queste condizioni per noi come per le volte precedenti, non sono soddisfacenti per poter firmare un accordo: questi criteri penalizzano tanti lavoratori, molti dei quali sempre gli stessi. Il meccanismo della rotazione così come pensato è uno strumento discriminante.
Sappiamo che alcuni lavoratori sono ancora a casa da diversi mesi senza essere mai stati richiamati a lavoro. Cosa ancora più assurda, denunciata nell’ultima riunione, è che in alcuni reparti vengono utilizzati i lavoratori delle cooperative esterne mentre in altri reparti si fanno straordinari quando ci sono lavoratori Marcegaglia in cassa integrazione.
Per la USB: il meccanismo della rotazione tra tutti i lavoratori deve essere equo e non discriminatorio, i ratei maturati in modo proporzionale non posso essere la risposta per accontentare tutti i lavoratori. Ancora una volta questi sono i motivi che ci hanno portato a non firmare l’accordo.
Ravenna, 08 luglio 2020
RSU USB MARCEGAGLIA
USB LAVORO PRIVATO