La vostra crisi non vogliamo pagarla noi
Mentre ingrassano i pescecani della finanza tagliano salari, pensioni, scuola, sanita' e servizi sociali.
PRESIDIO ALLA SEDE REGIONALE - Via F. Filzi 24 Marzo 2009 - ore 10,00
Il Titanic dell'economia affonda ogni giorno, i governi varano manovre di salvataggio per mettere al sicuro le banche e i finanzieri che con le loro manovre speculative sono all'origine della crisi.
Questo mentre i ceti popolari, pensionati e lavoratori fanno sempre più fatica a sopravvivere in modo dignitoso ed a resistere alla disoccupazione, ai bassi salari, alla precarietà dilagante, alla insicurezza del lavoro che causa sempre più morti.
In Lombardia nel primo bimestre 2009 il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 243% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (17,584 milioni di ore contro 5,134 milioni di ore) e migliaia di lavoratori a tempo determinato e parasubordinati hanno perso il loro precario lavoro.
Di fronte alla vastità di lavoratori coinvolti è criminale lasciare che ognuno affronti da se la crisi; è necessario invece che si adottino anche a livello regionale misure anticrisi a favore di cassintegrati, precari e pensionati.
La piattaforma di Cub, Confederazione Cobas e Sdl
- Blocco dei licenziamenti per un anno e nessun finanziamento regionale/statale, nessuna tariffazione agevolata per le aziende che licenziano.
- Riduzione dell'orario di lavoro per distribuire su tutti il lavoro disponibile a parità di salario.
- Indennità di cassintegrazione non inferiore all’80% del salario reale, con intervento integrativo regionale
- Estensione della cassa integrazione a tutte le aziende indipendentemente dal numero di occupati e settore attualmente prive di copertura.
- Estensione degli ammortizzatori sociali a tutte le tipologie lavorative precarie (a tempo determinato, interinali, co.co.co.,…).
- Istituzione di un reddito minimo vitale (800 euro mensili) per tutti coloro che hanno un reddito annuale inferiore ai 7.500 euro (condizione per ottenerlo: essere iscritto/a da almeno 2 mesi al collocamento, essere pensionato/a oltre i 60 anni di età).
- Servizi sociali per le famiglie dei lavoratori coinvolti dalla crisi:
- Gratuità del trasporto pubblico e della frequenza della scuola pubblica, delle rette asili nido, esenzione dei tickets sanitari, posticipo pagamento rate mutui senza aggravio di costi, integrazione pubblica/regionale per pagare gli affitti che superino il 20% del reddito, tariffazione sociale per bollette di acqua, luce, gas, riscaldamento.
- Corsi pubblici di riqualificazione professionale per licenziati e disoccupati con assegno di partecipazione per coloro che li frequentano.
- Garanzia del mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati che perdono il lavoro.