La CUB Informazione e lo SLAI Cobas sostengono lo sciopero di tutti i lavoratori e le lavoratrici del gruppo Mediaset a livello nazionale ed invitano i lavoratori e lavoratrici a partecipare alla mobilitazione.
Da tempo sosteniamo che oscure manovre si agitavano alle spalle dei lavoratori. Il rinvio del rinnovo del contratto integrativo è stato un chiaro segnale delle intenzioni di questa azienda.
La cessione del settore trucco, acconciature e sartoria ad una società esterna è solo il primo tassello di un domino che vedrà cadere uno dopo l’altro interi settori produttivi? Alla luce di questi avvenimenti dobbiamo chiederci se l’obbiettivo dell’azienda sia la dismissione di Videotime? O di molte parti di Mediaset?
La cessione di rami d’azienda da parte del principale gruppo televisivo privato che fa capo al Presidente del Consiglio non trova ragione in un reale stato di crisi ma in una scelta politica. Mediaset non è una azienda in crisi, se è vero che gli incassi pubblicitari sono rimasti stabili nel 2008 il fatturato ha continuato a crescere con un aumento del 4,2 %.
La stessa Mediobanca prevede un aumento del titolo per il 2010. Dunque la scelta è quella, tutta politica, di fare di questo paese una repubblica non più fondata sul lavoro.
Un paese in cui vada definitivamente a sparire il lavoro a tempo indeterminato, il “lavoro fisso”, la garanzia del futuro e della pensione, per lasciare posto alla totale deregolamentazione, al lavoro precario e nero.
Questo il segnale che viene da Mediaset a tutti gli imprenditori del paese. Non sappiamo se l’obbiettivo finale è quello di vendere (forse già hanno venduto) Videotime o l’intero gruppo Mediaset, certo è che i segnali sono preoccupanti e che la dismissione del settore trucco, acconciature e sartoria potrebbe essere solo il primo tassello di un domino che travolgerà intere professioni, posti di lavoro, famiglie.
Per questo cercheremo di fare argine ad una simile catastrofica deriva che travolgerà non solo i dipendenti Mediaset, non solo tutti i lavoratori dell’indotto che già oggi operano in condizioni da paese incivile, ma darà il via libera alla distruzione sistematica di qualsiasi garanzia occupazionale.
Lo sciopero del 10 e 11 gennaio è solo la prima risposta di protesta a cui seguiranno altre giornate di lotta che cercheremo di organizzare allargando la partecipazione a tutta la categoria dei lavoratori del Broadcast.
Lì, 8 gennaio 2010
CUB Informazione - SLAI Cobas
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9 gennaio 2010 - Il Manifesto
SCIOPERO Domenica 5 registrata. Per il Tg5 precettati i quadri
Niente diretta per aggirare lo stop Mediaset attiva le contromosse
di Antonio Sciotto
Mediaset ha già attivato le contromosse per essere danneggiata il meno possibile dallo sciopero deciso per domani e lunedì. La trasmissione di punta Domenica 5 - condotta da Barbara D'Urso - non può saltare: dura diverse ore, è infarcita di spot redditizi, qualsiasi sostituto verrebbe stracciato dalla concorrenza Rai. Perciò si è deciso di correre ai ripari, rinunciando alla consueta diretta: alcuni lavoratori ci confermano che è già stato fissato lo studio 10 di Cologno Monzese, dove oggi D'Urso e il suo gruppo registreranno la puntata. Differente sarà la sorte dei programmi sportivi come Controcampo o quelli della piattaforma Premium: sono legati alle partite di calcio, e dovranno per forza rischiare la diretta. Così come il Tg5, che ancora ieri veniva dato - almeno nelle edizioni della domenica - come «fortemente a rischio» da parte degli scioperanti. Ma pare che l'azienda abbia già comandato diversi quadri per coprire le assenze.
Da Cologno Monzese, cuore dell'Impero televisivo del Cavaliere, le truccatrici si aspettano il massimo della mobilitazione: «L'atmosfera qui è molto calda, dello sciopero parlano tutti - conferma Anna Di Domenico, una delle lavoratrici che ha firmato la lettera aperta al premier - Ci aspettiamo sostegno anche dai lavoratori degli altri settori. E' chiaro che noi siamo l'"apripista", che presto partiranno altre cessioni. Cosa ci guadagnerebbe infatti l'azienda solo dall'esternalizzazione di 56 persone? Hanno cominciato da noi, dall'anello più debole, pensando che non avremmo creato problemi». Lo sciopero, il primo nazionale che coinvolge tutto il gruppo del Biscione (nelle sue ramificazioni Videotime, Rti, Elettronica industriale), è nato proprio dalla decisione di Mediaset, annunciata via fax il 5 gennaio, di cedere il reparto «Trucco, acconciatura e sartoria» alla Pragma srl: i 56 dipendenti coinvolti perderanno così l'integrativo e - temono - la sicurezza del proprio posto, mentre tutti gli altri colleghi si sono allarmati per future, eventuali, cessioni.
Quanto alle altre trasmissioni, sembra che i servizi di Mattino 5 e Pomeriggio 5 (in onda lunedì), verranno montati eccezionalmente tra oggi e domani in una società esterna, la Sea di Roma. I due programmi, però, dovranno comunque rischiare la diretta. Per Matrix, che a volte registra il lunedì, si è deciso di slittare direttamente a martedì. Particolare la scelta di Rita Dalla Chiesa: Forum di lunedì, quando ci sono scioperi, viene di solito registrato il venerdì; ma la conduttrice avrebbe disposto di non pre-registrare nè rischiare la diretta, lunedì, proprio in solidarietà con gli scioperanti; e avrebbe chiesto di mandare in onda una puntata di repertorio con la scritta sovraimpressa «trasmissione registrata». Quanto al Tg5, pare che l'azienda abbia comandato diversi quadri per salvare le edizioni di domenica: in ogni caso, dalle 10 di mattina un presidio degli scioperanti si troverà davanti al Centro Palatino, sede del tg. Così come presidi si svolgeranno a Cologno.
Proprio contro le sostituzioni abusive, Cgil, Cisl e Uil del Lazio hanno inviato a Mediaset una lettera di diffida: minacciano di «procedere in via giudiziale», per attività antisindacale, nel caso in cui l'azienda dovesse «porre in essere comportamenti lesivi del diritto di sciopero, tutelato dall'articolo 40 della Costituzione». «Stiamo cercando di sensibilizzare anche i quadri - dicono Roberto Crescentini e Dario Giordano, delegati Cisl e Cgil Videotime - Anche perché le prossime, eventuali, esternalizzazioni potrebbero riguardare pure loro». Si muove la Cub, che sta creando un sindacato interno, e lo Slai Cobas: gli operai Fiat di Arese saranno al presidio di Cologno. Danno la solidarietà anche i tecnici Broadcast della Clb, che chiede ai propri associati (spesso operatori esterni su cui si appoggia Mediaset) di non prestare la propria opera nelle giornate di sciopero.
Va ricordato infine che le truccatrici hanno ricevuto la solidarietà di tutti i cdr dei giornalisti Mediaset, Tg5 compreso, impegnati in una trattativa con l'azienda sulla creazione dell'agenzia unica che assorbirà Tg4 e Studio Aperto.
9 gennaio 2010 - Il Giorno
Arese, Cobas dell'Alfa: in piazza con Videotime
ARESE - I LAVORATORI dell'Alfa Romeo hanno dato mandato allo Slai-Cobas di concordare iniziative di lotta comuni con i dipendenti di Videotime (Mediaset). È l'esito di un'assemblea che si è tenuta ad Arese. «Una delegazione di lavoratori dell'Alfa - spiega Corrado Delle Donne dello Slai-Cobas - sarà presente al presidio organizzato nella sede Mediaset di Cologno Monzese domani, mentre all'assemblea di mercoledì prossimo sarà discusso un vasto programma di iniziative comuni».